Yoga Pratici
Karma-yoga, Bhakti-yoga, Raja-yoga
Autore/i: Swami Vivekananda
Editore: Ubaldini Editore
prefazione all’edizione italiana di Swâmi Nityabhodananda, traduzione integrale autorizzata di Augusta Mattioli e Giulio Cogni.
pp. 240, Roma
Swami Vivekananda, il grande e nobile spirito, amato in Oriente e in Occidente come colui che ha ringiovanito l’Induismo e predicato le sue eterne verità, nacque il 12 gennaio 1863 da famiglia aristocratica di casta Kshatriya. Il suo nome era Narendranath (Narendra), e Datta il nome della famiglia, nota a Calcutta per la ricchezza, lo slancio filantropico, la cultura e l’indipendenza di spirito.
Negli anni della prima giovinezza, Narendra si compiacque di manifestare un certo materialismo, e parve più incline a coltivare il vigore fisico che la meditazione. Ma l’incontro con Ramakrishna fu la sua «via di Damasco ». Dalle ceneri del giovane Narendra nasceva rigenerato il profeta Vivekananda che in una breve e folgorante esistenza compiva un’opera imperitura. A 39 anni, il 4 luglio 1902, Vivekananda muore in un’intensa meditazione.
In quest’anno in cui ricorre il centenario della nascita, le opere del Maestro vengono per la prima volta presentate in Italia in una degna edizione, e i suoi fecondi insegnamenti sono raccolti con organico criterio nei due libri: «Jnana Yoga» (lo Yoga della conoscenza) e «Gli Yoga pratici» (Bhakti-Yoga, Karma-Yoga, RajaYoga).
L’approccio a queste opere recherà grande sorpresa a più di un lettore, fuorviato finora dalle reiterate manomissioni a cui è stata sottoposta una dottrina che si è creduto di poter apprendere e divulgare in modo approssimativo e facilone.
Sentiamo ciò che dice in proposito Romain Rolland, che di Vivekananda e Ramakrishna è il miglior biografo: «Il nome Yoga e stato compromesso in Occidente da tutti i ciarlatani e imbroglioni che ne hanno fatto un uso degradante. Poiché questi metodi mentali, fondati su una geniale psico-fisiologia, la cui sperimentazione è stata proseguita per secoli, assicurano a colui che li assimila una padronanza spirituale che necessariamente gli comunica (senza nulla di misterioso) potenti mezzi di azione (uno spirito sano e pieno è la leva di Archimede: trovategli il punto di appoggio e solleverà il mondo), è proprio su quei mezzi – reali o supposti – che si è logorato il pragmatismo interessato di migliaia di gonzi.
«I veri yoga vedantici, come li espone nei suoi trattati Vivekananda, sono una disciplina dello spirito così come l’hanno ricercata i nostri filosofi occidentali, al fine di incamminarsi, per la via diretta,,verso la verità. E questa via diretta, esattamente come in Occidente, è quella della esperienza e della ragione». (Romain Rolland.)
«Il nome “Yoga” è stato compromesso in Occidente da tutti i ciarlatani e imbroglioni che ne hanno fatto un uso degradante. I veri “yoga-vedantici”, come li espone nei suoi trattati Vivekananda, sono una disciplina dello spirito, così come l’hanno ricercata i nostri filosofi occidentali, al fine di incamminarsi, per la via diretta, verso la verità. E questa via diretta, esattamente come in Occidente, è quella della esperienza e della ragione». Romain Rolland.
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