Voglia di Ammazzare – Analisi di un Desiderio
Chi uccide? Perchè si uccide? Come evitare di uccidere?
Autore/i: Andreoli Vittorino
Editore: Rizzoli
prima edizione.
pp. 288, Milano
Chi non ha mai desiderato, almeno una volta nella sua vita, di eliminare fisicamente un avversario, un «nemico»? Per gelosia, per rivalità di carriera, nel traffico congestionato delle metropoli, ognuno di noi ha avvertito, sia pure per un attimo, il desiderio di sopprimere qualcuno che si dimostra pericoloso per la nostra serenità, o successo, o incolumità. Alcuni – troppi – passano da un progetto fantastico all’azione, per allentamento dei «freni inibitori» che servono a distinguere il mondo deH’immaginario da quello del concreto: un confine che sembra progressivamente dissolversi, soprattutto nelle giovani generazioni, come è dimostrato dalla diffusione di una serie di «giochi di morte». In effetti, l’uomo occupa il primo posto tra gli assassini all’interno della propria specie, a differenza di quanto avviene tra le altre specie viventi, che rispettano la vita reciproca obbedendo all’imperativo biologico della sopravvivenza. Questo è dovuto – paradossalmente – a un fattore culturale. L’uomo ha infatti sviluppato la cosiddetta «cultura del nemico», in base alla quale un potenziale antagonista – un singolo individuo, un gruppo sociale, un intero popolo – può essere agevolmente classificato di livello inferiore, non propriamente umano, ma quasi-umano, e quindi può venire eliminato, se rappresenta un ostacolo o un pericolo, con una fortissima attenuazione del senso di colpa. Ciò risulta storicamente evidente nei conflitti razziali, nelle lotte di religione, nelle conquiste coloniali, nelle guerre in genere, dove uccidere l’uomo diventa un’attività meritoria, anzi, obbligatoria, scatenando una vera e propria «voglia d’ammazzare» di massa.
Famoso psichiatra e studioso del comportamento, autore di saggi di grande successo come La violenza e Giovani, Vittorino Andreoli in Voglia di ammazzare esamina con la consueta, magistrale chiarezza il fenomeno dell’omicidio e del singolare desiderio dell’uomo di commetterlo. Da Caino ai più recenti fatti di cronaca, l’autore esplora l’inquietante, terribile fenomeno dell’uomo che uccide l’uomo, in tutti i suoi aspetti e meccanismi: come si uccide, perché, chi. E perché non si deve, anzi, non si «può» conservare più a lungo la «cultura del nemico». E l’imperativo biologico che lo ordina poiché alle soglie del terzo millennio la diffusione dilagante della «voglia d’ammazzare» e le possibilità apocalittiche di distruzione, alla portata di molti se non di tutti, mettono ormai in pericolo anche la sopravvivenza della nostra specie; e questo libro ci insegna come modificare la nostra cultura per proteggerci da un simile rischio.
Vittorino Andreoli, psichiatra di fama mondiale, è stato direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona – Soave ed è membro della New York Academy of Sciences. Tra le sue ultime opere pubblicate in BUR: Le nostre paure (2011), Elogio dell’errore (2012, con Giancarlo Provasi), Il denaro in testa (2012). Con Rizzoli ha pubblicato decine di saggi. Tra gli ultimi compare L’educazione (im)possibile (2014).
Argomenti: Comportamento, Psicologia,