Libri dalla categoria Medicina del Sonno
Mesopotamia – Assiri, Sumeri e Babilonesi
Autore/i: Ascalone Enrico
Editore: Electa
introduzione dell’autore.
pp. 368, interamente e riccamente illustrato a colori, Milano
Il volume di Enrico Ascalone, specializzato in archeologia orientale, guida alla scoperta delle principali civiltà nate e fiorite nell’antica “terra tra i fiumi”, tra il Tigri e l’Eufrate. Il testo analizza vari aspetti delle civiltà dei sumeri, dei babilonesi e degli assiri: personaggi, potere e vita pubblica, divinità e religione, vita quotidiana, mondo dei morti, città, centri e monumenti. Si rivolge a un pubblico allargato, agli studenti, a chi viaggia nelle aree archeologiche.
3096 Giorni
Titolo originale: 3096 Tage
Autore/i: Kampusch Natascha
Editore: Bompiani
traduzione di Francesca Gabelli.
pp. 308, Milano
Quando la mattina del 2 marzo 1998, mentre si reca a scuola, un uomo la trascina in un furgone bianco, il primo pensiero di Natascha Kampusch è che sarebbe morta di lì a poco. Qualche ora più tardi, quella bambina di dieci anni giace sul pavimento freddo di una cantina in una villetta, avvolta in una coperta. Intorno a lei regna l’oscurità più completa, l’aria è stantia e soffocante. In questa segreta di pochi metri quadrati vivrà per i successivi otto anni e mezzo. Wolfgang Priklopil, il rapitore, è l’unica persona alla quale può affidarsi. Lui la picchierà, la umilierà e cercherà di sottometterla. Fino all’estate del 2006, quando Natascha riuscirà a fuggire come ha pianificato dal primo giorno del suo rapimento. Ora Natascha Kampusch si sente abbastanza forte per raccontare quanto le è accaduto. Apertamente e senza filtri parla della sua difficile infanzia, della prigionia, dei maltrattamenti fisici e psichici subiti. Ma descrive anche come abbia imparato, in quella situazione senza via di uscita, a convivere con l’orrore. La storia vera di una ragazza che ha sopportato l’insopportabile, non si è fatta piegare e ha inseguito il suo sogno di libertà, fino a raggiungerlo.
50 Fatti – Che Dovrebbero Cambiare il Mondo
Un terzo del mondo è in guerra – In Africa 30 milioni di persone sono sieropositive – L’auto uccide 2 persone al minuto – In India ci sono 44 milioni di bambini che lavorano
Autore/i: Williams Jessica
Editore: Ponte alle Grazie
unica edizione, introduzione dell’autrice, traduzione di Alberto Orlando e Gaia De Zambiasi, titolo originale: 50 Facts that Should Change the World.
pp 352, Milano
Un altro mondo è possibile ma è bene capire in quale direzione andare per cambiarlo. Ossia, per delineare gli scenari di un futuro diverso è prima necessario capire il presente. Jessica Williams ci invita a considerare 50 fatti che costituiscono i paradossi e le ingiustizie più eclatanti del pianeta.
Ogni notizia ci racconta qualcosa di importante che dobbiamo sapere a proposito della vita moderna nel mondo moderno. Alcune si riferiscono alla diseguaglianza, di reddito, di opportunità, di potere; altre prendono in considerazione il consumo sfrenato delle risorse naturali; altre ancora raccontano il cambiamento in atto nella nostra cultura e nella nostra società. Ogni fatto è accompagnato da un breve saggio che ha lo scopo di fornire un’informazione di base, osservando la storia che sta dietro alle statistiche: qual è la portata del problema, come siamo arrivati a quel punto e cosa possiamo fare adesso. Un libro da consultare anche saltando da una notizia all’altra senza seguire un ordine logico perché ciascuno di questi 50 fatti è un microcosmo complesso e sufficiente per capire come va il mondo.
E viene il dubbio che basterebbe cambiare anche solo una di queste 50 realtà per diffondere nel mondo un po’ più di ottimismo e speranza.
La Formazione Economica del Brasile – Un Modello di Storia Economica
Titolo originale: Formaçâo econômica do Brasil
Autore/i: Furtado Celso
Editore: Giulio Einaudi Editore
prefazione di Ruggiero Romano, traduzione di Leone Iraci.
pp. 304, Torino
Per rigore di costruzione, felicità metodologica e diretta conoscenza della materia, il libro di Furtado costituisce uno strumento esemplarmente utile per quanti vogliono dedicare ai problemi del sottosviluppo uno studio serio e concreto. Sgombrando il campo da pregiudizi e distorsioni, Furtado rinuncia ad applicare schemi legati all’esperienza storica europea per rifarsi alla peculiarità della situazione brasiliana, di cui individua dapprima gli elementi costitutivi nei diversi momenti storici e nei diversi spazi geografici, dall’età coloniale ad oggi; ed esamina quindi il funzionamento dei meccanismi attraverso i quali l’attuale economia del paese si è compiuta. Come osserva nella sua prefazione Ruggiero Romano, nel sottolineare l’interesse che l’opera presenta anche per la nostra cultura, «l’indagine storica ha costituito per Furtado un mezzo essenziale per l’impostazione strutturale del problema del sottosviluppo».
Celso Furtado, nato in Brasile nel 1920, ha studiato a Rio, Parigi e Cambridge, e alle Nazioni Unite è stato a capo della Sezione dello sviluppo economico della Commissione economica per l’America Latina (cepal). Autore del piano di sviluppo per il Nordeste, ministro del piano durante il governo Goulart, è stato privato dei diritti politici dopo il colpo di stato dei militari (1964). Dedicatosi totalmente all’attività universitaria, è oggi professore d’economia alla Facoltà di diritto e scienze economiche dell’Università di Parigi. Tra le sue opere tradotte anche in inglese e francese: Développement et ment (1961), La Pré-Révolution Brésilietme (1962), Développement (1964), Sousdéveloppementet Stagnationen en Amérique Latine (1966), Théorie et Politique du Développement Economique (1968), L’Economie Latinoaméricaine (1969).
Giochiamo a Bridge con Omar Sharif
Titolo originle: Play bridge with Omar Sharif
Autore/i: Sharif Omar
Editore: Casa Editrice Meb
unica edizione, prefazione di Boris Schapiro, introduzione dell’autore, a cura di Claudio Manoli, traduzione di Annamaria Pagnotta.
pp. 188, numerose illustrazioni in b/n, Padova
Il bridge è un gioco di carte nato in Inghilterra e derivato dal whist: si gioca tra quattro giocatori in due coppie disposte a croce, con un mazzo di carte francesi. Dopo che ogni giocatore ha ricevuto 13 carte, il mazziere procede alla dichiarazione, con cui le coppie si impegnano a totalizzare un determinato numero di prese. Lo scopo del gioco è quello di vincere la partita che consiste in 200 punti, divisi in due mezze partite (manches) di 100 punti Luna. Ognuno cerca di far valere come atout (briscola) il colore in cui si considera più forte; se si gioca senza atout, perché non c’è un colore predominante, vince la carta più alta del seme giocato da chi è di mano. In questo agile manuale Omar Sharif entra subito nel vivo del gioco, raccontando l’eccitazione dell’avventura nella “zona slam”: la dichiarazione di fare sei in qualsiasi colore impegna a vincere tutta le mani meno una (cioè 12) e viene chiamata “piccolo slam”, mentre la dichiarazione di fare sette in qualsiasi colore impegna a vincere tutte le mani (cioè 13) e viene chiamata “grande slam”. Come anche il principiante subito apprenderà, questo è uno dei momenti più affascinanti del gioco, dove il rischio si mischia all’abilità e alla sensibilità del giocatore, nonché all’affiatamento della coppia.
Il lettore sarà affascinato dalla precisione e dalla competenza con cui l’autore descrive con l’aiuto di numerosi schemi, le varie possibilità che il gioco offre. La sua curiosità, continuamente stimolata dal racconto in prima persona della sua esperienza di giocatore, verrà infine soddisfatta leggendo di quei casi particolari che l’autore si è trovato ad affrontare in qualche straordinaria partita.
Omar Sharif nacque ad Alessandria d’Egitto il 1O aprile 1932 e studiò alle scuole inglesi del Cairo, dove imparò a giocare a cricket e a football, ottenendo eccellenti risultati sportivi. Tra tutte le possibilità di emergere che le sue qualità gli consentivano, egli scelse la recitazione, decisione che si rivelerà di fondamentale importanza per la sua vita. Proprio mentre girava il suo primo film, Cielo d’inferno, sul set del quale conobbe Faten Hamama, la più famosa attrice egiziana del tempo, che sarebbe poi diventata sua moglie, si rafforzò l’interesse per il bridge, passione di antica data nata quando, per caso, trovò in una libreria del Cairo un manuale di Charles Goren, famoso giocatore e scrittore americano. A Londra poi, aU’Hamilton Club, nelle pause di lavorazione del film Lawrence ebbe la possibilità di accumulare una notevole esperienza a contatto con i migliori giocatori del momento. Da allora questo appassionante hobby lo portò a diventare un giocatore a livello internazionale, commentatore di campionati e scrittore. Omar Sharif vive oggi a Parigi.
Cittadini di un Assurdo Universo – Poe, Mark Twain, Bierce, Lovecraft, Burdekin
Autore/i: Pagetti Carlo
Editore: Casa Editrice Nord
premessa dell’autore.
pp. 136, Milano
Cittadini di un assurdo universo sono i romanzieri americani da Poe all’ultimo Twain, da Bierce a Lovecraft, che corrodono i confini rassicuranti del sogno utopico per inoltrarsi nel territorio minaccioso dell’immaginazione gotica e delle fantasie apocalittiche. L’assurdo universo non ha limiti e non ha regole, è un paesaggio instabile e cataclismatico, dove le speranze di una scienza ordinatrice e razionale entrano in contatto con l’energia distruttiva che si manifesta nel linguaggio del romance americano. Il percorso narrativo proposto da Cittadini di un assurdo universo si conclude negli anni ’30, alla vigilia della Guerra. Ai racconti di Lovecraft, interprete emarginato nella sfera stessa della letteratura di uno stravolto incubo gotico, risponde la voce di una scrittrice inglese, “rimossa” fino a tempi recenti dalle storie letterarie, Katharine Burdekin, che, in The Swasticka Night, restitusce alla responsabilità del più minaccioso “Ordine Nuovo” generato dalle ideologie contemporanee l’avvento e il trionfo dell’assurdo universo.
Carlo Pagetti, nato nel 1945, insegna Lingue e Letteratura Inglese presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Torino. Ha pubblicato numerosi lavori critici sulla Fantascienza, da Il senso del futuro: La fantascienza nella letteratura americana (Edizioni di Storia e Letteratura, 1970) a I Marziani alla corte della Regina Vittoria (Tracce, 1986). Ha curato raccolte di saggi dedicate all’immaginario narrativo (Dimore narrate II, Bulzoni, 1988) e alla letteratura fantastica (Nel tempo del sogno, Longo, 1988). È autore di monografie dedicate a Dickens, Conrad, Dreiser. Per l’Editrice Nord dirige la sezione di saggistica La città e le stelle e i Documenti da nessun luogo. Ha curato recentemente assieme a Gianfranco Viviani una raccolta di interventi critici su Philip. K. Dick: Il sogno dei simulacri.
Edgar Allan Poe
Autore/i: Baudelaire Charles
Editore: Passigli Editori
prefazione e cura di Maurizio Ferrara.
pp. 160, Firenze
La storia della lunga devozione di Charles Baudelaire a Edgar Allan Poe è anche e soprattutto la storia di un’affinità della quale Baudelaire fu fin dall’inizio cosciente; affinità che non significa tanto corrispondenza di pensieri e opinioni – anche questa, peraltro, in molti casi ben riscontrabile – quanto solidarietà profonda e spirituale, capacità, da parte del poeta francese, di penetrare senza mentite spoglie nell’allucinato mondo espressivo dello scrittore americano. E se ci si può giustamente domandare ancora oggi quanto la nostra idea di modernità debba a questi due grandi autori – considerati entrambi in qualche modo “eccentrici” da parte dei propri contemporanei – si capirà anche l’importanza che gli scritti di Baudelaire su Poe rivestono per noi, e non solo in direzione di una migliore comprensione dei due scrittori.
Questa edizione, a cura di Maurizio Ferrara, raccoglie per la prima volta in italiano tutti gli scritti di Baudelaire su Poe, dal primo, lungo saggio del 1852, ai due maggiori contributi successivi – pubblicati come introduzione alle traduzioni dello stesso Baudelaire delle Histoires extraordinaires e delle Nouvelles Histoires extraordinaires – alle pagine minori o incompiute, come le presentazioni scritte per alcuni racconti e per la poesia Il corvo, la dedica a Maria Clemm, e l’abbozzo di quell’Avis du traducteur che avrebbe dovuto costituire la summa conclusiva di tutto il lavoro di Baudelaire su Poe.
Manuale di Musica Popolare – Storia e Metodologia della Ricerca Folklorica
Autore/i: Straniero Michele L.
Editore: Rizzoli
introduzione dell’autore, in copertina: Bartolomeo Pinelli, suonatore di mandolino, Roma, Palazzo Braschi.
pp. 176, numerose illustrazioni b/n f.t., Milano
Di fronte al dilagare della musica leggera e di consumo, il patrimonio della musica popolare rischia continuamente di perdersi o di venire stravolto in formule inadeguate e immiserite rispetto alla ricchezza del suo contenuto in termini di spiritualità e di cultura. Eppure, nel fragoroso «rumore di fondo» contemporaneo, non mancano orecchi e cuori attenti a quei suoni che hanno alimentato il nostro passato e possono tornare vivi non solo nella bellezza del ricordo ma anche come stimolo a nuove funzioni dell’esistenza collettiva, come presa di coscienza di insostituibili momenti di ritualità. Questo piccolo manuale desidera offrire a tutti coloro che si accostano per la prima volta al mondo affascinante e complesso degli studi di folklore musicale un primo, esile filo di Arianna per aiutarli a orientarsi nella ormai lunga storia della ricerca in Italia, invogliandoli a compiere personalmente le prime esperienze e i primi passi «sul campo».
Michele L. Straniero (Milano, 1936) si occupa di musica e di cultura popolare fin dagli anni di Cantacronache (Torino, 1957) e del Nuovo Canzoniere Italiano. È autore di numerose pubblicazioni sull’argomento, tra cui, nella BUR: «Canti della Resistenza italiana» (con A. Virgilio Savona) e «Dizionario dei proverbi italiani» (con Riccardo Schwamenthal).
La Vita Quotidiana di Freud e dei Suoi Pazienti
Titolo originale: La vie qoutidienne de Freud et de ses patients
Autore/i: Flem Lydia
Editore: Rizzoli
traduzione di Maria Grazia Meriggi.
pp. 268, nn. ill. b/n, Milano
Come non averci pensato prima? Se c’è un maestro del quotidiano è proprio lui, Sigmund Freud. Chi più di lui ha scelto la vita quotidiana come progetto scientifico? Questo scienziato che crede ancora alla scienza ma non teme di mettersi ai margini dei circoli ufficiali ha scelto il riso e il sogno, l’oblio e l’errore, l’infanzia e la singolarità, l’emozione e l’illusione. Ha prestato attenzione alle cose banali della vita di tutti i giorni, a quelle piccole cose che tutti conosciamo per rivelarne una verità e una saggezza nuove.
La sua opera Freud l’ha costruita non misurando gli astri, i crani o i grandi flussi economici ma ascoltando l’inudibile, ciò che è vergognoso e incoerente negli esseri umani. E prima di tutto in se stesso. Ha inventato un’opera teorica a partire dalla propria intimità. Come un poeta o un romanziere, parla della trama dei suoi giorni e delle sue notti, di tutto ciò che in genere è considerato «insignificante» e, da scienziato, vi cerca le tracce di un altro mondo di cui avanza un’ipotesi: la realtà psichica, la realtà dell’inconscio.
Oggi quindi rievocare i fatti di tutti i giorni e le vicende di Sigmund Freud e dei suoi visitatori della Berggasse non significa solo dipingere l’atmosfera – discreta e appassionata – di un piccolo circolo di viennesi e di stranieri di passaggio nella Vienna di fine secolo. Perché proprio dalla loro vita quotidiana, dai loro sogni, dai loro amori, dalle loro angosce è nata la psicoanalisi.
Lydia Flem, psicoanalista, è autrice di numerosi saggi, pubblicati su riviste di psicoanalisi, e del volume «Il razzismo» (1985).
Elite e Società
Titolo originale: Elites and Society
Autore/i: Bottomore Thomas B.
Editore: Il Saggiatore
unica edizione, traduzione di Elisabetta Rispoli.
pp. 192, Bologna
Bottomore esamina le principali teorie dell’élite, da Mosca e Pareto a Wright Mills e Raymond Aron, fornendone un profilo storico e filosofico che ne segue lo sviluppo fino alle recentissime prospettive offerte dai paesi del Terzo Mondo. È l’anatomia di un fondamentale e permanente aspetto del pensiero moderno nei settori della sociologia e delle dottrine politiche: dal radicale contrasto fra il marxismo e le interpretazioni dei concetti paretiani di «élite» e «circolazione delle élite», al confronto fra queste ultime con l’idea di uguaglianza sociale.
Lettore di Sociologia presso l’University of London (alla London School of Economics and Politicai Science), T. B. Bottomore è stato segretario dell’International Sociological Association dal 1953 al 1959. Editor di «Current Sociology» dal 1953 al 1962 e oggi dell’«European Journal of Sociology»; studioso di Marx e del marxismo, teorico e storico della sociologia, i suoi più recenti interessi sono rivolti ai problemi dei paesi sottosviluppati (in particolare all’India). Tra le sue opere: Classes in Modem Society (1955), Sociology: A guide to Problems and Literature (1962).
Le Condizioni della Sessualità Femminile – Maternità, Aborto, Consultorio
Autore/i: Francescato Donata; Prezza Miretta
Editore: De Donato Editore
introduzione delle autrici.
pp. 302, 2 tavole ripiegate in b/n, Bari
La società ha fatto credere incompatibili fra loro contraccezione e maternità, maternità e sessualità: alla donna è stato imposto ora di essere madre, proibendole la contraccezione, ora di non esserlo, elargendole contraccettivi.
Questo non ha aiutato certamente la donna a scegliere la contraccezione come mezzo per vivere con più tranquillità la propria vita sessuale.
Punte aguzze di un immenso iceberg, delimitato non solo da profondi ed oggettivi mutamenti del costume ma dall’irruzione massiccia di forme e soggetti nuovi della politica, tematiche quali la maternità, l’aborto, la contraccezione, la sessualità hanno da tempo rotto la «congiura del silenzio».
Questo volume propone, per la prima volta in Italia, i risultati di una vasta ed articolata indagine condotta in varie zone del Paese: problemi fondamentali quali il parto, l’aborto, la sessualità, il rapporto di questa con la religione, vengono indagati nei loro molteplici aspetti, nelle contraddizioni dilaceranti cui danno luogo, nelle domande nuove che pongono alla società. La stessa giovane, limitata e contraddittoria esperienza dei consultori viene sottoposta ad un primo esame sul campo, in un censimento di problemi ed esperienze, condotto in alcune significative realtà, che fa di questo volume non tanto un inventario di problemi irrisolti ma uno strumento per l’impianto e lo sviluppo di queste nuove strutture.
Domata Francescato (1944) insegna Tecniche di indagine della personalità nel corso di laurea in Psicologia dell’università di Roma. Ha pubblicato: Famiglie aperte: la comune (Milano 1974) con la sorella Grazia; Psicologia ambientale: schemi ed immagini di una città (Roma 1975); Psicologia di comunità (Milano 1977).
Miretta Prezza (1947) è assegnista presso l’università di Roma e si occupa di consultori familiari e di terapie centrate sul corpo.
Fare l’Amore
Titolo originale: Sex in Human Loving
Autore/i: Berne Eric
Editore: Casa Editrice Valentino Bompiani
traduzione dall’amrericano di Andrea D’Anna.
pp. 260, ill. b/n, Milano
Eric Berne, autore di A che gioco giochiamo, non ha bisogno di essere presentato al pubblico italiano. Il suo libro, che in forma paradossale e apparentemente discorsiva proponeva una tipologia dei conflitti psicologici nei vari casi di relazione tra due o più persone, è diventato rapidamente un best – seller anche nel nostro paese. Tutti lo hanno letto con godimento, molti ne hanno tratto qualcosa di più di un piacere intellettuale: si sono scoperti o hanno scoperto il «gioco» dei loro simili, si sono visti come in uno specchio, hanno individuato le radici rimosse di molti comportamenti che non ingranavano più. In questo suo nuovo libro Berne affronta decisamente il tema dell’amore: in tutti i sensi, a partire da quello fondamentale, e cioè l’unione fisica tra due corpi di sesso diverso. Il tratto più sconcertante di questo libro è che consiste in una serie di lezioni tenute davanti a un pubblico universitario e nel contempo rappresenta il discorso più disinibito che sia mai stato fatto sull’amplesso e sui suoi particolari tecnici. Berne ha il dono meraviglioso di saper chiamare le cose col loro nome (quello di tutti i giorni) e di farlo col tono di chi sta divertendo il suo uditorio, senza peraltro mai sfiorare l’oscenità (che sembrerebbe la conseguenza normale di ogni discorso divertente e divertito sul sesso nominato senza perifrasi). Anzi, quanto più il discorso di Berne è ilare, paradossale, malizioso, e quanto più le sue descrizioni si soffermano sui particolari più delicati, tanto più si avverte in lui la magistrale abilità e la profondità di pensiero di uno studioso serio e responsabile, che vuole soltanto convincerci – e ci riesce – che il sesso è una cosa sana, pulita, gradevole e consigliabile. Questo non toglie che non sia al tempo stesso fonte di molti problemi: ed ecco che, qui rientra in scena il Berne di A che gioco giochiamo, che ripropone la strategia di molti «giochi» a due originati da conflitti sessuali e ci offre, con l’immagine dei nostri traumi, una via razionale per analizzarli e affrontarli con equilibrio e responsabilità. Questo libro ci insegna dunque che «fare l’amore» è una cosa buona e divertente, a condizione di prenderla sul serio.
Le Posizioni dell’Amore
Titolo originale: Lovelives
Autore/i: Dunkell Samuel
Editore: Sonzogno
traduzione di Pierluigi Cecioni, disegni di Ruth Dunkell.
pp. 208, 68 illustrazioni b/n, Milano
Le posizioni che scegliamo quando facciamo l’amore rispecchiano il nostro atteggiamento generale verso la vita: si ama come si vive, quindi. Questa è la tesi dell’autore, sostenuta da una argomentazione che si richiama all’analisi fenomenologica. “Non è il numero delle posizioni che mi interessa, ma il loro significato fenomenologico e i modi in cui esse riflettono la struttura essenziale del comportamento individuale.” L’autore smentisce così l’immagine corrente del “manuale sessuale”.che dà consigli sulle posizioni “migliori” per ottenere il massimo piacere, e suggerisce invece di avvicinarsi alla scelta della posizione basandosi soltanto sulle proprie esigenze e sullo stato psicologico del momento. Sono queste le condizioni necessarie per entrare nel mondo dell’amore e arrivare alla vera gioia del sesso.
Conoscere se stessi e il proprio partner, quindi, piuttosto che sperimentare ogni variazione da manuale. Tutte le varianti possibili del rapporto sessuale si richiamano infatti a poche posizioni di base, che esprimono gli atteggiamenti verso l’amore e verso il partner: la posizione “del missionario”, classica per la nostra cultura, può, per esempio, esprimere l’accettazione dello stereotipo del ruolo attivo del maschio e passivo della donna, mentre altre posizioni possono rivelare minor coinvolgimento emotivo, desiderio di maggior distacco, o eventuali atteggiamenti
di compromesso…
Samuel Dunkell si è laureato alla scuola di medicina di Zurigo nel 1954. Psichiatra e psicoanalista, è primario del centro di perfezionamento di salute mentale di New York. È anche membro dell’Accademia americana di psicoanalisi e presidente della Società americana di psicoterapia fenomenologica. Il suo primo libro, Le posizioni del sonno, è stato pubblicato dalla Sonzogno nel 1978.
Ignoto a Se Stesso – Saggi su Fernando Pessoa e Luis Cernuda
Titolo originale: El desconocido de si mismo
Autore/i: Paz Octavio
Editore: Il Melangolo
traduzione e cura di Ernesto Franco, con un saggio di Antonio Tabucchi.
pp. 88, Genova
Due saggi in cui “pulsa quell’intelligenza di lettura, fra l’intuitivo e l’ispirato, che spesso felicemente posseggono, probabilmente per affinità elettive, certe interpretazioni di poeti fatte da poeti”. (Antonio Tabucchi)
Octavio Paz, poeta e saggista, è nato a Città del Messico nel 1914. Dopo aver partecipato alla guerra civile spagnola tra le file dei repubblicani, si trasferì a Parigi, dove condivise le esperienze del movimento surrealista. Entrato in diplomazia nel 1945, lavorò in Giappone, in Francia e soprattutto, come ambasciatore, in Italia. Nel 1968 si dimise per protesta contro un massacro di studenti messicani operato dalla polizia governativa. In seguito si è dedicato all’insegnamento presso università inglesi e americane. Nel 1990 gli è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura. Ha pubblicato numerose raccolte poetiche, tra cui: Luna Silvestre (1933), Raìz del hombre (1937), Piedra de sol (1957), Salamandra (1962), Ladera este (1969), Vuelta (1976). In traduzione italiana (con testo a fronte) Vento cardinale e altre poesie (Mondadori, 1984). Tra le opere di saggistica ricordiamo: El arco y la lira (1956), Puertas al campo (1966), Conjunciones y disjunciones (1969), Posdata (1970), El ogro filantrópico (1979).
Le Cefalee ” Essenziali ” – La Prospettiva Psicosomatica
Autore/i: Pisani Rocco; Arzilli Alessandro
Editore: EUR – Edizioni Universitarie Romane
prefazione di Bruno Callieri, presentazione di Cesare Fieschi.
pp. 124, Roma
Questo libro è il frutto di oltre 15 anni di esperienza nel campo delle cefalee.
Fin dall’inizio R. Pisani, sulla base degli studi di altri Autori di indirizzo psicosomatico, ha concepito il comune “mal di testa” e “l’emicrania” come una conseguenza della rimozione o “soffocamento” della collera e nello stesso tempo un’antica modalità di comunicazione ed espressione di questa.
Hanno preso corpo così lo studio e l’approfondimento delle cefalee “essenziali” come disturbo psicosomatico.
Nel corso dell’indagine è emerso sempre più chiaro come la cefalea nasconda quasi sempre conflitti, in gran parte inconsci, legati prevalentemente alla gestione della aggressività a vari livelli di profondità. Le modificazioni neurofisiologiche, neurochimiche e neuroendocrine riscontrate in ambito biologico, rappresentano verosimilmente l’anello patogenetico intermedio tra i problemi psichici ed il sintomo somatico. La formazione gruppoanalitica ha permesso di allargare la visuale dall’ottica puramente intrapsichica a quella transpersonale, evidenziando come la cefalea sia una modalità di espressione e comunicazione comune alla matrice culturale di appartenenza.
Significativo, a tal proposito, può essere il fatto che le grosse manifestazioni di conversione somatica siano di fatto scomparse, mentre i disturbi psicosomatici come le cefalee, più difficili da decifrare nel loro significato, siano ancora molto diffusi.
Rocco Pisani, Neurologo, Psichiatra e Gruppoanalista. Responsabile dal 1974 dell’Ambulatorio e Docente nel Dipartimento di Scienze Neurologiche (ex 1° Clinica delle Malattie Nervose e Mentali), Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Socio Fondatore del Centro Analisi Terapeutica di Gruppo, Roma. Membro Ordinario della Group Analytic Society, Londra. Membro Ordinario della International Association of Group Psychotherapy.
Da circa venti anni svolge attività di ricerca sulle malattie psicosomatiche, in particolare sulle cefalee, e sulla correlazione tra i disturbi psicopatologici’ e la matrice culturale dell’Italia Centro Meridionale.
Alessandro Arzilli, Neurologo, Psichiatra e Gruppoanalista. Membro Associato della Group Analytic Society, Londra. Membro del Centro Analisi Terapeutica di Gruppo, Roma. Membro Ordinario della Società Italiana di Psichiatria e della Società Italiana di Psicoterapia Medica. Ha collaborato con Rocco Pisani, a partire dagli inizi degli anni ’80, nello studio delle cefalee e delle depressioni mascherate.
Il Brodo Indiano – Edonismo ed Esotismo nel Settecento
Alle Origini del Gusto Moderno: la Donna, la Tavola, la Scienza del Saper Vivere nella Società “illuminata” del Settecento
Autore/i: Camporesi Piero
Editore: Garzanti Editore
prima edizione.
pp. 168, 1 tavola b/n f.t., Milano
Nell’Europa del Settecento, il capriccio esotico per il caffè e per il “brodo indiano”, cioè per il cioccolato, sono uno dei segni di una profonda trasformazione della moda, del gusto, delle buone maniere, alimentata dalle nuove tendenze filosofiche e, in generale, dalla modernizzazione del vivere sociale.
Valendosi ancora una volta della sua prodigiosa erudizione, e della capacità di scoprire e far “parlare” testi e documenti d’epoca, Piero Camporesi ricostruisce da par suo un nuovo capitolo di storia della mentalità e del gusto. La società in movimento che egli evoca in queste pagine sembra ansiosa di seppellire l’eredità dei secoli “bui” e di elaborare stili di vita più agili e spregiudicati, rispetto a quelli formali dell’età barocca. Il gusto “riformato” detta le leggi della tavola nuova: una dieta leggera, razionale, dalla quale vengono bandite le droghe della vecchia cucina, le carni viscide e pesanti, i sapori violenti e socialmente scorretti (formaggio, cipolla, aglio), gli aromi forti. Trionfa una cucina dell’occhio, più che del palato, che si indirizza a spiriti lievi e alacri, a dame delicate, notturne e disappetenti, in perfetta sintonia con la moda dell’attillato e dello snello, delle miniature preziose, delle eteree profumazioni vegetali.
Piero Camporesi insegna Italiano all’Università di Bologna. Tra i suoi volumi più noti, tradotti anche all’estero, Il libro dei vagabondi e La maschera di Bertoldo (entrambi pubblicati da Einaudi), Il paese della fame e Il pane selvaggio (Il Mulino), La carne impassibile (Il Saggiatore), Le officine dei sensi e La casa dell’eternità (Garzanti).
H. P. Lovecraft • Tutti i Racconti 1927 – 1930
Autore/i: Lovecraft Howard Phillips
Editore: Edizione CDE
traduzione, introduzione e cura di Giuseppe Lippi.
pp. LXXVI-584, Milano
Si chiude con questo volume la raccolta dei racconti di Howard Phillips Lovecraft, ormai annoverato tra i geniali creatori del fantastico contemporaneo. Spirito irrequieto e sognatore, Lovecraft ha diviso la sua tormentata esistenza di misantropo tra New York e Providence, la città natale cui ha fatto ritorno alia fine della vita e che gli ha ispirato i suoi capolavori: da Il caso di Charles Dexter Ward, il coinvolgente romanzo di magia nera che apre il volume, a Il colore venuto dallo spazio, dove il cielo si trasforma in una volta ostile, gravida di oggetti sconosciuti che, precipitando sulla Terra, diffondono terrore e morte; da L’orrore di Dunwich, storia classica dell’unione fra un nume e una mortale attraverso la vicenda di una donna albina e semideficiente che da alia luce un figlio destinato a far da guardiano ai “mostri” della loro decadente dimora, a Colui che sussurrava nelle tenebre, racconto della maturità dove le creature notturne “sognate” da Lovecraft perdono la loro identità di fantasmi o di alieni per acquisire quella di potenze informi e devastanti. «Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano e la paura», ha scritto a suggello del suo lavoro, «e la paura più grande e quella dell’ignoto». Sulla tomba di Lovecraft, nel cimitero di Swan Point, un gruppo di estimatori ha posto una lapide. La scritta dice: I AM PROVIDENCE.
L’Irregolare – Chanel, la Vita di una Donna Posseduta dalla Sua Leggenda
Titolo originale: L’irrégulière
Autore/i: Charles-Roux Edmonde
Editore: Rizzoli
prima edizione, traduzione di Linda Chittaro,
in sovraccoperta: foto di Gabriel la Chanel.
pp. 456, Milano
Misteriosa per i più intimi, accanita nel cancellare qualsiasi traccia del suo passato, delle sue origini, della sua stessa famiglia, Gabrielle Chanel sarà per tutta la vita, in una society conformista, una «irregolare», né forse bisogna cercare altrove il segreto del suo prodigioso successo.
Seguendo l’itinerario opposto a quello che l’ha condotta a Adriana, romanzo di cui la celebre sarta era l’ispiratrice e non il modello – si troveranno qui numerose e sorprendenti «chiavi» -, Edmonde Charles-Roux ha voluto saperne di più. Questa avvincente biografia assume a volte l’aspetto di un’indagine poliziesca o addirittura, si potrebbe dire, di un romanzo di spionaggio.
È stato necessario spogliare di menzogne o di confessioni sottilmente mascherate un’intera esistenza per scorgere nella sua vera luce questa figlia di ambulanti cevennati nata per caso a Saumur, l’orfanella dimenticata in un convento di Corrèze, la piccola collegiale delle canonichesse di Moulins, che non avrebbe tardato a diventare «poseuse» in un piccolo café-chantant della guarnigione, dove cantava «Qui qu’a vu Coco dans l’Trocadero».
«Gomeuse», e perfino mescitrice di acqua, a Vichy, colei a cui i numerosi amici davan già, da quando aveva vent’anni, l’appellativo di «Coco» avrebbe fatto strada. «Irregolare»>, si – nel senso equivoco e proustiano del termine -, ma sempre marginale, indipendente, ambiziosa e già sicura del suo destino eccezionale. Perchè Chanel non è stata una mantenuta come tante altre. Se Etienne Balsan – che la iniziò al mondo dei cavalli – e poi l’inglese Arthur Capel l’hanno aiutata a fondare, durante la guerra ’14-’17, la sua prima sartoria, ella non ha avuto tregua finche non è stata se stessa, e soltanto se stessa. Nel giro di pochi anni diventerà, per un’intera generazione, il polo d’attrazione dell’epoca. Non v’è quasi uomo o donna celebre che non l’abbia avvicinata, al punto che la sua vita si confonde con la storia del periodo tra le due guerre. Cocteau, Picasso, Max Jacob, Reverdy, Misia Sert, l’amica di sempre, Diaghilev, Stravinski, appaiono tutti in queste pagine, perchè furono gli intimi testimoni di quella straordinaria avventura.
Ma Chanel, sovrana autoritaria di un immenso impero, sarà sempre una solitaria. Tutti quelli che hanno avuto un peso nella sua esistenza – granduca o poeta, lord miliardario o troppo seducente ufficiale della Wehrmacht – non hanno mai potuto occuparvi un posto definitivo, come se una specie di fatalità gli avesse vietato quel successo. La «irregolare», pur se ricca e osannata, non era di quelle che si sposano.
Attraverso questa movimentata camera Edmonde Charles-Roux ci presenta una donna unica, tracciando al tempo stesso la cronaca dei primi senttant’anni del nostro secolo. Questo ritratto di una celebre sconosciuta e molto più che un ritratto: e l’epopea di un romanzo vissuto, e vissuto come un romanzo dalla sua protagonista.
Giornale di Bordo di Cristoforo Colombo
Autore/i: Colombo Cristoforo
Editore: Bompiani
introduzione e cura di Rinaldo Caddeo, prefazione di Gianni Granzotto.
pp. 248, Milano
Il 3 agosto 1492, salpando dal porto di Palos verso terre ignote, Colombo si propose di scrivere “diligentissimamente” tutto ciò che gli fosse accaduto durante il viaggio. Fu un proposito che mantenne non soltanto nel primo viaggio, ma anche negli altri successivi, e che, pur avendo motivazioni pratiche – senza contare che Colombo doveva fornire notizie riservate ai sovrani spagnoli – andava in realtà parecchio oltre queste finalità per cosi dire “professionali”. Il Giornale di bordo è diventato per tutte le generazioni future il testimone quotidiano della grande impresa. Grazie a queste pagine sappiamo non soltanto che “Colombo ha scoperto l’America”; ma come, giorno per giorno, era terrori, dubbi, meraviglie, difficolta, prove psicologiche, miraggi e previsioni, questa scoperta e maturata, prodigiosamente. La testimonianza stessa del Giornale di bordo e casuale e prodigiosa come l’avventura in esso narrata: il testo rimase segreto, fu perduro, nc sopravvisse una copia (poi andata perduta a sua volta) da cui padre Las Casas trasse e conservo le pagine più importanti e un riassunto generale. La meraviglia e il dramma di quella prima navigazione sono vive negli stralci giunti fino a noi, e altrettanto viva ne emerge la figura dell’autore, che alia lucida potenza della ragione – quale viaggio più razionale e deduttivo di questo? – unisce una spontanea poesia, cosi da trasformare una cronaca sincera e puntuale nella prima testimonianza poetica nata di la delle Colonne d’Ercole. Proponiamo qui la classica edizione che Rinaldo Caddeo, il più autorevole studioso di Colombo, ha tradotto e annotato, corredandola di un fondamentale saggio introduttivo.
12 Regole d’Oro per Sviluppare i Vostri Poteri
Come servirsi del proprio inconscio e trarne immediati vantaggi – Come conoscere se stessi e gli altri alla perfezione – Come valorizzare la propria personalità
Autore/i: Gibass Martin
Editore: Casa Editrice Meb
prefazione e introduzione dell’autore.
pp. 108, Torino
Vivere felici non e difficile, se si conoscono a fondo poche e facili regole. L’autore ce le presenta in questo libro con estrema semplicità.
In ciascun uomo si nasconde una forza portentosa tutta da scoprire: il suo Inconscio. Riuscire a scoprirla poco alia volta consentirà a tutti di trarre immediatamente benefici fisici, psichici e economici enormi.
«Ognuno di noi è “doppio” ed e proprio l’ALTRO che ci dà vita, ci sviluppa e ci condiziona in tutta la nostra esistenza».