Parsifal a Venezia
Autore/i: Sinopoli Giuseppe
Editore: Marsilio Editori
prima edizione, postfazione di Bruno Cerchio.
pp. v-122, ill. b/n, Venezia
All’inizio c’è un dato di fatto: negli ultimi giorni di aprile del 1989 Sinopoli sta provando alla Fenice Parsifal di Wagner, quando una sera, terminata «la prova al pianoforte della prima parte del terzo atto», esce dal teatro per andare a casa di suo fratello e, «in quel silenzio misterioso che solo a Venezia è possibile», distratto dalla risonanza di un Leitmotiv – quello dell’Errore -, non ritrova la strada e si perde nell’intrico delle calli veneziane.
Si perde e Vuole perdersi, come se l’onda della musica wagneriana, più forte di qualsiasi ordinario buon senso, lo avesse davvero stregato pretendendo il suo tempo e la sua attenzione, interrogandolo, ben al di là delle questioni puramente musicali o delle soluzioni interpretative, sulle ragioni della vita e della morte e al tempo stesso, complice lo scenario notturno della sua città, suggerendogli una via d’uscita o una risposta.
Parsifal è figura altamente simbolica, è il giovinetto barbaro e ingenuo, è l’eroe folle e pietoso, che cerca la verità attraverso l’errore, il bene attraverso il peccato, il giusto attraverso la colpa: Sinopoli si specchia nel mito forte di tutta la sapienza possibile, ricco di esperienza e di maestria, niente affatto candido, anzi astuto e sottile. Venezia è città straordinariamente artificiosa, esemplare risultato dell’ingegno degli uomini, è labirinto proprio perché sfugge alle regole della natura e le sopravanza, è letteralmente «utopia», ferma nel tempo, sospesa nello spazio.
Parsifal, dunque, è Sinopoli, o meglio il suo doppio, e al tempo stesso il suo antagonista, e Venezia è il mondo o piuttosto la sua raffigurazione intellettuale: nel confronto e nell’incontro di due figure mitiche, di due esperienze esistenziali e intellettuali si scatena una tempesta, mentre il tema dell’errore non lascia la presa, che deve essere placata.
Il libro di Sinopoli è il racconto di quest’avventura, è il romanzo di questa notte furibonda, è la storia di uno smarrimento e soprattutto del lento, faticoso riconoscimento del senso e della direzione.
Il musicista nel silenzio della notte veneziana segue le tracce dell’arcano disegno, procede apparentemente senza meta, guidato soltanto dai simboli che si disvelano, i toponimi oppure le bianche pietre che incorniciano ogni cosa, gli oscuri sottoportici o i ponti sospesi sull’acqua; non sa dove finirà ma è certo che esiste un destino e persino una destinazione, e sicuro che dopo la discesa «negli abissi dell’oscurità» risalirà «alla luce più intensa di una nroa conoscenza», è sicuro perché la musica e la «scienza sacra» di Guénon e Eliade glielo hanno da tempo insegnato. (Cesare De Michelis)
Giuseppe Sinopoli è nato a Venezia nel 1946. Compositore e direttore d’orchestra, si è laureato in medicina e chirurgia nel 1971 a Padova e in archeologia presso la facoltà di lettere e filosofia La Sapienza di Roma. È stato direttore musicale della Staatskapelle di Dresda e della Philarmonia Orchestra di Londra, nonché uno dei direttori del Festival di Bayreuth. È morto a Berlino, mentre dirigeva l’orchestra della Deutsche Oper, il 21 aprile 2001.
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