Verde Nilo
Autore/i: Brandi Cesare
Editore: Editori Riuniti
in copertina: Maschera funeraria di Tutankhamon, XIV secolo a.C. 18ª dinastia. Museo del Cairo.
pp. 168, Roma
Girando nel tempio di Luqsor, fra le enormi culatte delle colonne […] è impossibile individuare il «tema» trattato da questa architettura, in cui esterno ed interno non stanno nel rapporto di dimensioni proprie dell’immagine architettonica, ma promiscuamente l’interno è l’esterno e l’esterno è interno, indifferentemente, come per un albero, una palma o un macigno.
Fu allora che capii perché gli egiziani, forse primi e ultimi fra i popoli antichi, furono sensibili al paesaggio come luogo dove inserire le proprie costruzioni, come contenente che ha forma a sé o almeno definisce un determinato invaso d’aria e di luce. (Cesare Brandi)
Questo è forse il più bello, certo il più sorprendente e nuovo tra i libri di viaggio di Cesare Brandi. Non a caso, Verde Nilo è il suo titolo. «Perché l’Egitto, dice Brandi, non è un paese. L’Egitto è un fiume… e il Nilo è il fiume piú bello del mondo».
A differenza e all’opposto della Grecia, dice Brandi, l’Egitto con la sua civiltà e la sua arte è soprattutto paesaggio, una natura in cui le grandi opere della civiltà piú antica del Mediterraneo si inseriscono quasi scaturigini spontanee di una terra opulenta e aromatica. Astrazione e fisicità, geometria e irripetibilità del creato, pensiero dell’uomo e contingenze del suo ambiente, il dialogo degli opposti è l’essenza dell’Egitto. Forse è per questo, si chiede a un certo punto Brandi, che questa civiltà non ha generato, non ha avuto prosecuzioni oltre se stessa. Non c’è una lingua neo-egizia. E nella nostra civiltà, oltre l’astrologia le pratiche magiche e i flabelli le tiare gli obelischi del cattolicesimo romano, nulla è rimasto di una stupenda civiltà cui pure tante volte si è guardato come alla più antica e conturbante delle madri.
Brandi, ancora una volta in viaggio di lavoro, è in Egitto nei primi anni sessanta, all’inizio del nuovo Egitto di Nasser e della scoperta della modernità. Vede un immenso cantiere nel quale accanto alla sistemazione classica delle vestigia del passato spuntano le fondamenta dei progetti futuri e appena inaugurati: la diga di Assuan, i lavori lungo il Nilo, l’ammodernamento dei grandi musei. Un altro ciclo è iniziato, forse incongruo e un pò folle, come tutte le accelerazioni del moderno. Chissà, si interroga Brandi, se la mutazione degli equilibri naturali, con le grandi dighe e i nuovi progetti di irrigazione, produrrà davvero i risultati voluti, se la dissacrazione di ciò che appare eterno sarà prodiga di effetti. Certo qualcosa si è mosso, nell’altra riva del Mediterraneo. E ci saranno domani altri conflitti tra diversi, altre ondate di civiltà non comunicanti, altre Poitiers…
Intanto l’Egitto è la miseria e la vitalità di oggi, accanto al silenzio e alla ricchezza eterna dei millenni. Ramsete, Akhnaton e Nefertari, Bisanzio e il cristianesimo greco e copto, l’Islam delle moschee e delle convivenze di razze e religioni. Di fronte a una ricchezza così molteplice e proliferante solo l’occhio di un comparatista onnivoro e di un viaggiatore dagli orizzonti indefiniti come Brandi può mettere ordine, uscire dalla meraviglia attonita per leggere con l’occhio e la mente i monumenti famosi, la loro storia e il loro significato. Le piramidi a Luqsor, Karnak e la Nubia, Assuan e Philae, Abu Simbel e il convento di San Simeone, il Cairo, Abu Rudeis e Santa Caterina, ogni visita e ogni capitolo mostrano come anche la descrizione sia scienza, e parte essenziale di quella scienza maggiore che è la storia. Le doti di scrittore di Brandi non sono un di più per lo scienziato delle arti e delle civiltà. E questo libro non è solo un bellissimo libro, un grande esempio di scrittura. È momento di una riflessione, su noi stessi e su altri, lontani e mal noti, che oggi rivela la sua straordinaria preveggenza.
Cesare Brandi (Siena 1906-1988) fondatore e direttore dell’Istituto centrale del restauro, poi professore universitario, ha scritto importanti opere di estetica: Dialoghi della Pittura, della Poesia, della Scultura e dell’Architettura (1945-1957); di teoria della critica e del restauro, di storia dell’arte: Disegno della pittura italiana (1980); monografie d’arte e libri di viaggio. Gli Editori Riuniti hanno pubblicato Aria di Siena (1987), Città del deserto (1990²), Morandi (1990) e Viaggio nella Grecia antica (1990).
Cesare Brandi (Siena 1906-1988) fondatore e direttore dell’Istituto centrale del restauro, poi professore universitario, ha scritto importanti opere di estetica: Dialoghi della Pittura, della Poesia, della Scultura e dell’Architettura (1945-1957); di teoria della critica e del restauro, di storia dell’arte: Disegno della pittura italiana (1980); monografie d’arte e libri di viaggio. Gli Editori Riuniti hanno pubblicato Aria di Siena (1987), Città del deserto (1990²), Morandi (1990) e Viaggio nella Grecia antica (1990).
Verde Nilo
Primo ingresso nell’Egitto
- Arrivo al Nilo
- Il cielo sulle piramidi
- La mastaba di Ti e ancora le piramidi
- Luqsor
- Karnak
- La tomba di Nefertari
Viaggio in Nubia
- Assuan e l’obelisco incompiuto
- Philae
- Kalabscia
- Dakka e Mehendi
- Abu Simbel
- La luce sulle sculture
- I giubilei di Ramsete
- I rilievi di Nefertari
- Matrimonio nubiano
- Ballana
- Dallo sceicco Abdullah
- Tramonto da Meha
- Assuan
- Il convento di San Simeone
Il Cairo
- Ritorno al Cairo
- Il giro delle moschee
- Il Museo Nazionale
- La barca solare di Cheops
- Gita al Fayum
Escursione al Sinai
- Abu Rudeis
- Il convento di Santa Caterina
- Avventura notturna nel deserto
Conclusione
Argomenti: Archeologia, Egitto, Egittologia, Ricerche Storico-Archeologiche, Storia, Storia dei Popoli,