Stanze e Sonetti della Morte
Autore/i: De Sponde Jean
Editore: Giulio Einaudi Editore
testo inglese a fronte, traduzione di Alessandra Ginzburg, collezione di poesia 76.
pp. 76, Torino
Alla luce di questa impostazione, soprattutto le Stances appaiono come un disperato tentativo dell’Io di liberarsi del corpo. Ma il corpo è solo negato e non vinto; anzi, proprio in quanto negato intellettualmente finisce per essere riaffermato nel momento stesso della condanna.
L’attualità di Sponde ci pare risieda in quest’intima contraddizione, in questo ardore e rigore di fede calvinista, tradito dalla debolezza del corpo».
Jean De Sponde (1557-1595) umanista e poeta francese. Di famiglia protestante, abiurò per seguire le sorti di Enrico IV e ne ebbe la carica di luogotenente generale della Rochelle. L’esistenza dissipata e i debiti lo portarono presto a una miserevole morte nella più nera indigenza. Pubblicò edizioni di Omero, di Esiodo e della Logica di Aristotele. Le sue poesie suggestive ed eloquenti (26 sonetti d’amore e 12 sonetti sulla morte, oltre a stanze, canzoni e due raccolte di componimenti religiosi: Meditazioni sui salmi, Méditations sur les psaumes, e Poemi cristiani, Poèmes chrestiens, 1588), a lungo dimenticate dalla critica, occupano oggi un posto di rilievo nella poesia barocca francese.