Roman Polanski
Autore/i: Polanski Roman
Editore: Bompiani
prima edizione, traduzione dall’inglese di Gabriella Ernesti.
pp. 476, nn. tavv. b/n f.t., Milano
L’ombra sinistra di un efferato assassinio, con il cadavere della stupenda Sharon Tate straziato dai colpi dei seguaci del satanico Manson, una vita agitata fin dall’infanzia trascorsa tra retate naziste e fili spinati, una straordinaria curiosità erotica, un mondo di celluloide in cui si sciolgono miliardi di dollari, bambole stupefacenti, fiumi di alcool e fumi di droghe… sono pietanza e contorno di questo romanzo in prima persona in cui uno dei più discussi registi cinematografici del nostro tempo si compiace di mostrarsi più che narrarsi in tutta la sua nudità di uomo senza ritegni, senza pudori e senza colpe, personaggio prima di tutto, persuasivo e accattivante, ligio alla sua smania di recitare, di confondere realtà e fantasia. Roman Polanski ha scritto e diretto film violenti e conturbanti, ha sempre optato per soluzioni difficili, ha sempre ottenuto quello che ha voluto: eppure la sua vita è contrassegnata da equivoci, delusioni, amarezze, lotte, inquietudini, elementi che riversa in questa invereconda autobiografia con la violenza che gli è consueta. Ma più che la sua vita, quello che queste pagine ci rivelano è un mondo incredibilmente dilaniato come quello del cinema, dove sfilano personaggi famosi, votati alla celebrità, ma dove, più che mai, tutto pare costruito sulla sabbia, tra labili contorni morali; un mondo dove tutto è in dubbio, dove calcolo e improvvisazione si intersecano e si incrostano, dove è persino difficile guardarsi in faccia l’un l’altro. Autobiografia o romanzo, non ha più neppure importanza: si tratta sempre di un thriller, di uno spietato gioco di intrighi, tra il piccante, l’ironico e il perverso, un clima in cui la genialità di Polanski sembra trovare tutta la sua forza per esplodere.
Roman Polanski è nato a Parigi nel 1933.
Ebreo polacco, sfuggito fortunosamente ai campi di sterminio nazisti, ha studiato regia alla scuola statale di cinema di Lodz. Dopo aver ottenuto vari riconoscimenti con cortometraggi, ha esordito nel lungometraggio nel 1962 con Il coltello nell’acqua. Repulsion (1965), Cul-de-sac (1966), Per favore non mordermi sul collo (1967) lo consacrano regista di fama internazionale, ancor prima del grande successo di Rosemary’s Baby (1968). Abbandonata la Polonia, è ormai diviso tra Hollywood e Parigi. Altri film importanti sono Macbeth (1971), Che? (1972), Chinatown (1974), Tess (1978).
Argomenti: Biografie, Storie di Vita, Teatro e Spettacolo,