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Psicologia e Arte

Psicologia e Arte

Rivista di Psicologia Analitica – Anno 6˚, N. 2, 1975

Autore/i: Autori vari

Editore: Marsilio Editori

prefazione dell’editore.

pp. 614, nn. tavole in b/n f.t., Napoli

Dal testo:

«Con la sua scoperta di un’attività spirituale autonoma, sovrapersonale, dispiegantesi nell’inconscio, Jung ha segnato in certo senso tutta la realtà con un’impronta diversa, premonitrice, forse ancora non chiaramente visibile ai nostri giorni. Fecondando i più disparati campi delle scienze naturali e umane, egli ha compiuto un rinnovamento la cui portata e i cui effetti non sono ancora prevedibili. Grazie a Jung una nuova luce è stata gettata sui problemi dell’arte; direi che egli ci ha indicato fa via per uscire dal caos in cui l’arte si era perduta. In origine l’attività raffigurativa aveva carattere magico; era un incantesimo con funzione esorcistica o un modo di dare un volto agli dei: una sorta di servizio religioso. Si cercava insomma di salvarsi e di proteggersi insieme. Cosi, nell’antico Egitto, nell’antichità classica e nelle civiltà orientali, l’arte fu soprattutto uno strumento religioso, come del resto ancora nel Medioevo cristiano. L’artista compariva a mala pena in quanto individuo: egli doveva come tale rimanere in ombra, limitandosi ad adempiere un compito che per lo più era esattamente prescritto, fissati con rigidità dogmatica.[…]»

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Argomenti: Arte, Psicologia,

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