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Un inglese, un italiano, uno spagnolo… • Europei nello specchio della Francia (secc. XVI-XVIII)

Un inglese, un italiano, uno spagnolo… • Europei nello specchio della Francia (secc. XVI-XVIII)

Autore/i: Cabibbo Sara

Editore: Biblink Editori

pp. 172, Roma

Nel corso dell’età moderna la teoria classica degli umori – che aveva fino ad allora decodificato il rapporto fra la natura, gli individui e i popoli – si piegò alle esigenze dei nuovi Stati europei e alle configurazioni della contemporanea geopolitica, attraversata da guerre, inimicizie, alleanze, itinerari di merci e persone che disegnavano le differenze fra un territorio e l’altro e fra i rispettivi abitanti.
Questo volume mette a fuoco lo sguardo rivolto dalla cultura francese sugli altri popoli in quel segmento della storia europea compreso fra il Cinque e Settecento, quando il processo di formazione e consolidamento della monarchia dei Valois e successivamente dei Borbone, e le strategie da essa adottate nel campo della politica interna ed internazionale, dettero vita ad una produzione diversificata di testi rivolti ad individuare i caratteri ‘nazionali’ degli altri Stati e a trovare in essi – come in uno specchio in cui si proiettavano le specificità degli altri – le ragioni della propria identità.
Tratteggiate le dinamiche belliche, commerciali e culturali che segnarono questo periodo, lo studio tematizza quella ‘geopolitica degli umori’ che alimentò le differenze fra i popoli del nord, del mezzo e del sud dell’Europa spiegandone le diverse attitudini e fissando nello stesso tempo alcuni stereotipi di lunga durata.
Il tragitto condotto dalla ricerca attraverso l’Europa del Sei-Settecento passa per le guerre del ‘secolo di ferro’ sostenute dalla ‘naturale’ inimicizia della Francia con altri Paesi e soprattutto con la Spagna; si sofferma a tavola, con la sua articolata ‘civiltà delle buone maniere’; analizza i rapporti commerciali codificati dalla trattatistica settecentesca che, nel disegnare le dinamiche dell’‘economia mondo’, osservò i comportamenti dei mercanti dei diversi Paesi; riflette sul viaggio, terreno di eccellenza di quegli ‘umori vagabondi’ espressi dai resoconti dei viaggiatori tanto numerosi da costituire un vero e proprio genere letterario. Le molte facce dello specchio così ricostruito riflettono in un tempo lo stereotipo dell’altro e l’identità dell’osservatore.

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