Tao-tê-ching – Il Libro della Via e della Virtù
Titolo originale: Tao tö king – Le livre de la voie et de la vertu
Autore/i: Anonimo
Editore: Bompiani
edizione con il testo cinese tradizionale e testo cinese stabilito da J.J.L. Duyvendak, a cura di J.J.L. Duyvendak, traduzione di Anna Devoto, in copertina: dipinto cinese del sec. XVII.
pp. 274, Milano
Ritenuto comunemente la “Bibbia” del taoismo il Tao-tê-ching (Il libro della Via e della Virtù) fu scritto, secondo la tradizione cinese, nel VI sec. a.C. ed è attribuito a Lao-tzu, contemporaneo di Confucio. Il Tao, la “Via”, è l’idea dominante di tutta la filosofia cinese, fondamentale per l’antica concezione cinese del mondo. Si riteneva che l’uomo e il mondo formassero un’unità indissolubile e che si influenzassero vicendevolmente; il cielo ha un Tao che è il movimento del sole, della luna, dei pianeti: ad esso corrispondono il Tao della Terra ed anche il Tao dell’uomo. Se nella “Via” tutto si sviluppa spontaneamente, senza costrizione, allora il “Tè”, ossia la Virtù, la Forza spirituale di ogni parte del Tutto, potrà dispiegarsi completamente. Il Santo taoista ha come obiettivo principale il Tè, forza vitale e magica e per conseguirlo si identifica il più possibile con la Via: rimane passivo, si astiene da ogni sforzo adeguandosi all’alternanza della Via, all’Essere e al Non essere, al fiorire, all’appassire, al vivere, al morire. Testo di grande suggestione, di alto valore poetico ed anche di notevole cinismo, in grande contrasto con la mentalità occidentale, il Tao-tê-ching viene qui proposto secondo la ricostruzione critica di J.J.L. Duyvendak, grande sinologo olandese (1889-1954) rettore dell’Università di Leida.
Argomenti: Cina, Filosofia Orientale, Taoismo, Testi Sacri,