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Scoprire・Riconoscere・Usare le Erbe

Scoprire・Riconoscere・Usare le Erbe

Autore/i: Boni Umberto; Patri Gianfranco

Editore: Fabbri Editori

illustrazioni di Alessandro Bartolaminelli.

pp. 724-VIII, nn. illustrazioni b/n e fotografie a colori, Milano

Dal testo:

« LE ERBE: Non esiste alcuna testimonianza, ovviamente, ma siamo senz’altro indotti a pensare che una prima alleanza fra l’uomo e le erbe sia cominciata molto, molto tempo fa: quando, supponiamo facilmente, un nostro lontanissimo progenitore, masticando un’erba o una bacca, si accorse – e ricordi – che essa gli aveva dato un beneficio, un sollievo, un senso di benessere: qualcosa di diverso e di meglio della semplice sazietà. Più tardi ricorse nuovamente al benefico vegetale con gli stessi risultati e in tal modo questo primordiale sperimentatore fu l’iniziatore dell’erboristeria. Questo “nuovo corso” si inserì, naturalmente, nel quadro del fondamentale rapporto che l’uomo, fin dalle sue origini, ebbe con i vegetali.
I primi uomini furono raccoglitori di erbe, frutti, radici, di cui si servivano come unico nutrimento; in pratica adattavano i loro ritmi di vita a quelli delle piante, ponevano le loro sedi dove era più facile avere a disposizione quelle indispensabili alla sopravvivenza. L’istinto, l’esperienza quotidiana e l’osservazione intelligente insegnarono presto a utilizzare le piante anche a scopo salutare e curativo: e questa pratica si perfezionò empiricamente per migliaia di anni. Attraverso quasi tutta la storia le erbe furono la materia prima più importante a cui l’uomo si rivolgeva, spesso con fiducia eccessiva e con interpretazioni fantasiose ma, in genere, con risultati positivi.
Negli ultimi decenni, con i successi farmacologici dei medicamenti chimici, con il progredire della tecnologia, con l’allontanamento dalle campagne, per le erbe e l’erboristeria ci fu un periodo di obsolescenza, per lo meno da parte dell’uomo della strada: la civiltà industriale ci allontanava decisamente dalla natura, con la promessa di sostituire ai suoi prodotti i prodotti di una scienza e di una tecnologia avanzatissime, sotto sotto sprezzanti di ciò che è naturale.
Poi, negli ultimi anni, la svolta. L’uomo si è accorto che allontanandosi dalla natura faceva la sua rovina, che la civiltà tecnologica non rimedia a tutti i problemi, che le sue promesse sono talvolta fallaci. E ha riscoperto la terra, i prati, le erbe, ha cercato, e cerca, di ritrovare l’antico, e mai deludente, contatto con la culla delle sue origini, poiché la natura è generosa e leale.

LA SCIENZA PURA IN ERBORISTERIA:

Per questo l’uomo oggi torna alle piante, torna a raccoglierle e a utilizzarle, senza la fiducia cieca ed eccessiva di un tempo, ma con la consapevolezza chiara e obiettiva della loro utilità. Anzi: ha messo parte delle sue discipline scientifiche al servizio dell’erboristeria, a scopo di verifica, e per sfruttare sempre di più le risorse vegetali e per migliorare le applicazioni terapeutiche. Chimica, biologia, medicina stanno mettendo ordine nel settore, verificandolo con metodi e dimostrazioni modernissime e, pur eliminando molta zavorra, riconfermano il molto che c’è di positivo. Una pianta è un laboratorio chimico senza eguali. Le cellule vegetali, utilizzando sostanze chimiche semplici e comuni fonti di energia, quale, per esempio, quella del sole, riescono a costruire (più precisamente, a sintetizzare) un enorme numero di sostanze molto complesse, che l’uomo, nei suoi ultramoderni laboratori, ancor oggi non riesce o fatica a riprodurre. Oltre alle sostanze fondamentali per l’alimentazione, cioè zuccheri, grassi e proteine, le cellule vegetali sintetizzano molti altri composti utili e talvolta indispensabili; di volta in volta queste sostanze, chiamate genericamente “principi attivi”, stimolano ed equilibrano il funzionamento di taluni organi umani ed influiscono in maniera benefica sullo stato di salute, fisica e psichica, dell’uomo. La chimica ha identificato ed estratto dalle piante molte di queste sostanze e la medicina ne ha studiato a fondo i meccanismi d’azione e la destinazione terapeutica. I ricercatori hanno individuato non solo le grandi famiglie di principi attivi, quali, per esempio, flavonoidi, saponine, alcaloidi, tannini ecc., ma anche molti singoli individui di queste famiglie. La chimica farmaceutica di sintesi si è affrettata a copiarne, quando possibile, le strutture fondamentali ed a modificarle, ottenendo talvolta prodotti che hanno effetti ancora più intensi.
Il lungo e faticoso cammino della terapia con “i semplici”, cioè con le erbe, iniziato all’alba dell’umanità, si afferma oggi con un bilancio positivo: le piante ci donano non solo un’immensa ed in parte inesplorata farmacia naturale, sempre disponibile, ma anche la traccia per realizzare sostanze terapeutiche sempre più efficaci.[…]»

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