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Vestigia degli Dei – Viaggio sulle Tracce di Resti Alieni in Italia, Egitto, Spagna, Francia e Turchia

Vestigia degli Dei – Viaggio sulle Tracce di Resti Alieni in Italia, Egitto, Spagna, Francia e Turchia

Titolo originale: Remnants of the Gods

Autore/i: von Däniken Erich

Editore: Armenia Editore

traduzione dall’inglese di Daniele Ballarini.

pp. 208, numerose fotografie e illustrazioni a colori, Cornaredo (MI)

Viviamo in un’epoca di informazioni. Eppure nella nostra preistoria esistono cose di cui non abbiamo la più pallida idea, scrive Erich von Daniken in questo libro. Strutture in pietra erette da mastri costruttori, misteriosi complessi sotterranei, cerchi di pietre geometricamente allineati, le stupefacenti piramidi d’Egitto. Chi li ha costruiti? E, soprattutto, come sono riusciti questi costruttori a ottenere conoscenze così incredibili? L’autore mostra in dettaglio come interi paesi furono mappati, migliaia di anni fa. Centinaia di luoghi santi dell’età della pietra sono equidistanti l’uno dall’altro, formando quadrati e triangoli giganti. Com’è stato possibile tutto questo? L’archeologia classica non fornisce risposte a queste domande. Peggio ancora, non sembra nemmeno essere interessata al problema. Lo siamo anche noi, si chiede Erich? Con oltre 160 foto a colori e illustrazioni, Erich svela i segreti degli edifici impossibili in Europa e nel bacino del Mediterraneo, descrivendo fatti incredibili, smascherando inesorabilmente false credenze.

“In un punto imprecisato della nostra inquieta preistoria, alcune civiltà già erano all’opera sulla Terra, ma su di esse abbiamo scarsissime notizie. Da dove provenivano? Dove andavano? Perché hanno lasciato dietro di sé edifici misteriosi che ci fanno scuotere la testa mentre osserviamo le loro rovine? Cosa stava succedendo davvero in quegli oscuri millenni? Perché le popolazioni di allora fecero ciò che fecero? Chi servivano? Chi le guidava? Chi erano i loro dei? Perché nessuno scritto è mai stato rinvenuto all’interno o all’esterno delle loro meraviglie di pietra? In fondo, gli architetti di quel tempo dovevano pur possedere una qualche forma di scrittura: senza di essa, non sono concepibili costruzioni tanto complesse. Di quali costruzioni stiamo parlando? Vi starete chiedendo dove sto andando a parare!…”

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