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Vita di Cristo

Vita di Cristo

Autore/i: Sheen Fulton J.

Editore: Edizioni Richter

prefazione dell’autore, traduzione di Augusto Donaudy.

pp. 662, Napoli

Un’opera assolutamente fondamentale per la conoscenza della biografia interiore di Cristo, della quale Fulton J. Sheen ci offre, alla luce della sua fede e della sua ragione, una visione completa, rivelatrice, qualcosa come un enorme affresco dove alle grandi linee essenziali si alternano particolari tracciati con delicatissimo quanto amorevole pennello: l’affresco di una Vita vissuta nel segno della contraddizione simboleggiata dalla Croce mortale (conclusione nel tempo) e immortale (origine e quindi scopo della Sua venuta) insieme. Ma questa VITA DI CRISTO non ha nulla a che vedere con la critica biblica: e perchè, dichiara l’Autore, questa è stata ampiamente e autorevolmente trattata da altri, e «perchè non v’è teoria critica che sopravviva di molto ad una generazione». Su tre particolari aspetti della Vita di Cristo insiste il Vescovo Sheen: sulla Croce, suo principio informatore e termine temporale; sulla unicità di Cristo, inquantochè non derivato interamente dall’ordine umano; sul carattere del Suo legato, che non è stato un’etica, sibbene «il raffronto tra la colpa umana e l’amore clemente di Dio, di cui Dio ha pagato lo scotto». Dal che scaturisce la considerazione che il mondo moderno ha scisso Cristo dalla Sua Croce: il comunismo si fa avanti e «assume la Croce svuotata cosi di significato», mentre «la civiltà occidentale post-cristiana sceglie il Cristo senza stimmate». La Croce assunta dal comunismo si identifica con la restaurazione di un senso di disciplina, di abnegazione, di rinunzia, in un mondo egoista; talchè si capisce com’essa non possa non essere sterile, atteso che la «Croce senza Cristo equivale al sacrificio senza amore». E, d’altra parte, la Croce assunta dalla civiltà occidentale post-cristiana, è altrettanto e forse più sterile, in quanto un Cristo senza sacrificio «è un predicatore da dozzina». La conclusione personale dell’Autore è che «la Russia troverà Cristo prima che il mondo occidentale congiunga Cristo con la Sua Croce Redentrice». Tra due poli corre dunque, in queste austere pagine di fede tradotte in prosa d’arte, una Esistenza che Pietro stesso cercò di «tentare» dalla gloriosa ignominia del Golgota: la natura umana, tolta dalla ignara Vergine obbediente alla volontà dell’Altissimo, e la Natura Divina: il finito e l’Infinito: l’Amore che «si fa peccato» per insegnare a se stesso e l’Amore che concede a se stesso di «essere annoverato tra i malfattori» per consentire alla Vita di uccidere la morte. Nel segno di questi due poli Fulton J. Sheen ha scritto – e di ciò è lecito considerare riprova il successo conseguito da questo libro negli Stati Uniti presso milioni di lettori di ogni credenza religiosa – il suo capolavoro, che al pubblico italiano viene presentato nella scrupolosa traduzione annotata di Augusto Donaudy.

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