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Pensare la Morte?

Pensare la Morte?

Titolo originale: Penser la mort?

Autore/i: Jankélévitch Vladimir

Editore: Raffaello Cortina Editore

prima edizione, introduzione e traduzione di Enrica Lisciani-Petrini, premessa di Françoise Schwab.

pp. 120, Milano

È possibile parlare con leggerezza e humour intorno al più grave e serio degli argomenti: la morte? È quanto spesso ha tentato di fare Vladimir Jankélévitch nelle sue opere. Invece di proporre una nuova teoria “sulla morte”, l’autore invita piuttosto a guardare alla vita dal difficile margine che separa l’esistenza dal nulla. Ne deriva un punto di vista sul mondo e sulle cose che, alleggerito da qualsiasi dogmatismo, affronta ogni questione con il sorridente beneficio dell’ironia.

Vladimir Jankélévitch
(1903-1985), dopo aver insegnato nelle facoltà di Lettere di Tolosa e Lilla, è stato dal 1951 al 1978 professore di Filosofia morale alla Sorbona di Parigi. Intensa è stata la sua produzione in campo filosofico e musicologico. Tra i suoi scritti più importanti tradotti in italiano: La musica e l’ineffabile (Napoli 1985), Il non-so-che e il quasi-niente (Genova 1987), Debussy e il mistero (Bologna 1991), Henri Bergson (Brescia 1991).

Visualizza indice

Introduzione di Enrica Lisciani-Petrini
Premessa di Françoise Schwab

  • L’irrevocabile
  • Riflessioni sulla morte
  • A proposito dell’eutanasia
  • Corpo, violenza, morte

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