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Problemi Kantiani

Problemi Kantiani

Autore/i: Weil Eric

Editore: Edizioni «Quattro Venti»

presentazione di Pasquale Salvucci, traduzione, nota e bibliografia a cura di Pasquale Venditti.

pp. 224, Urbino

Dalla presentazione:
«Quale il senso di questi saggi che, come il Weil si augura, dovrebbero spingere il lettore a «ritornare a Kant?». E quale il senso possibile di questo «ritorno»?
Il Weil cerca di cogliere il «pensare» di Kant mostrando come esso si sia prodotto a partire da una «intenzione originaria» che si viene progressivamente svelando e che emerge in modo esplicito soltanto alla fine di un pensiero inquieto, ma insieme serio e rigoroso di un filosofo umanissimo che si è rifiutato decisamente di offrire una definizione iniziale della filosofia e che, per ciò, per essere compreso non ammette atteggiamenti disinvolti, ma pazienza e sforzo costante. Bisogna continuamente sorvegliarsi per evitare il rischio della violenza. Kant, ma ciò vale per ogni filosofo, non può rispondere a questioni che non sono state le sue e che, come scrive con acutezza il Weil, egli non avrebbe neppure potuto comprendere se gli fossero state poste. Bisogna anche liberarsi da tutta una serie di sedimentazioni di cui è straordinariamente ricca la storia delle interpretazioni di Kant non già per attuare, con un antistoricismo ingenuo, una ripetizione letterale del pensiero di Kant, ma per guardare nella direzione da Kant stesso indicata e comprenderlo da qui, e non già dai nostri interessi, «anche a costo di contraddirlo, ma alla fine e in ciò che ha voluto realmente affermare». Potrebbe anche risultare che in qualche modo Kant ci sopravanzi, nel senso che non siamo stati ancora in grado di appropriarci della sua vera eredità[…]»

Eric Weil (Parchim, Mecklemburg, 1904 – Nice, 1977), di famiglia ebraica della Germania settentrionale, si forma a Berlino e ad Amburgo negli anni ’20, dove con Cassirer consegue il dottorato con la dissertazione sulla Dottrina dell’uomo e del mondo in P. Pomponazzi (1932). Prima dell’avvento del nazismo al potere, lascia volontariamente la Germania per la Francia e ne prende la cittadinanza. A Parigi, collabora con A. Koyré alle Recherches philosophiques. Dopo la guerra e la prigionia in Germania è Maître de recherches al CNRS (1945-56), fondatore e redattore di Critique, professore all’École pratique des Hautes Études (1946-56). Docteur ès lettres (1951), lascia Parigi (1956) per Lille e poi (1968) Nizza, dove terrà la cattedra di filosofia. Filosofo classico della migliore tradizione, ha consegnato alla Logique de la Philosophie, Paris 1950 (II ed. 1967; fist. 1974); alla Philosophie politique, ivi 1956 (III ed. 1971; tr. it. Napoli, Guida 1973), e alla Philosophie morale, ivi 1961 (II ed. 1969), l’intero della sua riflessione sistematica.
Ancora: Hegel et l’Etat, Paris 1950 (III ed. 1970; tr. it. in Filosofia e politica, Firenze, Vallecchi 1965; mentre l’appendice Marx et la Philosophie du droit, si legge in italiano in L. Sichirollo, Dialettica, Milano, ISEDI 1977, cap. 8.2) e Problèmes kantiens, Paris 1963 (II ed. ampliata 1970) che segnano una svolta decisiva nella storiografia delle interpretazioni di Kant e di Hegel.
Numerosissimi saggi, tutti ugualmente importanti, scandiscono un arco di tempo più che quarantennale (1934-76) a testimonianza dell’ampiezza e della ricchezza degli interessi teorici e pratici di Weil. Essais et conférences, 2 voll., Paris 1970-1-971, e (in trad. italiana) Filosofia e politica, cit., e Questioni tedesche (di prossima pubblicazione in questa stessa collana) raccolgono solo parte di questi contributi.

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Nota del traduttore

Presentazione di P. Salvucci

Prefazione

  • I – Pensare e conoscere, la fede e la cosa in sé
  • II – Senso e fatto
  • III – Storia e politica
  • IV – Il male radicale, la religione e la morale

Appendice

  • I – Prefazione a G. Krüger
  • II – Bibliografia a cura di P. Venditti

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