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Meditazione e Vita

Meditazione e Vita

Titolo originale: Wachstum im Geiste

Autore/i: Rusch Paul

Editore: Edizioni Paoline

unica edizione, tradotto dalle Monache benedettine del Monastero di Rosano.

pp. 368, Francavilla (Chieti)

L’autore, biblista, pastore d’anime, amministratore apostolico di Salisburgo, buon parlatore e buon conoscitore degli studi della moderna psicologia, raccoglie in questo volume il frutto della sua molteplice attività missionaria,    in una sintesi ricca, equilibrata e completa, che illumina il complesso argomento sotto tutti i punti di vista. Nella prima parte illustra la funzione vitale della meditazione nella esistenza del sacerdote e del cristiano e ne espone i metodi, sottolineando in particolare gli scogli che più comunemente si incontrano nel praticarla e la maniera di superarli. La seconda parte – la più originale – propone una serie di meditazioni sulle beatitudini secondo uno schema efficace: senso del testo in se stesso, contenuto teologico illustrato con una
panoramica di teologia biblica, applicazione al soggetto meditante. La terza e la quarta parte continuano la serie di meditazioni, desumendone il tema dal messale – settimana di Pasqua – e dalla vita. Le applicazioni pratiche sono sempre fatte alla vita del sacerdote in cura d’anime, perchè il libro è anzitutto diretto a questa categoria di persone. Tuttavia la ricchissima dottrina biblica, la capacità di introspezione psicologica, la maestria con cui insegna a maneggiare il metodo della meditazione e a leggere dentro se stessi, la semplicità e la limpidità del linguaggio, rendono la lettura piacevole e fruttuosa a chiunque desidera coltivare la vita interiore nutrendola col midollo della Bibbia e della Liturgia.

Mussolini e gli Inglesi

Mussolini e gli Inglesi

Titolo originale: Mussolini and the British

Autore/i: Lamb Richard

Editore: Edizioni Corbaccio

introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese di Raffaele Petrillo.

pp. 528, numerose fotografie e tavole b/n f.t., Milano

L’autore stesso ammette, sin dalle prime righe, che il suo libro e «revisionista». Ma Richard Lamb, di cui questa collana ha pubblicato La guerra in Italia, non ha pregiudizi, non si propone la dimostrazione di una tesi, non intende ribaltare per partito preso le versioni correnti sulle responsabilità di Mussolini. Il suo revisionismo e quello di uno storico che si muove attraverso gli archivi con occhi attenti e mente aperta. Il suo Mussolini e un dittatore spregiudicato dai modi brutali e dalle maniere grottesche. Ma può essere, in molte circostanze, cauto, ragionevole, attento alia complessità della situazione internazionale e agli interessi del suo paese.
Per comprendere le sue motivazioni e il suo stile, Lamb ricostruisce buona parte della politica estera italiana dopo l’avvento del fascismo e mette a fuoco i rapporti di Mussolini con la classe dirigente britannica. Come tutti gli storici che si spogliano dei loro preconcetti, scopre cosi che ogni vicenda internazionale e infinitamente più complicata di quanto non credano gli ideologi e gli storici «schierati». In molte circostanze Mussolini ricerco l’amicizia e la collaborazione dell’Inghilterra, ma si scontro con la riluttanza degli inglesi ad assumere un più diretto impegno nelle vicende europee. A giudizio di Lamb l’uomo che ebbe maggiori responsabilità nell’impedire un’intesa fra i due paesi, soprattutto negli anni cruciali che precedettero la seconda guerra mondiale, e Anthony Eden. La sua ostilità risale alia guerra d’Etiopia e si manifesta con una particolare evidenza agli inizi del 1943 quando Eden boicotta deliberatamente tutti i sondaggi di pace che provengono dall’Italia e, secondo Lamb, dallo stesso
Mussolini.
Non meno interessanti, infine, sono le pagine che concernono i rapporti con Churchill e il risultato delle lunghe ricerche condotte da Lamb per accertare l’ipotesi, avvalorata da Renzo De Felice, secondo cui Mussolini avrebbe avuto con se, al momento della cattura, la propria corrispondenza con il Primo ministro britannico. Per il lettore che ne era convinto le conclusioni dell’autore saranno probabilmente deludenti. Ma la storia delle sue ricerche e scoperte lo compenserà della delusione sofferta.

Richard Lamb, ufficiale dell’8ª Armata, partecipo attivamente alia Campagna d’Italia. E autore di altri sette volumi sulla storia contemporanea per i quali ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Nel 1996 Corbaccio ha pubblicato La guerra in Italia.

Lo Squalo da 12 Milioni di Dollari – La Bizzarra e Sorprendente Economia dell’Arte Contemporanea

Lo Squalo da 12 Milioni di Dollari – La Bizzarra e Sorprendente Economia dell’Arte Contemporanea

Titolo originale: The $12 Million Stuffed Shark

Autore/i: Thompson Donald

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

traduzione di Giovanna Amadasi.

pp. 378, Milano

Rimaniamo tutti sorpresi quando telegiornali e quotidiani ci informano che un quadro o una scultura sono stati battuti all’asta per cifre iperboliche. Lo sbalordimento diventa incredulità quando l’opera venduta non è un capolavoro impressionista o una Madonna di Raffaello bensì un pezzo di arte contemporanea, magari realizzato da un artista vivente, in alcuni casi ancora giovanissimo. Milioni di dollari, euro, sterline investiti in un armadietto dei medicinali, un aspirapolvere sotto vetro o uno squalo in formaldeide. Perché accade questo? Quali sono i meccanismi di mercato che rendono possibili quelle che, a un occhio profano, appaiono delle assurde esagerazioni? E poi: ha davvero senso investire denaro nell’arte?
Autorevole economista inglese con la passione per l’arte, Don Thompson prende spunto dalla formidabile storia di Damien Hirst e del suo famoso squalo per condurci alla scoperta dei meccanismi che muovono un vero e proprio sistema economico, fatto, come ogni altra attività imprenditoriale, di strategie di marketing e di creazione di brand. Racconta il modo di operare delle case d’aste (colossi come Christie’s e Sotheby’s), ma anche di galleristi e collezionisti, e ci svela la psicologia sottesa a questo particolare mercato, mostrando quanto esso sia connotato da smania di possesso, ricerca di status, potere del brand e da clamorosi conflitti di interesse, esattamente come molti altri sistemi economici. Non è così assurdo spendere dodici milioni di dollari per uno squalo sottovetro.

Donald Thompson ha insegnato alla London School of Economics, alla Harvard Business School e alla Schulich School della York University di Toronto. È autore di numerosi libri su economia e marketing, tradotti in diverse lingue. Da Mondadori ha già pubblicato Lo squalo da 12 milioni di dollari (2009).

Cristianesimo ed Eros – Saggi sul Tema dell’Amore Sessule

Cristianesimo ed Eros – Saggi sul Tema dell’Amore Sessule

Titolo originale: «Christianity and Eros: essays on the theme of sexual love»

Autore/i: Sherrard Philip

Editore: Ed-Ward

prefazione all’edizione italiana e traduzione di Eduardo Ciampi, in copertina: particolare da Avant-garde Eros di Alessandro Fornaci.

pp. 80, Roma

Quello che è l’aspetto unitivo dell’amore sessuale – ovvero ciò che porta l’uomo e la donna che si amano reciprocamente, ad un consapevole svuotamento delle proprie escrescenze egoiche sino ad unirsi nella carne ricongiungendo le proprie polarità complementari in “Gloria Dei” – sembrerebbe essere sfuggito alla dottrina religiosa matrimoniale ufficiale.
Philip Sherrard, scavando nella storia della teologia cristiana occidentale ed orientale che si è sviluppata su questo delicato tema, pone in evidenza contraddizioni e ipocrisie, ma anche profonde riflessioni rimaste nascoste, che potranno risultare preziosissime a quelle coppie che vogliono davvero trasformare e rendere sacra la propria vita coniugale.
Mentre era in corso la traduzione del presente saggio, è stata promulgata l’enciclica “Deus Caritas est” di Papa Benedetto XVI°, che affrontando con chiarezza e coraggio il tema dell’eros in una giusta prospettiva, ha offerto al lettore cattolico un provvidenziale punto di riferimento, utile anche a comprendere meglio il presente testo di Sherrard.

Storia dell’Antico Egitto

Storia dell’Antico Egitto

Titolo originale: Histoire de l’Égypte Ancienne

Autore/i: Grimal Nicolas

Editore: Editori Laterza

introduzione dell’autore, traduzione di Gabriella Scandone Matthiae.

pp. 620, numerose illustrazioni b/n, Bari

«Chi si avventura nella storia egiziana deve avere la capacità di leggere in filigrana i testi più disparati, scoprire a quali esigenze abbiano dato soddisfazione i monumenti e le opere d’arte, identificare quali strutture produttive portino a certi manufatti anche della quotidianità. Deve, insomma, potenziare le doti di un filologo e di un archeologo insieme.
Questa Storia dell’antico Egitto si basa su premesse di questo tipo. La lunga presenza all’Institut Français d’Archéologie Orientale al Cairo ha posto al Grimal la responsabilità ultima di scavi e di ricerche che vanno dal restauro di Karnak agli scavi nelle Oasi; e la sua capacità di lettore in trasparenza di testi, messa alla prova dall’esame delle iscrizioni dei re “etiopi”, si applica in questo volume a indizii economici, precisazioni genealogiche, testi letterarii e religiosi, dati di scavo, materiali archeologici, epigrafi celebrative, carte amministrative e private, risultati di analisi scientifiche e altro ancora. Queste policrome tessere Grimal fonde in un solo mosaico per dare una immagine unitaria della civiltà egiziana che le impiega e le trascende tutte». (Sergio Donadoni)

Divinazione e Razionalità – I Procedimenti Mentali e gli Influssi della Scienza Divinatoria

Divinazione e Razionalità – I Procedimenti Mentali e gli Influssi della Scienza Divinatoria

Titolo originale: Divination et Rationalite

Autore/i: Autori vari

Editore: Giulio Einaudi Editore

a cura di Jean-Pierre Vernant, traduzione di Liliana Zella.

pp. VII-360, Torino

Non vi è società nel corso della storia umana che non abbia a suo modo conosciuto e praticato la divinazione. La Cina antica attraverso il Libro delle mutazioni (I King), la Mesopotamia, la Grecia, e Roma, l’Africa nelle sue pratiche remote e di oggi, sono Ì luoghi su cui si è soffermata l’attenzione degli autori. Nell’intento di cercare di rispondere ai due problemi fondamentali sollevati dalla divinazione: quale sia, da una parte, la logica del sistema posto in opera dall’indovino per decifrare l’invisibile e rispondere alla domanda degli interroganti, e quali siano, d’altra parte, il posto e la funzione della dottrina oracolare in una data società, e come si inquadrino, su questi piani, i rapporti dell’indovino con gli altri personaggi che dispongono di un potere decisionale, come il re, il sacerdote, il giudice.

Noi e gli Altri – La Riflessione Francese sulla Diversità Umana

Noi e gli Altri – La Riflessione Francese sulla Diversità Umana

Titolo originale: Nous et les Autres. La réflexion française sur la diversité humaine

Autore/i: Todorov Tzvetan

Editore: Giulio Einaudi Editore

prefazione dell’autore, traduzione di Attilio Chitarin.

pp. XVIII-484, Torino

Questo libro nasce dalla storia personale di Todorov e dall’urgenza con cui avverte il problema etico, dal suo profondo bisogno di combattere l’isolamento e l’asetticità assunti talvolta dall’attività critica. Il tema del rapporto tra individui appartenenti a gruppi sociali culturali diversi era infatti centrale per l’autore, emigrato dalla Bulgaria, e per la Francia, paese che lo ospita dal 1963. Da qui dunque la decisione di proseguire e approfondire la ricerca iniziata con La conquista dell’America, analizzando la riflessione sulla diversità umana dei pensatori francesi dal XVIII al XX secolo, cioè di coloro che possono essere considerati in qualche modo precedenti effettivi e diretti dell’attuale cultura francese. Il taglio dato alla rassegna è comunque tematico e non storico. I temi individuati, le direttrici dell’indagine, divengono nodi intorno a cui costruire un dialogo tra gli autori prescelti. L’idea di fondo è proprio quella di mettere in dialogo posizioni diverse di singoli autori, autori diversi e infine Todorov stesso e gli autori da lui scelti. E Todorov, nella conclusione, tirando le fila del percorso svolto, indica la strada da seguire in quell’ideale di moderazione e razionalità che costituisce il nocciolo del suo «umanesimo ben temperato».

Tzvetan Todorov (1939-2017) è nato in Bulgaria. A Parigi dal 1963, allievo di Roland Barthes, diventa uno dei piú importanti punti di riferimento del mondo intellettuale francese. È autore di numerose opere, tra cui Einaudi ha tradotto: La conquista dell’America (1984 e 1992), Critica della critica (1986), Racconti aztechi della Conquista (1988, con Georges Baudot), Michail Bachtin. Il principio dialogico (1990), Noi e gli altri (1991), Vladimir Propp (1895-1970) (1991) e Le morali della storia (1995). Altre due opere recenti, Di fronte all’estremo (1992) e Una tragedia vissuta (1995), sono edite da Garzanti.

Dell’Idolatria – Un’Archeologia delle Scienze Religiose

Dell’Idolatria – Un’Archeologia delle Scienze Religiose

Titolo originale: De l’idolâtrie

Autore/i: Bernand Carmen; Gruzinski Serge

Editore: Giulio Einaudi Editore

a cura di Duccio Sacchi, premessa degli autori.

pp. VI-250, ill. b/n, Torino

Fin dai primi contatti con il mondo americano, gli spagnoli – conquistadores e missionari – non ebbero difficoltà a individuare, all’interno delle culture amerindie, un ambito religioso, fatto di templi, sacerdoti, sacrifici… Nessun dubbio per loro che questi oggetti, questi ruoli e queste pratiche fossero, in ciò che li accomunava a quelli del Vecchio Mondo, «religione»; come nessun dubbio poteva esserci che fossero falsi, distorti e spesso tragicamente blasfemi, che fossero cioè «idolatria». «Religione» e «idolatria» furono cosi due delle principali categorie attraverso cui i teologi spagnoli prima, e poi più in generale gli intellettuali europei, tentarono di catalogare, di comprendere e di giudicare le culture indigene americane. Con il risultato di vedere in esse nient’altro che riflessi deformati della civiltà occidentale, cosi come l’idolatria era specchio deformante della vera religione. In questo libro, Carmen Bernand e Serge Gruzinski uniscono le loro esperienze di antropologi e storici, di andinisti e messicanisti, per attraversare lo specchio, ripercorrendo – da Las Casas allinea Garcilaso, da José de Acosta a Matteo Ricci, da Voltaire a Montesquieu – le alterne fortune della categoria di «idolatria» come strumento di analisi antropologica dal Cinquecento al secolo dei Lumi. E una parabola discendente, che vede l’idolatria passare da contraltare del cristianesimo a suo modello ironico, da indice di civiltà a sintomo di arretratezza mentale. Un percorso al termine del quale è inevitabile accorgersi di come la crisi del concetto di idolatria non abbia comportato la crisi della griglia interpretativa di cui esso costituiva il fulcro; e interrogarsi allora, insieme con gli Autori, sul senso delle categorie religiose utilizzate ancor oggi nella ricerca antropologica e sulle aporie prodotte dalla loro applicazione acritica.

Carmen Bernand, antropoioga specializzata nell’area andina, insegna all’Università Paris-X. Serge Gruzinski vive anch’egli a Parigi, dove insegna Storia dell’America coloniale all’École des Hautes Études en Sciences Sociales. Insieme hanno già pubblicato in Francia i primi due volumi di una Histoire du Nouveau Monde (Fayard, Paris 1991-93 ). Di Serge Gruzinski sono apparsi in italiano Gli Uomini-Dei del Messico (Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1987 ), La guerra delle immagini ( SugarCo, Varese 1991), e La colonizzazione dell’immaginario (Einaudi, Torino 1994 ).

Kafka : Letteratura ed Ebraismo

Kafka : Letteratura ed Ebraismo

Autore/i: Baioni Giuliano

Editore: Giulio Einaudi Editore

pp. 312, Torino

Dopo il suo primo libro Kafka. Romanzo e parabola, uscito nel 1962, che ha avuto il merito di disegnare un profilo di Kafka sottratto all’interpretazione di chiave simbolica, Giuliano Baioni affronta ora un punto centrale della letteratura del secolo: il significato e le infinite modulazioni di un’opera e di uno scrittore, che oggi fa parte della cultura di tutti. Ed è in grado di fornire una vera e propria bussola per la comprensione storica e al contempo genetica dell’universo di Franz Kafka.
Capitale di quella che Franz Kafka chiama l’«epoca ebraico-occidentale», la Praga mitteleuropea appare qui l’impossibile fulcro al di fuori dal mondo, il luogo dell’esistenza ebraica ma anche quello dell’esistenza estetica, l’unica città in cui un ebreo di lingua tedesca poteva condurre l’esperimento letterario più significativo di tutto il Novecento. La storia del cultursionismo praghese, ricostruita in questo volume, anche con l’uso di materiali sinora trascurati, mostra gli aspetti, a prima vista insospettati, del Kafka «Tartuffe e menteur», che sacrifica ogni considerazione umana e morale al piacere supremo della letteratura; ma soprattutto viene-delineata la figura di chi si sente chiamato a rappresentare, nella crisi della cultura dell’ebraismo d’assimilazione, la crisi della cultura europea.

Giuliano Baioni, nato a Voi tana di Lugo nel 1926, ha studiato prima a Bologna, poi a Kiel e a Venezia, dove è stato allievo di Ladislao Mittner ed è ora ordinario di Tedesco all’Università Ca’ Foscari. Oltre a Kafka. Romanzo e parabola, ha pubblicato studi sul Settecento tedesco e su Goethe, Nietzsche e Benn (sue le edizioni degli Inni di Goethe e delle Poesie statiche di Benn nella «Collezione di poesia» Einaudi.

Modelli Archetipi Metafore

Modelli Archetipi Metafore

Autore/i: Black Max

Editore: Pratiche Editrice

introduzione dell’autore, traduzione di Annalisa Almansi, Enrico Paradisi.

pp. 150, Parma

I saggi raccolti in questo volume (Linguaggio e realtà, Spiegazioni di significato, Metafora, Modelli e archetipi, Ancora sulla metafora) costituiscono ormai dei testi classici per il pensiero contemporaneo e sono divenuti un punto di riferimento obbligato per tutti coloro che, nell’ambito delle scienze della natura o delle scienze umane, si trovano a riflettere sulle «funzioni», sulle opacità e sulle trasparenze del linguaggio. Partendo (alla luce della lezione di Wittgenstein) da una serie, di «esempi emblematici» di un uso linguistico effettivo, Black fornisce una serie di illuminanti aperture e, nello stesso tempo, mette a punto un insieme di attrezzi operativi che si rivelano proficui ben oltre i confini di qualsiasi chiusa settorialità.

Filosofo statunitense di origine russa, Max Black (Baku 1909 – Ithaca 1988) ha insegnato dal 1946 alla Cornell University. Formatosi nel clima della filosofia analitica inglese, è stato fortemente influenzato dal pensiero di Wittgenstein, al quale ha dedicato un Manuale per il «Tractatus» (1964). Fra le altre sue opere si ricordano Problemi di analisi (1954) e Linguaggio e filosofia (1949).

Problematologia – Filosofia, Scienza e Linguaggio

Problematologia – Filosofia, Scienza e Linguaggio

Titolo originale: De la problématologie. Philosophie, science et langage

Autore/i: Meyer Michel

Editore: Pratiche Editrice

traduzione di Mario Porro, postfazione di Livio Rossetti.

pp. 440, Parma

Ci sono libri che producono una svolta nel cammino del pensiero: da anni la ricerca di fondazione non abita più le pagine dei filosofi, ormai convinti di poter evitare l’interrogazione sui principi, su ciò che è primo. Meyer, erede della cattedra di Perelman a Bruxelles, ci ricorda che problematizzare è lo scopo del discorso filosofico e che proprio questo, il domandare, è il fondamento che si tratta finalmente di porre a tema. Evidenziando la differenza problematologica tra domanda e risposta, si chiarisce il ruolo della filosofia come campo in cui il rispondere equivale alla formulazione stessa della domanda, a differenza della scienza che risolve i suoi problemi dando a essi risposta.
La nuova razionalità radicata nell’interrogatività che Meyer propone è stata rimossa nella storia della filosofia dall’emergere del modello proposizionale della Ragione, in cui il nesso domanda-risposta è stato cancellato dal loro mascherarsi come affermazioni che si tratta di giustificare in termini di valori di verità. La problematologia delinea così un ritorno al Socrate interrogante, un rovesciamento della tradizione logicoontologica, inaugurata da Platone e Aristotele; essa consente una visione unificata non solo di filosofia e scienza, ma anche del linguaggio, del senso e della letteratura.

Michel Meyer insegna Filosofia e Retorica alla Libre Université di Bruxelles. Tra le sue opere più importanti, oltre a Problematologia, la prima tradotta in italiano, sono da ricordare: Découverte et justification en science (Paris, 1979); Logique, langage et argumentation (Paris, 1982–1985); Meaning and Reading (Amsterdam, 1983); Science et metaphysique chez Kant (Paris, 1988); Le philosophe et les passions (Paris, 1991); Pour une critique de l’ontologie (Bruxelles, 1991).

Discordia e Destino in Schopenhauer

Discordia e Destino in Schopenhauer

Autore/i: Vincieri Paolo

Editore: Il Melangolo

introduzione dell’autore.

pp. 192, Genova

È possibile il progresso? Qual’è l’origine del male? Prendendo le mosse da questi interrogativi, Schopenhauer sottolinea la forza liberatrice della conoscenza intellettuale. “Se al riparo da buone leggi e lontano dal chiasso e dai rumori si coltiva la conoscenza, non solo si poù ottenere una soddisfazione che compensa grandemente la “tristizia” insita nella vita sociale, ma anche quest’ultima se ne avvantaggia. Quanto più ciascuno esercita la propria mente, tanto più impara a conoscere l’umana follia, forse prevalente rispetto alla malvagità, e a far sì che questa non abbia il sopravvento.

Tragico e Fruizione Estetica in Kant e Hegel

Tragico e Fruizione Estetica in Kant e Hegel

Autore/i: Meo Oscar

Editore: Il Melangolo

premessa dell’autore.

pp. 86, Genova

Il volume si compone di due saggi. Ne Il tragico nell’estetica di Kant si analizza come il riferimento al tragico sia nascosto fra le pieghe dell’argomentare di Kant. Ciò non toglie che esso sia prepotentemente presente come ineludibile termine di confronto e che all’interprete si imponga di adoperarsi per dipanare il groviglio teoretico in cui Kant si avvolge e per cercare di rintracciare il filo che unisce le sue considerazioni sul tragico. Anche ne Il “per noi” dell’opera d’arte di Hegel, secondo saggio, non si tratta di scoprire una terra incognita, ma di determinare meglio come dalle sue pagine estetiche emerga la posizione del fruitore nel suo rapporto con il produttore da un lato e con il prodotto artistico dall’altro.

Gli Abusi della Memoria

Gli Abusi della Memoria

Autore/i: Todorov Tzvetan

Editore: Ipermedium libri

introduzione e traduzione dal francese di Antonio Cavicchia Scalamonti.

pp. 72, Napoli

È tempo di bilanci! E che bilanci! Ci sembra a volte che, oggi, siano diventati quasi un’ossessione. D’altronde una ragione c’è: sono bilanci secolari e millenari. Siamo difatti di fronte a due chiusure: quella del millennio è quella del secolo. Spesso non ne siamo nemmanco consapevoli fino in fondo, eppure c’è evidentemente – spinti dalla sottile angoscia della fine di un’epoca – una specie di pulsione a ricordare, a far riaffiorare memorie, ad interrogarsi sul passato remoto e su quello recente; soprattutto c’è un impulso a commemorare. Il sintomo è chiaro: qualcosa sta sfuggendo e si cerca di correre ai ripari.
Bilanci vuol dire selezionare fatti, accumulare testimonianze, raccogliere memorie, ai fini certamente di un giudizio, di una “pesata”, ma anche per trasmettere (quando possibile) eredità. Un paio di generazioni s’interrogano, sono quelle che hanno vissuto direttamente o indirettamente i momenti salienti dell’epoca, o come facitori, o come semplici destinatari, oppure come vittime. C’è un ricambio che preme e questa è una grande occasione. Inoltre l’organizzazione della memoria vuol dire la conferma o la riconferma delle identità individuali e collettive. Sembra che qualcuno voglia dire o semplicemente suggerire: questo è successo e di conseguenza questo noi siamo. A volte però, di fronte a certi ricordi la memoria s’inceppa, s’impappina, fa fatica; nel caso si ha addirittura l’impressione che questo passaggio del secolo funziona, o ha funzionato, solo come fattore scatenante di un riemergere assai poco gradito.
Un perturbante, un vero e proprio rimosso che viene percepito come un rigurgito acido che lascia nell’esofago una scia dolorosa. Infatti i bilanci di un secolo, e quelli di due generazioni, non possono non comprendere una memoria odiosa, la memoria dei campi, l’orribile memoria dei campi di concentramento.
Il saggio di Tzvetan Todorov che viene qui presentato, è probabilmente uno dei tentativi meglio riusciti – e certamente uno dei più appassionati e brillanti – di interpretazione della delicata questione della memoria e dell’oblio nelle società occidentali di fine millennio.

Tzvetan Tononov, attualmente direttore del CNRS francese, è uno degli intellettuali più rappresentativi della nostra epoca.

I Vagabondi Efficaci

I Vagabondi Efficaci

«Ciò che noi vogliamo per questi “ragazzi” è che imparino a vivere, non a morire»

Autore/i: Deligny Fernand

Editore: Editoriale Jaca Book

avvertenza dell’autore, traduzione di L.N.T. e Giuliano Mangano, titolo originale: Les vagabonds efficaces.

pp. 228, Milano

Il libro presenta, nelle sue cinque parti, il racconto dell’esperienza di lavoro educativo che Fernand Deligny ha vissuto dal 1943 al 1955.
Rompendo gli schemi di una pedagogia istituzionale, Deligny raccoglie attorno a sé vagabondi, giovani delinquenti, caratteriali: persone solitamente definite irrecuperabili dalla stessa società che li ha plasmati. Per queste persone egli non fa appello agli studiosi o agli specialisti, bensì a coloro che sono disposti a vivere o che già vivono con questi ragazzi, ad iniziare con loro una «compagnia» che non sia preoccupata di altro se non di dare una «voce», di aiutare a recuperate una capacità espressiva a chi ne è completamente sprovvisto. Educatori diventano perciò i «vicini», le persone o i gruppi che decidono di sporcarsi le mani in questo lavoro. L’esperienza della «Grande Cordata» – ad esempio -, è esperienza di lavoro svolto con i ragazzi, aiutandoli a scoprire «l’attività concreta, le condizioni affettive, il modo di vita che «permetteranno loro di venirne fuori». Forse per questa ragione il libro non si rivolge innanzitutto solo agli «esperti» della educazione; esso si rivolge a tutti coloro per cui parlare di educazione, non è parlare di un’istituzione – benché rinnovata o rinnovabile -, ma è parlare di una esperienza di socializzazione, di trasmissione di una esperienza di vita, di un giudizio che possa diventare una nuova pratica politica.
«Ciò che noi vogliamo è che questi “ragazzi” imparino a vivere, non a morire», come Deligny stesso dice.

L’Amore Perduto e la Teoria dei Quanti – Romanzo

L’Amore Perduto e la Teoria dei Quanti – Romanzo

Titolo originale: Mobius Dick

Autore/i: Crumey Andrew

Editore: Ponte alle Grazie

traduzione di Stefano Beretta.

pp. 272, Milano

«In breve è fantastico». (Jonathan Cole)

John Ringer, di professione fisico, riceve sul suo telefonino un misterioso messaggio che sembra provenire da un’amante morta da anni. Decide di mettersi sulle tracce dell’amore perduto e i paradossi della meccanica quantistica lo mettono di fronte al suo destino: un intricato percorso di amnesie, coincidenze inspiegabili, telepatie, ricordi ingannatori. Cosa accadrebbe se tutte le alternative possibili di questo mondo dovessero o potessero essere realizzate?
Ecco un romanzo avvincente e pieno di sorprese, dove le vite di molti personaggi del passato affiorano e si intrecciano: Herman Melville, Friedrich Nietzsche, Erwin Schrödinger, Robert Schumann. E il techno-thriller si fa anche fantasy storico, romanzo filosofico e farsa.
Se non esiste più un’unica verità, è però possibile seguire il percorso senza tempo di un’intuizione capace di attraversare e legare matematica, fisica, letteratura e musica. Questa, d’altro canto, è la cifra stilistica di Crumey, un approccio trasversale ai saperi.
Un’immaginazione e una scrittura intelligenti, che rendono avventurosa e appassionante la sfida culturale più ardua: la distruzione di tutte le certezze.

Strada Bianca per i Monti del Cielo – Vagabondo sulla Via della Seta

Strada Bianca per i Monti del Cielo – Vagabondo sulla Via della Seta

Autore/i: Biondi Mario

Editore: Ponte alle Grazie

introduzione dell’autore.

pp. 288, ill. b/n, Milano

Noi europei siamo una popolazione stanziale ma amiamo i viaggi in un modo viscerale e profondissimo. Conserviamo in qualche angolo nascosto della nostra anima una vocazione al nomadismo anche se non sempre siamo capaci di farla venire alla luce. Mario Biondi, l’autore di queste straordinarie avventure di viaggio, quell’ancestrale desiderio di vagabondare sul globo l’ha coltivato per tutta la vita. Questo libro è la summa dei suoi viaggi sulla Via della Seta, dall’Italia alla Cina, la strada che fu percorsa da Marco Polo, che unisce l’Occidente all’Oriente, che attraversa i luoghi in cui la nostra civiltà è nata e poi fiorita: Palmira, Petra, Tabriz, Isfahan, Shiraz, Hormuz, Bukhara e Samarcanda, il Turkestan cinese, il deserto del Taklamakan. Anche noi torniamo a essere nomadi in queste pagine, tra questi popoli, beviamo il latte di giumenta tra le yurte, annusiamo gli aromi di mercati e alpeggi, mangiamo polvere sulle molte strade bianche che vengono percorse insieme a questo viaggiatore incantato, innamorato di queste terre piene di fascino, raffinato occidentale che cerca e rispetta la diversità, grande risorsa del genere umano.

Mario Biondi è nato nel 1939 a Milano, dove vive. Laureatosi in economia politica presso l’Università Bocconi di Milano, ha lavorato, dapprima nell’industria e successivamente nell’editoria, come direttore dell’ufficio stampa. Si è inoltre da sempre occupato attivamente di narrativa angloamericana, sia come recensore, per i più importanti quotidiani e periodici italiani, sia soprattutto come traduttore, firmando le traduzioni di opere, tra gli altri, di Bernard Malamud, William Golding, Isaac B. Singer, Wole Soyinka, Ann Tyler, John Updike, Irvine Welsh, Edith Wharton.
Nel 1973 ha pubblicato un volume di poesie, Per rompere qualcosa; altre poesie sono apparse sull’Almanacco dello Specchio Mondadori 1976 e in varie pubblicazioni letterarie o antologiche. Nel 1985 ha vinto il premio Campiello con Gli occhi di una donna. Tra i suoi molti titoli ricordiamo: Un amore innocente (Rizzoli, 1988) e Crudele amore (Rizzoli, 1990).

La Mia Famiglia e Altri Animali

La Mia Famiglia e Altri Animali

Autore/i: Durrell Gerald

Editore: Adelphi Edizioni

traduzione di Adriana Motti, in copertina: Pablo Picasso, Les pigeons, II (1957), Collection Jacqueline Picasso.

pp. 356, Milano

«Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso da ragazzo, con la mia famiglia, nell’isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell’isola, ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno, e hanno persino invitato i vari amici a dividere i capitoli con loro»: con queste parole, dove già traspare la sua accattivante ironia, Gerald Durrell presenta questo libro, uno dei più universalmente amati che siano comparsi in Inghilterra negli ultimi anni. Non sono soltanto memorie, né soltanto osservazioni di storia naturale, sembra avvertirci discretamente Durrell – e aspetta che il lettore si inoltri nel libro perché scopra da solo che cosa è veramente: la storia di un Paradiso Terrestre, e di un ragazzo che vi scorrazza instancabile, curioso di scoprire la vita (che per lui, futuro illustre zoologo, è soprattutto la natura e gli animali), passando anche attraverso avventure, tensioni, turbamenti, tutti però stemperati in una atmosfera di tale felicità che il lettore ne viene fin dalle prime pagine contagiato.
«Gerald Durrell non corrisponde a quello che generalmente si intende per scrittore comico, ma possiede un’abilità assolutamente straordinaria nel far ridere la gente» scrisse qualche tempo fa il «Times Literary Supplement». Di fatto le vicende della famiglia del piccolo Durrell, in quel luogo di delizie che deve essere stato la Corfù degli anni prima della guerra, sono in certo modo naturalmente e irresistibilmente comiche e provocano nel lettore, senza bisogno di ricorrere a complicate macchinazioni, un piacevole stato di cronica ilarità. La simpaticissima madre, che cucina profumate verdure e guida la sua piccola tribù col piglio di una avventuriera, il fratello Lawrence, poi diventato famoso scrittore, qui ritratto con raffinata malizia nella sua fase di giovane poeta che vuol fare pesare goffamente sugli altri il macigno del suo genio, la sorella con i suoi languori amorosi, infine il protagonista stesso, che trasforma la sua casa in una specie di arca di Noè e scopre giorno per giorno la vita affascinante delle testuggini e delle mantidi, dei ragni e delle gazze: tutti questi esseri, ai quali si aggiungono gli strani personaggi incontrati nell’isola, da Yani il pastore a un bizzarro naturalista di provincia, gareggiano, nelle variegate sfumature del loro comportamento e nella vivezza della loro presenza, con la lussureggiante vita animale e vegetale che Durrell ci descrive con l’occhio al tempo stesso del bambino e dello scienziato, ed entrano nel paesaggio incantato dell’isola con tale leggerezza che alla fine ci allontaniamo da questo libro con nostalgia, come dopo aver visitato una sola meravigliosa famiglia, formata solo in parte da esseri umani e per il resto da innumerevoli piante e animali: una famiglia disordinata e rissosa, ma – caso quasi inaudito – una vera famiglia felice.
La mia famiglia e altri animali è apparso per la prima volta nel 1956.

Il Viaggio e l’Ammutinamento del « Bounty » 1787-1790

Il Viaggio e l’Ammutinamento del « Bounty » 1787-1790

Contiene: Il processo per l’ammutinamento del Bounty, 1792 – Appendice al processo, 1794 – Risposta di William Bligh, 1794

Autore/i: Bligh William; Autori vari

Editore: Longanesi & C.

unica edizione, premessa e cura di Franco Marenco, traduzione di Aina Pavolini Taylor, titolo originale: A voyage to the South Sea in H.M.S. Bounty, including an account of the mutiny on board the said ship.

pp. 436, 14 tavole b/n f.t., 4 cartine b/n di cui una ripiegata, Milano

Ecco ricostruito, nei suoi documenti principali, il «dossier» del Bounty. Per la prima volta il lettore italiano può accostarsi direttamente a uno dei più famosi episodi marinareschi di tutti i tempi attraverso gli scritti stessi dei suoi protagonisti. Il viaggio del Bounty cominciò a Londra nel 1787, e finì tre anni dopo sugli scogli dell’isola di Pitcairn. L’equipaggio, ridotto a nove disperati fuorilegge, diede la nave alle fiamme, per recidere ogni vincolo con la società. Fra questi due momenti, i fatti ormai leggendari: il lungo viaggio attraverso gli oceani, la permanenza nella favolosa Tahiti, la partenza fra i pianti degli indigeni, l’ammutinamento in alto mare, la cacciata del capitano Bligh dalla nave, e il tremendo, incredibile viaggio di quasi quattromila miglia che egli compì con pochi fedeli sulla lancia di bordo. Si troveranno in questo volume: 1) la relazione ufficiale del viaggio pubblicata da Bligh nel 1792, con il principale atto d’accusa contro gli ammutinati, e la descrizione deH’allucinante traversata del Pacifico; 2) il verbale del processo per Corte Marziale a carico degli ammutinati ricondotti in patria; 3) la difesa degli ammutinati pubblicata dal fratello del loro capo Fletcher Christian; 4) la «risposta» di Bligh. L’introduzione passa in rassegna le varie interpretazioni che sono state date dai fatti, dai contemporanei ai giorni nostri, e le mode intellettuali che hanno contribuito a creare il grande mito del Bounty.

Felice per quello che Sei – Confessioni di una Buddista Emotiva

Felice per quello che Sei – Confessioni di una Buddista Emotiva

Autore/i: Campo Rossana

Editore: Giulio Perrone Editore

pp. 112, Roma

«Quando mi hanno proposto di scrivere un libro sul Buddismo la prima sensazione è stata una grande gioia. Subito dopo sono arrivati tutti i dubbi. Come potevo io, una narratrice di storie, raccontare un pensiero così vasto e profondo come il Buddismo? Forse potevo basarmi su testi già scritti da altri, oppure raccontare la mia esperienza, quello che credo di avere compreso nei miei sedici anni di pratica? Potevo tirare dentro tutte le storie ascoltate dai praticanti, o riflettere su cosa significa per me essere buddista, il posto che questa disciplina occupa nella mia vita? Forse, mi sono detta, un punto di partenza potrebbe essere questo, provare a raccontare cos’è il Buddismo a chi non ne sa niente partendo dalla mia storia e da quella di tanti amici che hanno trasformato le loro sofferenze e inadeguatezze grazie all’incontro con la pratica e il pensiero buddista. Ecco, per me forse questa è la maniera più diretta e sincera di offrire ai miei lettori un’occasione di avvicinarsi alla grande saggezza del Budda per trovare la felicità dentro la propria vita. Spero di incoraggiare chi mi leggerà, e chiedo scusa da subito per tutti i miei limiti e le mie approssimazioni!» (Rossana Campo)