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Storia Antica – Roma e il Mediterraneo 218-133 a. C.

Storia Antica – Roma e il Mediterraneo 218-133 a. C.

Volume VIII, 1 – VIII, 2 • Biblioteca storica dell’antichità 10 • Università di Cambridge

Autore/i: Autori vari

Editore: Il Saggiatore

cura e prefazione di S. A. Cook, F. E. Adcock, M. P. Charlesworth, traduzione di Cosimo Pagliara.

vol. 1 pp. 584, vol. 2 pp. 585-1008, nn. illustrazioni e carte geografiche b/n, Milano

Volume 1:
Questo volume VIII della Storia Antica dell’Università di Cambridge tratta il periodo più importante della storia di Roma: gli ottantacinque anni che intercorrono fra il passaggio delle Alpi e l’invasione in Italia da parte di Annibale (agosto del 218 a.C.) e la caduta in mani romane della fortezza di Numantia, in Spagna, nel 133. È in questi ottantacinque anni che Roma corre i suoi più grandi rischi e che fonda il suo impero piazzandosi come potenza egemone nel Mediterraneo. L’invasione di Annibale interrompe l’avanzata romana nell’Italia settentrionale: ancora nel 218 viene fondata la colonia latina di Placentia, ma solo nel 189 la colonia romana di Bononia e nel 187 verrà aperta la via Emilia.
La guerra annibalica, segnata dalle disfatte romane al Trasimeno e a Cannae, ha prodotto la desolazione nell’Italia meridionale distruggendone per sempre l’economia e l’autonomia; ma poi i Romani portano la guerra in Africa costringendo cosi Annibale ad abbandonare l’Italia. Nel 202 la vittoria di Scipione Africano a Zama (non pone soltanto fine alla guerra, ma segna in effetti il declino di Cartagine come grande potenza. Roma riprende con impeto l’espansione del suo dominio verso oriente: nel 197 riporta la vittoria su Filippo V di Macedonia e dichiara libere le città della Grecia assumendone praticamente il protettorato.
Nel 189 porta la guerra in Etolia e contro i Galati e riprende l’espansione nell’Italia settentrionale. Ma già l’anno prima, con la vittoria di Magnesia al Sipylos, l’Asia Minore sino al Tauro diviene possesso romano. Roma si insedia come potenza nel mondo ellenistico. Pochi anni dopo essa può vietare ad Antioco IV ogni ulteriore progresso verso l’Egitto e poi nel 155 verrà pubblicato il testamento dell’Evergete II che lascia la Cyrenaica in eredità al popolo romano.
Da questa nuova posizione di potenza, la definitiva eliminazione di Cartagine e del pericolo che le città greche potessero essere attratte nell’orbita di qualcuno dei residui sovrani ellenistici verrà affrontata con determinatezza e l’anno 146 vedrà la caduta e la distruzione di Cartagine e la caduta e il saccheggio di Corinto. Tutta questa densa materia storica viene trattata nei dodici capitoli contenuti in questa prima parte del volume VIII, confermando il carattere di sintesi ad alto livello che hanno le serie storiche dell’Università di Cambridge.Gli autori di questi capitoli sono inglesi (T. R. Glover, B. L. Hallward, P. V. M. Benecke, T. Frank), francesi (M. Holleaux), tedeschi (A. Sehulten). Si conferma quindi la collaborazione largamente internazionale e la scelta dei migliori competenti in ogni settore. Ma accanto alle doti di sintesi, questi volumi presentano una messe di documentazione preziosa per ogni ulteriore ricerca: e basterà ricordare, in questo volume, la tavola delle legioni e dei comandanti nella seconda guerra punica. Altra caratteristica di quest’opera è che sul tessuto della chiara esposizione dei fatti spiccano in rilievo le personalità dei grandi protagonisti della storia, ma, al tempo stesso, acquistano corpo e sostanza i profondi motivi politici e sociali che preparano e talora determinano gli avvenimenti.
I due grandi protagonisti della seconda guerra punica sono posti a confronto c Se ad Annibale, che risulterà il perdente, si riconosce l’acquisizione esperta della tattica e della strategia ellenistica che si richiamava al grande Alessandro, a Scipione Africano, il vincitore, si riconosce, come elemento decisivo, prontezza di decisione, abilità diplomatica, ferrea disciplina e superiorità di mezzi. Con la mediazione di Siface che aveva sposata la bella figlia di Asdrubale, fratello di Annibale, la guerra sembrava dovesse terminare con il compromesso: reciproca evacuazione dei territori occupati e status quo. Invece di li a poco terminò con la riduzione di Cartagine a potenza secondaria, che riconosceva accanto a sé un regno amico dei Romani, quello di Masinissa in Numidia, riconosceva l’autonomia delle tribù indigene della Lybia e della Cyrenaica, rinunciava a ogni interferenza in Italia, Gallia e Spagna, accettava una riduzione della propria flotta e si impegnava a pagare negli anni una pesante indennità. Ma sarà poi, a pace conclusa, l’avidità della classe dirigente cartaginese a preparare la definitiva rovina. Non volendo accettare i sacrifici che comportava l’esecuzione del trattato di pace e cercando di scaricarli sulle classi subalterne, respingendo le riforme proposte da Annibale chiamato alla suprema carica di governo e poi costretto a fuggire di nottetempo, l’oligarchia cartaginese rese impossibile il risorgere dello stato punico e fece il giuoco dei Romani. Ovunque, del resto, i Romani si presentino vittoriosi, si assiste all’esperienza cento volta ripetutasi nella storia: le classi superiori, gli abbienti, si dimostrano prontamente disposti ad accordarsi col vincitore, mentre le classi inferiori rimangono attaccate alle tradizioni, agli usi, all’orgoglio delle consuetudini patrie.

Volume 2:
Nella prima parte di questo volume VIII sono state esposte le vicende di quegli avvenimenti che già spinsero Polibio a scrivere la storia di Roma per rispondere alla domanda di come era stato possibile che nel giro di due generazioni, o poco più, i Romani avessero potuto impadronirsi praticamente di tutto il Mediterraneo, dall’Asia Minore, alla Grecia, all’Africa. Sono gli ottantacinque anni che corrono dall’invasione di Annibale nel 218 alla caduta di Numantia nel 133 a.C.
In questa seconda parte si hanno quelli che si potrebbero dire i corollari di quei grandi avvenimenti, e le loro sovrastrutture. Vi si contengono, infatti, i capitoli sulla letteratura, sulla filosofia, sulla religione, in Roma e nell’Italia romanizzata, e il capitolo sull’arte ellenistica che è l’arte accolta dalla classe dirigente romana. Un’arte romana non si era ancora costituita e le culture dei popoli antichi d’iltalia, la cultura greco-italica, italica ed etrusca, erano ormai in disfacimento.
Accanto ai capitoli che trattano questi argomenti, vi sono i capitoli sulle civiltà, greche e barbariche, con le quali i Romani venivano adesso a trovarsi per la prima volta in contatto diretto: le fiorenti città ellenistiche, come Rodi e Pergamo, nelle quali si muoveva una fervente vita, sia commerciale che culturale; le città greche e greco-scitiche del Mar Nero costituenti il regno del Bosforo; le tribù dei Traci e dei Geti che popolavano i Balcani ricchi di metalli preziosi e di prodotti agricoli.
Per questi settori sono stati chiamati a collaborare gli specialisti più qualificati: così si deve al Kazarov il capitolo sui Traci e al grande storico Rostovcev i capitoli sul commercio ellenistico, con i quali preludeva alla sua opera sulla storica sociale ed economica del mondo ellenistico, e il capitolo sul regno del Bosforo, nel quale riassumeva la sua passata esperienza di archeologo autore dei due volumi sulla pittura sepolcrale città sul Mar Nero, che rimangono ancora la fonte più autorevole per la conoscenza di quelle antichità. La Siria e la Palestina trovano anch’esse il loro spazio in questa esposizione che solo esteriormente può apparire frammentaria data la diversità degli argomenti e dei collaboratori. In verità, dalla lettura di questi capitoli si viene a recepire una visione della realtà storica entro la quali si muovevano i personaggi e i fatti descritti nella prima parte del volume.
È una specie di sottofondo dal quale emerge un mondo al tempo stesso molto differenziato eppure in certo modo unitario in confronto con l’elemento nuovo estraneo, rappresentato da Roma. Roma non ha dietro di se’ le tradizioni e le caratteristiche di un popolo cresciuto in una vasta regione divenuta crogiuolo di una civiltà faticosamente e per gradi raggiunta e costituente un’unità irreversibile. Roma era stata solo una città, quasi senza territorio. E si tra fatta grande conquistando, con le arti della diplomazia e della guerra dapprima un territorio dove abitavano genti affini, e poi regioni dove abitavano genti  diverse, e poi tutti questi popoli di civiltà più antica di tradizioni di pensiero, di esperienze rivolte alla comprensione della realtà del mondo più che alla sua conquista materiale. Il divario tra questi Romani in rapida crescita, tremendamente efficienti e avidi di possessione di antichi popoli assestati nelle loro tradizioni di civiltà o nelle loro fierezze g barbariche, risulta spontaneamente dalla presa di conoscenza che ci trasmettono questi capitoli dedicati alla cultura e ai centri periferici.
Ma vi è, anche in queste pagine, la narrazione storica degli avvenimenti: e sono eventi di enorme portata, come la caduta di Corinto e la caduta di Cartagine. Cartagine era stata l’unica potenza mediterranea che aveva seriamente messa in pericolo non solo l’espansione commerciale e politica di Roma, ma la sua stessa esistenza.
Eppure Annibale, grande generale nutrito di tradizione tattica e strategica ellenistica (dietro alla quale si ergeva il ricordo del grande Alessandro) non ebbe l’ardire di marciare su Roma. Scipione, invece, dopo lunga e sottile preparazione diplomatica e politica, marciò su Cartagine. Sei giorni durò la battaglia, casa per casa; al settimo giorno la cittadella si arrese. Cinquantamila abitanti della città, uomini, donne, bambini, liberi cittadini di una grande capitale, divennero schiavi. Per diciassette giorni continuò l’incendio e la distruzione, poi le mura superstiti vennero abbattute, il terreno fu arato e cosparso di sale per renderlo sterile, con il divieto a chiunque di costruirvi e abitarvi. La mano di Roma era pesante, la sua classe dominante insaziabile.

Visualizza indice

Volume 1:
Prefazione

I. Polibio di T. R. Glover
Giovinezza ed educazione di Polibio
Polibio e l’arte della guerra
Polibio a Roma
I viaggi di Polibio
Il tema di Polibio
Il metodo storico
Una storia per il mondo

II. Annibale invade l’Italia di B. L. Hallward
Lo scoppio della guerra
I piani di guerra delle potenze rivali
La marcia di Annibale verso l’Italia
Il Ticino e la Trebbia
Il Trasimeno
Fabius Cunctator
Cannae

III. La difesa romana di B. L. Hallward
L’invasione della Spagna: 218-215 a.C.
La nuova strategia cartaginese

IV. Scipione e la vittoria di B. L. Hallward
Nova Carthago
Baecula, Ilipa e la conquista della Spagna
Il Metauro
I preparativi di Scipione per l’invasione dell’Africa
L’invasione dell’Africa
Zama
La pace: effetti della guerra su Roma

V. Roma e la Macedonia: Filippo contro i Romani di M. Holleaux
Filippo alleato di Annibale
I Romani alleati dell’Etolia
I Romani in Grecia
La pace di Phoinike: conclusione

VI. Roma e la Macedonia: i Romani contro Filippo di M. Holleaux
L’«anabasi» di Antioco m
Prima della crisi d’oriente
La crisi orientale
Attalo e l’appello dei Rodii a Roma
L’intervento romano in Grecia e in oriente
I primi due anni della guerra macedonica
Kynoskephalai: Antioco in occidente
I Giochi Istmici
Il primo scontro tra Roma e Antioco
La guerra con Nabide. I Romani lasciano la Grecia
Il protettorato romano sulla Grecia

VII. Roma e Antioco di M. Holleaux
La rottura tra Antioco e Roma
Il movimento etolico
Antioco in Grecia
Le Termopili
La guerra in Etolia: Korykos
La lotta per l’Ellesponto
Magnesia
La pace in Asia e in Grecia
Il trattato di Apameia
Acaia e Sparta
Conclusione

VIII. La caduta della monarchia macedone di P. V. M. Benecke
Il riordinamento dopo Magnesia
Gli ultimi anni del regno di Filippo
L’inizio del regno di Perseo
Lo scoppio della guerra: prime campagne
La campagna di Pydna
La Macedonia e l’Illyria dopo Pydna

IX. Roma e gli stati ellenistici di P. V. M. Benecke
Caratteri generali della politica romana
Roma e le potenze orientali
La politica romana nei confronti di Pergamo e di Rodi
Grecia centrale e meridionale: Atene e la Beozia
Grecia centrale e meridionale: la Lega Achea

X. I Romani in Spagna di A. Schulten
Le province spagnole e la loro organizzazione
Catone e Tiberio Sempronio Gracco in Spagna
Le guerre con i Lusitani: Viriato
La guerra contro i Celtiberi
Scipione e l’assedio di Numantia
Il governo romano in Spagna

XI. L’Italia di T. Frank
Sottomissione della Gallia Cisalpina
I Liguri
Colonie e strade del nord
Le aree devastate del mezzogiorno
La diffusione del latifondo
Economia, popolazione, indici di reddito
Industria e commercio nell’Italia meridionale
Il governo romano in Italia

XII. Roma di T. Frank
L’autorità del senato
La politica estera e il senato: socii et amici
Le famiglie dominanti
Fazioni all’interno del senato: Scipione e Catone
Legislazione
La società romana
La città

Tavola delle legioni e dei comandanti nella seconda guerra punica
Elenco delle abbreviazioni
Note
Bibliografie
Indice delle carte geografiche e delle mappe

Volume 2:
XIII.
Gli inizi della letteratura latina di J. Wight Duff
Introduzione
Il latino arcaico
Gli inizi della letteratura
L’accrescersi dell’influenza greca
I primi autori
Gli specialisti del teatro
La satira
La prosa: storia e oratoria

XIV. La religione romana e l’avvento della filosofia di C. Bailey
Ricerca e fonti di informazione
Tracce delle usanze e delle idee primitive
L’animismo
Culti della famiglia
Il culto nei campi
Il culto di stato a Roma
Influenze esterne
A. Altre popolazioni italiche
B. Gli Etruschi
C. La Grecia
L’avvento della filosofia
A. La filosofia greca nel II secolo a.C.
B. Lo stoicismo romanizzato: Panezio

XV. La caduta di Cartagine di B. L. Hallward e M. P. Charlesworth
Annibale suffeta
Masinissa
La dichiarazione di guerra
L’assedio di Cartagine
Epilogo

XVI. La Siria e gli Ebrei di E. R. Bevan
La Siria sotto Seleuco IV
Antioco Epifane
Le fazioni ebraiche
La guerra con l’Egitto e la rivolta dei Maccabei
Il Libro di Daniele
Antioco in oriente. Gli Asmonei
Demetrio Soter
Alessandro Balas e l’Egitto
Il nuovo stato ebraico

XVII. La Tracia di G. I. Kazarov
Introduzione: stato e società
Agricoltura e miniere
Costumi, caratteristiche fisiche, sport e guerra
Religione e usanze funebri
La cultura. Influenze straniere

XVIII. Il regno del Bosforo di M. Rostovcev
Il Bosforo nel V secolo a.C.
Il regno del Bosforo nel Iv secolo
Il Bosforo e gli Sciti
Il commercio del grano e gli Spartocidi durante l’ellenismo
Civiltà e arte

XIX. Pergamo di M. Rostovcev
L’evoluzione del regno di Pergamo
Il re, la corte, l’esercito
L’organizzazione del regno
La politica economica
Le idee guida e le principali imprese dei re di Pergamo

XX. Rodi, Delo e il commercio ellenistico di M. Rostovcev
L’unificazione di Rodi. Il commercio rodio
La città di Rodi. La costituzione. L’esercito e la flotta. Condizioni economiche e sociali
Delo: commercio, costituzione, condizioni sociali ed economiche
La diffusione del commercio ellenistico
Organizzazione del commercio, circolazione
monetaria, attività bancarie
Strade, navigazione, esplorazioni, lingua, leggi

XXI. L’arte ellenistica di B. Ashmole
Introduzione
Gli scultori ateniesi del primo ellenismo; Alessandria
Gli allievi di Lisippo e la scuola rodia
La prima scuola pergamena
Il secondo e il primo secolo
La pittura
Architettura e urbanistica

Piante
Addenda

Il Ticino e la Trebbia
Il Trasimeno
Cannae
I Libri dei Maccabei
Il figlio di Seleuco IV

Tavole genealogiche
Dinastie ellenistiche
Spartocidi
Attalidi
Tolemei
Seleucidi

Tavole cronologiche
Elenco delle abbreviazioni
Note
Bibliografie
Indice delle carte geografiche
Indice analitico
Indice dei passi citati

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