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Schiavo delle Mie Brame

Schiavo delle Mie Brame

Storie di dipendenza da droghe, gioco d’azzardo, ossessioni di potere

Autore/i: Cancrini Luigi

Editore: Edizioni Frassinelli

pp. 248, Milano

«Schiavo delle mie brame. Manifestazione naturale e inevitabile, a livello del più debole, di un male oscuro che riguarda anche i più forti o i meno deboli. Che su loro ritorna, come attacco e come domanda. Che ci richiama a quello che dovremmo sempre poter e saper essere: uomini adulti capaci di capire e di sentire l’umanità di un attacco che nasconde, dal tempo lontano dell’infanzia, una domanda di aiuto e di incontro che qualcun altro non ha saputo ascoltare.»

Schiavo delle proprie brame, dei propri desideri più profondi, e chi, cedendo a una qualche forma di dipendenza – l’alcol, una sostanza proibita, il gioco d’azzardo, un bisogno ossessionante di ammirazione e di potere – diventa vittima di una scissione particolarmente dolorosa. Questi individui hanno dentro di sé un nemico, una passione distruttiva che, collegata saldamente alla loro identità e alla loro storia, si contrappone tuttavia ai loro obbiettivi coscienti e si impadronisce della loro mente deformando giudizi e comportamenti. Una condizione che porta appunto a essere prigionieri di se stessi, a fissarsi in modo esclusivo sull’oggetto del desiderio, l’unico che sembra rispondere ai bisogni immediati e garantire, almeno temporaneamente, un pur fragile equilibrio. Il sollievo o il piacere legati ai farmaci, al gioco, alla ricerca del successo sono, d’altra parte, esperienze comuni di persone che conducono una vita normale: perché qualcuno vi rimane incatenato? Luigi Cancrini spiega, attraverso una serie di storie incontrate nel corso di una lunga esperienza di lavoro, che il motivo della dipendenza va cercato in un preesistente, importante disturbo della personalità solitamente radicato nell’infanzia e nei momenti più delicati dello sviluppo, in particolare nell’adolescenza. Dietro un adulto che, vinto dal nemico interno, distrugge la sua vita e i suoi affetti, c’è di solito un bambino sofferente, cresciuto con una disperata mancanza d’amore che continua a condizionare i suoi rapporti. E nella psicoterapia quell’adulto, o quel ragazzo, riesce a trovare se stesso e la mano amorevole e salda che da bambino aveva cercato, senza trovarla. La mano che rassicura, dà sollievo, guida i suoi passi fino al momento in cui può davvero camminare da solo.

Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica, ha fondato negli anni Settanta il Centro Studi di Terapia Famigliare e Relazionale del quale è presidente. La sua attività si è sviluppata inizialmente nel clima delle battaglie culturali contro l’emarginazione del diverso nelle scuole (le classi differenziali e speciali), nella psichiatria (gli ospedali psichiatrici), nel campo della dipendenza e dei comportamenti antisociali (il carcere). Di queste condizioni ha continuato a occuparsi collegando le manifestazioni della diversità al disagio della persona, tentando di allargare i confini tradizionali della pratica psicoterapeutica e impegnandosi, a livello politico e divulgativo, per il riconoscimento della sua importanza. È autore di lavori scientifici fra i quali Bambini diversi a scuola (1974), Quei temerari sulle macchine volanti (1982), Lezioni di psicopatologia (1997), La luna nel pozzo (1999), Psicoterapia: grammatica e sintassi (2002), e di opere di divulgazione fra cui Date parole al dolore (con Stefania Rossini) pubblicata da Frassinelli nel 1996. Dal 1995 è direttore scientifico delle Comunità terapeutiche di Saman e dal 1998 del Centro di aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia, in convenzione con il Comune di Roma.

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