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Verso una Sociologia del Teatro

Verso una Sociologia del Teatro

Autore/i: Mango Achille

Editore: Celebes Editore

prima edizione, introduzioni dell’autore.

pp. 288, Palermo

È pensabile oggi una discussione sui problemi del teatro nei termini in cui era possibile farla in tempi storici diversi? Si può, cioè, parlare di spettacolo teatrale rimanendo radicati ancora all’interno dello specifico? La risposta che viene da questo libro è di segno completamente nuovo: dire teatro significa riferirsi a modi di intervento concepibili è attuabili in un continuo rapporto con il sociale (l’ipotesi di una “società teatrale”), quando all’espressione si dia un valore non delimitato dentro le strettoie mortificanti del consumo ma la si assuma come continua analisi dei segni attraverso i quali si conquistano i livelli irrinunciabili della partecipazione. Teatro politico, quindi, ma in una accezione talmente dilatata da investire gli attimi e i motivi più intensi dell’esistenza. In tal senso la conquista degli spazi partecipativi pretende la conoscenza profonda della naturale disposizione degli insiemi a forme di comportamento fortemente aggregative, nelle quali unitamente alle componenti socio-economiche intervengano strutture antropologiche e materiali archetipi psicologicamente recuperati. Ecco, allora, la ragione dell’insistenza su quelli che appaiono gli elementi caratterizzanti del teatro: spazio linguaggio interprete, adoperati non nelle dimensioni fisiche e/o di convenienza ma nella consistente approssimazione ai modelli comportamentali dell’esistenza. Il problema dello spazio è avvicinato da un angolo di visuale antropo/psicolagico, e pertanto nella possibilità di delineare le essenze fondamentali di una società; il linguaggio viene inteso non unicamente come struttura mediatrice e di comunicazione ma in quanto elemento primario e indispensabile della ricerca; il concetto di interprete, nella inseparabile accezione di attore e pubblico, quale radice ineliminabile dei rapporti pubblici/politici, proponendosi la dimensione dell’interprete come il modello ideale dell’intellettuale, anche e soprattutto nei rapporti contraddittori e dilaceranti con il potere. Intorno siffatti principi si coagula una serie di altri interventi tendenti quali a riconoscere le prefigurazioni teatrali di una concezione del genere – lo scritto di Artaud -, quali a determinare nuovo indirizzo dei valori interni – la crisi del prodotto e la “teatralità” popolare -, quali i modelli organizzativi, quali infine, la carica contestatrice che il teatro possiede o può riconquistare. L’utopia nonchè non essere rifiutata viene presentata come un punto di riferimento indispensabile, nel momento in cui le fasi pragmatiche nella gestione del politico e del sociale allontanano nel tempo l’istituzione di una società moralmente più accettabile.

Achille Mango (San Chirico Raparo, 1924) è ordinario di Storia del teatro e dello spettacolo nell’Università di Salerno, dove è anche direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte.
Fra le sue numerose pubblicazioni, che investono le epoche “eroiche” e quelle storiche del teatro, vanno ricordate soprattutto “Il teatro siciliano” (Palermo 1961), “Il teatro di Sartre: pensiero e dramma” (Bologna 1963), “La commedia in lingua nel Cinquecento” (Milano 1966), “Il diavolo a teatro” (Milano 1968), “Teatro aperto” (fasc. speciale de “Il Ponte” dedicato ai teatro, 1969), “Le teorie della recitazione” (Salerno 1970), “Cultura e storia nella formazione della Commedia dell’Arte” (Bari 1972), “Farse Cavaiole” (Roma 1973), “Il teatro italiano in Francia ai tempo di Luigi XIII” (Bari-Paris 1975).
Ha curato, inoltre, l’edizione italiana di “Le ombre collettive. Sociologia del teatro” (Roma 1974) e della “Sociologia dell’attore” (Milano 1977) di Jean Duvignaud. Attualmente sta compiendo una ricerca sul teatro dei Gesuiti e lavora sui problemi dello spazio teatrale e del teatro concettuale. Ha collaborato e collabora alle principali riviste di cultura, fra cui “il Ponte“, “Dramma“, “Sipario“, “Annali di Storia del teatro e dello spettacolo“, “Problemi“, “Galleria“, “Ricerche Filosofiche“, “Studi Goldoniani“.

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