Zoroastro e la Fantasia Religiosa
Autore/i: Zaehner R.C.
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Gianroberto Scarcia.
pp. 410, 16 tavv. a colori e 40 tavv. b/n f.t., Milano
Zoroastro, con l’altro suo nome di Zarathustra, ha fatto una riapparizione per lo meno pericolosa nella moderna cultura occidentale, quando Nietzsche l’ha preso come portavoce della sua dottrina del superuomo. Ma non così parlava Zarathustra, nella sua realtà storica e tradizionale. Né parlava come pretendono alcuni recentissimi studiosi che vorrebbero ridurlo a un visionario, a un mago, a uno stregone drogato dai vapori della canapa indiana, o addirittura a una specie di «eminenza grigia» del Re dei Re persiano. Liberarlo da simili incrostazioni, che lo Zaehner giudica addirittura parodistiche, è il compito preliminare di questo libro che nella sua parte più ampia e positiva ne ricostruisce la figura di grande pensatore religioso, ispirato a una delle più pure visioni monoteistiche del divino. Secondo la tradizione, questo profeta dell’antico Iran (VII e VI sec. a. C.) operò nei territori che corrispondevano alla moderna Persia, all’Afghanistan, a una parte dell’Unione Sovietica e dell’Iraq. Al suo messaggio, predicato tra Medi, Persiani, Parti, Choresmi, Sodgiani, Battriani, si convertì la casa regnante di Vishtâspa, ormai al crepuscolo di una potenza che presto sarebbe stata soverchiata dalle imprese militari di Ciro. Il problema è appunto di stabilire come una religione, che si dava per rivelata dall’unico vero Dio, si sia potuta sviluppare in un ambiente da millenni politeistico. Lo Zaehner, che oggi è ritenuto il più attendibile cultore di questi studi, affronta la questione attenendosi ai tratti più caratteristici della religione iranica, sia nelle sue forme iniziali, sia in quelle che essa assunse allorquando si cristallizzò (tra il I e l’VIII sec. d. C.). È questa la sua età argentea, che ci fa assistere al suo adattamento frammezzo a una società essenzialmente pagana, nonché all’elaborazione di elementi teologici intesi a conservare intatta l’idea dell’assoluta bontà di Dio. Come gli altri volumi del Portolano, anche questo accompagna alla garantita attendibilità e attraente nitidezza del discorso storico la vivacità e rarità del materiale illustrativo: dalle numerose fotografie appositamente eseguite sui luoghi dove il profeta predicò, alle citazioni di passi classici dello Zoroastrismo, indimenticabili per il fascino poetico non meno che per la suggestività religiosa.
Nato nel 1913, R. C. Zaehner ha compiuto i suoi studi a Oxford, dove si è laureato in Persiano ed Avesta coi massimi riconoscimenti. Nel 1936-37, sotto la guida di H. W. Bailey, ha studiato il Pali a Cambridge, e qui ha intrapreso il suo monumentale Zurvan, a Zoroastrianism Dilemma («Zurvan, un dilemma dello Zoroastrismo»). Durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra, ha espletato incarichi presso l’Ambasciata Britannica a Teheran. Nominato nel 1950 lettore di Persiano a Oxford, nel 1951 è stato richiamato per un anno a Teheran con le mansioni di Consigliere di Ambasciata. Al suo ritorno, l’Università di Oxford gli ha assegnato la cattedra di Religioni Orientali ed Etica.
Argomenti: Antiche Civiltà, Antichità, Medio Oriente, Orientalistica, Religione, Religioni Antiche, Storia delle Religioni, Zoroastrismo,