Storia del Mondo Antico
Titolo originale: A History of the Ancient World
Autore/i: Rostovtzeff Mihail Ivanovič
Editore: Sansoni Editore
introduzione di Arnaldo Momigliano, nota dell’editore, prefazioni dell’autore, traduzione di M. L. Paradisi, collana: Superbiblioteca Sansoni.
pp. XLI-852, numerose tavole b/n f.t., numerose cartine ripiegate b/n f.t., Firenze
A 47 anni nel 1918 Michele Rostovtzeff (1870-1952) lasciava la Russia. Anche se la Università di Oxford gli offriva tosto un rifugio provvisorio, i primi anni dell’esilio erano per lui, come per quasi tutti gli esuli, un periodo di incertezza, sofferenza, difficile riorientamento. A considerare definitivo il distacco dalla patria non poteva rassegnarsi che dopo anni (circa 1918-1922) di vane attività negli ambienti dei fuorusciti. Solo intorno al 1923 Rostovtzeff giunge a un nuovo equilibrio. Appunto nel 1923 egli presenta nel Musée Beige le linee maestre di quella che sarà la sua interpretazione della caduta dell’impero romano nella Storia Sociale ed Economico dell’Impero Romano del 1926. Siffatta interpretazione, secondo cui, come è noto, un esercito «rosso» di contadini distrusse la civiltà urbana dell’impero, era generalizzata sino al punto di rappresentare un interrogativo per ogni civiltà. Rostovtzeff si domandava se mai una civiltà avrebbe potuto resistere all’urto delle masse. Ma la domanda non sarebbe stata fatta se l’autore non avesse sentito una ammirazione illuministica, ingenua e calda, per la civiltà dell’impero romano – e implicitamente, dunque, per la civiltà borghese del sec. XX che le era considerata simile. Se la pagina finale della Storia Sociale era pessimistica, essa conchiudeva una descrizione dell’impero in cui per centinaia di pagine Rostovtzeff aveva insistito sulla varietà, ricchezza e attraenza della vita urbana nell’impero. Quali che fossero le ombre del futuro, una civiltà a cui valesse la pena di collaborare era esistita nell’Europa dei primi due secoli dell’impero; esisteva di nuovo, esisteva ancora e tanto più, nell’Europa occidentale e nell’America del ventesimo secolo…
Proprio mentre si conchiudeva il periodo di transizione tra l’Europa e l’America, negli anni di riassestamento dell’esule nel nuovo mondo, Rostovtzeff stendeva la Storia del Mondo Antico. La stendeva significativamente ancora in russo – l’ultima sua grossa opera nella lingua materna – e la pubblicava dapprima, nel 1924, a Berlino, dove aveva uno dei suoi centri l’emigrazione anti-bolscevica.
L’opera fu tradotta in inglese da J.D. Duff (Oxford, 1926-27, in due volumi), poi in bulgaro, tedesco e olandese: alla versione inglese deve la sua fortuna. In verità, se il testo era russo, esso rappresentava la materia di insegnamento di uno dei corsi nella Università di Wisconsin, e poi a Yale, e quindi era anche estrinsecamente legato alla nuova condizione di Rostovtzeff… E sorprendente quanto informativo, anche nel senso più banale della parola, rimanga il testo di Rostovtzeff. Lo notavo soprattutto rileggendo i capitoli dedicati a Roma arcaica che pure ora, nel mezzo dei nuovi scavi e della nuova controversia sulle origini di Roma, continuano a dire l’essenziale. A parte ogni altra considerazione, è stato Rostovtzeff a introdurre quel tipo di storia sociale ed economica largamente fondato su materiale archeologico che ancora oggi prevale.
(dall’Introduzione di A. Momigliano)
Argomenti: Antichità, Misteri dell'Antichità, Storia, Storia dei Costumi, Storia dei Popoli, Storia del Pensiero,