Poesia dell’Universo – L’Esplorazione Matematica del Cosmo
Titolo originale: Poetry of the Universe
Autore/i: Osserman Robert
Editore: Longanesi & C.
prefazione dell’autore, traduzione dall’originale americano di Libero Sosio.
pp. 208, 70 illustrazioni b/n, Milano
«Studiare la matematica per capire le leggi della fisica non è diverso dall’imparare una lingua straniera quanto basta per cogliere qualcosa della speciale fragranza e bellezza della prosa o della poesia scritta in quella lingua. Nel corso di tale processo può benissimo capitare di essere affascinati dalla lingua stessa.
Lo stesso vale per molte parti della matematica. Creato inizialmente per fornirci una conoscenza più profonda della natura del mondo che ci circonda, il linguaggio della matematica sviluppa la sua struttura e il suo ordine, una sua bellezza e un suo fascino.»
La convinzione che la matematica abbia molto in comune con la poesia è assai diffusa fra i matematici.
Secondo Morris Kline, «una dimostrazione matematica eseguita con eleganza e una poesia in tutto tranne che nella forma in cui è scritta». E Einstein ribadisce: «La matematica pura e, a suo modo, la poesia delle idee logiche». È del resto ben nota l’insistenza dei matematici sull’eleganza delle dimostrazioni, come pure la tesi che la matematica richieda non meno immaginazione della poesia (Voltaire: «C’è una sorprendente immaginazione nella matematica della natura; e Archimede ebbe almeno altrettanta immaginazione di Omero»). Un giorno il grande matematico David Hilbert notò che un certo studente aveva smesso di frequentare le sue lezioni. Quando gli venne riferito che aveva deciso di abbandonare la matematica per diventare un poeta, Hilbert rispose: «Ha fatto bene. Non aveva abbastanza immaginazione per un matematico». Perché dunque molti studenti manifestano un’avversione e una chiusura così ostinate e totali verso la matematica, considerandola un sapere freddo e arido? Osserman e altri professori della Stanford University giunsero alla conclusione che la colpa è soprattutto dell’insegnamento, e che si dovrebbe fare tutto il possibile per presentare un’immagine viva dell’essenza della matematica e della sua funzione concreta nella storia della conoscenza. Dal programma che ne seguì è derivato anche questo libro, che racconta in modo chiaro e accattivante il contributo dato dalla matematica all’esplorazione del mondo, dalle prime misurazioni della Terra nell’Antichità fino alle più avanzate teorie cosmologiche di oggi. Le creazioni più bizzarre della mente umana e le figure più affascinanti della storia della scienza si incontrano in queste pagine, che costituiscono un’ideale introduzione alla matematica e alla scienza. Vedendo in quale misura le creazioni apparentemente più fantastiche della matematica abbiano fornito all’uomo strumenti per comprendere i segreti della natura, anche il lettore sarà costretto a chiedersi con il grande fisico teorico Wigner quale sia la causa della «irragionevole efficacia della matematica nelle scienze della natura». E a chiedersi se il matematico sia un inventore o uno scopritore.
Robert Osserman è professore di matematica alla Stanford University dal 1955, e dal 1990 è vicedirettore del Mathematical Sciences Research Institute a Berkeley, California. Autore di numerosi articoli scientifici, conferma con questo libro le straordinarie doti di docente che gli sono valse il Dean’s Award for Outstanding Teaching.
Argomenti: Cosmologia, Studio Pratica e Ricerca, Universo, Universo Celeste,