Libri dalla categoria Dio
I Miracoli Accadono
Curare l’anima attraverso il ricordo delle vite passate
Autore/i: Weiss Brian; Weiss Amy E.
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione degli autori, traduzione di Marina Panatero e Ma Anand Tea Pecunia.
pp. 360, Milano
I miracoli accadono racchiude anni di storie, esperienze, miracoli narrati dai loro protagonisti. Racconta di anime e di anime gemelle, della vita dopo la vita e di esistenze presenti che sono state rivoluzionate da ciò che hanno trovato.
Brian Weiss parla di profonde guarigioni fisiche e insieme spirituali. Di come il dolore possa essere trasformato in serenità e speranza, e di come la realtà spirituale compenetri e arricchisca quella fisica, sempre. Storie che traboccano di saggezza, amore e conoscenza. Raccolte in tutto il mondo, aiuteranno migliaia di persone a superare le difficoltà delle loro vite attuali. Perché aiutare gli altri a guarire, a capire e a evolvere nel proprio sentiero spirituale è il compito più nobile che si possa avere.
Brian Weiss, laureato alla Columbia University e alla Yale Medical School, ha diretto per anni il Dipartimento di psichiatria al Mount Sinai Medical Center di Miami. Attualmente dirige uno studio privato perla terapia regressiva e la psicoterapia spirituale e tiene seminari a livello nazionale e internazionale, corsi e programmi di training. Con Mondadori ha pubblicato Molte vite, un solo amore (1996), Molte vite, molti Maestri (uscito per la prima volta nel 1997), Oltre le porte del tempo(1998), Messaggi dai Maestri (2000), Lo specchio del tempo (2006) e Molte vite, un’anima sola (2007).
Il Risveglio dei Carismi
Una meravigliosa sorpresa per la chiesa di oggi
Autore/i: Falvo Serafino
Editore: Edizioni Paoline
prefazione di Antonio Barruffo S. J.
pp. 224, Cinisello Balsamo (Milano)
Serafino Falvo cosi conclude questo volume: «Con le pagine precedenti, amico lettore, ho cercato di metterti al corrente di una estasiante scoperta che io ho fatto in questi ultimi tempi, entrando nel Rinnovamento carismatico… Il compito che mi sono prefisso, scrivendo queste pagine, non era di offrirti un libro sulla teologia dei Carismi, ma semplicemente d’invogliarti a percorrere una strada finora ignorata, ad avventurarti in un campo ancora del tutto inesplorato.
Ho cercato di persuaderti, Sacra Scrittura alla mano, che Cristo Gesù ti ha investito della sua stessa onnipotenza, qualunque sia il posto che occupi nella Chiesa o qualunque sia il grado di santità da te raggiunto. Ti ho informato con gioia dell’esistenza di miniere d’oro che tu dovrai sfruttare a favore del popolo di Dio. Mi sono sforzato di persuaderti che tu puoi disporre di ricchezze infinite per sovvenire alle necessità dei fratelli di fede. Non dirmi che tu hai già lo Spirito Santo e questo ti basta. Faresti come gli avari che‘-sono contenti solo di accumulare, o come quelle ricche signore che tengono i loro gioielli sotto chiave per ornarsene soltanto in poche circostanze della vita. Lo Spirito Santo non è un tesoro che si può chiudere in cassaforte, ma è vento impetuoso che deve spazzare via nubi e tempeste, è fiume di acqua viva che deve inondare le valli riarse, e fuoco divorante che deve bruciare la terra…».
Il Libro degli Abbracci
Autore/i: Galeano Eduardo
Editore: Sperling & Kupfer Editori
traduzione di Gianfranco Ciabatti.
pp. 282, nn. ill. b/n, Milano
«Quando è sincera, quando nasce dal bisogno di dire, la voce umana non c’è chi possa fermarla. Se le tolgono la bocca, lei parla con le mani, con gli occhi, con i pori, o con quello che sia. Perchè tutti, ma proprio tutti, abbiamo qualcosa da dire agli altri, qualcosa che merita di essere celebrato dagli altri, o perdonato.»
Gli abbracci del titolo non sono addii, ma incontri. Ogni pagina di questo libro è infatti un incontro con la magia della vita, con le cose meravigliose che possono accadere alle persone capaci di guardare e ascoltare la realtà , un universo immensamente più ricco e favoloso della fantasia. Le brevi storie che Galeano ha scelto per questo volume – e che nascono ora dall’esperienza, ora dal ricordo, ora dal sogno – legano insieme piccoli avvenimenti che vale la pena dividere con altri, e che si intrecciano come fili colorati nella trama di un tessuto, grazie a una scrittura piena di profondità e di grazia. E proprio come quelli esse danno origine, tutte insieme, a un disegno che è un’immagine vivida del nostro mondo e lascia indovinare i suoi misteri.
Eduardo Galeano (1940-2015), nato a Montevideo, in Uruguay, tra il 1973, anno del colpo di stato militare, e il 1985 ha vissuto in esilio in Argentina e in Spagna. Giornalista, saggista e scrittore, ha ricevuto premi prestigiosi, fra i quali l’American Book Award dell’università di Washington e il premio Dagerman in Svezia. In Italia gli sono stati conferiti i premi Marenostrum e Pellegrino Artusi per la Solidarietà , e in Spagna il premio Vázquez Montalbán del Fútbol Club Barcelona. È stato il primo scrittore a ottenere il Cultural Freedom Prize della Fondazione Lannan. Nel 2008 è stato nominato Cittadino Illustre del Mercosur. Delle sue opere, tradotte in varie lingue, Sperling & Kupfer ha pubblicato Le vene aperte dell’America Latina, Giorni e notti d’amore e di guerra, A testa in giù, Le labbra del tempo, Il libro degli abbracci, Parole in cammino, Specchi, I figli dei giorni e Splendori e miserie del gioco del calcio.
Guaritori di Fede dell’Himalaia – Medicina e Tradizioni Sciamaniche in Nepal
Titolo originale: Faith-Healers in the Himalaya
Autore/i: Miller J. Casper
Editore: Xenia Edizioni
introduzione dell’autore, traduzione di Allegra De Baggis.
pp. 188, cartine b/n, Milano
«Potranno non incontrarsi fino a quando le rivoluzioni lunari ancora una volta non magnetizzeranno queste distese disabitate attirando loro e centinaia di impazienti pellegrini a kalingchok Mai, la madre dea che è la sorella maggiore degli altri templi e davanti a cui vengono gli jhankri che tremano, danzano e suonano il tamburo con le loro offerte di sangue a chiedere maggiore potere».
Guaritori di fede dell’Himalaia, con la precisione dello studio antropologico e le parole del racconto d’avventura, inizia con il «pellegrinaggio per il potere» ad una cima sacra, scena di magiche battaglie, e prosegue con il racconto affascinante di uno stile di vita tradizionale del Regno Himalaiano, che sta lentamente scomparendo.
La possessione di spiriti, la magia, la stregoneria, le cerimonie di guarigione occulta sono ancora realtà quotidiane nei villaggi del Nepal. Nel suo viaggio nel remoto distretto del Dolakha, una regione di montagna abitata dai Thami. L’autore rivela gli straordinari segreti degli sciamani tradizionali e dei loro clienti.
Casper J. Miller, frate gesuita americano, è missionario in Nepal, dove ha sviluppato un forte interesse per lo studio dell’Antropologia Sociale, delle popolazioni e della musica di questo paese, di cui ha ottenuto la nazionalità nel 1971. Dal 1989 è Decano degli Studi presso il Centro di Formazione Gesuita di Kathmandu.
Amico Stress
Autore/i: Graham Helen
Editore: Xenia Edizioni
introduzione dell’autrice, traduzione di Daniele Bolelli.
pp. 220, figure b/n, Milano
Leggendo questo libro scoprirai che non solo è possibile vivere con meno stress e prendere coscienza delle nostre emozioni, ma anche liberare le energie migliori e più creative che proprio lo stress tende a farci reprimere, conoscendo i condizionamenti per stabilire un atteggiamento positivo verso la vita.
Lo stress può essere considerato come il problema principale dell’uomo moderno, la causa più frequente dei conflitti, dei disagi, delle insofferenze della vita del nostro tempo. Perfino di molte malattie. Ma lo stress è sempre distruttivo? Certamente sì, se non se ne conoscono le cause profonde.
Amico stress ci insegna a identificare i fattori di stress insiti – spesso a nostra insaputa – nel nostro atteggiamento verso la vita ma anche nelle aspettative che gli altri hanno verso di noi, in modo da poter eliminare quelli superflui e trasformare quelli modificabili, così da limitarne i danni e anzi volgere a nostro vantaggio le condizioni stressanti.
Sulla base di anni di esperienze come conduttrice di gruppi di terapia l’autrice espone svariati esercizi di introspezione creativa, esaminandone tutti i possibili effetti «trasformativi»: esercizi di visualizzazione, di autocontrollo, di rilassamento e varie altre tecniche di benessere. Scopriremo che non solo è possibile vivere con meno stress e prendere coscienza delle nostre emozioni, ma anche liberare le energie migliori e più creative che proprio lo stress tende a farci reprimere, conoscendo i condizionamenti per stabilire un atteggiamento positivo verso la vita.
Helen Graham, psicologa scozzese, insegna all’Università di Keele.
Scimmietta ti Amo – Psicologia, Cultura, Esistenza: da Neanderthal agli Scenari Atomici
Autore/i: De Marchi Luigi
Editore: Longanesi & C.
in copertina: «Angstgefühl» di Edvard Munch, litografìa (1893).
pp. 232, Milano
Qual è il filo conduttore sotteso alla vicenda della scimmia umana dalla sua emergenza biologica alle odierne temute apocalissi? Con percezione sintetica e originale delle strutture psicologiche che permangono costanti nell’avvicendarsi di ideologie, istituzioni e culture, Luigi De Marchi rinviene alla radice delle forme di civiltà uno shock esistenziale, ossia quel «trauma primario e ricorrente che la scimmia umana ha subito quando ha preso coscienza del proprio destino di morte, e le sue particolari capacità intellettive e affettive hanno moltiplicato in lei l’angoscia di morte e la sofferenza per la morte dei suoi simili». Pervaso da tale angosciosa consapevolezza, inestricabilmente connessa alla propria dimensione psichica e partecipativa, l’uomo ha esercitato contro di essa la più antica delle rimozioni e la cultura si è così costituita come una serie di formazioni reattivo-difensive a questa minaccia radicale. I miti e i riti da sempre messi in opera per mascherare il tabù originario, cioè per esorcizzare l’angoscia di morte scaricandola in comportamenti ora aggressivi e sadici ora espiatori e masochisti, rivelano così il substrato psicologico della violenza intraspecifica degli umani. La principale forma di elaborazione paranoicale e gregaria dell’angoscia di morte, e perciò la causa storicamente più alta della distruttività e passività umane, appare all’autore il millenarismo religioso e politico, che è stato a un tempo tentativo di fuga e illusione di salvezza. Di fronte alla sua crisi epocale, che è la crisi delle ideologie totalitarie e delle morali coercitive, questa riflessione individua la possibilità di una «mutazione» della cultura umana, capace di promuovere un incremento armonico della vita e radicata nei bisogni emozionali più profondi: il desiderio e l’amore.
Luigi De Marchi, saggista, psicologo e psicoterapista, è stato un pioniere della ricerca psico-sociologica in Italia. È il fondatore della psicopolitica, un metodo di indagane che sviluppa una lettura psicologica delle grandi dinamiche sociali. Protagonista di battaglie per la riforma del costume e per la legalizzazione della contraccezione, è presidente dell’Associazione Italiana per l’Educazione Contraccettiva e Sessuale. Tra le sue opere spiccano: Sesso e civiltà (1959), Sociologia del sesso (1963), Wilhelm Reich: Biografìa di un’idea (1970) e Psicopolitica (1976).
Lettere di un Padre alla Figlia che si Droga
Autore/i: Doddoli Luciano
Editore: Rizzoli
prima edizione, in copertina: foto Larry Shaw – V.I.R Press Agency.
pp. 144, Milano
Un padre scrive alla figlia. È lontana, troppo lontana: perduta nei meandri della droga, sepolta in quel carcere dove non si vede né si ascolta, ma solo ci si consuma. Quel padre cerca di forzare con le parole la più invalicabile delle solitudini. Ma come l’abisso chiama l’abisso, così la disperazione senza nome chiama un’altra disperazione senza nome. È così che ogni parola gettata diventa la punta tagliente di un’autoaccusa e la speranza impossibile diventa un impossibile ricordo. La storia si ripiega sulla preistoria e la saggezza, che anche se esistesse non saprebbe riconoscersi, impara a balbettare il linguaggio dell’infanzia. Il filo dell’amore si intreccia ad altri fili fino a toccare quella distanza che ognuno di noi porta dentro di sé, a stringerla nelle trame sottili di un enigma, di una immagine prossima a dileguarsi sull’orlo tangibile della vita.
Le lettere si fanno racconto ma il racconto era già da sempre in questa dominante essenziale del ricordo, dove chi scrive fa delle sue tensioni irrisolte, delle sue paure e dei suoi spasimi, delle sue stesse tradite dolcezze le linee di un itinerario che non ha principio né fine e assomiglia a un labirinto. È così che Luciano Doddoli trascende il documento e ci mostra l’enigma di un messaggio chiuso in una bottiglia e affidato a quelle acque acherontee che sono quelle del nostro tempo e che hanno ormai sommerso ogni Olimpo. Paradossalmente tuttavia, in quel “paese senza dove” che un teosofo persiano del XII secolo chiamava Nâ-Kojâ-Abâd, e che sta celato dietro l’inferno stesso in cui noi abitiamo, la poesia di questa scrittura trova il suo esatto equilibrio e ci dà il brivido di un oscuro ammaestramento.
Dietro questa storia di lettere c’è una storia segreta dove anche l’ultima delle distanze è compresa. «Vivere e cessare di vivere – diceva Bréton-sono soluzioni immaginarie. L’esistenza è altrove.» (Ferruccio Masini)
Luciano Doddoli è nato a Firenze nel 1928. Dopo studi irregolari iniziò la professione di giornalista nel 1951. Cronista di “nera”, inviato speciale, direttore di settimanali a diffusione nazionale, collaboratore de L’Espresso e di importanti quotidiani, si servì del suo onesto mestiere per eludere, come lui afferma, la vocazione dello scrittore. Autore con Manlio Maradei di opere di divulgazione storica (Storia del Terzo Reich e Storia degli Ultimi Venti Anni), vive e lavora a Roma, ancora come giornalista, ai servizi culturali della Rete Due della Rai-TV.
L’America Ricorre in Appello – Il Rapporto Warren ha Sbagliato?
Titolo originale: Rush to Judgement
Autore/i: Lane Mark
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, introduzione di Hugh Trevor-Roper, prologo dell’autore, traduzione di Ettore Capriolo.
pp. 480, 42 illustrazioni e foto fuori testo, Milano
Dall’introduzione di Hugh Trevor-Roper:
«L’assassinio del presidente Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 nel corso di una visita a Dallas nel Texas, suscitò emozione nel mondo intero. La nota linea politica del presidente e le note opinioni politiche di molti cittadini di Dallas avevano indotto alcuni suoi amici a mettere in dubbio l’opportunità di quella visita, che fu, sotto un certo aspetto, un gesto di sfida o almeno di eccessiva baldanza. Il suo tragico risultato provocò naturalmente un diluvio di voci e di speculazioni, che si moltiplicarono sino a diventare totalmente incontrollabili quando, due giorni dopo, il 24 novembre, il presunto assassino, Lee Harvey Oswald, che aveva ostinatamente respinto l’accusa, venne ammazzato davanti alle telecamere da un uomo che si era intrufolato nel carcere gelosamente custodito di Dallas. Quest’uomo era Jack Ruby, proprietario di un locale notturno cittadino e intimo amico di molti poliziotti.
In quei due giorni il comportamento della polizia di Dallas era stato davvero singolare. Non era riuscita né a impedire l’assassinio né a proteggere il sospetto omicida. Nell’indignazione generale provocata da questo duplice insuccesso, il nuovo presidente, Lyndon B. Johnson, ordinò di trasferire la responsabilità delle indagini dalle autorità statali al governo federale e istituì una speciale Commissione d’inchiesta. Questa Commissione comprendeva senatori, congressmen e funzionari di entrambi i partiti, che si valevano dell’assistenza di avvocati professionisti.[…]»
Dante Fedele d’Amore
Autore/i: Alessandrini Mario
Editore: Editrice Atanòr
premessa dell’autore.
pp. 200, Roma
Dalla premessa dell’autore:
«In un precedente volume (Cecco d’Ascoli, M. Alessandrini, Roma 1955), abbiamo cercato di esporre in termini molto succinti i punti fondamentali della complessa questione dei Fedeli d’Amore, che coinvolge, come è noto, una nuova interpretazione di tanta parte dalla poesia di Dante e del dolce stil nuovo. Tornando a parlarne in questa nuova serie di scritti, vorremmo evitare di ripetere cose già dette, ma non potendo d’altra parte attenderci che tutti i lettori conoscano i termini della questione – se ne parla il meno possibile e la maggior parte delle opere che ne trattano, sono da tempo esaurite e non più ristampate – non possiamo esimerci dal far precedere questi nostri studi da qualche cenno riassuntivo, che serva di guida al lettore meno informato.
Nessuna storia della letteratura italiana ne tratta di proposito e nessun dizionario enciclopedico ha una voce per i Fedeli di Amore, pur avendoli Dante più volte ed esplicitamente nominati. Insomma un avverso destino (se pure si può chiamare cosi il deliberato proposito di non parlarne) pare che contribuisca a rendere sempre più inafferrabile il significato di quella poesia d’amore, che ha trovato in Dante il suo più alto interprete.[…]»
- Premessa
- Carboneria medioevale
- Le parole del gergo
- Amor mi spira
- I comandamenti d’Amore
- Beata Beatrix
- La nemica del canto
- La canzone della liberalitÃ
- Lisetta
- Matelda
- Maria e Lucia
- Dante a Porciano
- Manichiamo introcque
- La natura asinina
- Dante e la proprietÃ
- Falsi Fedeli d’Amore
- Transfughi d’Amore
- I cavalli di messer Francesco
- Pier della Vigna
- Cunizza
- Il gran rifiuto
Appendice
Le canzoni pietrose
Dibattiti della Società Psicoanalitica di VIenna • 1906 – 1908
Autore/i: Autori vari
Editore: Bollati Boringhieri Editore
a cura di Herman Nunberg e Ernst Federn, introduzione di Herman Nunberg, traduzione di Ada Cinato.
pp. 404, ill. b/n, Torino
Questo è il primo di tre volumi che presentano nella loro interezza i verbali della Società psicoanalitica di Vienna dal 1906 al 1915, permettendoci di seguire il “gruppo del mercoledì sera” – gruppo eterogeneo composto da intellettuali di varie discipline che si riuniva settimanalmente in casa di Freud – nel suo sviluppo in una società di psicoanalisti.
Ma nonostante l’indiscutibile valore dei verbali come cronaca della maggiore età della psicoanalisi e della sua diffusione ed evoluzione, il loro pregio non è solo d’ordine storico.
Dopo l’interruzione dei rapporti epistolari con Fliess nel 1902, Freud trovò nel “gruppo del mercoledì sera” il suo nuovo uditorio. Le discussioni ci rivelano, forse in modo ancora più chiaro che i suoi scritti, come Freud in base ai risultati via via acquisiti attraverso la sua crescente esperienza apportasse modifiche ai concetti precedenti, e quando e con quali osservazioni egli indicasse nuovi problemi, e come solo pochi tra i primi allievi e seguaci ne afferrassero allora l’intero significato.
Svelandoci quel fermento intellettuale che caratterizzò la prima fase di sviluppo della psicoanalisi, i verbali sono una fonte insostituibile di notizie ed esperienze, non facilmente reperibili altrove, per una insolita conoscenza della psicoanalisi come sistema teorico e fenomeno culturale.
Il Bricolage Religioso
Sincretismo e nuova religiositÃ
Autore/i: Lucà Trombetta Pino
Editore: Edizioni Dedalo
introduzione dell’autore.
pp. 168, Bari
Il bricolage come espressione del bisogno di ripristinare un senso forte e globale della trascendenza in una società che ha confinato le religioni in ambiti sempre più ristretti e specialistici.
Il libro esamina un modo diffuso di rapportarsi al soprannaturale, in Italia e altrove, in cui ciascuno costruisce il proprio universo di senso ultimo con verità , pratiche, esperienze attinte da tradizioni e fonti eterogenee. Quest’atteggiamento da bricoleur spirituale viene interpretato da molti come un rifugiarsi in una religiosità opportunista, che maschera il sostanziale disinteresse per la religione dell’individuo contemporaneo, immerso in un universo materialista e mercantile; l’autore avanza invece un’ipotesi diversa. Il bricolage viene visto come espressione del bisogno di ripristinare un senso forte e globale della trascendenza che molti avvertono minacciato nelle nostre società che hanno confinato le religioni in ambiti ristretti e specialistici. Reinterpretando antiche verità e integrandole con altre attinte dal ricco mercato di offerte spirituali e di fini ultimi, il bricoleur tenta, paradossalmente, di risacralizzare il mondo, e lo fa manipolando e sintetizzando significati che appaiano compatibili con la percezione che egli ha di esso.
Pino Lucà Trombetta (Messina 1949) lavora presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna e insegna Sociologia alla Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario di questa città . Si occupa da anni di tematiche legate alla religiosità e, in particolare, al bricolage e al sincretismo religioso. Su questi temi ha condotto ricerche in Brasile e in USA. Fra le sue pubblicazioni: La confessione della lussuria: definizione e controllo del piacere nel Cattolicesimo (Costa & Nolan, Genova 1991), Sincretismo e formazione dell’identità in “Religioni e società ”, 1996, I giovani e il sacro (CLUEB, Bologna 2000), Il mercato delle religioni (a cura di), numero monografico della rivista “Inchiesta”, 2002.
Il Fado
Storia e cultura della canzone portoghese
Autore/i: Vieira Nery Rui
Editore: Donzelli Editore
edizione italiana a cura di Vincenzo Arsillo, traduzione dal portoghese di Vanessa Castagna.
pp. IX-310, con cento illustrazioni a colori a colori e b/n f.t., Roma
Raccontare il fado, le sue origini e le sue trasformazioni significa prima ancora ricostruire la storia della cultura portoghese e della sua immagine nel mondo. Al contempo genere musicale e poetico, il fado nasce come una danza. Muovendo dal Brasile agli inizi dell’Ottocento, sbarca a Lisbona nei locali malfamati e nei salotti borghesi, come pure nel teatro satirico, tra la fine di quel secolo e gli inizi del Novecento. Da fenomeno marginale a emblema di un popolo e della sua civiltà , il fado è tuttora parte integrante della tradizione familiare dei quartieri popolari di Lisbona. E lo è in modo talmente radicato da essere riuscito nel tempo ad integrarsi ai nuovi media, influenzando la cultura pop in molte delle sue forme. Passata la stagione delle sue presunte implicazioni politico-ideologiche – da un lato, l’uso propagandistico che di esso ne fece il regime di Salazar, e dall’altro la sua antica anima di canto di protesta – la tradizione del fado trova oggi nuova linfa nel movimento internazionale di risposta alla globalizzazione attraverso la valorizzazione delle identità locali. Attraverso un appassionante percorso narrativo, arricchito da uno straordinario apparato di illustrazioni, l’autore – tra i massimi esperti mondiali di fado – ci accompagna fino alle più recenti espressioni di una tradizione musicale che nell’immaginario collettivo non ha mai cessato di essere il simbolo stesso della cultura e del carattere del popolo portoghese.
Rui Vieira Nery, musicologo, è professore all’Università di Évora e direttore aggiunto presso il Dipartimento di Musica della Fondazione Gulbenkian di Lisbona. Autore di numerosi studi sulla storia e la tradizione della musica portoghese, è considerato uno dei maggiori esperti internazionali di fado.
Vincenzo Arsillo è professore di Letteratura portoghese e brasiliana all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
La Vendetta dei Faraoni
Autore/i: Naud Yves
Editore: Fratelli Melita Editori
traduzione di Tina Simonetti.
pp. 500, tavv. b/n f.t., La Spezia
«La morte colpirà con le sue ali chiunque disturberà il riposo del faraone.» (Testo di una tavoletta trovata nella camera funebre di Tutankhamon.)
L’Uomo Nuovo
Iniziazione nell’era dell’acquario
Autore/i: Spinetta Jean
Editore: Edizioni Mediterranee
introduzione dell’autore, traduzione di Gabriella Campioni e Mila Ponti.
pp. 240, 16 ill. b/n, Roma
Assistiamo, nella nostra epoca, a un rinnovamento della tradizione. Le parole “spiritualità ” o “iniziazione” interessano sempre più diffusamente. Vi sono molti che presentano questi argomenti visti da varie angolazioni, ma l’abbondanza di testi può disorientare il ricercatore che desidera inoltrarsi sul sentiero spirituale, facendogli correre il rischio di confondere tutto. Il preciso obiettivo di quest’opera è quello di fornire i giusti criteri a chi ricerca affinché veda chiaro e abbia una visione sintetica del lavoro che può fare su di sé nel tempo in cui viviamo. Sicuramente, tutto evolve nell’universo. L’iniziazione negli ultimi due secoli non è più quella praticata in Egitto, in Grecia né nell’India antica; alcuni metodi validi tremila anni fa oggi non lo sono più. Il ricercatore non deve dimenticare che il lavoro su di sé compiuto con Amore conta più della conoscenza. Questo è anche un libro pratico, che presenta diversi metodi capaci di favorire l’armonia interiore: starà a ciascuno sperimentarli e vedere quali fra tutti producono risultati migliori e sono più efficaci. L’Autore non pretende di offrire la verità assoluta, dal momento che quanti sono gli individui, tante sono le vie, e, dunque, altrettante e diverse sono le verità . Egli invita il lettore ad accompagnarlo nell’esplorazione dei continenti interiori che conducono a questa luce e lo fa con la consapevolezza che l’essere umano evolve incessantemente.
Jean Spinetta, nato a Nizza, ha compiuto studi di diritto e di lingua e civilizzazione inglese e americana. Divenuto professore di economia di liceo, è stato attratto dallo studio della morfopsicologia, per il suo desiderio di conoscere e comprendere sempre più se stessi e gli altri. Nel 1983 consegue il diploma la Societé francaise de Morphopsychologie. Dal 1984 insegna questa disciplina, con corsi e seminari, a Nizza, ad Aix-en-Provence e in Italia. Nello stesso tempo i suoi interessi per lo studio dei potenziali umani lo portano ad approfondire gli studi sul simbolismo e la tradizione iniziatica, su cui tiene frequenti conferenze. Per le Edizioni Mediterranee ha pubblicato Tecniche Iniziatiche, Volto e Personalità .
Il Padre Nostro
Preghiera dei figli
Autore/i: Pronzato Alessandro
Editore: Piero Gribaudi Editori
pp. 300, Torino
Il Padre nostro è il punto d’arrivo, la sintesi dei testi più significativi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Non può quindi essere una preghiera occasionale. In essa convergono le linee essenziali dell’insegnamento di Gesù, si condensano le lezioni fondamentali del vangelo, emergono i punti qualificanti della comunità cristiana, si intrecciano le dimensioni tipiche della Rivelazione; e quindi si precisano i lineamenti irrinunciabili del cristiano, del discepolo. Non è dunque preghiera che ci nasconda. È, al contrario, la preghiera che più di ogni altra ci rivela, ci fa riconoscere, ci espone.
«Osiamo dire…»: e perciò «siamo obbligati ad essere».
Il Padre nostro, in più, ci dà un volto. Si, forse una preghiera come specchio.
Ma uno specchio che ci costringe a ricordare: non solo il nostro volto, ma il Padre, il fratello e il mondo intero che dev’essere trasformato.
È l’opera di noi figli; a nostra volta genitori d’una realtà aperta alle nostre mani e al nostro cuore…
Dal Movimento dei Lumi al Movimento dei Popoli – L’Europa tra Illuminismo e Rivoluzione
Autore/i: Diaz Furio
Editore: Società Editrice Il Mulino
prefazione e premessa dell’autore.
pp. 688, Bologna
Nuovo capitolo di quella storiografia sul Settecento europeo che già annovera contributi significativi – in primo luogo l’imprescindibile «Settecento riformatore» di Franco Venturi – questo volume fornisce un ricco e articolato quadro di sintesi che dagli anni Quaranta del secolo XVIII si snoda sino al 18 brumaio del 1799. Originale dunque nella periodizzazione, se gli abituali studi sul Settecento si arrestano con la dissoluzione dell’«ancien régime», alle soglie dell’esplosione rivoluzionaria. E innovativo anche nel suo ripercorrere la vicenda di idee, di battaglie civili, di tentativi di riforma che costellano l’età dei lumi, secondo un’«arrière penseé» tesa a focalizzare alcuni aspetti che tutta quella vicenda avrà – certo senza nessuna meccanica filiazione – nelle rivoluzioni d’America e di Francia. Una rilettura quindi attenta soprattutto a quel problema della rappresentanza che, dalla funzione conservatrice e spesso reazionaria dei «corpi intermedi» dell’«ancien régime» (États, Stènde, Stamenti, Parlamenti), trapassa nei popoli in movimento e nella loro ansia di assicurare l’esatta espressione della propria volontà nell’opera degli organi a ciò delegati. Questo filone, schematico e arido nelle trattazioni degli storici delle dottrine politiche o giuridico-costituzionali, si anima invece di suggestioni se resta uno dei principali motivi che corrono al fondo di tanti sviluppi, di idee e di fatti, per emergere come il criterio fondamentale che guida gli insorti americani nel definire la propria costituzione, o come il vano tormento dei rivoluzionari francesi dopo Termidoro, quando ferveva il tentativo di stabilizzare infine la recente rivoluzione in una «repubblica rappresentativa».
Furio Diaz insegna Storia moderna nella Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue opere principali: «Voltaire storico» (Torino, 1958), «Francesco Maria Gianni. Dalla burocrazia alla politica sotto Pietro Leopoldo di Toscana» (Milano-Napoli, 1966), «Per una storia illuministica» (Napoli, 1973), «Filosofia e politica del Settecento francese» (Torino, 1973) e «Il Granducato di Toscana. I Medici» (Torino, 1982).
Prefazione. – I. Premessa. – II. Il diffondersi delle «lumières». – III. Organi rappresentativi e forze di conservazione. – IV. Una società aristocratica?. – V. Il «trend» è positivo ma il bilancio è in deficit. – VI. Successi e sconfitte del movimento dei lumi. – VII. L’ascesa di nuove potenze e nuove forze sulla scena mondiale. – VIII. La svolta degli anni Settanta-Ottanta. IX. L’orma della rivoluzione di Francia.
Storia della Stupidità Militare – Da Crasso al Vietnan
Titolo originale: From the Jaws of Victory
Autore/i: Fair Charles
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, prefazione all’edizione italiana dell’autore, traduzione di Vittorio Ghinelli.
pp. VIII-388, Milano
La teoria dell’incompetenza progressiva applicata al mestiere delle armi: venti secoli di battaglie visti da un’angolazione sconcertante e del tutto nuova: le caratteristiche, le cause e gli effetti della stupidità nei comandi supremi. Un albo d’onore alla rovescia del «genio militare» nelle sue più strepitose glorie negative, dalla débà cle delle quadrate legioni di Roma nella guerra partica gestita da Marco Licinio Crasso, alla raffinatissima tecnica degli insuccessi nordamericani nel Vietnam. Questa è l’inconsueta storia fatta rivivere da Charles Fair: una spettacolare rassegna, documentatissima e amaramente sarcastica, che raccoglie ed esamina, nelle loro comiche e più spesso tragiche conseguenze, gli incredibili miti, le funeste megalomanie, i deliri depressivi e le grandiose cecità dei «grandi condottieri», gli orgogliosi pregiudizi, le folli certezze e le scientifiche assurdità dei «signori della guerra». Tirati giù dal loro Olimpo risonante di bronzi si allineano, nelle pagine di Storia della stupidità militare, fanatici e stravolti imperatori-strateghi, re-soldati e politiciguerrieri; generali d’ogni nazione e d’ogni tempo gareggiano per vertiginosa leggerezza nel difficilissimo compito di comandare uomini in armi (clamorosi esempi: il nordamericano Burnside durante la Guerra di Secessione e l’inglese Haig nel primo conflitto mondiale); infallibili politici che ebbero enormi
responsabilità militari (come Churchill, Hitler, Stalin) si rivelano fallibilissimi nel pensare la guerra; i fuoriclasse, i leggendari, i quasi sempre vittoriosi-invincibili (tipo Carlo XII di Svezia e Napoleone) riacquistano più reali proporzioni storiche e umane. Il libro di Fair riconosce che esistono buoni generali e buoni soldati; ma sostiene che la storia dell’olocausto bellico è in massima parte una tragicomica serie di «fasti» dovuti a grandi e meno grandi condottieri che non hanno mai vinto una battaglia o ne hanno perso una sola ma decisiva o le hanno vinte tutte ma soltanto sulla carta (è una tesi che non sarebbe dispiaciuta a Clausewitz e a Liddell Hart). Sulla scorta di ineccepibili prove a carico e guardando al giorno in cui la guerra possa essere riconosciuta un fenomeno barbaro e inutile, Storia della stupidità militare insinua nel lettore un razionale e salutare dubbio: che avesse ragione Talleyrand a dire che «la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali»?
Charles Fair è nato a New York nel 1916. Ha scritto libri, saggi e articoli di carattere storico, scientifico e letterario, ha collaboratocon il «Punch» e con il «New Yorker». Dal 1963 al 1964 ha studiato al Brain Research Institute dell’Università di California (Los Angeles); dal 1964 al 1965 si è dedicato a ricerche nell’ambito del Massachusetts Institute of Technology per il Neurosciences Research Program e, dal 1966 al 1968, anche per il Massachusetts General Hospital.
L’Esule di Capri
Romanzo
Autore/i: Peyrefitte Roger
Editore: Longanesi & C.
traduzione dal francese di Giorgio Flaccomio, titolo originale: L’Exilé de Capri.
pp. 384, Milano
Dai tempi deirimperatore Tiberio e di Asinio Pollione, un avvenente liberto, fino a quelli di Oscar Wilde, Friedrich Krupp e il noto industriale svizzero Sandoz, l’isola di Capri fu per duemila anni rifugio di strani esuli dal palato fine. Uno degli ultimi rampolli di questa stirpe prolifica fu il barone Jacques d’Adelsward-Fersen che, costretto da uno scandalo scoppiato a Parigi poco prima del suo inopportuno matrimonio, fuggì tra gli scogli dell’isola e vi abitò per vent’anni. Vi costruì una splendida villa che i turisti ammirano come quella di Axel Munthe, ma soprattutto edificò intorno a sé, arricchendolo dell’affascinante retaggio dei suoi predecessori, un mito misterioso e potente quale nessuno di essi era mai riuscito a creare.
Terra d’Oblio
Racconti
Autore/i: Coloane Francisco
Editore: Edizioni Lavoro
unica edizione, traduzione di Arnalda Buldo e Alessandra Binel.
pp. 224, Roma
Nei racconti di Francisco Coloane la natura non e quella rigogliosa delle foreste tropicali ed equatoriali, quella dei fertili altipiani culla delle grandi civiltà mesoamericane o quella maestosa delle Ande peruviane a cui la produzione letteraria latinoamericana ci ha abituati, ma quella desolata della Patagonia e della Terra del Fuoco dominata dalla distesa sconfinata della pampa, dalle montagne azzurre di neve delle Ande meridionali, dai ghiacciai eterni e dal mare freddo e tempestoso degli oceani Pacifico e Atlantico che uniscono le proprie acque nello Stretto di Magellano.
Di queste estreme regioni l’autore è un profondo conoscitore. E appunto dalla sua giovanile esperienza di cacciatore di foche e di marinaio nasce la semplicità e sobrietà di questi racconti, che descrivono la ricca e profonda esistenza dell’uomo in terre inospitali, accomunata a quella degli animali che condividono con lui una vita di dolori, gioie e fatiche. La concezione magica e allucinata che gli uomini hanno di questa natura mitica e primordiale viene splendidamente espressa e condivisa da Coloane con un distacco ironico che permette di accettare la vanità dell’uomo di fronte alla potenza di questa madre terribile e vendicativa.
Al di là della Vita
Autore/i: Wilson Ian
Editore: Edizione CDE
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Andrea Buzzi.
pp. 280, ill. b/n, Milano
Sommario:
Prefazione e ringraziamenti dell’autore
Introduzione: il mistero più grande
- La credenza più antica
- A contatto con i defunti
- Abbiamo mai vissuto prima?
- «Stai tornando indietro nel tempo… »
- Evocazione di spiriti
- In cerca di mosche bianche
- Trasmissioni spontanee
- Imparare dalla morte .
- Racconti dei resuscitati
- Davvero fuori dal corpo?
- Verso la luce…
- Veramente fuori da questo mondo?
- Che cosa sopravvive?
- Fisica dei fenomeni non fisici
- Come non aver paura
Note
Bibliografia