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Samurai

Samurai

Ascesa e declino di una grande casta di guerrieri

Autore/i: Arena Leonardo Vittorio

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

prima edizione, introduzione dell’autore.

pp. 314, nn. tavv. a colori f.t., Milano

Difficile pensare al Giappone senza evocare i samurai, guerrieri privi di scrupoli che tennero in soggezione un intero popolo con le armi, ma anche poeti, filosofi e cultori del pensiero Zen che hanno segnato la storia e la cultura del loro Paese. In questo, il samurai è uomo del Rinascimento: un uomo completo, che coltiva diverse discipline nell’ambizione di riuscire in tutte. La loro storia è fatta di intrighi, tradimenti e brama di potere, accompagnata dal feticismo della spada, dal fratricidio, dalla perversione sessuale. E insieme dalla spiritualità, dall’estetismo e dalla compassione.
In questo libro, Leonardo Vittorio Arena ne ripercorre la vita pubblica e privata, a partire dal principe Yamato (Il secolo a.C. circa) fino a Saigo Takamori (morto nel 1877): l’impiego dei samurai per il controllo delle campagne da parte dei signori della terra, l’affermarsi di una nuova classe emergente, la lotta tra le corti imperiali del Nord e del Sud, il declino della dittatura militare degli shogun, il ruolo dei commercianti portoghesi e dei missionari gesuiti.
Bistrattati o esaltati, a seconda delle diverse situazioni storiche, i samurai, «guerrieri e servitori», non furono soggiogati né dal cristianesimo, né dall’imperatore, né dai monaci-guerrieri buddhisti: morirono forse per anacronismo a fine Ottocento, con l’avvento di un’età, quella moderna, che ormai poteva farne a meno. Non furono però una «meteora, né un evento secondario o marginale. Senza di loro il Giappone, oggi, sarebbe tutt’altra realtà. E il loro esempio continua a influenzare l’Occidente: si pensi a Musashi, l’esponente più autentico della loro leggenda, e al Libro dei cinque anelli, diventato un’opera di culto in Europa e in America, come il «codice» dei guerrieri Hagakure. E, ancora, si pensi a Mishima, il più «occidentale» degli scrittori giapponesi, che ai samurai si è ispirato sia nei suoi romanzi che nella vita; a Kurosawa, che a loro ha dedicato alcuni celeberrimi film; a Jarmusch che, in Ghost Dog, ne ha ritratto un epigono americano.
Ma l’insegnamento fondamentale dei samurai potrebbe essere compendiato nelle parole di un grande maestro di scherma, Yagyu Tanemori: l’arte della guerra non consiste nel vincere sugli altri, bensì su sé stessi.

Leonardo Vittorio Arena insegna Filosofie dell’Estremo Oriente e Storia della filosofia contemporanea all’Università di Urbino. Tra i suoi libri: Storia del Buddhismo Ch’an (Mondadori 1992), Vivere il taoismo (Mondadori 1995), La filosofia cinese (Rizzoli 2000). Ha curato Haiku (Rizzoli 1995) e l’antico manuale di medicina Nei Ching (Mondadori 2001).

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