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Svegliarsi all’Amore

Svegliarsi all’Amore

Autore/i: Green Julien

Editore: Edizioni Logos

prefazione di Jacques Maritain, premessa dell’autore, traduzione di Domenico Giuliotti, in copertina: Antonello da Messina, “Il buon ladrone”, (particolare della Crocifissione, Musée des Beaux Arts, Aversa)

pp. 128, Roma

Quanto ad anni questo libro, che deliberatamente pubblichiamo com’era stato proposto da Giuliotti, s’avvia alla vecchiaia (ne ha cinquantasei). Di vitalità però sovrabbonda. Sprizza anzi giovinezza da tutte le pagine. E non tanto perché rinvigorito nel 1963 dalla prefazione di Maritain (che ne giudica l’apparizione come “una svolta decisiva nella storia della letteratura francese”), e nemmeno perché impreziosito dalla premessa dello stesso autore (che pur non riesce a leggere senza sgomento le enormità scritte “sull’inferno, i roghi spagnoli e l’insufficienza del clero”), quanto perché la guerra che dichiarava nel 1924 non è finita, dura ancora e si combatterà finché ci saranno cristiani che tengano (ci scuserà, Moeller, la parafrasi) in una tasca i libri di Moravia, in un’altra quelli di Berlinguer e tra le mani magari un Parazzoli (nuovo astro del firmamento letterario cattolico italiano).

Julien Green nasce a Parigi il 6 settembre 1900 da genitori protestanti americani. Si converte al cattolicesimo, se ne allontana e vi ritorna restandovi come uno dei maggiori “testimoni dell’invisibile”. Premio Bookman 1928, Gran premio letterario di Monaco 1951 ed Accademia di Francia 1971. Tra le sue opere di narrativa, teatrali o autobiografiche, Adrienne Mesural (1927). L’ennemi (1954), Le bel aujourd’hui (1958), Chaque homme dans sa nuil (1960), Mille chemins ouverts (1964).

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