Terracarne – Viaggio nei Paesi Invisibili e nei Paesi Giganti del Sud Italia
Autore/i: Arminio Franco
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione.
pp. 360, Milano
“La paesologia è una via di mezzo tra l’etnologia e la poesia. Non è una scienza umana, è una scienza arresa, utile a restare inermi, immaturi. La paesologia non è altro che il passare del mio corpo nel paesaggio e il passare del paesaggio nel mio corpo. È una disciplina fondata sulla terra e sulla carne. È semplicemente la scrittura che viene dopo aver bagnato il corpo nella luce di un luogo.” La paesologia è la scienza di Franco Arminio. Una scienza inafferrabile eppure concretissima, umorale ma a modo suo esatta. Una disciplina in cui si fondono poesia e geografia: la poesia di una scrittura limpida e visionaria, lavorata col puntiglio e la cura propri della grande letteratura; la geografia del nostro Sud. Arminio gira per i paesi della sua Irpinia, per quelli della Lucania e della Daunia (i paesi invisibili) e della cintura napoletana (i paesi giganti), sconfina in Molise, in Abruzzo, in Salento, si allontana fino alle Marche e al Trentino, e ovunque applica il suo metodo, mette in pratica il suo particolare modo di attraversare i territori e di raccontarli. Il suo sguardo non trascura nulla: le piazze, le strade, i bar, i cimiteri, i paesaggi più sublimi e gli scempi della modernità, lo sfinimento e la desolazione, i lampi e gli slanci. Ne viene fuori un referto preciso e accorato della situazione del Mezzogiorno d’Italia. Un referto che – e questa è una delle singolarità del “metodo Arminio” – prevede annotazioni anche su chi la visita la fa: sull’autore stesso e il suo io errante. E la diagnosi è spietata, però mai cattiva, lucida e al tempo stesso utopica. Perché i luoghi marginali, i paesi più appartati, che Arminio ha eletto come nessun altro a luogo di indagine e di ispirazione, sono anche quelli dove si può meglio immaginare un nuovo modo di abitare il mondo, prendendo atto una volta per tutte che il centro è rotto e non ha visioni del futuro. Con questo libro mite e appassionato, Arminio sembra dirci che se il Sud una volta era oppresso dai “galantuomini”, adesso va difeso dalla congiura dei deboli che hanno deciso di affossare l’innocenza e conservare l’avarizia, di taglieggiare l’immaginazione e tutelare la sfiducia. La paesologia diventa allora anche una nuova forma della politica, un modo di resistere allo sgretolamento del presente e di prepararsi al furore del tempo venturo.
Franco Arminio è nato e vive a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente. Ha pubblicato Viaggio nel cratere (Sironi 2003), Circo dell¿ipocondria (Le Lettere 2007), Vento forte tra Lacedonia e Candela (Laterza 2008, premio Napoli), Nevica e ho le prove (Laterza 2009), Cartoline dai morti (Nottetempo 2010, premio Dedalus), Oratorio bizantino (Ediesse 2011), oltre a sei raccolte di versi. È anche documentarista e animatore di battaglie civili, come quella contro l’installazione di una grande discarica sulle alture del Formicoso. Di recente è uscito con Deriveapprodi un film sul suo lavoro intitolato Di mestiere faccio il paesologo. Collabora con diverse testate locali e nazionali come “il manifesto”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Corriere del Mezzogiorno” e sulla rete anima il blog della paesologia “Comunità provvisorie”.