Psicanalisi e Religione
Titolo originale: Psychoanalysis and Religion
Autore/i: Fromm Erich
Editore: Edizioni di Comunità
terza edizione, traduzione di Ugo Varnai.
pp. 104, Milano
«Non è vero che se non si accettano i dogmi religiosi si deve rinunciare a occuparsi dell’anima. Dal punto di vista della psicanalisi non interessa sapere se l’uomo torna alla religione e crede in Dio, ma se vive con amore e pensa secondo verità. Se la risposta è si, i sistemi che adopera hanno poca importanza. Se è no, non ne hanno alcuna».
In questo suo libro sui rapporti fra religione e psicanalisi, l’autore si propone di mostrare che è errato sia concepirle come due discipline inconciliabilmente opposte, sia pretendere di identificarle del tutto. Entrambi questi punti di vista sono semplici e comodi: mentre un esame approfondito e imparziale rivela che i rapporti tra la religione e la psicanalisi sono molto più complessi. Spero tra l’altro – egli scrive – di poter mostrare che non è vero che se non si accettano i dogmi religiosi si deve rinunciare a occuparsi dell’anima. Lo psicanalista è in grado di studiare sia la realtà umana che è presente nella religione, sia quella che è presente nei sistemi simbolici non religiosi. Dal suo punto di vista non interessa sapere se l’uomo torna alla religione e crede in Dio, ma se vive con amore e pensa secondo verità. Se la risposta è sì, i sistemi che adopera hanno poca importanza. Se la risposta è no, non ne hanno alcuna. Se non è dato all’uomo di affermare con certezza qual è la natura di Dio, gli è pur dato di descrivere la natura degli idoli; se il positivo è ineffabile, del negativo si può certo parlare. Non sarebbe ora di smettere di disputare sull’esistenza di Dio, e di unirci invece per smascherare le varie forme di idolatria contemporanea? Non sono Baal e Astarte che minacciano oggi la più preziosa eredità spirituale dell’uomo, ma nei paesi autoritari la deificazione dello Stato e del potere, e nella nostra cultura la deificazione della macchina e del successo. Non importa che si appartenga a una delle vecchie religioni, o che si creda alla necessità di una nuova; importa che si badi alla sostanza e non all’involucro, all’esperienza e non alle parole, all’uomo e non alle chiese. Questo dovrebbe bastare a unirci in una recisa negazione dell’idolatria: in essa potremo forse trovare una fede comune, e certamente un po’ più di umiltà e d’amor fraterno.
- Il problema
- Freud e Jung
- Tipi di esperienze religiose
- Il psicanalista come medico dell’anima
- La religione e il «pericolo» della psicanalisi
Argomenti: Credenze, Ideologia, Mente, Psiche, Psicoanalisi, Psicologia, Religione,