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Sette Esperimenti per Cambiare il Mondo – Che non hanno Bisogno di Laboratori e Possono Essere Eseguiti da Tutti

Sette Esperimenti per Cambiare il Mondo – Che non hanno Bisogno di Laboratori e Possono Essere Eseguiti da Tutti

Titolo originale: Seven experiments that could change the world

Autore/i: Sheldrake Rupert

Editore: Edizioni Corbaccio

prefazione e introduzione dell’autore, traduzione dall’originale inglese di Stella Boschetti.

pp. 288, nn. illustrazioni b/n, Milano

Il vostro cane capisce veramente quando state tornando a casa? In che modo i piccioni viaggiatori ritrovano la strada? Come possiamo dimostrare che la sensazione che abbiamo di essere osservati corrisponde quasi sempre a ciò che accade in realtà? Il dolore che gli amputati provano agli arti che non hanno più esiste realmente? Le costanti fondamentali dell’universo, possono variare? L’aspettativa nei confronti di un esperimento di scienze esatte può alterare i risultati dell’esperimento stesso?

«La cosa più sorprendente riguardo a questo libro è che il titolo è vero. Davvero Sette esperimenti cambierà il vostro modo di vedere il mondo. Vi disturberà nel più simpatico dei modi. Scoprirete che quelle che consideravate leggi sono soltanto teorie e che ciò che credevate che gli scienziati sapessero in realtà era solo ciò che pensavano.» (Sunday Times)

Se gli Scettici (come in questo libro vengono definiti, con tanto di S maiuscola) si oppongono a ogni tentativo di analisi della scienza che esca dai canoni prescritti, asserendo che non è possibile convalidare le ipotesi con gli esperimenti, Sheldrake ne propone ben sette, per altrettanti fenomeni: la percezione che gli animali domestici (cani e gatti) hanno dei movimenti dei padroni, con largo anticipo rispetto al momento in cui essi avvengono; la capacità di orientamento degli animali migranti, l’organizzazione delle società di insetti secondo un programma preordinato; la sensazione di essere osservati; l’esistenza dei cosiddetti «arti fantasma» nelle persone cui sono stati amputati un braccio o una gamba; l’ipotesi che le costanti fondamentali dell’universo (la velocità della luce e la costante gravitazionale) siano passibili di variazioni; l’influenza che le aspettative di uno sperimentatore esercitano sul risultato dell’esperimento stesso, anche quando si tratta di un esperimento di scienze esatte.
Con un linguaggio estremamente semplice, Sheldrake spiega, gradino per gradino, in che modo possono essere effettuati da chiunque i sette esperimenti, forte della certezza che la ricerca scientifica non sia un campo d’azione riservato agli addetti ai lavori, ma un’area aperta anche ai dilettanti.
Ma in che modo sette semplici esperimenti alla portata di tutti potrebbero cambiare il mondo? La verifica dei primi tre gruppi di fenomeni di cui parla Sheldrake porterebbe alla scoperta di poteri straordinari negli animali e modificherebbe il nostro rapporto con essi. Per quanto riguarda il secondo gruppo di fenomeni, la sua verifica amplierebbe la portata della mente umana, scoprendo una «mente estesa» non ridotta al solo cervello, il cui rapporto con il corpo muterebbe radicalmente. Infine, se si verificasse sperimentalmente l’evidenza del terzo gruppo di fenomeni, la cosiddetta oggettività scientifica cadrebbe, per lasciare il posto a una nuova scienza, con più vasti orizzonti. La scommessa di Sheldrake è affascinante: quale lettore non sarà tentato di provare almeno uno dei sette esperimenti?

Rupert Sheldrake, biochimico e filosofo, ha compiuto studi sulla biologia cellulare e ricerche sulla vegetazione tropicale in Malesia e in India. È autore di molti libri. Corbaccio ha già pubblicato La rinascita della natura.

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