Wallenstein – La Tragedia di un Generale nella Guerra dei Trent’Anni
Il racconto della guerra dei trent’anni attraverso la straordinaria vita e la tragica fine di uno sei suoi protagonisti
Autore/i: Valzania Sergio
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, premessa e prologo dell’autore, in copertina: Wallenstein, dipinto di anonimo del XVII secolo.
pp. 258, 1 cartina geografica b/n e nn. tavole a colori f.t., Milano
Nella prima metà del Seicento l’Europa fu dilaniata da una serie di guerre sanguinose che devastarono alcune delle sue regioni più fiorenti e coinvolsero tutte le grandi potenze del continente, in particolare, furono trent’anni di lotte feroci – con il loro seguito di carestie, epidemie, distruzioni e saccheggi – combattute con motivazioni sia politiche sia religiose, che videro scontrarsi eserciti impotenti e contrapporsi grandi personalità, come Gustavo Adolfo di Svezia e il cardinale Richelieu. Il conflitto, noto ai posteri come «guerra dei Trent’anni» ebbe termine solo con la pace di Vestfalia del 1648, che prese atto del nuovo assetto politico raggiunto nel continente.
Uno dei protagonisti del periodo fu il generale Albrecht von Wallenstein, complessa figura in bilico fra passato e futuro. Ambizioso, raffinato e solitario, razionale ma preda talvolta di collere parossistiche e convinto che negli astri fosse scritto il destino degli uomini – Keplero in persona gli fece l’oroscopo -, Wallenstein ebbe modo di dispiegare il suo genio di organizzatore in vari ambiti. Come signore del ducato di Friedland si dimostrò amministratore abile e illuminato oltre che innovatore brillante; come generale al servizio degli Asburgo mise in luce doti logistiche straordinarie, riuscendo ad arruolare, rifornire e guidare eserciti, eccezionali per l’epoca, composti da centinaia di migliaia di uomini. Tuttavia non amò mai il mestiere delle armi: «preferì sempre creare piuttosto che distruggere» e usò la guerra come mezzo di una promozione sociale che non avrebbe potuto ottenere altrimenti.
La portata dei suoi successi suscitò subito grandi invidie, mentre la sua pretesa di vedere riconosciuti e ricompensati i risultati conseguiti lo rese presto una figura ingombrante e malvista. Al culmine della sua parabola, Wallenstein si convinse di poter agire da arbitro della situazione in Europa e di poter imporre la pace alle proprie condizioni. Fu un’illusione che si rivelò fatale. Ferdinando II d’Asburgo decise di sbarazzarsi di lui in modo definitivo e ci riuscì con l’aiuto del «partito degli italiani», composto da quei generali a lui fedeli, come Ottavio Piccolomini e Mattia Gallasso, accorsi dall’Italia in Germania per combattere sotto la sua bandiera.
In Wallenstein Sergio Valzania cerca di cogliere la complessa personalità del generale asburgico, di svelare le ragioni del suo agire, collocandolo sullo sfondo di quella tragica guerra e di un secolo, il Seicento, pieno di luci e ombre, situato sul crinale fra due epoche, di cui risentì gli influssi contrastanti, e che costituisce uno dei momenti fondanti del mondo moderno.
Sergio Valzania (Firenze 1951), storico e saggista, dirige presso la facoltà di Lettere dell’università di Genova. Da Mondadori ha pubblicato Jutland (2004), Austerlitz (2005) e, con Franco Cardini, Le radici perdute dell’Europa (2006).
Premessa
Prologo. Autunno a Nordlingen
- La defenestrazione di Praga
- Gli strumenti della guerra
- Una guerra vinta che non vuol finire
- La fortuna di Wallenstein
- Principe dell’impero
- Generale dell’imperatore
- Il ponte di Dessau
- Mantova e Stralsunda, il culmine della marea
- Duca di Meclemburgo
- Troppe cose sono cambiate troppe volte
- Il messaggio delle stelle
- Il sacco di Magdeburgo
- Il disastro di Breitenfeld
- Al Vecchio Castello
- La sanguinosa giornata di Lutzen
- Un uomo in cerca di pace
- La risoluzione di Pilsen
- «E numero mortalium exturbare»
Epilogo
Cronologia
Nota bibliografica
Indice dei nomi
Argomenti: Biografie, Politica, Potere Politico, Sistema Politico, Storia, Storia dei Costumi, Storia del Pensiero,