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Teorema

Teorema

Autore/i: Pasolini Pier Paolo

Editore: Garzanti Editore

prima edizione.

pp. 208, Milano

«I primi dati di questa nostra storia consistono, molto modestamente, nella descrizione di una vita famigliare…»; «Crediamo… che non sia neanche difficile (consentendoci quindi di evitare certi non nuovi particolari di costume) immaginare a una a una queste persone…»; «Come il lettore si è già certamente accorto, il nostro, più che un racconto, è quello che nelle scienze si chiama z, esso è dunque molto informativo; perciò, tecnicamente, il suo aspetto, più che quello del messaggio è quello del codice…»; «Com’è brutto e inutile il significato di ogni parabola, senza la parabola!» Questi sono alcuni interventi personali dell’autore nel corso della storia, o, meglio, della parabola: una prosa leggermente «d’arte» provvede a far sì che si tratti, appunto, di una parabola, anziché di un puro e semplice studio sulla «crisi del comportamento» (è questa la formula con cui vorrei definire il presente volumetto).
TEOREMA è nato, come su fondo oro, dipinto con la mano destra, mentre con la mano sinistra lavoravo ad affrescare una grande parete (il film omonimo). In tale natura anfibologica, non so sinceramente dire quale sia prevalente: se quella letteraria o quella filmica. Per la verità, TEOREMA era nato come pièce in versi, circa tre anni fa; poi si è tramutato in film, e, contemporaneamente, nel racconto da cui il film è stato tratto e che dal film è stato corretto. Tutto questo fa sì che il modo migliore per leggere questo manualetto laico, a canone sospeso, su una irruzione religiosa nell’ordine di una famiglia milanese, sia quello di seguire i «fatti», la «trama», trattenendosi sulla pagina il meno possibile. Almeno così credo. Quanto al resto, il «discorso libero indiretto» borghese, che, volendo o non volendo, ho dovuto distendere sotto il tessuto della prosa poetizzante, ha finito col contagiare anche me, fino a dotarmi di un leggero senso dell’umorismo, del distacco, della misura (e rendendomi forse, con grande mia rabbia, meno scandaloso di quanto il tema avrebbe richiesto): tutto comunque, credo, resta sostanzialmente osservato e descritto da un angolo visuale estremistico, forse un pò dolce (me ne rendo conto), ma, in compenso, senza alternative. (Pier Paolo Pasolini)

Pier Paolo Pasolini ha scritto:
di poesia:
La meglio gioventù (’54)
Le ceneri di Gramsci (’57)
L’usignolo della Chiesa Cattolica (’58)
La religione del mio tempo (’61)
Poesia in forma di rosa (’64)

di narrativa:
Ragazzi di vita (’55)
Una vita violenta (’59)
Il sogno di una cosa (’62)
Alì dagli occhi azzurri (’65)
Teorema (’68)

di critica:
Sulla poesia dialettale (’47)
Passione e ideologia (’60)
La poesia popolare italiana (’60)

Nel ’61 ha scritto e diretto il suo primo film, Accattone; nel ’62 Mamma Roma; nel ’63 La ricotta (episodio di Rogopag Laviamoci il cervello!), La rabbia, Comizi d’amore; nel ’64 Il Vangelo secondo Matteo; nel ’65 Uccellacci e uccellini; nel ’66 La terra vista dalla luna (episodio di Le streghe); nel ’67 Edipo re; nel ’68 Teorema.

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