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Pellegrinaggio alle Sorgenti – L’Incontro con Gandhi e con l’India

Pellegrinaggio alle Sorgenti – L’Incontro con Gandhi e con l’India

Titolo originale: Pèlerinage aux Sources

Autore/i: del Vasto Lanza

Editore: Il Saggiatore

introduzione di Alberto Malliani.

pp. IV-284, Milano

Un piccolo vegliardo seminudo sta seduto per terra davanti alla soglia, sotto il tetto di paglia spiovente: è lui. Mi fa cenno sì, proprio a me mi fa sedere accanto a sè, mi sorride.
Ecco davanti ai miei occhi, colui che solo nel deserto di questo secolo ha mostrato un’oasi di verde, offerto una sorgente agli assetati di giustizia.

Nella seconda meta degli anni trenta, mentre l’Europa sprofonda nella più disastrosa crisi della sua storia, Lanza del Vasto, aristocratico di formazione cosmopolita, intraprende un pellegrinaggio nel subcontinente indiano alla ricerca di una dimensione più alta e più pura dell’esistenza. È il tempo in cui, come avrebbe detto Evelyn Waugh, viaggiare è un piacere e L’India esercita un’attrazione irresistibile sugli spiriti inquieti del vecchio continente. È la sorgente cui attingere per scoprire le radici della nostra civiltà, l’antidoto alla deriva tecnico-bellicista degli stati europei.
Se in Occidente la Storia è vissuta come destino ineluttabile, dai saggi indiani Lanza del Vasto apprende la dimensione dell’Eternità, che affranca le vicende umane dal ciclo senza fine di nascita e morte. La meta più emozionante di questi lunghissimi pellegrinaggi a piedi è l’ashram del Mahatma Gandhi: vivrà con lui tre mesi e riceverà l’appellativo shantidas, “servitore della pace”. Nel secolo delle grandi guerre, Lanza del Vasto dedicherà alla pace e alla non violenza il resto della vita. Come se l’India gli avesse dischiuso un orizzonte sconosciuto, rivelato una consapevolezza più autentica, a lui, pioniere del pacifismo mondiale.
“Che c’è da guadagnare, ditemi, nei viaggi lontani? Quella distanza che acuisce lo sguardo sì da farci veder chiaro, quella distanza che tende i nostri legami sì da farci amar duramente, quella chiarezza che ha nome distacco.”

Lanza del Vasto (San Vito dei Normanni, 1901 – Murcia, Spagna, 1981) è lo pseudonimo di Giuseppe Giovanni Luigi Maria Enrico Lanza di Trabia-Branciforte. Di famiglia aristocratica, si laurea in filosofia all Università di Pisa e si dedica alla poesia, alla pittura, alla musica. In India nel 1937 conosce Gandhi, di cui da allora si considera discepolo. Al ritorno in Europa diventa l’araldo della non violenza, che riformula in termini cristiani. Si stabilisce in Francia, dove fonda la Comunità dell’Arca, un ordine rurale ecumenico che arriva a comprendere migliaia di aderenti in tutto il mondo. È autore di romanzi, raccolte poetiche e saggi, tra cui ricordiamo Che cos’è la non violenza, Per evitare la fine del mondo, Introduzione alla vita interiore, Vinoba, o il nuovo pellegrinaggio, Il canzoniere del peregrin d’amore. Pellegrinaggio alle sorgenti, diario del suo viaggio in India, fu pubblicato per la prima volta in Francia nel 1943 e tradotto in italiano dall’autore nel 1949.

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