Per Tutta la Notte
Autore/i: Forest Philippe
Editore: Alet Edizioni
a cura di Domenico Scarpa.
pp. 304, Padova
Il dono della scrittura
di Amaldo Colasanti
I libri di Philippe Forest sono un dono rarissimo. La sua non è solo letteratura. La letteratura media il mondo, cerca il piacere o la profondità, grida una pura intelligenza: e spesso monotona e assoluta come il potere.
Non sono nemmeno soltanto poesia. Perché la poesia redime, consola, spesso chiude i conti della vita, ci stringe a sé con la sua pazienza rabbrividita: è spesso difficile e misteriosa come il mondo. I libri di Philippe Forest incredibilmente sono molto di più, sono altro. La storia di Pauline (la bambina con la giacca a vento, quella azzurra e i fiori rossi, una figlia che non correrà mai più sulle scale dell’asilo, la piccola Pauline che deve morire deflagrata dal fiore nero delle metastasi); la vicenda di Alice, una madre sconsolata, i suoi inutili addii, quell’acquazzone dell’anima che s’impiglia come una maglia rotta alla forza cieca del dolore; e poi la favola di Philippe, sì Forest che diventa scrittore (uno dei più grandi, oggi, in Europa) perché solo la sofferenza, solo l’amore, consumati fino all’orlo dell’estremo limite, insegnano a scrivere e a leggere – ecco, è questo, sono queste storie, sprofondate nel lume e nella pece del morire, a ricordarci che il vero segreto dei libri di Forest resta l’innocenza, la sua più selvaggia, bellissima verità. “La vita è breve e il desiderio è senza fine”, recita Kobayashi Issa, l’ultimo vero maestro dell’arte dell’haiku. Nessuna avversativa, nessuna contraddizione in questa nudità umana: solo una pazienza tagliente e carezzevole. Come nelle pagine di Philippe Forest. Leggere questi romanzi sarà una delle più grandi esperienze della vita.
“Si scrive per conoscere il seguito, perché ci si domanda, come un bambino, come finirà la storia. Si scrive e non si riesce a disfarsi dell’illusione che la verità è nei libri. Nella lunga e interminabile favola che Vi raccontano dalla prima notte dell’infanzia. Scrivere è far risalire dal fondo di sé stessi la vecchia e insaziabile curiosità dell’infanzia, il desiderio di scoprire cosa succederà poi. E se ogni libro è una delusione, perché la verità intera non è in alcun libro, preferiamo essere vittime di questa illusione piuttosto che, liberandocene, rinunciare ad attendere, a sperare ciò che forse ci rivelerà il prossimo racconto.”
(Philippe Forest – Intervista rilasciata all’Osservatorio di Scrittura, Interpretazione letteraria e Lettura di Chambéry (OEIL), ottobre 2005.)
Philippe Forest è nato nel 1962 a Parigi.
Professore alla Sorbona, ha insegnato per anni in varie università del Regno Unito e attualmente è docente a Nantes. Come saggista è noto per i suoi studi sull’avanguardia francese, il romanzo contemporaneo e la letteratura giapponese. In Italia sono stati pubblicati i saggi Il romanzo, il reale e Il romanzo, l’io (BUR). Alet ha pubblicato nel 2005 Tutti i bambini tranne uno, vincitore in Francia del Prix Fémina per il miglior esordio, e pubblicherà anche il terzo romanzo che completa la trilogia: Sarinagara, vincitore del Prix Décembre 2004.
Argomenti: Dolore, Emozioni, Letteratura, Memorie, Poesia, Racconti, Sensibilità, Sentimenti,