Libri dalla categoria Ricerca Tecnologica
Storia della Scienza Alchimica
…Ciò che il volgo chiama miracoli è solo la capacità dei sapienti di operare sulla materia…
Autore/i: Jollivet-Castellot François
Editore: Edizioni del Graal
ristampa anastatica, introduzione di Giuliano Kremmerz, traduzione di Pietro Bornia.
pp. 144, Roma
Jollivet – Castellot, fondatore all’inizio del nostro secolo della Société alchimique de France, può ritenersi uno dei più seri e competenti cultori moderni dell’alchimia. In questo testo ci offre una visione d’insieme dell’esegesi storica dell’arte ermetica. Partendo da Ermete, attraverso una sottile analisi, ricollega in un’unica trama la sapienza tradizionale degli antichi Cinesi, degli Egizi, dei Caldei, degli Esseni, dei Druidi, fino all’alchimia araba, che l’Islam coltivò nella propria sfera esoterica trasmettendo in Occidente, a coloro che ne erano qualificati, la sapienza che, alla caduta dell’impero romano, l’oscura superstizione proveniente dalla Galilea aveva occultato. L’autore, attraverso la descrizione dei più illustri esponenti della scienza alchimica, dà un orientamento a chi si appresta a comprendere cos’è realmente l’alchimia. Inoltre ci dà una serie di dati relativi agli scritti dei singoli alchimisti, che permetteranno di approfondire l’argomento svolgendo un lavoro sistematico.
Bartabas – Il Cavaliere del Vento
La vera storia dell’uomo che parla ai cavalli
Autore/i: Garcin Jérôme
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Claudia Lionetti, foto di Antonio Politano, titolo originale: Bartabas, roman.
pp. XII-212, nn. tavv. a colori f.t., Milano
Bartabas è il creatore di Zingaro, il teatro equestre più grande e famoso del mondo. I suoi spettacoli, che riconciliano sul palcoscenico purosangue dagli occhi blu e danzatori esotici, cortei di oche ammaestrate e cantori di antiche melodie tibetane, sorprendono e incantano le platee da oltre vent’anni. Dietro quel soprannome così evocativo – «un po’ Barabba, un po’ Barbablù» – non si nasconde solo l’artista geniale e provocatorio già diventato un mito, ma anche l’uomo che, giorno dopo giorno, ha sfidato se stesso per dare vita ai margini della società a un mondo virtuale in cui si pratica un’arte totale. In questa biografia, che è anche il racconto affettuoso di un’amicizia lunga una vita, la prosa lirica e suggestiva di Jérôme Garcin ci restituisce i mille volti e le contraddizioni di Bartabas: clown irriverente sulla scena, burbero addestratore fuori, nomade sedotto dalla sedentarietà , filosofo ossessionato dall’idea dell’effimero, sacerdote di una nuova «arte sacra» che unisce il fascino del buddismo alla perfezione delle evoluzioni equestri. In un carosello di ritratti che rievocano le atmosfere dei film di Fellini, la storia di un moderno don Chisciotte, che ha deciso di restare in silenzio ad ascoltare i cavalli per scoprire la «bellezza inumana di un mondo precedente al passaggio degli uomini» e farla rivivere.
Robespierre Politico e Mistico
Titolo originale: Robespierre Politique et Mystique
Autore/i: Guillemin Henri
Editore: Garzanti Editore
introduzione dell’autore, traduzione dal francese di Tuckery Capra.
pp. 432, Milano
Il saggio di Guillemin, ormai considerato un classico della storiografia francese, è dedicato a un grande e controverso protagonista della storia moderna: Robespierre, il rivoluzionario più intransigente, l’artefice del Terrore. Il punto di forza di questa biografia, basata sulla rigorosa ricostruzione dei discorsi, degli scritti, dei gesti di una carriera che si identifica col cammino stesso della Rivoluzione, è l’originale interpretazione della figura di Robespierre: il freddo uomo politico, nemico di ogni compromesso, dialettico avversario dell’illuminismo ateo e materialista, era in realtà animato da un’ardente fede religiosa, quasi mistica. In questa luce la sua lotta per la giustizia sociale, e persino la festa dell’Essere Supremo, istituita l’8 giugno 1794, acquistano un nuovo, radicale significato.
Henri Guillemin (1903-1992), direttore degli studi francesi all’Università del Cairo (1936-1938), poi professore ordinario di letteratura francese all’Università di Bordeaux, è stato consigliere culturale all’Ambasciata francese a Berna e professore straordinario all’Università di Ginevra.
Pensieri e Altri Scritti di e su Pascal
Questi frammenti sono una cosa viva d’un uomo vivo; niente affatto erudizione o filosofia di perdigiorni: appartengono all’anima di Pascal.
Autore/i: Pascal Blaise
Editore: Edizioni Paoline
prefazione di Gennaro Auletta.
pp. 504, Cinisello Balsamo
Brandelli d’anima, i Pensieri di Pascal; pagine di confessioni e non coacervo di sillogismi; illuminazioni rapide e non discorsi filati di filosofica saggezza; più spesso vangate nel sodo per smuovere il terreno irto di cardi e di sterpi d’una inveterata albagia razionalista; talvolta informi crisalidi cui basta un’aria di tepore primaverile per mutarsi in svolazzanti e iridate farfalle, e quasi sempre grido d’un’anima, ora triste della «tristezza di non essere santi» (Bloy), ora gioiosa della letizia del cristiano in grazia. Nei Pensieri ognuno si può ritrovare, purché possieda la stessa sincerità di Pascal. Ma soprattutto ognuno può udire, come lui e con lui, nella vigile coscienza di sé e del proprio destino, le parole dell’Eterno Pellegrino che da secoli batte senza sosta alla porta di tutti i cuori: «Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato».
In questa edizione:
- Vita di Pascal, della sorella Gilberte Périer
- Memorie sulla vita di Pascal, della nipote Margherite Périer
- Della malattia e della morte di Pascal, del p. Beurrier
- Il testamento di Pascal
- L’Epitaffio sulla tomba di Pascal
- I Pensieri di Pascal
- Concordanze fra le principali edizioni dei «Pensieri»
- Indice analitico di tutti i «Pensieri»
Blaise Pascal, nato a Clermont il 9 giugno 1623, morto a Parigi, trentanovenne, il 19 agosto 1662. Riportiamo aH’interno del volume una dettagliata cronologia della vita e delle opere di Pascal e una biografia scritta dalla sorella Gilberte Périer.
La Pillola della Felicità – Il Prozac Contro la Depressione: come un Farmaco può Cambiare la Nostra Vita
Titolo originale: Listening to Prozac
Autore/i: Kramer Peter D.
Editore: Sansoni Editore
unica edizione, introduzione dell’autore, traduzione di Isabella Blum.
pp. 432, Firenze
«Il potere di trasformazione del Prozac ricordava quello di una guida spirituale o di una terapia di gruppo: generalmente i miei pazienti dicevano che il Prozac insegnava loro qualcosa su se stessi.»
Può una semplice pillola fare di un introverso una persona socievole, di una ragazza timida una donna sicura di sé, di un maniaco perfezionista un uomo tollerante? Sembra incredibile. Eppure questi sono gli effetti osservati del Prozac, il farmaco più straordinario della storia della psichiatria. Non è il tipico «farmaco tuttofare» da prescrivere come rimedio generico a chi soffre di depressione lieve, non aiuta solo a superare i periodi di crisi, non cura la malattia: trasforma la personalità .
A guidarci in questo mondo nuovo e sorprendente è Peter Kramer, lo psichiatra che, con La pillola della felicità , si è rivelato non solo un ricercatore brillante, ma anche un autore di best-seller: il libro ha venduto negli Stati Uniti seicentomila copie ed e stato accolto in tutto il mondo come l’annuncio di una vera e propria rivoluzione nel campo della psichiatria. Perché il mutamento di prospettiva sperimentato dai pazienti è così radicale che Kramer ha coniato per definirlo una nuova espressione: «Ascoltare il Prozac» come si ascolta una persona, una guida spirituale che permette di valutare il proprio rapporto con la realtà e di modificarlo. Peter Kramer scrive con la partecipazione del medico e con l’attenzione del ricercatore scientifico: illustra le storie personali dei suoi pazienti – Tess, che è «depressa da sempre»; Julia, che prende il Prozac perché «non sa più chi è»; Sam, che da quando lo prende «si sente più che bene» – interpretandone il quadro con gli strumenti della psicologia, della psicoanalisi, della farmacologia, ma facendo anche riferimento all’etologia, alla letteratura, e soprattutto all’etica medica.
La duplice natura – biochimica e sociale – della depressione diventa così il punto di partenza di un’analisi appassionata e coinvolgente, che illumina con competenza anche gli aspetti umani di quella che potrebbe essere una svolta fondamentale della farmacologia moderna.
Peter D. Kramer, dopo aver compiuto studi di storia e di letteratura all’Università di Harvard e all’University College di Londra, si è laureato in medicina ad Harvard. È docente presso la Brown University e svolge l’attività professionale di psichiatra a Providence. Collaboratore di numerose riviste scientifiche, tiene una rubrica mensile sullo «Psychiatric Times» ed è autore del volume Moments of Engagement: Intimate Psychoterapy in a Technological Age.
Riscoperta dell’Uomo
Dal mito all’antropologia critica
Autore/i: Autori vari
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
premessa e cura di Fernando Vittorino Joannes, introduzione di Nando Fabro.
pp. 288, Milano
Le idee e le dottrine più nobili possono essere fallaci e tradire le aspettative umane. Possono addirittura diventare strumenti di sopraffazione che si ritorcono contro l’uomo.
Punto di partenza, dimensione essenziale di ogni realtà sono la dignità e l’unicità di ogni essere umano.
Preromanticismo Italiano
Autore/i: Binni Walter
Editore: Editori Laterza
premessa dell’autore.
pp. 328, Bari
La classica sistemazione storica di Walter Binni, che porta luce sul complessi fermenti germinali del romanticismo italiano; delimita una zona ricca di tensioni culminante nella grande esperienza alfieriana; rinnova la definizione critica di molte personalità maggiori e minori del secondo Settecento: Parini, Varano, Bettinelli, i fratelli Verri, Baretti, Cesarotti, Bertola, Pindemonte, Alfieri.
Walter Binni (Perugia 1913) insegna letteratura italiana all’università di Roma. Tra i suoi lavori più importanti vanno almeno ricordati La poetica del decadentismo (1936), Poetica, critica e storia letteraria (1963), e i contributi critici alla conoscenza di Ariosto, Alfieri, Foscolo, Leopardi, Carducci, De Sanctis e di vari autori contemporanei.
La Notte del Lupo
Autore/i: Vassalli Sebastiano
Editore: Baldini&Castoldi
pp. 192, Milano
«A volte, quando i muri delle case imbiancate a calce erano così luminosi nel riverbero del sole che non si poteva guardarli, Giuda di Quériot provava una sensazione nuova e strana, di camminare e di respirare dentro a un sogno; e si rendeva conto che nel centro di quel sogno c’era Yoshua. Se Yoshua avesse cessato di vivere, intorno a lui tutto si sarebbe dissolto. Gli asini avrebbero smesso di ragliare, Maria di Magdala non sarebbe più venuta a incontrarlo nel canneto, il sole si sarebbe oscurato e anche il villaggio di Cafarnao, anche il Mare di Galilea sarebbero scomparsi…»
Somiglia alla storia delle storie, questa che Sebastiano Vassalli racconta del povero Yoshua, sembrerebbe quindi un’ennesima riscrittura di colui che ha segnato il mondo occidentale in due epoche distinte, di cui il prima e il dopo non sempre hanno riscontri convincenti, poiché, al di là di una speranza riposta fuori dell’esistenza, dolori e ingiustizie persistono, identico è il male.
Yoshua, figlio di un Dio probabile o incarnazione prima del puro folle di tutte le fiabe, vive una vita che si conclude nel sangue e nell’orrore, non dissimile dalle molte che lo scrittore ha già narrato, come se ogni vita scontasse la pena che spetta al mito. Ma, nel romanzo, il capitolo dell’arresto del protagonista si apre con una considerazione sul sogno che svela al lettore la possibilità di interpretazioni diverse, dentro quella storia nata tra umili personaggi, i trucioli della falegnameria, l’odore del pesce, la fame, la stanchezza delle strade, la prigione e la morte violenta, oltraggiosa.
Se tutta la vita è sogno, un sogno eterno e continuo, gli uomini illusi e grotteschi che seguono le promesse di un incerto Messia o applaudono il Papa che benedice dalla camionetta, appartengono alla stessa illusione di chi crocifigge o spara. E la notte del lupo altro non è simbolicamente che questo urlo della storia, che si ripete uguale e variato, una lesione del male che soltanto chi racconta e racconta può credere di curare, come Sheherazade rinvia l’esecuzione. Così Vassalli affianca al protagonista il suo speculare avversario, un “Giuda calunniato ma perverso, perché il male non è che un bene rovesciato, e dalla cronaca si sposta nella leggenda e parte per un’avventura tutta sua attraverso metamorfosi e salti temporali, durante i quali il lettore si accorga che l’avvincente narrazione può anche contenere una morale implicita, quasi idealistica: quella di non credere alla realtà esterna e ai miti imposti, ma piuttosto alle nostre tortuose infantili follie.
Sebastiano Vassalli è nato a Genova e vive in Piemonte. Tra i suoi romanzi più recenti (tutti pubblicati da Einaudi) ricordiamo La notte della cometa, L’ora del mondo, La chimera, Marco e Mattia, Il Cigno, 3012 e Cuore di pietra.
Esperimento con l’India
Autore/i: Manganelli Giorgio
Editore: Adelphi Edizioni
a cura di Ebe Flamini.
pp. 110, Milano
Manganelli è inquieto, sull’aereo che lo porta per la prima volta verso l’India, questa «casa madre dell’Assoluto» – inquieto come tutti noi, perché l’India è stata e continua a essere lo shock per eccellenza, fisico e metafisico. Perciò chiamerà queste pagine «esperimento con l’India»: perché l’India toglie al viaggiatore la sua naturale sovranità e distanza. Così ogni «esperimento con l’India» è innanzitutto un esperimento con se stessi, un consegnarsi al «deposito dei sogni, l’unico luogo dove esistono ancora gli dèi, ma come delegati di un Dio sprofondato in sé medesimo, e contemporaneamente incarnato dovunque, un luogo di templi e di lebbrosi, dal quale il sorriso di Buddha o di Śiva non sono mai stati cancellati, morbidi e incomprensibili, estatici e mortali».
Viaggiatore tardivo e magistrale, Manganelli seppe mettere la sua prosa, cresciuta nello spazio sigillato della mente, alla prova del mondo, illuminandolo con una naturalezza e una leggerezza sconcertanti. Questo viaggio in India avvenne nel 1975: l’autore ne scrisse subito il resoconto, che qui appare per la prima volta in forma di libro.
Goddess – La Dea
Titolo originale: Goddess
Autore/i: Victor Barbara
Editore: Sperling & Kupfer Editori
prima edizione, ringraziamenti e nota dell’autrice, traduzione Fabio Paracchini, collana: Nuoviritmi collana diretta da Massimo Cotto.
pp. 384, ill. a colori e in b/n f.t., Milano
Barbara Victor propone una biografia di Madonna, nota rockstar la cui carriera è giunta quasi al trentesimo anno d’età . Un viaggio nell’anima della cantante, tra i suoi capricci e le sue magiche intuizioni, i suoi scandali e le trasformazioni, che non tardano a diventare moda. La favola appassionante di una material girl che continua ad aver voglia di stupire, come cantante ma anche come moglie e come madre.Quello che ti sembra di possedere, quando compri uno dei suoi album, non è solo la sua musica provocatoria o struggente, non sono i testi che parlano di religione e bisessualità , di amore, maternità e morte. Quello che lei ti illude di possedere è lei stessa: capricciosa, calcolatrice, sensuale, pragmatica…«Più che sogni, Madonna ha obiettivi», scrive l’autrice, una giornalista che ha seguito la star negli ultimi dodici anni. Documentatissima e corredata da uno splendido inserto fotografico a colori, una biografia che traccia l’anima della material girl più famosa del mondo.
Barbara Victor, americana, è una giornalista che ha coperto a lungo l’area mediorientale, scrivendo per testate come Life Magazine, Elle e The International Herald Tribune. Attualmente collabora con Politique Internationale, Madame Figaro e la BFM Radio.
Ringraziamenti
Nota dellautrice
- Don’t Cry For Me Argentina
- Who’s That Girl?
- Lucky Star
- Material Girl
- Blond Ambition
- Epilogo
Fonti
Quando la Vita ti Viene a Trovare – Lucrezio, Seneca e Noi
Autore/i: Dionigi Ivano
Editore: Editori Laterza
prima edizione, prologo dell’autore, collana: I Robinson/Letture.
pp. 134, Bari
…Per una meravigliosa e tremenda ambiguità linguistica, la morte e la vita sono iscritte nella stessa parola bios: bÃos è vita, bÃos è arco. Noi siamo così un cerchio incompiuto, imperfetto, un arco, in cui inizio e fine non coincidono…
Per una meravigliosa e tremenda ambiguità linguistica, la morte e la vita sono iscritte nella stessa parola bios: bÃos è vita, biós è arco. Noi siamo così un cerchio incompiuto, imperfetto, un arco, in cui inizio e fine non coincidono.
Solitari restare a riva a osservare le tempeste della vita o salire a bordo senza troppo curarci dei compagni di viaggio? Seguire le leggi del cosmo o le leggi dell’io? Scegliere la politicao l’antipolitica? Il negotium o l’otium? Credere o capire di fronte a Dio e alla morte? Seguire la lezione dei padri o la rivoluzione dei figli? Basta volgere lo sguardo al mondo classico di Atene e Roma per trovare i nostri più naturali interlocutori, coloro che ci hanno preceduti nelle nostre stesse domande. Lucrezio e Seneca hanno fatto il controcanto al presente ponendosi le domande ultime. Non importa quali risposte abbiano dato, importa invece la loro allergia al pensiero unico, tanto da averci prospettato concezioni diverse e rivali del mondo. Importa il coraggio di sperimentare, in solitudine e in autonomia, cosa significa sopportare la verità quando la vita ti viene a trovare. A loro dobbiamo rivolgerci per ricordarci come eravamo e come potremmo essere.
Ivano Dionigi (Pesaro, 20 febbraio 1948) è un latinista, accademico e rettore italiano. Professore ordinario di letteratura latina, è stato Magnifico Rettore dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna dal 2009 al 2015; è membro dell’Accademia delle Scienze di Bologna e del Centro Studi Ciceroniani. Il 10 novembre 2012 viene nominato da Benedetto XVI presidente della neonata Pontificia Accademia di Latinità . Negli anni i suoi studi si sono orientati soprattutto su Lucrezio e su Seneca, sul rapporto tra Cristiani e Pagani, sulla fortuna dei Classici nella cultura e tradizione italiana ed europea. Tra volumi, saggi e articoli, è titolare di oltre un centinaio di pubblicazioni.
Prologo: Finis
Parte prima
I. – La vita ideale
- La domanda delle domande
- La vita attiva
- La vita contemplativa
- L’otium militante
- Via dalla pazza folla
- Contro la democrazia
II. – La felicitÃ
- Un’assenza più che una presenza
- Rimuovi ciò che ti turba
- Vivi secondo natura
- Un’altra idea di felicitÃ
III. – Stare o andare
- Per quanto tu possa camminare
- Cambiare l’animo, non il clima
- L’esplorazione del mondo
- L’esplorazione di secondo
IV. – Apparenza e realtÃ
- Dalle tenebre alla luce
- Il progresso, la lingua e il potere
- L’illusione dell’amore
- La paura della morte
Parte seconda
- Intermezzo: La prima volta
- Dialogo tra Lucrezio e Seneca
Note
Il Giorno del Perdono
Autore/i: Valverde José MarÃa
Editore: Edizioni Empiria
testo originale a fronte, introduzione e cura di Francesco Tentori Montaldo, premessa dell’autore, volume dipinto a mano e numerato, nostro esemplare 8/100.
pp. 68, Roma
Dalla premessa dell’autore:
“Che cosa potrei dire in questa occasione poesia? Borges, in una delle boutades che forse resteranno come il meglio di lui, disse una volta: – So ben poco di me; non so neanche la data della mia morte. Il poeta non può essere critico della propria opera, perché
non la può «leggere», in quanto si trova dentro di essa.
Avrò raggiunto in qualche poesia quel «non so che» che può far durare i versi nella memoria? Confido, se non altro, che la mia opera poetica – non più di 250 pagine, scritte nello spazio di oltre quarant’anni — non sia troppo noiosa, grazie alla circostanza d’essermi fatto guidare da ciò che la vita mi presentava sotto una luce mutevole, guardando a un orizzonte sempre più vasto e complesso, e seguendo il filo d’una riflessione che forse s’è andata facendo sempre meno puramente lirica e sempre più morale e intellettuale.[…]”
In copertina: particolare del paliotto dell’arcangelo Michele. Museo de Arte de Cataluña, fine sec. XII, foto di G. Caprilli.
Lezioni di Voce – Come Parlare per Essere Ascoltati
Titolo originale: The Dance of Connection
Autore/i: Lerner Harriet
Editore: Edizioni Corbaccio
traduzione di Maria Barbara Piccioli, prologo dell’autrice.
pp. 256, Milano
In Lezioni di voce l’autrice ci mostra come trovare la nostra vera voce con le persone che ci importano di più e quindi come «mettere a posto le cose» e come guarire i contrasti più dolorosi. Vengono analizzati alcuni dei problemi più difficili che dobbiamo affrontare con le persone che ci feriscono: «Qual è la mossa chiave per trasformare una conversazione?», «Come possiamo ritrovare la nostra voce quando ci sentiamo rifiutati o tagliati fuori?», «Che cosa possiamo fare quando il nostro interlocutore ci aggredisce con critiche, atteggiamenti negativi, richieste, comportamenti irresponsabili?» Attraverso esempi di vita vissuta questo libro mette ognuno di noi nelle condizioni di comprendere come ci sentiamo, come intendiamo esprimerci e che cosa vogliamo ottenere parlando dei nostri sentimenti. Andando al di là delle «tecniche di comunicazione» ci offre delle innovative «lezioni di voce» attraverso le quali aumentare concretamente le probabilità di essere ascoltati e di tenere aperta la via del dialogo, nonostante la presenza di emozioni conflittuali e complesse, di incomprensioni e di silenzi.
Come dice l’autrice: «Sono le nostre conversazioni a inventarci… Il modo in cui usiamo la nostra voce determina la qualità dei nostri rapporti, chi siamo nel mondo e quello che il mondo è e potrebbe diventare. È evidente, quindi, che la posta in gioco è alta».
Harriet Lerner è conosciuta in tutto il mondo come esperta di psicologia femminile e di rapporti familiari. Psicologa clinica e psicoterapeuta, è anche conferenziera, consulente e organizzatrice di seminari. Da Corbaccio sono usciti La danza della rabbia, La danza dell’intimità , e Essere madre.
Il Comunismo e la Guerra
Autore/i: Negri Antonio
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
unica edizione, in copertina: una maschera del Bread and Puppet Theater.
pp. 144, Milano
“Teoricamente la sintesi fra lavoro e politica, cioè fra movimento del valore d’uso e costituzione di classe operaia, cioè fra tendenza al rifiuto del lavoro e processo di estinzione dello Stato, non sembra che debba svilupparsi dentro le difficoltà radicali che la tradizione dei classici e l’esperienza reale del socialismo residuavano. La normatività comunista si sviluppa invece in maniera puntualmente legata alla particolarità del movimento del soggetto proletario. Lo sviluppo della particolarità alla generalità del comando deve darsi all’interno del processo di autovalorizzizione, deve darsi come processo costitutivo. Il comando proletario è una movenza di quella logica della guerra che costituisce la stessa realtà del soggetto. La normatività non è un elemento scisso, distinto dell’istituzionalità proletaria. Né si tratta, a questo punto, di risolvere il problema appiattendolo sull’unità di diversi aspetti, quasi che le due funzioni non fossero comunque differenti. Il problema può dirsi risolto quando la normatività è costruita come comportamento della socialità del lavoro vivo, nella misura stessa in cui questo si pone, si forma, si costruisce come soggetto, come indipendenza, come separazione. La logica della guerra va insistita come logica ricompositiva ed immediatamente normativa”.
Antonio Negri è ordinario di Dottrina dello Stato all’Università di Padova, dove fa parte del Collettivo di Scienze Politiche. Ha pubblicato alcuni saggi di storia del pensiero politico e di critica marxista delle istituzioni, tra cui, da Feltrinelli: Descartes politico o della ragionevole ideologia, 1970; Crisi dello Stato-piano, 1974; Proletari e stato, 1976; Il dominio e il sabotaggio, 1977; La forma stato, 1977; Marx oltre Marx, 1979; e, come coautore, Operai e stato, 1972; Crisi e organizzazione operaia, 1974. Fino al momento della sua carcerazione avvenuta il 7 aprile 1979 ha insegnato anche all’Università di Parigi e alla Scuola Normale superiore di Rue d’Ulm (Parigi).
Amore e Odio
Titolo originale: Zur Phänomenologie und Theorie der Sympathiegefühle und von Liebe und Hass
Autore/i: Scheler Max
Editore: SugarCo Edizioni
unica edizione, traduzione, prefazione e cura di Andrea Zhok, premessa dell’autore, in copertina: Viso erettile, olio di Victor Brauner, 1962.
pp. 168, Milano
Già collocato da Lukács nell’inferno de «La distruzione della ragione» insieme con gli altri pensatori «irrazionalisti» (leggi Nietzsche, Dilthey, Simmel, Spengler, Heidegger, Jaspers ecc.), Scheler si pose il compito, dopo il suo incontro con la fenomenologia di Husserl, di affrontare con il metodo fenomenologico il problema dell’etica. Per Scheler il vero contenuto dell’etica sono i valori, che, assoluti ed eterni, possono essere colti solo intuitivamente. Nell’opera che qui presentiamo, Scheler cerca di definire, nella prospettiva di questa teoria, il fondamento unitario dei valori che egli individua nell’amore alla cui nozione è attribuito il compito di mostrare il punto di contatto tra lo spirito e la corporeità . In un ulteriore approfondimento teorico vengono analizzati, fenomenologicamente, i rapporti tra esseri umani e valori. Come soggetti o come individui gli esseri viventi sono certo capaci di simpatia o pietà , ma solo come «persone», come unità di atti intenzionali, sono in grado di apprendere i valori a cominciare dall’amore.
Max Scheler (Monaco 1874-Francoforte 1928), allievo di Dilthey e di Simmel, fortemente influenzato da Nietzsche e poi da Husserl, pose alla base della sua speculazione filosofica il problema dell’etica e dei valori. Tra le sue opere ricordiamo Il formalismo dell’etica e l’etica materiale dei valori (1916), Le forme del sapere e la società (1926), La posizione dell’uomo nel cosmo (1927).
La Polvere di Simpatia
Autore/i: Digby Kenelm
Editore: Sellerio Editore
introduzione, traduzione dal francese e cura di Anna Maria Rubino.
pp. 168, Palermo
Un Discorso sulla «polvere di simpatia» – cura che Digby sostiene di aver conosciuto per primo in Europa – nel quale «si ritrovano alcune delle teorie più significative del pensiero scientifico secentesco» (Anna Maria Rubino).
Questo Discorso fu pronunciato nel 1657 a Montpellier e pubblicato l’anno dopo col titolo Discours fait en une célèbre assemblée, par le chevalier Digby, Chancelier de la reine de la Grande Bretagne, touchant la guérison des plaies par la poudre de sympathie. Où la composition est enseignée, et plusieurs autres merveilles de la nature sont développées.
Titolo originale: Discours fait en une célèbre assemblée, par le chevalier Digby, Chancelier de la reine de la Grande Bretagne, touchant la guérison des plaies par la poudre de sympathie. Où la composition est enseignée, et plusieurs autres merveilles de la nature sont développées.
Kenelm Digby (Gayhurst, 1603-Londra, 1665) scienziato e filosofo, cortigiano, corsaro e forse spia per un certo periodo, viaggiò molto e visse in esilio gli anni della Rivoluzione inglese. Scrisse anche: Observations upon Religio Medici e Two Treatises (sull’anima e sul corpo).
La Panne
Una storia ancora possibile
Autore/i: Dürrenmatt Friedrich
Editore: Giulio Einaudi Editore
traduzione di Eugenio Bernardi.
pp. 76, Torino
Un banale incidente costringe Alfredo Traps, rappresentante di articoli tessili, a fermarsi in un paese. La palme non gli spiace, una notte fuori casa può sempre offrire un’avventura.
Ma la casa che lo ospita, quella di un vecchio giudice a riposo, non è quanto s’aspettava. Infatti, invece di qualche compagnia femminile, il rappresentante trova quattro vecchietti, tutti ex uomini di legge, che gli spiegano il loro unico passatempo: rifare dei famosi processi storici come quello di Socrate, di Gesù, di Giovanna d’Arco. Ma il gioco, aggiungono, diventava più bello con del materiale vivente. E cosà Traps, tra una vecchia bottiglia di Bordeaux e un Réserve des Maréchaux, si ritrova in veste di imputato.
L’atmosfera diventa sempre più inquietante: il gioco scivola nella realtà per poi tornare gioco, in uno sfasamento continuo abilmente orchestrato dai quattro diabolici vecchietti.
Traps parla, si confessa: la sua vita banale sembra acquistare improvvisamente risvolti cruenti. Il rappresentante di articoli tessili che sbadatamente sognava un’avventura si sente rivelato e si rivela attraverso un esercizio di raffinate sevizie mentali, dove la posta finale può sciogliersi in una risata generale o in una condanna alla forca.
Friedrich Dürrenmatt è nato nel 1921, e dal 1952 abita a Neuchatel. Per alcuni anni è stato responsabile per i testi drammatici al teatro di Basilea, per il quale ha prodotto le sue riduzioni teatrali. Tra i suoi numerosi drammi: La visita della vecchia signora (Feltrinelli, 1959), Il matrimonio del signor Mississippi (Einaudi, 1960) e I fisici (Einaudi, 1972). Dürrenmatt è anche autore di numerosi radiodrammi, racconti e novelle. Tra i suoi romanzi: La promessa (Feltrinelli, 1959), Il giudice e il suo boia (Feltrinelli, 1960) e Il sospetto (Feltrinelli, 1960).
Il Doppio
Il significato del sosia nella letteratura e nel folklore
Autore/i: Rank Otto
Editore: SugarCo Edizioni
prefazione di Luigi Guidi-Buffarini e Valeria La Via, traduzione di Maria Grazia Cocconi Poli.
pp. 112, Milano
Pubblicato per la prima volta nel 1914 su «Imago», la rivista della leggendaria Società psicoanalitica viennese dedicata alle ricerche su argomenti artistici, letterari e etnologici, questo saggio di Rank rappresenta uno degli studi più penetranti sul problema de] Doppio nella letteratura e nel folklore.
La figura del sosia, che compare costantemente nei miti primitivi così come nella creazione letteraria moderna, consente all’analisi di Rank di far emergere una fra le più suggestive e originali teorie sulla psicologia dell’artista: quella di un eroe moderno che cerca disperatamente di esorcizzare con la sua arte l’ombra terribile che lo perseguita e lo distruggerà : la morte.
Otto Rank, 1884-1939, nacque a Vienna ed entrò a far parte giovanissimo degli intimi di Freud. Segretario, fin dall’inizio, della Società psicoanalitica viennese, fu redattore, insieme a Hans Sachs, della rivista «Imago» e direttore dell’«Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse». Delle sue opere tradotte in italiano segnaliamo, pubblicate nella collana Tasco: L’artista e Il mito della nascita dell’eroe. Rank morì per una malattia infettiva un mese dopo Freud.
Feng-Shui or the Rudiments of Natural Science in China
Autore/i: Eitel Ernest J.
Editore: Cokaygne
with a foreword by John Michell, photographs by Ernst Borschmann.
pp. x-86, plates in b/w f.t., Cambridge
“This well known word means wind-water, but its wider sense stands for the relations to the surrounding nature, the influence of the landscape on the beauty of the buildings and the happiness of the inhabitants.” (Ernst Borschman)
Ernest J. Eitel, a missionary who worked in China, learned firsthand about the oral tradition of feng-shui and its philosophical roots, which span a range of thought from Taoism and Buddhism to ancient rural magic.
Il Derby – Capannelle, 120 Anni al Galoppo
Autore/i: Mei Piero
Editore: Edizione Il Parnaso
questo volume è stato realizzato grazie alla sensibilità culturale di Hippo Group Roma Capannelle, immagine di copertina: «Corse alle Capannelle alla fine dell’Ottocento» Pietro Sassi – Olio su tela – Collezione Arturo Amici.
pp. 178, nn. ill. in b/n, Roma
Sommario:
1884: Andreina – A tempo di rock
Destra, Sinistra e Eros all’Ippodromo – Cronaca speciale di Gabriele D’Annunzio per il Derby di Andreina e lo steeple di quel giorno a Capannelle
1897: Hira – Un colpo di pugnale
Quel biglietto di cartone – Geno Pampaloni, il nonno maniscalco a Colle Val D’Elsa e cinque lire scommesse e perse su di un “cavallino”
1921: Rembrandt – Le cose in comune
Il gioco dei perché fatto scientificamente – Desmond Morris in tre domande e tre risposte: perché i cavalli corrono, perché c’è chi va forte e chi va piano
1914: Fausta – Quell’epoca davvero fausta
Per chi suona la campana degli ippodromi – Ernest Hemingway e “il mio vecchio”: racconto di un fantino che incontrò anche Federico Regoli
1926: Apelle – L’architetto degli ippodromi
Pimlico e le corse viste e ascoltate a Roma – Manlio Cancogni guardava i Parioli dalla collina di Villa Glori e “sentiva” le Capannelle dall’Appia Antica
1936: Archidamia – L’ultima donna
Una donna e una cavalla di nome Nanà – Emile Zola a Longchamp il giorno del Grand Prix de Paris, tra belle signore, scommesse, champagne
1938: Nearco – L’imperatore Nearco
Eclipse, il cavallo che eclissò tutti – Luigi Gianoli ha raccontato l’avventura di un giovane puledro nato senza sole. Qualcuno gli sussurrò e lo fece campione
1945: Traghetto – La guerra è guerra
Una cavalcata lunga mezzo secolo – Federico Tesio, l’ippica e le corse alla fine dell’Ottocento e all’inizio del secondo dopoguerra
1948: Leon de S. Marco – È successo un Quarantotto
Quella stangata che non ci fu – Federico Tesio e il Derby d’Epsom del 1844, quando vinse Running Rein che era Maccabeus, aveva 4 anni e le balzane tinte
1955: Ribot- Le ragioni dell’assente
Il cavallo che ascoltava gli uomini – Luigi Gianoli e la storia di Ribot da quando era un “cavallino” al giorno in cui, nel Kentucky, gli parlò in italiano
1961: Lauso – La regina che voleva la TV
Elisabetta lo sa: Dante era un gran cavallo – Fernando Savater: il Derby del 2000, la magia di Epsom tra Sherlock Holmes, l’Aga Khan, e cavalli filosofi di nome
1963: Braccio da Montone – Il cavallo di Marc’Aurelio
Nel Kentucky quel sabato di maggio – William Faulkner al Derby: vide la vittoria di Swaps su Nashua, ma raccontò soprattutto “l’emozione”
1968: Hogarth – Contestazione? No grazie
Sembrava un cavallo ma era una principessa – Guido Gozzano e la favola del ragazzo che fu più furbo d’un negromante: si fece cavallo, lepre, anello e salvò la vittima dello stregone
1972: Gay Lussac – L’avvocato detta legge
Il piacere di una corsa e di una donna – Gabriele D’Annunzio all’ippodromo fra gentlemen, contesse, amori, ostacoli, duelli, cadute, vittorie, sorrisi, perfidie
1975: Orange Bay – La vittadinanza europea
Si può perdere la testa per una testa – “Por una cabeza”: un tango di Carlos Gardel parla di ragazze e cavalli. Lo ballò Al Pacino in Profumo di donna
1977: Sirlad – Il fischio del campione
Il dramma di Fantasio che morì d’un colpo – Manlio Cancogni e la storia del cavallo che restava al palo e il giorno che partì stava vincendo, quando…
1981: Glint of Gold – Il tempo dei Mellon
La vecchiaia dell’imperatore – Marguerite Yourcenar e le memorie di Adriano: la belva era un avversario, ma il cavallo era un amico
1999: Mukhalif – Padri e figli
L’aereo tornò carico di campioni – Daniel Wildenstein, l’arte, i cavalli, Allez France, i fantini e la storia dei Bleus vista da dentro
2002: Rakti – Il gol di Rakti
Il calcio? Meglio guardare una corsa di cavalli – Eugenio Montale e il “patriottismo” dei piedi: il disinteresse per il troppo interessato pallone
2033: Capannelle il Derby che verrÃ
Quell’America tra donne, birre e cavalli – Henry Bukowski e le sue passioni: ippodromi, scommesse, consigli, giornate tra una sbornia e un vincente
Piero Mei lavora a Il Messaggero, per cui ha ricoperto, negli anni, le mansioni di caporedattore sport, cronaca, caporedattore centrale e attualmente di caporedattore cultura e spettacoli. Ha pubblicato diversi libri, fra cui Il Derby e, con Mario Pescante, Le antiche olimpiadi e Giochi da ragazzi. Come inviato ha seguito le ultime quattro edizioni dei Giochi olimpici e i mondiali di calcio di Francia ’98 e Giappone-Corea 2002, oltre a vari giri d’Italia e mondiali di ciclismo.