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Shosha

Shosha

Titolo originale: Shosha

Autore/i: Singer Isaac Bashevis

Editore: Longanesi & C.

nota dell’autore, traduzione dall’inglese di Mario Biondi.

pp. 224, Milano

Shosha è la compagna di giochi del piccolo Aaron Greidinger, figlio del rabbino della via Krochmalna, nel cuore del ghetto di Varsavia. Shosha ò una bambina ritardata, ingenua. Vive nell’appartamento prospiciente l’appartamento del padre di Aaron, e a ogni occasione il bambino sguscia dalla sua cupa casa e si infila nella cucina della madre di Shosha, sempre odorosa di dolci, splendente di rami. A Shosha, che lo ascolta con la meravigliosa stupefazione dei semplici, Aaron racconta storie fantastiche che non oserebbe raccontare a nessun altro, storie d’amore dove Shosha è la regina di Saba e Aaron un re con mille mogli che la predilige fra tutte. Ma l’incanto si spezza. La famiglia di Shosha cambia casa, la prima guerra mondiale è alle porte, il padre di Aaron è costretto a lasciare Varsavia… Tornato in città ormai adulto, Aaron, che vuole diventare scrittore, si immerge nella vita della capitale, percorsa dai fermenti politici e culturali dell’epoca, popolata di artisti d’avanguardia, di comunisti ferventi, di sionisti entusiasti. Fra costoro Aaron conduce una vita febbrile, confortata dall’amore di molte donne, che non placano la sua inquietudine ma ne riaccendono continuamente il    desiderio. Tra esse è Betty Slonim, un’attrice americana che lo incarica di scrivere un dramma. È la grande occasione di Aaron: l’amore, il successo, la ricchezza, forse la fuga in America sfuggendo alla tenaglia che si sta chiudendo sugli ebrei polacchi. Ma sarà proprio Betty a determinare una svolta opposta nel destino di Aaron. Per capriccio, lo trascina a rivisitare i luoghi della sua infanzia, in via Krochmalna, nel ghetto. Gli odori, i rumori, le strade, perfino i volti vi sono rimasti gli stessi. Nell’incantesimo del tempo ritrovato appare naturale che Aaron ritrovi anche Shosha, la ritrovi ancora bambina, rimasta bambina per lui. E davanti all’innocente sicurezza di Shosha, che esclama: «Sapevo che saresti tornato!» Aaron capisce di essere davvero tornato, e per sempre. Shosha può essere letto in molti modi: come la parabola dell’ebreo sradicato, come la storia di un’educazione sentimentale, come il viaggio iniziatico di un artista, ma forse il modo più giusto di leggere il romanzo è quello proposto dallo stesso autore. Alla domanda: «Che storia è quella narrata in Shosha?» Singer risponde: «Una storia d’amore».

Isaac Bashevis Singer è nato nel 1904 a Radzymin, in Polonia. Figlio di un rabbino chassidico, incominciò a scrivere a sedici anni in lingua ebraica. Ben presto però abbandonò l’ebraico per lo yiddish, l’idioma delle comunità ebraiche orientali e in questa lingua ha continuato a scrivere, anche dopo essersi stabilito negli Stati Uniti nel 1935. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. In italiano, presso Longanesi, sono apparsi: Il mago di Lublino, Lo schiavo, I due bugiardi, Gimpel l’idiota, La famiglia Moskat, Alla corte di mio padre, La fortezza, La proprietà, Un amico di Kafka, Nemici. Una storia d’amore e il racconto per bambini Mazel e Shlimazel. Presso altri editori sono apparsi Satana a Goray e Zlateh la capra. Nel 1978 lo scrittore ha ricevuto il premio Nobel.

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Argomenti: Letteratura, Racconti, Romanzo,

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