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Storia della Stupidità Militare – Da Crasso al Vietnan

Storia della Stupidità Militare – Da Crasso al Vietnan

Titolo originale: From the Jaws of Victory

Autore/i: Fair Charles

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, prefazione all’edizione italiana dell’autore, traduzione di Vittorio Ghinelli.

pp. VIII-388, Milano

La teoria dell’incompetenza progressiva applicata al mestiere delle armi: venti secoli di battaglie visti da un’angolazione sconcertante e del tutto nuova: le caratteristiche, le cause e gli effetti della stupidità nei comandi supremi. Un albo d’onore alla rovescia del «genio militare» nelle sue più strepitose glorie negative, dalla débàcle delle quadrate legioni di Roma nella guerra partica gestita da Marco Licinio Crasso, alla raffinatissima tecnica degli insuccessi nordamericani nel Vietnam. Questa è l’inconsueta storia fatta rivivere da Charles Fair: una spettacolare rassegna, documentatissima e amaramente sarcastica, che raccoglie ed esamina, nelle loro comiche e più spesso tragiche conseguenze, gli incredibili miti, le funeste megalomanie, i deliri depressivi e le grandiose cecità dei «grandi condottieri», gli orgogliosi pregiudizi, le folli certezze e le scientifiche assurdità dei «signori della guerra». Tirati giù dal loro Olimpo risonante di bronzi si allineano, nelle pagine di Storia della stupidità militare, fanatici e stravolti imperatori-strateghi, re-soldati e politiciguerrieri; generali d’ogni nazione e d’ogni tempo gareggiano per vertiginosa leggerezza nel difficilissimo compito di comandare uomini in armi (clamorosi esempi: il nordamericano Burnside durante la Guerra di Secessione e l’inglese Haig nel primo conflitto mondiale); infallibili politici che ebbero enormi
responsabilità militari (come Churchill, Hitler, Stalin) si rivelano fallibilissimi nel pensare la guerra; i fuoriclasse, i leggendari, i quasi sempre vittoriosi-invincibili (tipo Carlo XII di Svezia e Napoleone) riacquistano più reali proporzioni storiche e umane. Il libro di Fair riconosce che esistono buoni generali e buoni soldati; ma sostiene che la storia dell’olocausto bellico è in massima parte una tragicomica serie di «fasti» dovuti a grandi e meno grandi condottieri che non hanno mai vinto una battaglia o ne hanno perso una sola ma decisiva o le hanno vinte tutte ma soltanto sulla carta (è una tesi che non sarebbe dispiaciuta a Clausewitz e a Liddell Hart). Sulla scorta di ineccepibili prove a carico e guardando al giorno in cui la guerra possa essere riconosciuta un fenomeno barbaro e inutile, Storia della stupidità militare insinua nel lettore un razionale e salutare dubbio: che avesse ragione Talleyrand a dire che «la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali»?

Charles Fair è nato a New York nel 1916. Ha scritto libri, saggi e articoli di carattere storico, scientifico e letterario, ha collaboratocon il «Punch» e con il «New Yorker». Dal 1963 al 1964 ha studiato al Brain Research Institute dell’Università di California (Los Angeles); dal 1964 al 1965 si è dedicato a ricerche nell’ambito del Massachusetts Institute of Technology per il Neurosciences Research Program e, dal 1966 al 1968, anche per il Massachusetts General Hospital.

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Argomenti: Libri vari,

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