Storia di Roma
In due libri dedicata al console Marco Vinicio
Autore/i: Patercolo Velleio
Editore: Rusconi
introduzione di Nicola Criniti, note appendici indici e bibliografia a cura di Nicola Criniti ed Enrico Meroni, traduzione di Enrico Meroni, in copertina «Cammeo di Francia» particolare dell’Imperatore Tiberio e famigliari – Cabinet des médailles, Parigi.
pp. 312, VIII tavole b/n f.t. e 3 cartine geografiche b/n, Milano
Velleio Patercolo, nato nel 20 a.C. circa da famiglia campana (gli avi materni erano noti democratici), visse tutta la sua vita nell’ombra di Ti. Claudio Nerone Cesare, il futuro imperatore Tiberio. Iniziò piuttosto giovane il servizio militare, come tribuno militare in Tracia e in Macedonia, quindi, nell’1 d.C., in Grecia e in Asia: tre anni dopo è prefetto della cavalleria nell’esercito di Tiberio, in Germania, e succede al padre. Questore nel 7, rinunciò al governo di una provincia per stare a fianco del “suo” Cesare, come luogotenente in Pannonia e in Dalmazia, fino al trionfo del 13. Uomo di guerra, unito profondamente all’imperatore da convinzioni etico-politiche, passò anche il resto della sua poco conosciuta vita alla corte di Tiberio, imperatore dal 14. L’ultima carica pubblica che ricoprì fu la pretura nel 15. Poi, si dedicò fino alla morte, che avvenne dopo il 30, agli studi storici, incoraggiato dai pochi amici: l’imperatore, il suo mito, per il quale scriveva, e l’amico carissimo M.Vinicio, cui dedicò la sua Storia di Roma.
Velleio Patercolo, militare di educazione e professione, fu uomo schivo e lineare, ed ebbe un solo grande ideale, l’imperatore Tiberio, in funzione del quale non solo visse, ma scrisse questa sua singolare ed asciutta opera storica. La sua incompiuta Storia di Roma, stesa tra il 15 e il 30 d.C., e dedicata all’amico e console del 30 M. Vinicio, è in primo luogo un atto di fede nell’imperatore, fulcro e sintesi della civiltà latina: una lode sincera ed insieme una leale adesione al suo programma politico (proprio all’opposto di Tacito). Il racconto velleiano, dalle origini mitiche all’età a lui contemporanea, ha un unico e ben preciso scopo, diffondere e sostenere l’idea di rinnovamento di Tiberio: fiancheggiatore, in tutta evidenza, della propaganda imperiale, Velleio non è però un volgare mistificatore. Semplicemente, come tiberiano della prima ora, difende la continuità della repubblica nel principato (specie là dove rileva la graduale integrazione ed assimilazione dei popoli conquistati: un unicum glorioso nella storia mondiale).
Argomenti: Antica Roma, Antiche Civiltà, Antichi Costumi, Storia, Storia dei Costumi, Storia dei Popoli, Storia di Roma Antica,