Processo agli Imbecilli
introduzione dell’autore.
Autore/i: Benoist Jean-Marie
Editore: Editoriale Nuova
traduzione di Maria Gallone.
pp. 160, Milano
Una legione d’uomini tutti uguali e tutti egualmente mediocri si moltiplica, insinuando i suoi tentacoli nella stampa, nell’istruzione, nella politica e nella cultura.
Sono gli «imbecilli» ai quali Jean-Marie Benoist fa il processo, i «nuovi maestri» che pretendono d’imporre un sapere rozzo e semplificato, strumento di tirannia, spettro livellatore di uniformità.
La creazione di una manodopera intellettuale, anonima e intercambiabile, è il traguardo di tutti i regimi che cercano il consenso delle masse. I «nuovi maestri», saccenti quanto stupidi, muovono brutalmente all’attacco delle diversità insite nel corpo sociale, tentando di far tacere ogni voce singola, di soffocare con il peso del gruppo o della massa ogni individualità. Manager senz’anima, maniaci dell’organizzazione; progressisti che impongono nuovi dogmi e nuovi rituali in dispregio della tradizione; pedagoghi dell’amnesia che trasformano i giovani in perfetti ingranaggi dell’apparato.
Costoro – nell’illusione di una società senza classi o vagheggiando la presa di potere della tecnocrazia – sono pronti a servire qualsiasi padrone, si tratti del materialismo volgare prodotto dalla società filistea, o dell’ultima onda d’assalto dell’ideologia eretta a religione di Stato. Questo pamphlet, lucido e graffiante, è una voce vigorosa di non conformismo, che si inserisce nel filone di Dostoevskij e di Bernanos.
Jean-Marie Benoist, prima attaché “culturale all’ambasciata francese a Londra poi assistente di Claude Levi-Strauss, si definisce «compagno di strada» dei nouveaux philosophes, dei quali è stato la personalità più matura e autonoma. Tra i suoi numerosi saggi politici e filosofici, il più noto è Marx est mort (1970), che ha iniziato la demistificazione del dogmatismo ideologico.
Argomenti: Sistema Politico, Sistemi di Potere, Società Moderna, Sociologia,