Teoria e Prassi delle Libertà di Religione
Autore/i: Autori vari
Editore: Società Editrice Il Mulino
con premessa.
pp. 756, Bologna
Di poche idee, come di quella di solito indicata con la formula «libertà religiosa», si può dire che raccolgano tanta convergenza di consensi: sino a costituire ai nostri giorni una sorta di «patrimonio giuridico comune», di cui sono partecipi i più diversi ordinamenti. Eppure quella formula, nata nei sistemi di derivazione ideologica liberale e poi diffusasi dovunque, vien a esprimere, nei diversi ordinamenti in cui è chiamata ad operare, contenuti normativi differenti, talora in qualche misura confligenti. Essa, nonché essere passibile d’una e d’una sola interpretazione, ottiene o questo o quel significato precettivo a seconda dei valori ideologici che presiedono all’uno o all’altro ordinamento. Inoltre il suo valore operativo non rappresenta un che di astratto, che abbia rilievo in sé e per sé, ma un qualcosa che dev’essere valutato in relazione all’entità concreta di ciascun ordinamento, alla realtà politica e sociale delle singole comunità (civili e religiose) che di ciascun ordinamento costituiscono il sostrato umano. Sicché il valore reale della «libertà religiosa» – ma sarebbe più esatto parlare delle libertà in materia religiosa: «libertà di religione», «libertà di religione e verso la religione», «libertà nella religione», «libertà dalla religione», eccetera – è dato dal suo modo effettivo di operare nella realtà viva dei rapporti comunitari, quali si atteggiano di fatto in dipendenza del concorso o dello scontro di molteplici energie sociali. E quindi può accadere (non diversamente del resto dal caso di tutte le altre libertà civili) che, ad onta delle norme di presidio, l’organizzazione di vita societaria sia tale da impedire, nelle cose, alle singole persone di attendere alla propria autorealizzazione umana, anche in ordine ai fatti dello spirito, se non in modo parziale e insufficiente e comunque con seri condizionamenti e remore, provenienti da una folla di fattori esterni.
Questo volume – che raccoglie ricerche di studiosi di diversa formazione culturale e di diversa ispirazione ideale e cerca di coordinarle a sistema per quanto Io consente l’esigenza di rispetto dell’autonomia scientifica di ognuno – vuol affrontare il tema tradizionale della «libertà religiosa» sotto questa nuova angolazione. Con l’intento di arrivare a cogliere dietro le parole della legge (con specifico riguardo ai diversi ordinamenti che operano in Italia: a quello civile e a quelli religiosi) la viva concretezza del fenomeno sociale; e di valutare il grado di corrispondenza o divergenza fra prospettazione ideologica e realtà effettuale (fra teoria e prassi) delle libertà in materia di religione, e quindi il coefficiente di coerenza interna di ciascun ordinamento.
Gli autori: Piero Bellini (1926) insegna diritto canonico a Firenze; Carlo Cardia (1943) diritto ecclesiastico a Cagliari; Pasquale Colella (1932) diritto canonico a Salerno; Guido Fubini (1923) è avvocato in Torino; Luciano Guerzoni (1937) insegna diritto ecclesiastico a Padova; Sergio Lariccia (1935) e Giorgio Peyrot (1910) diritto ecclesiastico a Perugia; Paolo Picozza (1942) è assistente di diritto canonico a Roma.
Argomenti: Ideologia, Libertà, Mentalità, Religione, Storia dei Costumi, Storia del Pensiero, Storia delle Religioni,