Religioni dell’America Precolombiana
Autore/i: Krickeberg Walter; Trimborn Hermann; Muller Werner; Zerries Otto
Editore: Il Saggiatore
prima edizione, prefazione di Walter Krickeberg, traduzione di Claudia Diversi Caprino.
pp. 572, 56 tavv. a colori e b/n, Milano
Comune alle quattro monografie riunite in questo volume è il grande pregio della precisa e dettagliata esposizione. La ricchezza e il fascino poetico della materia trattata non abbisognano certo di eccessive divagazioni liriche per evidenziarsi. Il saggio di Krickeberg sul Messico e quello di Trimborn su Peru, Cile, Columbia, Costarica, Ecuador, introducono con lucida obiettività agli aspetti trascendenti di quelle civiltà evolutissime e sconcertanti che ai primi colonizzatori spagnoli erano parse opera del demonio. Dalle antiche cronache di viaggiatori e missionari, dai manoscritti pittografici aztechi e pueblo-mixtechi, e dai resti archeologici è tratto materiale sufficiente per un’analisi di temi e problemi innumerevoli: come il significato delle divinità tolteche, il manismo pueblo-mixteco, la terribile pratica dei sacrifici umani, la divina progenie dell’Olimpo azteco con la sua coppia creatrice Texcatlipoco-Quetzalcoatl, il problema della civiltà Maya. E poi, ancora, la folla di divinità astrali nelle culture intorno all’istmo, il cannibalismo magico, il contenuto etico delle religioni andine, e i fenomeni (spesso ancora arbitrariamente interpretati in chiave totemistica) dell’alter ego individuale, dei nomi animali attribuiti alle persone, dello zoomorfismo divino. Al terzo saggio, W. Müller premette un accenno di critica allo schema della totale uguaglianza fra il pensiero primitivo e quello «occidentale», luogo comune che, a partire dalle ultime opere di Lévy-Brühl, è andato sempre più soppiantando l’antico preconcetto della diversità. È un fatto, comunque, che gli indiani del Nordamerica, qui esaminati, più ancora che un’alienità di visione del mondo e di categorie mentali rispetto all’uomo europeo dell’età moderna, presentano soprattutto un’ampia gamma di modelli culturali fra loro straordinariamente differenziati: dalla condizione arcaica dei cacciatori-raccoglitori del Canada orientale, alla raffinata cultura dei pescatori Kwakiutl, dagli evoluti Irochesi agli estinti aborigeni californiani, ai civili Pueblos dell’Arizona: una varietà di culture materiali cui si accompagna un’ancora più imponente varietà di credenze e di rituali. La quarta parte, infine, dovuta a Otto Zerries, conclude il volume con una trattazione di radicale importanza, in quanto dedicata ai culti praticati da quei popoli «selvaggi» del Sudamerica che hanno offerto negli ultimi anni, con la loro scienza magica e il loro patrimonio mitico, tanto numerosi e fecondi spunti per il generale rinnovamento della scienza antropologica.
Walter Krickeberg. Nato a Schwiebus (Neumark) nel 1885, intraprese gli studi umanistici e si laureò in filosofia. Nel 1940 fu nominato professore all’Università di Berlino. Noto studioso di antropologia e di storia delle religioni, deve la sua fama ai suoi studi esemplari sulle antiche civiltà messicane. Divenne nel 1945 direttore del Museo di etnologia di Berlino e ricopri tale carica fino al 1954. Il suo trattato Alimexikanische Kulturtn è del 1956. Mori a Berlino nel 1962.
Werner Miiller. Nato ad Emmerich nel 1907, insegnante di filosofia e poi consigliere bibliotecario a Tubinga, è autore, oltre che del saggio qui pubblicato, di varie opere sulle religioni degli indiani del Nordamerica: Va ricordata soprattutto un’interessante monografia del 1955 sui Kwakiutl della costa nordoccidentale.
Herman Trimborn. Nato a Bonn nel 1901, è docente universitario e direttore del Seminario di etnologia della stessa città. Da trentacinque anni si occupa di archeologia e di storia dell’America precolombiana ed ha all’attivo un rilevante numero di pubblicazioni, con particolare riferimento alle antiche civiltà della Cordigliera andina. Fra gli scritti piu recenti, Eldorado (1961) e Die indianischen Hochkulturen des alten Amerika (1963).
Otto Zerries. È nato a Pforzheim nel 1914. Laureato in filosofia, si è dedicato prevalentemente a ricerche antropologiche, specializzandosi nello studio delle popolazioni primitive sudamericane. È conservatore capo del Museo etnografico di Monaco e direttore della sezione americana.
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