Storia di Giuseppe
(Genesi 37-50)
Autore/i: Anonimo
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, con testo a fronte, cura e traduzione dall’ebraico di Alessandro Catastini, introduzione di Cristiano Grottanelli, in copertina «scene della vita di Giuseppe» Bibbia di Merseburgo (Merseburg, Domstiftsbibl).
pp. 204, Venezia
“È Giuseppe, lui solo: nobile e alto. Vecchio, guardalo, è il caro tuo figlio, più grande di lui è solo Faraone per il suo trono” (Thomson Mann)
«Egli è perfetto nello scrivere su argilla e tavolette; Nisaba, la divina signora dal grande acume, gli ha regalato la saggezza. Una bella mano, il lusso dell’arte scrivile, esse gli ha donato». (Iscizione di Siniddinam di Larsa, ca. 1850 a.C., traduzione di A. W. Sjöberg)
Nel Vicino Oriente, prima di Cristo, si vennero sviluppando culture molteplici e difformi, che tuttavia presentano parametri in varia misura comuni, in quanto connessi all’universo della scrittura. Dal mondo dei segni cuneiformi a quello dei geroglifici, all’orizzonte «rivoluzionario» dell’alfabeto, nelle diverse e individuali scritture, è rievocabile una moltitudine di voci: e si tratta di voci «classiche» non solo perché hanno forgiato una cultura diffusa tra Asia anteriore e Mediterraneo, ma anche perché hanno lasciato un’impronta che dall’antichità giunge fino ai nostri giorni. «Lo stilo» intende raccogliere e proporre al lettore moderno queste testimonianze, fondamentali per la storia della cultura antica.Giuseppe e i suoi fratelli, Giuseppe e l’egiziano, Giuseppe indovino di corte, il Giuseppe l’ebreo… Se molteplici sono state le suggestioni e le letture cui è stato sottoposto il personaggio dall’età precristiana fino ai tempi moderni, dai Samaritani fino a Thomas Mann, ciò è dovuto al carattere composito, frutto di stratificazioni diverse che la Storia di Giuseppe presenta nel testo della Genesi, risultato dell’incontro culture, l’ebraica e l’egiziana, sullo scorcio del IV secolo a.C.
La leggenda del figlio minore che vince sui perfidi fratelli maggiori, del profugo che dal profondo del carcere conquista gloria e potere in terra straniera, dell’uomo di fede tollerante verso i culti e le usanze altrui, rappresenta un documento storico e un testo letterario che si trasforma nel corso di millenni in uno dei grandi miti dell’Occidente e che, in un percorso ideale dal Sacco di Tito alle tragedie dell’Olocausto, sopravvive ancora nella nostra formazione culturale.
Cristiano Grottanelli insegna storia delle religione presso l’Università di Pisa. Si è occupato di strutture simboliche del potere, di pratiche sacrificali di narrativa biblica, di comparazione storico-religiosa. Dei suoi numerosi contributi, il più recente è Ideologie miti massacri. Indoeuropei di Georges Dumézil, Palermo 1993.
Alessandro Catastini lavora presso il Dipartimento di scienze storiche del mondo antico dell’Università di Pisa. È autore di studi di filologia sull’Antico Testamento e su testi del Vicino Oriente antico tra cui, da ultimo, Profeti e tradizione, Pisa 1990.
Argomenti: Agiografia, Biografie, Biografie Religiose, Ebraismo, Fede, Patrologia,