Semiramide
Autore/i: Pettinato Giovanni
Editore: Rusconi
unica edizione, avvertenza dell’autore, in sovraccoperta: Sfinge alata, pannello eburneo traforato, rinvenuto nel palazzo reale di Nimrud. VIII secolo a.C.
pp. 440, nn. ill., nn. tavv. b/n f.t., Milano
La natura mi ha donato un corpo di donna, ma le mie azioni mi hanno resa pari agli uomini più valorosi. Ho retto l’impero di Nino che verso oriente arriva fino al fiume Inamene, verso sud al paese dell’incenso e della mirra, verso nord alla Scizia e alla Sogdiana. Prima di me nessun assiro aveva visto mai il mare; io ne ho visti quattro, che mai alcuno aveva raggiunto perché troppo lontani. Io ho costretto i fiumi a scorrere dove io volevo e li ho incanalati in luoghi dove fossero utili: ho fecondato la terra sterile irrigandola con le loro acque. Ho innalzato fortezze inespugnabili, ho perforato con picconi montagne impraticabili per farvi delle strade. Ho procurato ai miei carri delle vie, là dove neanche le bestie feroci si erano mai inoltrate. E, in mezzo a tutte queste occupazioni, ho trovato il tempo per i miei piaceri e i miei amori.
(Presunta iscrizione dettata da Semiramide)
Semiramide, «la più bella, la più crudele, la più potente e la più lussuriosa delle regine orientali», per usare la definizione dello studioso americano Olmstead, nacque ad Ascalona; secondo la leggenda che la fervida fantasia dei greci ha tramandato, fu allevata da colombe, andò sposa a un sovrano e s’impadronì d’un impero, quello d’Assiria, battendosi con uguale ardimento sul campo di battaglia quanto nel talamo. Alessandro Magno espresse su di lei giudizi entusiastici e lo stesso fece Giulio Cesare; gli storici cristiani, pur censurando i suoi costumi, non riuscirono a tacere le meravigliose opere che realizzò. Alla grande eco della sua fama corrispondono tuttavia solo scarse notizie attendibili sui fatti che l’hanno creata.
In questo libro, Giovanni Pettinato, grazie a un profondo lavoro sulla letteratura assira sorretto da una specifica conoscenza archeologica, restituisce Semiramide alla verità storica, ricostruendo con precisione l’ambiente e le vicende delle quali essa fu protagonista. Sammuramat, questo il suo vero nome, esce vittoriosa dal confronto con il mito: salita quasi per caso al trono d’Assiria, la «signora regale», come la definiscono antiche iscrizioni, riuscì a farsi obbedire dagli uomini in un mondo nel quale la donna non possedeva alcuna dignità pubblica, resse il trono per il figlio minorenne dimostrando acume politico senza precedenti, si impose all’attenzione del mondo contemporaneo fondendo insieme i due regni di Assiria e di Babilonia; di questo, con rara intuizione e preveggenza, assimilò lo spirito e della città di Babilonia fece la propria splendida capitale.
Una vita appassionante la sua; ugualmente appassionante per il lettore è l’itinerario delle ricerche che hanno permesso a Pettinato di tracciarne un così fedele ritratto, attraverso le vestigia di remoti imperi. Così, lungo il filo delle pagine, anche noi, come Alessandro ai confini della lontana Scizia, siamo condotti a leggere l’epigrafe che la tradizione le attribuisce: «La natura mi ha donato un corpo di donna, ma le mie azioni mi hanno resa pari agli uomini più valorosi… E, in mezzo a tutte queste preoccupazioni, ho trovato il tempo per i miei piaceri e i miei amori».
Giovanni Pettinato è nato a Troina (Enna) nel 1934. Laureato in assiriologia all’Università di Heidelberg, dal 1974 è ordinario di tale disciplina all’Università degli Studi di Roma «La Sapienza» e insegna anche a Heidelberg. Ha partecipato come epigrafista alla Missione Archeologica Italiana in Iraq dell’Università di Torino e a quella in Siria dell’Università di Roma. Attivissimo in istituzioni che si dedicano allo studio e alle ricerche sul Vicino Oriente, ha pubblicato diversi volumi specialistici sulla civiltà sumerica e accadica, nonché edizioni di testi cuneiformi dei Musei di Londra, Baghdad e Istanbul. Nel 1984 è stato insignito del premio dell’Accademia Nazionale dei Lincei per la filologia e la linguistica e del premio della Alexander von Hum-boldt-Stiftung della Germania Federale. È autore del volume Ebla. Un impero inciso nell’argilla (1979).
Argomenti: Libri vari,