Una Vita con la Stella
Autore/i: Weil Jiří
Editore: Rizzoli
prima edizione, prefazione di Philip Roth, traduzione di Giuseppe Dierna.
pp. 240, Milano
«Da me non avrebbero ricevuto nulla, non i calzini vecchi con i quali avevo tappato gli spifferi della porta e delle finestre, non le tende che avevo trasformato in uno straccio per il pavimento, non il mobilio ormai ingoiato dalla stufetta. I materassi avevo deciso di bruciarli solo nel momento in cui loro avrebbero tentato di farmi qualcosa.» Privato dei più semplici diritti umani, senza più nulla se non la stella gialla da ebreo che ha l’obbligo di indossare appuntata sul petto, Josef Roubíček aspetta a piè fermo il suo turno sullo sfondo di una città dove regnano la cieca violenza, il senso ineluttabile della morte e una folla muta che si avvia fatalisticamente incontro al proprio destino: il campo di sterminio.
Costretto a piegarsi agli ordini burocratici di una misteriosa Comunità, Josef, un tempo impiegato di banca, svolge ora infimi lavoretti, cancellando le scritte sovversive apparse lungo le strade o raccogliendo, insieme ad altri compagni di avversità, le foglie cadute in un cimitero, assurte, in una delle più belle pagine del racconto, a simbolo «di una preghiera che si solleva verso le porte del cielo».
Se la paura di essere portato via lo attanaglia in una morsa possente, più forte è in lui l’ansia di non soccombere: e in ciò lo soccorrono, quali vividi raggi di luce in una cupa oscurità, il ricordo intriso di nostalgia di una donna dolcissima, la compagnia del fedele gatto Tomas, lo spettacolo delle stelle splendenti nel cielo notturno sul «nero e profondo abisso» della città. Allorché anche per lui scocca l’ora fatale della chiamata, Josef scopre di non figurare nell’elenco dei «convocati». Così, scampato per miracolo alla cattura, e però smarrito, svuotato, unico sopravvissuto in un mondo di «corpi in cenere», continua testardamente a vivere portando l’infame stella, fino a quando l’azione e la libertà diventano l’irrinunciabile alternativa alla resa e alla fine. Un romanzo forte e toccante, sconvolgente e poetico, che rivela lo straordinario talento e la profonda sensibilità di un maestro della moderna narrativa cecoslovacca.
Jiří Weil fu, negli anni Trenta e nell’immediato dopoguerra, uno dei più noti scrittori mitteleuropei. Militante comunista in gioventù, fu estromesso dal partito dopo aver fatto parte della sezione ceca del Comintern, a Mosca. Il ritiro forzato dalla politica lo indusse a dedicarsi esclusivamente al lavoro letterario e in breve tempo raggiunse la notorietà nel suo Paese. Nel 1942, destinato a un campo di concentramento, riuscì a fuggire e a rimanere in clandestinità per tutta la durata del conflitto. Morì nella capitale cecoslovacca nel 1959, a 59 anni.
Argomenti: Antisemitismo, Età Moderna e Contemporanea, Letteratura, Romanzo,