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Vita Quotidiana degli Etruschi

Vita Quotidiana degli Etruschi

Autore/i: Heurgon Jacques

Editore: Il Saggiatore

premessa e introduzione dell’autore, traduzione di Antonio Cettuzzi.

pp. 408, nn. tavv. b/n f.t., ill. b/n, Milano

Solo un artista come D. H. Lawrence era riuscito finora a darci degli Etruschi un’immagine paragonabile, per vivezza, a quella che esce dal libro di Jacques Heurgon. Generalmente, si speculava sul «mistero» di quel popolo lontano, dalle origini ignote, dalla lingua indecifrabile. Heurgon dimostra qui come una conoscenza precisa, sagace e appassionata possa vincere in interesse ogni più decantato mistero.
Per avvicinare gli Etruschi, egli ha impresso un moto, per cosi dire, oggettivo al loro mondo, sciogliendo la «soggezione estatica» tradizionalmente provocata perfino dal loro nome, quasi si trattasse di un popolo vissuto fuori dello spazio e del tempo. Simultaneamente ha compiuto verso di loro un moto soggettivo, identificandosi con fervore di scienziato ed emotività di poeta con un «romano delle Gallie» che, lontano dall’Etruria, la risusciti nella memoria innamorata e fedele, con l’aiuto di vecchi testi.
Dissipate alcune delle più proverbiali incognite, egli fa riapparire gli Etruschi nella loro esistenza di tutti i giorni e nelle grandi ore della loro storia: magistrati e sacerdoti, grandi «industriali» minerari avanti lettera, le donne circondate da situazioni di privilegio nella terra e nell’aldilà (e fra di esse la leggendaria Tanaquilla, portento di acume politico), le città brulicanti di traffici terrestri e marittimi, i banchetti allietati da forme di «pecorino» del peso di parecchi quintali e dalla trippa cucinata alla falisca, i giochi, le meraviglie dell’ingegneria idraulica. In quel mondo storico, Heurgon ravvisa «la prima grande civiltà d’Italia», prodottasi in Toscana all’alba dell’antichità, come tornerà a prodursi, col Rinascimento, all’alba dei tempi moderni. L’impeccabile dottrina dell’archeologo unita al potere artistico di immedesimarsi con la materia narrata danno al libro una forza, uno splendore evocativo che può far pensare a certi raggiungimenti classici di un Renan: che non è piccolo titolo di merito sia per la cultura che per la gratitudine dei lettori.

Jacques Heurgon è nato a Parigi nel 1903. Ha percorso le tappe classiche della preparazione di filologo classico e di archeologo: Scuola Normale Superiore, agrégation in lettere, Scuola Francese di Roma, col precisarsi degli interessi per l’Italia antica, che gli frutteranno i lavori su Capua, ritenuti fondamentali. Alla serietà della dottrina, Heurgon unisce un dono di esposizione, che non è solo garbo formale e brillante nitidezza di scrittura, ma autentico talento espressivo, si che in lui la scoperta scientifica diventa sempre invenzione letteraria, fedele al dato quanto creativa nella vitalità della pagina.
Professore al Liceo Poincaré di Nancy dal 193052, sostanzioso e arguto interlocutore in quelle «decadi» di Pontigny che, per molte estati tra le due guerre, raccolsero il meglio della «intelligenza» europea, passò poi all’Università di Algeri dal 1932 al 1945 e ad Algeri durante la guerra ospitò nella propria casa André Gide.
Dopo di avere insegnato per sette anni all’Università di Lilla, dal 1952 è professore alla Sorbona. Vicepresidente dell’Associazione Guillaume Budé, Presidente della Società francese di numismatica, fa parte della Société nationale des Antiquaires de France e della Commissione superiore dei Monumenti storici. Giunto a Roma nel 1944 con gli Alleati, vi rimase per più di un anno come addetto culturale francese e con alacre cordialità ristabilì contatti artistici, letterari e di pensiero che erano stati troncati o si erano dovuti coltivare in maniera clandestina. Si devono a lui le prime notizie, a noi giunte delle riviste e della poesia francese della Resistenza, la prima circolazione di scrittori per noi nuovi, tra i quali era anche Albert Camus.
Un amico, dunque, dell’Italia di quegli anni, cosi come questo libro e molti altri suoi lavori ne fanno quasi un cittadino onorario dell’Italia antica.

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