Libri dalla categoria Tradizionalismo
Il Castello nella Foresta
Titolo originale: The Castle in the Foresta
Autore/i: Mailer Norman
Editore: Giulio Einaudi Editore
prima edizione, traduzione di Giovanna Granato, collana: Einaudi. Stile Libero Big.
pp. 442, Torino
…Il romanzo-testamento del grande scrittore americano che ha trovato in Adolf Hitler la sua ultima ispirazione…
La ricchissima bibliografia pubblicata in fondo al romanzo mostra come la professionalità e la profondità dell’indagine di Mailer siano assolutamente irreprensibili. Del tutto originale è l’invenzione narrativa: far parlare della famiglia Hitler un diavolo che ha preso le sembianze di una SS, che descrive la storia sin dalla nascita del padre Alois e della madre Klara che, pur essendo moglie e marito, in realtà erano anche zio e nipote e molto verosimilmente anche padre e figlia. Una premessa incestuosa così complessa spiega molte cose sull’infanzia del giovane Adolf, perverso ragazzino cresciuto in una promiscuità familiare piena di repressioni, malattia, morte, comportamenti deviati, sporcizia fisica e morale.
Nel suo lungo e complicato racconto, pieno di dettagli e di particolari non sempre interessanti, emergono due lunghe digressioni, che apparentemente non fanno parte della trama narrativa: l’incoronazione di Nicola II di Russia e di sua moglie Alexandra, a cui il diavolo narratore prende una parte importante, e l’uccisione a Ginevra della celebre imperatrice Sissi, moglie di Francesco Giuseppe d’Asburgo, da parte di un anarchico ancora ispirato dalle forze del maligno. Solo un maestro della scrittura con il coraggio di Norman Mailer poteva decidere, giunto all’ultima prova, di affrontare il personaggio più scomodo in un corpo a corpo che si riflette sulla pagina senza esclusione di colpi. E trovare, proprio in Adolf Hitler, l’ispirazione che gli ha concesso di scrivere il suo grande libro.
Norman Kingsley Mailer (Long Branch, 31 gennaio 1923 – New York, 10 novembre 2007) è stato uno scrittore statunitense e giornalista, saggista, commediografo. Ha lavorato anche per il cinema, come attore e regista. Dai suoi libri sono state tratte svariate sceneggiature. Nel 1943 partì per il fronte, attento a trasformare ogni esperienza nel romanzo più sensazionale sulla seconda guerra mondiale. Difatti, nel 1948, Il nudo e il morto lo rese famoso e ricco. Anche se per un po’ i suoi successivi romanzi caddero nel vuoto, non dovette preoccuparsi.
Intanto, come fondatore e cronista del giornale del Greenwich Village, iniziò la propria battaglia contro la società americana totalitaria, repressa, repressiva e nevrotica. Così si fece portavoce della rivolta beat prima e hippie poi di cui anticipò in parte la filosofia nel saggio Il bianco negro (1957). In quest’opera egli gettò le basi di un misticismo della carne, ispirato alla spontaneità, alla violenza, alla ricerca di sensazioni immediate che sarebbero state proprie degli afroamericani. La sua stessa vita si improntò a questo modello, e spesso diede esca a cronache scandalistiche: si rese famoso come bevitore di whisky, sperimentatore di LSD e fumatore di marijuana, ma anche per aver accoltellato la moglie e aver sfidato un campione di pugilato. Finì in carcere, ma ormai la sua fama era affermata. Nel 1964 con Il sogno dell’America, rileggendo Karl Marx attraverso il sessuologo Wilhelm Reich, dipinse un quadro allucinante delle nevrosi del suo Paese (la guerra del Vietnam sarebbe diventata una compensazione di tali nevrosi). Nel 1967 fu alla testa della marcia pacifista sul Pentagono, descritta in Le armate della notte (premio Pulitzer e National Book Award nel 1969). Rivinse il Pulitzer nel 1980 per Il canto del boia, la storia del primo cittadino statunitense a venire giustiziato nel 1977 dopo un decennio di sospensione della pena capitale.
- Le indagini sul nonno di Hitler
- Il padre di Adolf
- La madre di Adolf
- L’ufficiale dei servizi segreti
- La famiglia
- La fattoria
- Der Alte e le api
- L’incoronazione di Nicola II
- Alois Junior
- Rispetto e timore
- L’abate e il maniscalco
- Edmund, Alois e Adolf
- Alois e Adolf
- Adolf e Klara
- Epilogo. Il castello nella foresta
Bibliografia
Semiramide
Autore/i: Pettinato Giovanni
Editore: Rusconi
unica edizione, avvertenza dell’autore, in sovraccoperta: Sfinge alata, pannello eburneo traforato, rinvenuto nel palazzo reale di Nimrud. VIII secolo a.C.
pp. 440, nn. ill., nn. tavv. b/n f.t., Milano
La natura mi ha donato un corpo di donna, ma le mie azioni mi hanno resa pari agli uomini più valorosi. Ho retto l’impero di Nino che verso oriente arriva fino al fiume Inamene, verso sud al paese dell’incenso e della mirra, verso nord alla Scizia e alla Sogdiana. Prima di me nessun assiro aveva visto mai il mare; io ne ho visti quattro, che mai alcuno aveva raggiunto perché troppo lontani. Io ho costretto i fiumi a scorrere dove io volevo e li ho incanalati in luoghi dove fossero utili: ho fecondato la terra sterile irrigandola con le loro acque. Ho innalzato fortezze inespugnabili, ho perforato con picconi montagne impraticabili per farvi delle strade. Ho procurato ai miei carri delle vie, là dove neanche le bestie feroci si erano mai inoltrate. E, in mezzo a tutte queste occupazioni, ho trovato il tempo per i miei piaceri e i miei amori.
(Presunta iscrizione dettata da Semiramide)
Semiramide, «la più bella, la più crudele, la più potente e la più lussuriosa delle regine orientali», per usare la definizione dello studioso americano Olmstead, nacque ad Ascalona; secondo la leggenda che la fervida fantasia dei greci ha tramandato, fu allevata da colombe, andò sposa a un sovrano e s’impadronì d’un impero, quello d’Assiria, battendosi con uguale ardimento sul campo di battaglia quanto nel talamo. Alessandro Magno espresse su di lei giudizi entusiastici e lo stesso fece Giulio Cesare; gli storici cristiani, pur censurando i suoi costumi, non riuscirono a tacere le meravigliose opere che realizzò. Alla grande eco della sua fama corrispondono tuttavia solo scarse notizie attendibili sui fatti che l’hanno creata.
In questo libro, Giovanni Pettinato, grazie a un profondo lavoro sulla letteratura assira sorretto da una specifica conoscenza archeologica, restituisce Semiramide alla verità storica, ricostruendo con precisione l’ambiente e le vicende delle quali essa fu protagonista. Sammuramat, questo il suo vero nome, esce vittoriosa dal confronto con il mito: salita quasi per caso al trono d’Assiria, la «signora regale», come la definiscono antiche iscrizioni, riuscì a farsi obbedire dagli uomini in un mondo nel quale la donna non possedeva alcuna dignità pubblica, resse il trono per il figlio minorenne dimostrando acume politico senza precedenti, si impose all’attenzione del mondo contemporaneo fondendo insieme i due regni di Assiria e di Babilonia; di questo, con rara intuizione e preveggenza, assimilò lo spirito e della città di Babilonia fece la propria splendida capitale.
Una vita appassionante la sua; ugualmente appassionante per il lettore è l’itinerario delle ricerche che hanno permesso a Pettinato di tracciarne un così fedele ritratto, attraverso le vestigia di remoti imperi. Così, lungo il filo delle pagine, anche noi, come Alessandro ai confini della lontana Scizia, siamo condotti a leggere l’epigrafe che la tradizione le attribuisce: «La natura mi ha donato un corpo di donna, ma le mie azioni mi hanno resa pari agli uomini più valorosi… E, in mezzo a tutte queste preoccupazioni, ho trovato il tempo per i miei piaceri e i miei amori».
Giovanni Pettinato è nato a Troina (Enna) nel 1934. Laureato in assiriologia all’Università di Heidelberg, dal 1974 è ordinario di tale disciplina all’Università degli Studi di Roma «La Sapienza» e insegna anche a Heidelberg. Ha partecipato come epigrafista alla Missione Archeologica Italiana in Iraq dell’Università di Torino e a quella in Siria dell’Università di Roma. Attivissimo in istituzioni che si dedicano allo studio e alle ricerche sul Vicino Oriente, ha pubblicato diversi volumi specialistici sulla civiltà sumerica e accadica, nonché edizioni di testi cuneiformi dei Musei di Londra, Baghdad e Istanbul. Nel 1984 è stato insignito del premio dell’Accademia Nazionale dei Lincei per la filologia e la linguistica e del premio della Alexander von Hum-boldt-Stiftung della Germania Federale. È autore del volume Ebla. Un impero inciso nell’argilla (1979).
C’era una Volta la Città di Troia – Vita e Scoperte di Heinrich Schliemann Archeologo
Autore/i: Tessadri Elena
Editore: Rusconi
unica edizione.
pp. 208, Milano
Dov’era l’antica Troia descritta da Omero?
I più la consideravano una fantasia di poeta, che non avesse corrispondenza nella realtà. Ma Heinrich Schliemann, fin dall’infanzia, non ha che un sogno, un desiderio: ritrovare i resti di questa antica città, dimostrare che Omero non ha inventato nulla.
Per realizzare questo ideale, nato in una oscura e povera casa della Germania, egli affronta ogni disagio, ogni rischio e da garzone di una drogheria diventa mercante, poi uno dei più importanti e ricchi commercianti europei; e intanto studia, impara molte lingue straniere antiche e moderne, e infine abbandona tutto per dedicarsi alla ricerca archeologica. Una biografia che è come una fiaba, in cui sono ugualmente protagonisti Heinrich Schliemann e i suoi contemporanei, e gli antichi eroi dell’epopea omerica, le cui tracce, ritrovate a Troia, a Orcomeno, a Micene, a Tirinto, appaiono anche al lettore d’oggi di sconcertante evidenza.
Adottare un Figlio
Autore/i: Scarpati Marco; Paterlini Piergiorgio
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione di Marco Scarpati.
pp. 288, Milano
La strada che porta all’adozione è lunga e complessa ma con qualche consiglio può essere affrontata senza patemi.
Adottare un Figlio la ripercorre passo per passo, partendo dai requisiti necessari per diventare genitori adottivi e arrivando fino ai suggerimenti quotidiani per la corretta costruzione della nuova famiglia.
Perché è proprio sul dettaglio apparentemente più banale che il delicato meccanismo dell’adozione corre il rischio di bloccarsi.
Frutto dell’esperienza personale e professionale di Marco Scarpati, avvocato reggiano che da tempo si batte per affermare il diritto dei bambini a trovare dei genitori, questo libro spiega in modo chiaro e preciso come affrontare il percorso che separa due potenziali papà e mamma dall’abbraccio con un figlio adottivo, fornendo inoltre una serie di indirizzi di associazioni ed enti che si occupano di adozioni internazionali.
Uno strumento indispensabile per tutti coloro che desiderano diventare protagonisti della sola avventura straordinaria per cui non serve essere eroi.
Marco Scarpati (Reggio Emilia, 1960), avvocato, è esperto in diritto minorile e consulente di istituzioni ed enti che si occupano di tutela dell’infanzia. Per il CIAI (Centro Italiano Aiuti all’Infanzia) è responsabile del Progetto Cambogia. Collabora al Master sulla tutela del minore presso l’Università di Ferrara. Ha due figli, di cui una adottata in Vietnam.
Piergiorgio Paterlini (Castelnovo di Sotto, Reggio Emilia, 1954) ha pubblicato Ragazzi che amano ragazzi (Feltrinelli, 1991), I brutti anatroccoli (Feltrinelli, 1994), Io Tarzan, tu Jane. Manualetto d’amore e di sesso (Baldini &Castoldi, 1995), Lasciate in pace Marcello (Edizioni EL, 1997).
Un Mese col Buddha – Dal Tibet all’Engadina
Autore/i: Marcoaldi Franco
Editore: Bompiani
prima edizione Bompiani riveduta dall’autore, con interventi di Claudio Magris e Gianfranco Ravasi.
pp. 112, Milano
«Un lago a forma di scorpione – oggetto di culto come tutti gli specchi d’acqua tibetani – si insinua tra le piaghe di un deserto di sabbia, catapultato qui chissà da dove e chissà quando.
Tutt’intorno, una fantastica corona di montagne accucciate come animali preistorici all’alba del primo lunedì del pianeta.»
L’Ebreo che Ride – L’Umorismo Ebraico in Otto Lezioni e Duecento Storielle
Dio ride. Ed essendosi sconsideratamente eletti come suo popolo, gli ebrei non possono che ridere di se stessi.
Autore/i: Moni Ovadia
Editore: Giulio Einaudi Editore
esemplare senza la videocassetta a cui era funzionalmente connesso.
pp. 236, Torino
La grande tradizione dell’umorismo ebraico ha trovato in Moni Ovadia una voce inconfondibile. Come scrisse Giovanni Raboni, «ci sarebbe impossibile ormai fare a meno di tutto ciò che Ovadia è riuscito in pochi anni a renderci, da remoto e straniero che era, famigliare e quasi nostro».
Il mondo che Ovadia attraversa nei suoi spettacoli, con la leggerezza e il pathos di un moderno cantastorie, viene in questo libro raccontato nella sua genesi e nel suo significato. Variando tra il racconto sapienziale talmudico e il fulminante motto di spirito, tra I’excursus storico sullo shtetl e le storielle sulle ineffabili nevrosi materne della yiddish mame trapiantata a New York, Ovadia ci guida alla scoperta di un umorismo profondamente dialettico che racconta la precarietà e la naturale diversità di un popolo che nasce esiliato da se stesso e dagli altri, che coltiva le proprie radici senza una terra in cui riconoscersi. Mostrando il legame inestricabile tra il riso ebraico e il divino, Ovadia mette in luce l’irresistibile carica anarchica e liberatrice dell’umorismo yiddish.
Un umorismo che scardina l’intero patrimonio di certezze, di ideologie, di pregiudizi, in cui una comunità riconosce se stessa.
Moni Ovadia è nato a Plovdiv, in Bulgaria, nel 1946 da una famiglia ebraica. Nel 1993 si impone al grande pubblico con Oylem Goylem, sorta di teatro musicale in forma di cabaret. Ha pubblicato tra l’altro Speriamo che tenga, Mondadori. Per Einaudi Stile libero sono usciti L’ebreo che ride, Ballata di fine millennio, Vai a te stesso, Contro l’idolatria, il Dvd di Oylem Goylem, Lavoratori di tutto il mondo, ridete e Il conto dell’Ultima Cena, tutti piú volte ristampati. Nel 2010 ha pubblicato, sempre per Einaudi, Shylock. Prove di sopravvivenza (per ebrei e non) e nel 2012 Madre Dignità.
Amerai il Signore Dio Tuo – Psicologia dell’Incontro con Dio
Autore/i: Cencini Amedeo
Editore: EDB – Edizioni Dehoniane Bologna
presentazione di Giuseppe Sovernigo.
pp. 158, ill. b/n, Bologna
Conoscere se stessi è una necessità e un dovere cui nessuno può sottrarsi. L’uomo ha bisogno di sapere chi è; non può vivere se non scopre che senso ha il suo vivere: rischia l’infelicita se non riconosce la sua dignità. Per questo possiamo dire d’essere ogni giorno alla ricerca del nostro io: una ricerca continua anche se a volte inconscia, spesso faticosa e apparentemente contraddittoria, ma in ogni caso mai terminata…
L’uomo cerca se stesso, innanzitutto, e se ha il coraggio di scoprire la propria identità avverte immediatamente il bisogno di spingere più in alto la sua ricerca… Verso quell’Essere che è la fonte della sua stessa identità.
Il Geroglifico Sociale – Forze Produttive e Strutture di Classe in Marx
Autore/i: Jaguin Aureliano
Editore: Dedalo libri
unica edizione, prefazione dell’autore.
pp. 464, Bari
«Il valore non porta scritto in fronte quel che è. Anzi, il valore trasforma ogni prodotto di lavoro in un geroglifico sociale. In seguito, gli uomini cercano di decifrare il senso del geroglifico, cercano di penetrare l’arcano del loro proprio prodotto sociale, poiché la determinazione degli oggetti d’uso come valori è loro prodotto sociale quanto il linguaggio». (Karl Marx)
Raffinata e seducente nello stile, sorprendente per erudizione, aggiornata e innovativa nei metodi, quest’opera decisamente antiaccademica prende di mira le più flagranti mistificazioni del pensiero di Marx. Il bersaglio principale di tale inchiesta è rappresentato dal concetto di forza produttiva, finora insufficientemente analizzato e ancor meno depurato da ogni residuo di meccanicismo e di fatalismo. Dalla «bonifica» e dallo sviluppo dialettico di tale concetto derivano, infatti, – nella prospettiva della transizione al socialismo – molte importanti conseguenze, concernenti fra l’altro, la legge della caduta tendenziale del saggio del profitto e la cosiddetta «problematica del tempo libero». Nella successiva riesumazione dei fin troppo trascurati rapporti di scambio dall’interno della teoria strutturale delle classi (parte II) trova quindi esito questo studio critico del Capitale, alla cui base si può sostanzialmente riscontrare una ricerca rigorosa e spregiudicata degli autentici significati dei concetti marxisti, ossia, per dirla con le parole di un noto marxologo, «di ciò che li distingue per sempre dai loro fantasmi».
Aureliano Jaguin, nato a Roma il 14-8-1951, vive attualmente a Firenze, dove – unitamente agli studi universitari – ha compiuto una vasta ricognizione teorica sui problemi generali del marxismo. Oltre al presente libro, sono una testimonianza di questo impegno gli studi su Lenin e Godelier (di prossima pubblicazione) e due saggi critici già apparsi sul numero 8 de «Il piccolo Hans» (Produttività e socialismo e L’obliterazione dei rapporti di scambio in URSS).
I Fucilati di Mussolini
Fucilati : le storie d’un operaio comunista disoccupato, d’un anarchico imbranato, d’un industriale dinamitardo per soldi, d’un sottufficiale che vendette la marina italiana alla Francia mandati davanti al plotone d’esecuzione fascista tra il ’28 e il ’33
Autore/i: Magrì Enzo
Editore: Baldini&Castoldi
introduzione dell’autore.
pp. 320, tavv. b/n f.t., Milano
La pena di morte , abolita nel 1888, venne reintrodotta in Italia nel 1926. Nelle liste delle persone che voleva mettere al muro, Mussolini aveva incluso i nomi dei comunisti Gramsci, Scoccimaro, Terracini e del socialista Maffi. Ma le accuse non erano tali da giustificare la pena capitale. Cosicché, smanioso di far lavorare il plotone d’esecuzione, il Duce fece fucilare per primi quattro poveracci: Michele della Maggiora, un disoccupato che aveva assassinato due fascisti in un impeto di disperazione; Domenico Bovone, bellimbusto genovese, bombarolo per conto della Concentrazione antifascista, ma non stragista; l’anarchico Angelo Pellegrino Sbardellotto, sorpreso con due ordigni in piazza Venezia per uccidere Mussolini; e, infine Ugo Traviglia, un sottufficiale, travet al ministero della Marina, che passava alla Francia preziose informazioni sulle nostre navi. Enzo Magrì descrive le vicissitudini che portarono costoro davanti al plotone d’esecuzione, le contraddizioni, le incoerenze e i tormenti che contrassegnarono le loro ultime ore di vita. Racconta le provocatorie bestemmie di Michele della Maggiora davanti al prete pochi attimi prima della fine; l’astuto confronto dialettico di Domenico Bovone, per cambiare bandiera e salvarsi la vita, con il vice capo dell’Ovra, Guido Leto; la denuncia dei suoi mandanti, poi ritirata, fatta da Sbardellotto; la resa all’ineluttabile del debole Ugo Travaglia. Soltanto la complice di quest’ultimo, Camilla Agliardi, la Mata Hari italiana, l’unica donna condannata a morte nel nostro Paese (la sua pena sarà commutata nell’ergastolo), non si darà pace: per undici anni sommergerà di petizioni lo scrittoio di Mussolini che non le perdonerà di aver tradito l’Italia. Sarà liberata dagli Alleati.
Il Grande Libro delle Erbe Medicinali – Mamuale Pratico
Autore/i: Suozzi Michele Roberto
Editore: Newton Compton Editori
prefazione dell’autore, collana: Grandi Manuali Newton n° 13.
pp. 256, ill. in b/n, Roma
Dall’achillea all’amamelide, dal biancospino all’eucalipto, dalla malva alla passiflora, dal ribes al tiglio, dal timo alla valeriana, centinaia sono le risorse che il mondo vegetale ci offre per tutelare il nostro benessere psico-fisico. Il ricorso alle erbe medicinali non solo integra efficacemente gli strumenti del “presidio ufficiale”, ma aiuta a prevenire e a curare malattie e disturbi di vario genere: respiratori, cardiocircolatori, gastrointestinali, dermatologici, articolari, psicosomatici, allergie e infezioni virali. Già nel IV secolo a.C. alcuni studiosi avevano cominciato a vagliare sistematicamente le conoscenze sulle piante e sui loro usi. Studi, esperimenti e verifiche sui principi attivi delle piante medicinali e sulla tossicologia hanno raggiunto oggi un livello elevatissimo permettendo così alla fitomedicina (la terapia con le erbe) di divenire un valido apporto alla salvaguardia della nostra salute. Questa guida ci insegna a scoprire tutti i segreti della natura e a servirci dei suoi elementi per vivere in armonia con il nostro corpo e con il mondo che ci circonda.
Roberto Michele Suozzi, è specialista in Farmacologia clinica e in Medicina dello sport. Studioso di fitomedicina, ha incentrato la sua attività professionale sulla cura delle malattie mediante le erbe medicinali. È autore di numerose pubblicazioni tra cui, per la Newton & Compton, Le piante medicinali e Dizionario delle erbe medicinali.
Cacciatori di Mafiosi – Operazioni, Strategie e Segreti degli Agenti che Catturarono i Latitanti più Pericolosi d’Italia
Autore/i: Galli Andrea
Editore: Rizzoli
premessa dell’autore, collana: BUR Saggi.
pp. 256, Milano
…Si giocavano tutto. Mesi di intercettazioni, pedinamenti, gli occhi pesti a seguire i filmati delle telecamere. Le ferie saltate, le liti in famiglia. Quel momento pesava tonnellate. Significava due cose: trovarlo o fallire…Queste storie sono state ricavate da fascicoli processuali, indagini sul campo e soprattutto da interviste e incontri con i poliziotti e i carabinieri che hanno condotto in prima persona la caccia ai latitanti. I loro nomi sono stati sostituiti da pseudonimi per garantirne la protezione..
Bisogna essere rapidi e ragionare in fretta quando si è infiltrati. Avere sangue freddo per gli appostamenti a fari spenti, per i pedinamenti lungo le strade di paesi fantasma. Una pazienza ostinata per passare al setaccio ore e ore di intercettazioni. Servono fiuto e intelligenza per accorgersi del particolare più insignificante, per capire di chi ci si può fidare e di chi si deve sospettare. È questo il mestiere dei cacciatori di mafiosi, gli uomini delle squadre speciali della Polizia e dell’Arma dei Carabinieri che Andrea Galli, giornalista del “Corriere della Sera”, è riuscito ad avvicinare per ottenere rivelazioni e retroscena e ricostruire le catture di superlatitanti come Antonio Iovine, Ciccio Pesce, Domenico Raccuglia e Rocco Aquino. I segreti di un lavoro svolto nell’ombra, le procedure, i tempi, interamente modellati sulle abitudini dei ricercati, le strategie d’azione e le tecniche d’indagine. Un mestiere in cui si cammina su un confine sottile come una lama di rasoio, che ti prende la vita e ti costringe ogni giorno a decidere da che parte stare.
Andrea Galli, (1974) vive a Milano ed è cronista del Corriere della Sera. Con Rizzoli ha pubblicato Cacciatori di mafiosi e Il patriarca; con Mondadori Carabinieri per la libertà e Dalla Chiesa.
Premessa
- Il bunker del Sultano (caccia a Ciccio Pesce, boss della ’ndrangheta
- L’ultimo covo (caccia al boss di Cosa Nostra Domenico Raccaglia)
- Il battesimo di sangue (caccia a Zani Caushi, signore della mafia slava)
- L’ospite d’onore (caccia al boss dei Casalesi Antonio Iovine)
- La famiglia del crimine (caccia agli Aquino-Coluccio, clan della ’ndrangheta
Ringraziamenti
Saga del Complesso
Autore/i: Raffa Mariagabriella
Editore: Edizioni dell’Ippogrifo
prima edizione, presentazione di Giuseppe Selvaggi, introduzione dell’autrice.
pp. 156, Sarno
Sommario:
Presentazione
Introduzione
- Al casello dell’autostrada
- Irrimediabilmente brutto
- Il mestiere
- L’eredità del barone
- L’avvocato
- Storia d’amore infinita
- Il bancario
- L’appartamento provvisorio
- La famiglia cara
- Paura più di novanta
Indice
La Carta Autonomistica della Sardegna tra Antico e Moderno – Le Leggi Fondamentali nel Triennio Rivoluzionario (1793-96)
Autore/i: Birocchi Italo
Editore: G. Giappichelli Editore
unica edizione, premessa dell’autore.
pp. 312, Torino
Gli storici dell’esperienza giuridica sarda insistono spesso nell’indicare l’insularità come caratteristica propria di quell’esperienza, sviluppatasi in un contesto culturale ed istituzionale nettamente differenziato rispetto a quelli delle altre terre dell’Europa mediterranea.
Queste lezioni del Birocchi rappresentano un controllo e insieme una conferma (l’uno e l’altra criticamente provvedutissimi) di quel convincimento storiografico.
Dopo aver offerto un quadro puntuale dei problemi che sul finire del Settecento si ponevano in ordine all’autonomia del Regno di Sardegna nel contesto della Monarchia sabauda (cap. I); e dopo aver tratteggiato un profilo esauriente della cultura giuridica della Sardegna settecentesca nelle sue due Università proprio allora riformate (cap. II) l’A. studia le “cinque domande” che la Nazione Sarda propose nel 1793 a Vittorio Amedeo III di Savoia, miranti a restituir vigore a quelle Leggi Fondamentali che agli occhi di chi formulò le “domande” rappresentavano il gelosissimo proprium istituzionale dell’Isola (cap. III). Alla narrazione della vicenda “rivoluzionaria” che, dal 1794 al 1796 portò dalla cacciata dei Piemontesi alla sconfitta del progetto autonomistico (cap. IV) l’A. fa seguire una robusta ricostruzione dell’itinerario che nella cultura giuridico-politica europea l’idea di “leggi fondamentali” ha percorso a partire dagli anni Settanta del Cinquecento fino a diventare – alla fine del Settecento – componente essenziale del complesso concetto di Costituzione (cap. V). Sulla base di questo sistema concettuale così ricostruito storicamente, l’A. opera una rigorosa diagnosi giuridica del “triennio rivoluzionario” sardo nella prospettiva della sua “ulteriore” ed estrema conclusione con la “fusione perfetta” del Regno di Sardegna nella Monarchia sabauda alla metà dell’Ottocento.
Questa sorta di “flash-back” – attraverso cui il lettore-studente viene accompagnato dalla breve vicenda “rivoluzionaria” alla storia di lungo periodo del concetto di “leggi fondamentali” per esser poi ricondotto alla diagnosi giuridicamente rigorosa dei fatti prima narrati – fa di questo corso di Italo Birocchi, così denso ed impegnativo, un sussidio didattico singolarmente coerente con le ragioni che giustificano l’esistenza di questa collana (U.S.).
Italo Birocchi (Cagliari, 1949), è professore straordinario di Storia del diritto italiano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari. Tra le sue pubblicazioni: Per la storia della proprietà perfetta in Sardegna, Giuffrè, Milano 1982; La questione dei patti nella dottrina tedesca dell’Usus modemus e Tra tradizione e nuova prassi giurisprudenziale: la questione dell’efficacia dei patti nella dottrina italiana dell’età moderna, in Towards a General Lato of Contracts, Ducker & Humblot, Berlin 1990; Il contratto trino e la ’natura contractus’, in Quaderni fiorentini, 1990.
Un Grappolo di Tonache
Autore/i: Radi Luciano
Editore: Rusconi
unica edizione, in copertina, disegno di Luciano Radi, grafica di Luciano Beggiato.
pp. 192, Milano
Non sono di invenzione questi personaggi-preti che popolano la raccolta di Luciano Radi, Un grappolo di tonache: sono uomini vivi, spesso filtrati dalla memoria, anche deH’infanzia: sono, insomma, persone vive, come ce ne sono davvero, come, nella loro varietà, di continuo se ne incontrano. Ed ognuno con qualche cosa che profondamente lo diversifica da ogni altro. Proprio così, con buona pace di quanti sono abituati, talvolta, pronunciando la parola «prete», a pensare di essere autorizzati a riferirsi ad un comune “standard” di presenza e di umanità. Questo “grappolo” di reverendi, inoltre, Radi li ha visti e conosciuti in un piccolo fazzoletto di terra: non sono disseminati nell’universo. Al contrario, vissero, o vivono, quasi a contatto di gomito, in una splendida (e prevalentemente umile e povera) zona dell’Umbria, sua terra. E s’illuminano di quell’ineguagliabile paesaggio, cui tanta cura rivolge la penna dello scrittore.
Ed ecco che s’incontrano preti patrioti (ed anche fascisti), preti peccatori, fortemente insidiati dai sensi; preti di buon appetito; altri pigri; altri intransigenti; alcuni un po’ macchiette nel modo di fare e di muoversi – accanto ai preti “santi”, a quelli che dedicano l’intera giornata e la vita intera a soccorrere gli altri, tutti gli altri, in uno slancio che non ha eguale in nessun altro tipo d’umanità, e che tutte le volte ritorna a splendere, specie nelle ore buie, e del bisogno.
Anche tutto questo risalta dal libro di Radi (sebbene una nota ironica leghi di continuo il filo del discorso, e non voglia, per determinazione, lasciarsi andare alla commozione), e culmina negli stralci dell’epistolario tra don Marzio e don Fabrizio, il vecchio e il giovane prete che si scambiano impressioni e consigli, in una eloquente continuità.
Per le capacità, già messe in luce da Radi, di saper raffigurare graficamente i suoi personaggi, c’era forse, da aspettarsi che queste “tonache” ci apparissero poi, anche sulla pagina, in brevi tocchi di lapis o di pennarello. Ma non così, e così è giusto: c’è una tale complessità, una tale ampiezza, ed insieme una tale semplicità ed umiltà nei personaggi veri di Radi, che occorreva questa volta per il disegno, uno scrittore soltanto, un vero scrittore. (Leone Piccioni)
Luciano Radi è nato a Foligno nel 1922. Laureato in Economia e Commercio, è docente di Statistica all’Università. Da sei legislature è deputato al Parlamento per la circoscrizione umbro-sabina. È stato direttore del «Popolo». È autore di numerosi saggi e volumi, tra i quali si ricorda: La crisi della pianificazione rigida e centralizzata (Roma 1957); I mezzadri (Roma 1962); Nati due volte (Roma 1970); Buongiorno Onorevole (Torino 1973); Il voto dei giovani (Torino 1977); La talpa rossa (Milano 1979).
Petain – Eroe o Traditore?
Titolo originale: Pétain
Autore/i: Lottman Herbert R.
Editore: Edizioni Frassinelli
unica edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Erica Joy Mannucci.
pp. 380, Milano
Giugno 1940: le truppe tedesche entrano a Parigi. Philippe Pétain, maresciallo di Francia, assume l’incarico di condurre le trattative per l’armistizio; la sede del governo viene trasferita a Vichy e Pétain è nominato capo di stato. Per il vincitore di Verdun, l’uomo che nella prima guerra mondiale aveva salvato la Francia dall’invasione tedesca, comincia un lungo periodo di cui è sempre stato difficile parlare senza schierarsi dalla parte dei nostalgici o degli accusatori. Herbert R. Lottman, cui è stato permesso di accedere agli archivi di Vichy, prima disponibili esclusivamente per i magistrati, ha esaminato le carte personali di Pétain e una serie di documenti, annotazioni, pagine di diario dei suoi più stretti collaboratori.
Informazioni finora riservate e testimonianze di prima mano su atti o dichiarazioni di Pétain in occasioni diverse dei suoi novantacinque anni di vita vengono riportate per la prima volta in modo del tutto imparziale. Come scrive lo stesso Lottman nella prefazione al volume: «Quella che all’inizio era sembrata una vicenda lineare, la trasformazione graduale di un eroe in traditore, si è dimostrata molto più complessa. Si è cominciata a scorgere la possibilità che la medesima persona abbia potuto essere nello stesso tempo un combattente della resistenza contro le potenze dell’Asse e il fondatore di una dittatura che attingeva, nei metodi e nell’ideologia, proprio a quei regimi nazista e fascista ai quali voleva resistere». Spetta al lettore giudicare se l’immagine di Pétain che si delinea in questa biografia corrisponde a quella comunemente nota, formatasi sul mito e la leggenda.
Herbert R. Lottman, americano, vive a Parigi come corrispondente per il Publishers Weekly. È autore di una biografia su Camus e di un saggio sugli intellettuali francesi e la Rive Gauche, ambedue tradotti in Italia.
Mio Figlio mi Legge nel Pensiero – Realizzare la Sintonia Emotiva tra Genitori e Figli
Autore/i: Mariani Ulisse; Schiralli Rosanna
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
premessa e introduzione degli autori.
pp. 276, Milano
Gli autori di Le emozioni che fanno crescere tornano con un libro che affronta i più recenti e avanzati studi nel campo della psicologia dello sviluppo e della neurofisiologia.
Il testo si basa sulla rivoluzionaria scoperta del funzionamento di una nuova classe di neuroni, detti “specchio”, che insieme ad altri centri nervosi permettono ai bambini, sin da piccolissimi, di sintonizzarsi sugli stati emotivi di chi li accudisce, intuendone le intenzioni. Con queste “antenne” sembra proprio che i piccoli riescano quasi a leggere nel pensiero dei genitori.
Una scoperta in grado di sconvolgere la relazione genitore-figlio. In che modo? Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli ce lo spiegano con il loro consueto stile chiaro e appassionante. Il libro è un inedito manuale per guidare le mamme e i papa in tutte le fasi di vita del loro bambino, dal concepimento all’ingresso nella scuola.
Ulisse Mariani, psicologo e psicoterapeuta, si occupa da circa venticinque anni di prevenzione del disagio giovanile e di promozione del benessere nelle scuole. Coordina la formazione e l’aggiornamento di insegnanti e operatori sanitari in molte realtà italiane ed estere, attivando programmi educativi e di prevenzione basati sul modello della “didattica delle emozioni”. È autore di numerosi testi, articoli e ricerche di educazione alla salute, psicopatologia dell’età evolutiva e psichiatria.
Rosanna Schiralli, psicologa e psicoterapeuta, si occupa da molti anni di terapia del disagio dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie. Ha pubblicato diversi testi di psicologia dell’età evolutiva, rivolti a docenti e genitori. Nel 2004 ha vinto il premio Ukmar per la neuropsichiatria infantile e la ricerca nell’ambito del rapporto educativo. Conduce presso molte realtà scolastiche italiane attività di formazione su temi di psicologia dello sviluppo, pedagogia e didattica delle emozioni. Organizza e conduce “scuole per genitori”.
Terra Vivente – Scienza, Intuizione e Gaia
Autore/i: Harding Stephan
Editore: Aboca Museum Edizioni
prefazione di Lynn Margulis, presentazione di Brian Godwin, introduzione dell’autore, traduzione di Elisa Biagini con l’aiuto di Cristina Proto.
pp. 312, ill b/n, Sansepolcro (AR)
Attraverso la visione dell’ecologia profonda, alla ricerca di un contatto intimo con l’ambiente, non solo matematico e scientifico ma anche e soprattutto intuitivo e diretto, Harding ci porta alla scoperta dei più nascosti e a volte complessi meccanismi che determinano la capacità di autoregolarsi della Terra.
L’obiettivo principale è trovare una nuova e più profonda condivisione della necessità di interagire con l’ambiente dall’interno, dimenticando e rifiutando l’approccio scettico di chi non vuole cambiare perchè confonde l’ineluttabile distruzione del mondo con l’evoluzione naturale e perciò abdica ad ogni responsabilità condannando ad un non futuro le prossime generazioni.
Buffalo Bill – Il Mito e la Verità del più Celebre Eroe del West
Titolo originale: Buffalo Bill – The Legend, the Man of Action, the Showman
Autore/i: Croft-Cooke Rupert; Meadmore William Sutton
Editore: Longanesi & C.
traduzione dall’originale inglese di Elisa Morpurgo.
pp. 300, Milano
William Cody, meglio conosciuto col soprannome di Buffalo Bill, divenne un personaggio leggendario quand’era ancora in vita. Ai suoi tempi uscirono centinaia di libri e di opuscoli che lo descrivevano intento a scotennare una schiera quasi infinita di indiani, a salvare un numero spropositato di giovani donne dal palo della tortura. Più tardi vennero i film che ci fecero conoscere un Buffalo Bill non meno pittoresco; e infine una tra le più fortunate commedie musicali americane, anch’essa passata al mondo della celluloide, Annie get your gun (Anna, prendi il fucile), ne illustrò le gesta di direttore del più pittoresco circo equestre esistito al mondo. Ma la figura di Buffalo Bill della realtà, come viene provato anche dal film di Altman, non appare meno avvincente o meno sorprendente di quella creata dai romanzieri. Gli autori che ci consentono di conoscere il vero William Cody, rimasto sinora celato ai più, sono Croft-Cooke, un romanziere appassionato della vita del West, e Meadmore, un fedele cronista delle vicende dei grandi circhi equestri.
Israele e il Sionismo – Dall’Autoemancipazione all’Autocolonializzazione
Autore/i: Segre Vittorio D.
Editore: Editoriale Nuova
premessa dell’autore.
pp. 224, Milano
Il sionismo, per l’origine occidentale dei suoi pensatori e realizzatori, è solitamente interpretato come uno degli ultimi movimenti europei di liberazione nazionale. La creazione dello Stato d’Israele nel cuore stesso, storico e geografico, del Medio Oriente e la presenza massiccia di ebrei afro-asiatici, hanno trasformato il sionismo in uno dei primi e più controversi movimenti di liberazione nazionale del Terzo mondo. In questa originale prospettiva, Vittorio Segre esamina problemi e prospettive dell’identità d’Israele – popolo e Stato – dall’inizio del secolo ad oggi. Le grandi crisi politiche, morali e istituzionali del Risorgimento ebraico, sono analizzate alla luce dello scontro, comune a tutto il mondo contemporaneo, fra tradizione e modernizzazione. Sionismo e Stato d’Israele appaiono così in tutta la loro drammatica marginalità, sia dal Terzo Mondo, sia dall’Occidente. L’esperienza che fa dello Stato degli ebrei, l’ebreo degli Stati, rivela aspetti di grande interesse, tra colonialismo e decolonizzazione, tra laicismo e religiosità.
Vittorio Segre, emigrato in Palestina nel 1939, ha partecipato come universitario, soldato, diplomatico e giornalista, a tutte le fasi della m trasformazione del sionismo in uno dei movimenti di liberazione nazionale del Terzo mondo. È corrispondente da Gerusalemme de «il Giornale nuovo». Attraverso le sue opere Israele e i suoi problemi e Israele società in evoluzione, si è affermato come uno dei maggiori studiosi ed esperti di uno dei più controversi e drammatici aspetti del mondo contemporaneo.
Fitzcarraldo
Titolo originale: Fitzcarraldo. Erzählung
Autore/i: Herzog Werner
Editore: Ugo Guanda Editore
prima edizione, traduzione di Bruno e Claudio Groff, collana: Prosa Contemporanea collana diretta da Franco Cordelli.
pp. 136, ill. in b/n, Milano
Siamo in Amazzonia, a cavallo fra ’800 e ’900. Brian Sweeny Fitzgerald (che si fa chiamare “Fitzcarraldo” perché i nativi del luogo non riescono a pronunciare il suo cognome) ha un grande sogno: costruire un grande Teatro dell’Opera a Iquitos, piccolo villaggio amazzonico isolato dal resto del mondo, per farvi esibire i più grandi nomi della lirica, uno su tutti il famoso cantante Enrico Caruso, che ammira al teatro dell’opera di Manaus.
Fitz ha però altri progetti in sospeso, come quello di una ferrovia transandina e di una fabbrica di ghiaccio che gestisce, ma la sua amante lo convince a dedicarsi alla raccolta del caucciù per finanziare l’idea del teatro. Il fiume dove si trovano più alberi di hevea brasiliensis da cui si ricava è l’Ucayali, spartito tra i grandi produttori di caucciù, tra cui Don Aquilino, che mostra a Fitz i metodi di produzione. Informato di una zona ricchissima di alberi liberi nel corso superiore del fiume, ma pericolosa per la confluenza con il Rio delle Amazzoni e per le violentissime rapide del Pongo das Mortes, Fitz decide ugualmente di attraversare in un punto dove i fiumi quasi si toccano. Gli viene quindi l’idea di raggiungere la zona passando dall’altro fiume, trascinando la nave oltre il poggio che lo divide dall’Ucayali. La sua fidanzata lo aiuta a comperare la nave e, una volta ingaggiato l’equipaggio, il viaggio inizia. Ma appena la nave giunge sul Pachitea, tra i marinai serpeggia il malcontento, perché il fiume è abitato dai feroci indios Hivaros. Proprio per questo l’equipaggio un giorno abbandona la nave, lasciando Fitz, il capitano, il meccanico Cholo e il cuoco alcolizzato. Quando i quattro decidono di tornare indietro, gli indios arrivano e aiutano Fitz nel suo progetto credendo che, secondo una leggenda, quest’ultimo sia il loro dio e che li condurrà in paradiso. Dopo un tentativo, egli riesce a portare la nave oltre il monte, ma gli indios gli fanno fare le rapide, che per miracolo riesce a superare. Tornato a Iquitos egli rivende la nave per il fallimento del progetto. Con il ricavato, Fitz ingaggia un’orchestra per una suggestiva esecuzione finale sulla barca.
Werner Herzog (pseudonimo di Werner Stipetić) Monaco di Baviera, 5 settembre 1942 è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, scrittore e attore tedesco.
Considerato tra i più importanti esponenti del cosiddetto Nuovo cinema tedesco, nonché uno dei massimi cineasti viventi, nel corso della sua lunga carriera ha prodotto, scritto e diretto più di 50 pellicole, oltre ad aver pubblicato libri e diretto opere liriche.[2] I suoi film, spesso a metà strada tra finzione e documentario, a volte segnati da travagliate odissee produttive, hanno coniato uno stile tanto inconfondibile quanto inclassificabile.
A Herzog va anche riconosciuta un’originale personalità di scrittore, emersa, nel 1978, in un resoconto di viaggio – una traversata invernale, taccuino alla mano, da Monaco a Parigi – che s’intitola Sentieri nel ghiaccio, e che in Italia è stato pubblicato da Guanda.