Partorire Senza Violenza
Autore/i: Aragona Irene; Braibanti Enzo; Versolatti Luigia
Editore: Editiemme
unica edizione, collana: Kiwi – La scienza del reale 8.
pp. 176, Milano
Perché mi avete messo al mondo?
Questa è stata la domanda inquietante che milioni di genitori hanno subito da parte dei propri figli all’inizio della seconda metà del nostro secolo. I genitori che erano appena usciti da un’esperienza drammatica di guerra e di crisi, avevano creduto di ricostruire un Eden privato alla ricerca di serenità e di normalità attraverso il sistema da sempre usato dall’umanità organizzata: la formazione della famiglia. Per quanto possa sembrare assurda l’interrogazione radicale del figlio nei confronti dei genitori, non è possibile ignorare che questa richiesta risponde a una logica che affonda le proprie radici in una presa di coscienza totale della propria e dell’altrui realtà: forse per la prima volta l’assurdità si ribalta esprimendo una critica davvero radicale, che sconvolge l’immagine che l’individuo ha di sè. Infatti il venire al mondo, nelle società organizzate, più che un accadimento biologico è il risultato di un pilotamento esterno e la nascita, in gran parte, ha perduto la sua matrice biologica. Non a caso, quando questo fenomeno si manifesta nella sua accidentalità naturale, è spesso portatore di inquietudini e di vergogna (popolazione eccedente che causa sottosviluppo economico e intellettuale, il fenomeno dei brefotrofi e delle ragazze madri, la piaga dell’aborto). Attraverso i secoli la nascita ha colmato i vuoti umani arrecati dalle grandi pestilenze, falcidie belliche e carestie, così come le grandi masse hanno subito oppressioni e sfruttamenti di vario genere da parte dei vari poteri che si sono succeduti nella storia dell’umanità stessa. Il potere che viene esercitato sul «magro momento» della nascita è un aspetto importante e particolare della questione demografica, in tutta la sua urgenza e ricchezza problematica.
Argomenti: Gravidanza, Parto e Nascita,