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L’Arte in India

L’Arte in India

Autore/i: Calambur Sivaramamurti

Editore: Garzanti Editore

Repertorio mitologico, storico e letterario a cura di Nicole Balbir, a cura di Paolo Magnone, consulenza di Mirella Tenderini, prefazione dell’editore, prefazione dell’autore, traduzione di Evelina Poggi.

pp. 668, riccamente e interamente illustrato a colori e b/n, Milano

Dalla prefazione dell’editore:
“Ogni tentativo di presentare l’arte indiana attraverso i nostri metodi e la nostra sensibilità occidentale sarebbe probabilmente destinato a fallire, poichè la prodigiosa proliferazione delle sue forme si sottrae a un esame estetico basato sui nostri criteri classici.
L’arte indiana, nata in questa terra «brulicante di dei e leggende», si lega intimamente con la sua tradizione religiosa, letteraria e filosofica, tanto che una sua classificazione meramente cronologica e stilistica che non tenesse conto dei paralleli simbolici e letterari darebbe un quadro troppo scarno rispetto alla sua ricchezza e varietà, e il suo intimo significato, così come la sua esuberanza, ci sfuggirebbero irrimediabilmente. Nel periodo classico la scultura e la pittura indiane furono sottoposte a un gran numero di regole iconografiche molto severe che definivano minuziosamente ogni atteggiamento, ogni espressione e ogni gesto, persino la posizione delle dita. Abiti, acconciature, gioielli, emblemi, tutto aveva una sua fondamentale funzione nell’ambito della raffigurazione dei personaggi storici e mitici. Così, per poter esprimere se stesso,       l’artista doveva ingegnarsi con suggestioni e sottintesi estremamente sottili, quasi soffocato da rigide convenzioni che parevano imprigionarlo e privarlo di ogni libertà espressiva.
Tuttavia, e questo è il vero miracolo dell’arte indiana, a dispetto di queste rigorose restrizioni l’artista indiano seppe creare nel corso dei secoli opere d’arte che ci lasciano attoniti per la varietà, l’abbondanza, la prodigiosa vitalità e la magistrale esecuzione.
Così, un’autentica analisi dell’arte indiana può essere intrapresa solo imparando, o meglio ancora sarebbe «vivendo», gli innumerevoli concetti e princìpi su cui si basa, e la caleidoscopica visione che essa rivela. Per fare questo occorre conoscere da un lato la cultura indiana, con la sua religione, i suoi riti, i suoi miti, le sue leggende, le sue metafore, le sue allegorie, dall’altro la realtà storica di questo Paese, con le sue epoche, le sue dinastie, i suoi stili e le sue regioni. Di fronte a tanta complessità, ci è parso che nessuno meglio di uno studioso indiano fosse in grado di rendere per noi accessibile questo universo favoloso.
Fu quando, mia moglie e io, parlammo a ]agbans e Nicole Balbir, indologi e nostri amici e collaboratori, del nostro progetto di pubblicare un volume dedicato all’arte indiana nella collana L’Arte e le Grandi Civiltà, e del desiderio di affidarne la realizzazione a un autore indiano, che Jagbans Balbir ci propose di accennarne, durante il suo prossimo viaggio in India, a Calambur Sivaramamurti, col quale intratteneva cordiali rapporti. La scelta di Sivaramamurti è d’altronde pienamente giustificata dalla personalità dell’autore, già direttore del National Museum di New Delhi, universalmente celebre per la sua vasta cultura, l’immensa erudizione, l’originalità di pensiero e di espressione, le sue qualità di poeta e le numerose pubblicazioni di studioso.
Eravamo perfettamente coscienti delle difficoltà connesse alla realizzazione di un’opera di questo genere affidandola a un autore lontano migliaia di chilometri, ma qualche esperienza positiva l’avevamo già fatta con K. Michalowski, autore, in questa collana, de L’Arte dell’Antico Egitto. Sapevamo, dunque, che la cosa era possibile ricorrendo a un ’organizzazione ferrea e capillare e, fra l’altro, mantenendo una corrispondenza fitta di elenchi di richieste precise. In questo caso sapevano anche che il nostro amico Balbir, con la sua frequente presenza in India, avrebbe garantito un buon numero di contatti diretti con l’autore.[…]”

Iside – Il mito, il mistero, la magia

Iside – Il mito, il mistero, la magia

Catalogo della Mostra tenuta a Milano, Palazzo Reale 22 febbraio-1 giugno 1997

Autore/i: Autori vari

Editore: Electa

unica edizione, a cura di Ermanno A. Arslan, collaborazione di Francesco Tiradritti, Monica Abbiati Brida e Alessandra Magni.

pp. 728, 500 illustrazioni e tavole ia colori e b/n, Milano

Il mito di Iside, dea dell’olimpo dell’antico Egitto,sposa di Osiride e madre di Horus, parte dall’epoca faraonica per abbracciare quattro millenni di storia dell’umanità.
Il catalogo della mostra, tenutasi a Milano nel 1997, illustra il mito di Iside.

Al primo periodo della diffusione del culto appartengono gli straordinari rilievi e le statue del santuario di Iside-Thermutis di Minet Madi conservati nelle raccolte archeologiche di Milano; successivamente viene analizzata la diffusione del culto nel bacino del Mediterraneo dove la dea si presenta in sincretismo con altre divinità locali. La massima espansione di Iside avviene, comunque, con la costituzione dell’Impero Romano, dove viene riprodotta su monete, oggetti di uso quotidiano, monili e gioielli. Il volume illustra, infine, la presenza del mito nei secoli successivi, dal medioevo al rinascimento, sino ai giorni nostri.

 

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Sommario

Sezione I
Prefazione

Prefazione
Jean Leclant 19
La “Mensa Isiaca”
[E.L.] 29

Sezione II
Iside faraonica

Iside faraonica
Sergio F. Donadoni 32
La Iside di Medinet Madi
Edda Bresciani 37
File
Sergio F. Donadoni 42
Schede 44

Sezione III
Iside ellenistica

Iside ellenistica
Michel Malaise 86
Schede 96

Sezione IV
Iside romana

Iside imperiale. Aspetti storico-culturali del culto isiaco al tempo degli imperatori romani
Alfred Grimm 120
La moneta
Ermanno A. Arslan 134
Le epigrafi
Cecilia Ricci 141
Iside. Magia, astrologia, alchimia
Laszlo Kákosy 143
Riti iniziatici e misteri nel culto isiaco
Laszlo Kákosy 148
Iside in età romana: le testimonianze dei materiali
Gemma Sena Chiesa 151
Schede 160

Sezione V
Diffusione del culto isiaco in Italia

Luoghi di culto e santuari isiaci in Italia
Paolo Gallo 290
L’Iseo-Serapeo Campense
Loredana Sist 297
I santuari isiaci a Roma e i contesti non cultuali: religione pubblica, devozioni private e impiego ideologico del culto
Serena Ensoli 306
Il cosiddetto “Iseo di Porto” e la sua decorazione
Fausto Zevi 322
Il culto di Iside a Ostia
Elisabeth Jane Shepherd 324
Iside a Tivoli
Benedetta Adembri 326
La diffusione del culto di Iside: Praeneste
Sandra Gatti 332
Dedica a Iside e Bubasti dal santuario di Diana Nemorense
Giuseppina Ghini 335
L’Iseo di Pompei
Stefano De Caro 338
Ritrovamenti in contesti non cultuali: Pompei
Pier Giovanni Guzzo 344
Ritrovamenti in contesti non cultuali: Ercolano
Pier Giovanni Guzzo 346
Iside nei Campi Flegrei
Stefano De Caro 348
Il santuario isiaco di Industria
Emanuela Zanda 352
L’Iseo e Serapeo di Verona
Margherita Bolla 358
Presenze egizie ad Aquileia: l’oggettistica minore e il culto di Iside
Annalisa Giovannini
Franca Maselli Scotti 363
La diffusione del culto isiaco nel’Italia settentrionale
Enrichetta Leospo 365
L’Iseo di Fiesole
Maria Cristina Guidotti 368
L’Iseo di Firenze
Maria Cristina Guidotti 369
La diffusione del culto isiaco nell’Italia centrale
Maria Cristina Guidotti 370
I culti isiaci a Luni
Antonio Frova 373
Treia
Giuseppina Capriotti 374
L’Iseo di Benevento
Rosanna Pirelli 376
Iside in Sicilia
Giacomo Manganavo 381
La diffusione del culto isiaco nell’Italia meridionale
Fulvio De Salvia 382
Schede 384

Sezione VI
Diffusione del culto nell’impero romano

La diffusione del culto isiaco nelle province occidentali dell’impero romano
Gisèle Clerc 526
La diffusione del culto di Iside in Oriente e in Nord Africa
Francesco Tiradritti 541
Il culto di Iside nelle regioni dell’ex URSS
Svetlana Hodjash 551
Schede 552
Culti isiaci a Roma in età tardoantica tra sfera privata e sfera pubblica
Serena Ensoli 576
Schede 584

Sezione VII
Iside e le streghe di Benevento

Iside, madonna e strega di Benevento
Elio Galasso 592

Sezione VIII
Iside dal Medioevo al Rinascimento

“Iside Venerata” nel labirinto del sapere tra Medioevo e Rinascimento
Patrizia Castelli 598
Appendice documentaria: materiali citati non presenti in mostra
Patrizia Castelli 610
Schede 616

Sezione IX
Iside in Astrologia e nei Tarocchi

Iside in Astrologia e nei Tarocchi
Luana Monte 620
Schede 622

Sezione X
Le metamorfosi di Iside tra il XVI e il XIX secolo

Le metamorfosi di Iside tra il XVI e il XIX secolo
Jean-Marcel Humbert 626
Schede 634

Sezione XI
Iside nel teatro e nella musica

La festa del “Navigium Isidis”
Thea Tibiletti 658
Il sistro
Thea Tibiletti 660
La Isis di Lully e Quinault
Michel Pezin 662
Schede 664

Sezione XII
Iside nella letteratura e nelle fonti

Iside nella letteratura e nelle fonti
Alessandro Roccati 678
Un’ospite malsopportata. Il culto di Iside a Roma tra avversione politica e antifemminismo
Gian Biagio Conte 687
Appendice 693
Bibliografia 699

Arte e Cultura Punica in Sardegna

Arte e Cultura Punica in Sardegna

Sardegna archeologica

Autore/i: Acquaro Enrico

Editore: Carlo Delfino Editore

presentazione di Sabatino Moscati, prefazione dell’autore.

pp. 216, 225 illustrazioni a colori e b/n, Sassari

Acquaro, che ha al suo attivo molte pubblicazioni e ha diretto numerosi scavi, tra cui quelli del Tofet di Tharros, dà qui un quadro dettagliato delle produzioni d´arte e d´artigianato dei Punici.

Da Ebla a Damasco

Da Ebla a Damasco

Diecimila anni di archeologia in Siria

Autore/i: Autori vari

Editore: Electa

pp. 372, nn. ill. a colori e b/n, Milano

La mostra “Da Ebla a Damasco” è, in primo luogo, una testimonianza di amicizia e di volontà di cooperazione e scambio culturale tra la Siria e l’Italia.
Terra di grandi tradizioni storiche, la Siria è stata, dai tempi più remoti scenario di mutamenti fondamentali e rivoluzionari nella storia dell’umanità. Teatro di sviluppi economici profondamente significativi nelle prime fasi dell’addomesticamento di specie animali e vegetali e nel consolidamento delle società neolitiche dei primi villaggi dalla valle dell’Eufrate alll’oasi di Damasco, e culla, nella Siria interna e nell’alta Mesopotamia, delle più antiche forme di civiltà urbane secondarie, questo paese è sempre stato sede privilegiata di incontri e scambi tra popoli e culture, sperimentando straordinarie esperienze sulla via di scoperte basilari nello sviluppo della civiltà. Gli essenziali stimoli dell’ambiente ugaritico sulla costa mediterranea della Siria all’invenzione dell’alfabeto, compiutamente perfezionata nelle città fenicie prima e greche poi, sono legittimo vanto di un Paese che nel Museo di Damasco conserva la minuscola tavoletta con il più antico sistema alfabetico della storia. Cerniera dei rapporti tra Oriente ed Occidente, la Siria ha fornito a Roma non solo imperatori ma anche grandi personalità della cultura, come quell’Apollodoro di Damasco che così durevoli impronte ha lasciato nella nostra stessa città. Dopo aver dato nell’età romana e bizantina contributi illustri, sul piano della cultura materiale e spirituale, ad una comune civiltà mediterranea, la Siria agli inizi del Medioevo ha reso testimonianza della sua vocazione ad un’originale rielaborazione culturale e ad un’illuminata tolleranza politica e religiosa nel secolo glorioso degli Omayyadi.

Viaggio a Ixtlan

Viaggio a Ixtlan

Le Lezioni di Don Juan – Le tecniche per «Fermare il Mondo» nel libro che racconta la fine dell’apprendistato di Castaneda presso don Juan

Autore/i: Castaneda Carlos

Editore: Rizzoli

introduzione dell’autore, traduzione di Giusi Signori.

pp. 358, Milano

Viaggio a Ixtlan è il terzo libro [scritto nel 1971.] in cui Castaneda racconta la sua iniziazione ai misteri dello sciamanesimo messicano, grazie agli insegnamenti di don Juan Matus. Dopo A scuola dallo stregone e Una realtà separata, in questo libro – che narra la fine dell’apprendistato dell’autore, a più di dieci anni dal primo incontro con il maestro – si precisano e si sviluppano temi chiave come il «vedere» dello sciamano, tanto più profondo del «guardare» quotidiano; o, condizione necessaria per «vedere», la capacità di «fermare il mondo», di interrompere cioè quel flusso di immagini che costituisce la nostra ordinaria interpretazione delle cose, e consentire a una nuova descrizione del mondo – quella appunto dello sciamanesimo – di sconfiggere,’almeno per un istante di totale lucidità, il dogmatismo della realtà quotidiana; o, ancora, il «potere» che consente all’iniziato di controllare il mondo nelle sue manifestazioni più profonde. La via «occidentale» alla sapienza, perseguita con coerenza da Castaneda nel corso dei decenni, si incarna in questo libro nella figura del «cacciatore», l’uomo «senza abitudini, libero, fluido, imprevedibile» proposto come modello di vita a ciascuno dei numerosissimi seguaci del maestro scomparso nell’aprile 1998.
Con Viaggio a Ixtlan [comparso per la prima volta in Italia presso la casa editrice Astrolabio] Rizzoli aggiunge un altro titolo alla collana «I libri di Carlos Castaneda», che accoglierà l’opera completa di uno dei più influenti maestri spirituali del nostro tempo.

 

 

Storie degli Sciti

Storie degli Sciti

Dal mito al romanzo: le leggende, gli eroi, l’epopea dell’affascinante popolo delle steppe

Autore/i: Dumézil Georges

Editore: Rizzoli

a cura di Giuliano Boccali, prefazione dell’autore.

pp. 384, 13 tavv. b/n f.t., Milano

Affascinanti e in parte misteriosi come molti “popoli delle steppe”, gli Sciti, tribù iraniche provenienti da Oriente, compaiono agli inizi del I millennio avanti Cristo nella zona a nord del Mar Nero e nell’Asia anteriore. Le guerre con Urartei e Assiri e, più tardi, la colonizzazione greca del Ponto Eussino, li metteranno in contatto con le grandi civiltà del Vicino Oriente e con il mondo classico; proprio Erodoto e in parte Luciano ci offrono così le informazioni più abbondanti e dettagliate sulla religione, le strutture sociali, i costumi, consegnandoci episodi o tradizioni originali: i doni aurei caduti dal cielo, i sacrifici umani alla morte del re, la soppressione dei vecchi, la nevicata di piume del Grande Nord…
Frammenti di un disegno più vasto, e colorato come i loro inimitabili feltri, che appena si lascia intravedere, illuminato anche dallo splendore degli oggetti e di gioielli di bronzo e d’oro – “l’oro degli Sciti” appunto – che via via i tumuli ci hanno restituito.
Ma la loro testimonianza non si limita a questo: pure rivive nelle leggende e nei racconti, nella mitologia e nel folklore dei loro discendenti, gli Osseti, e di altre popolazioni del Caucaso che da questi hanno attinto. Le imprese di Batraz, l’eroe d’acciaio, il destino, solare e tragico insieme, di Soslan, la vicenda commovente di Acyruxs, la donna dalla mano luminosa, la presenza beffarda e maligna di Syrdon o quella provvida e piena di risorse (anche magiche) di Satana, la madre dei “novantanove” eroi Narti, affidati alle straordinarie capacità comparative e ricostruttive di Georges Dumézil, vanno a formare così lo sfondo unitario e variegato dove naturalmente si inseriscono, e si spiegano, le scene schizzate da Erodoto.
L’affresco che ne emerge, cui “Autore garantisce il rigore scientifico che è inutile sottolineare, rende così l’immagine più completa e precisa della cultura degli Sciti nei suoi diversi aspetti; e insieme prende, con il fascino di mille racconti, che di continuo si intrecciano e snodano; gli echi vanno lontano, rimbalzando da episodi dell’epica indiana a miti nordici, come quello di Baldar, a immagini, perfino, del mondo cavalleresco, come quella, misteriosa e inquietante, della morte di Artù.

Georges Dumézil nato a Parigi nel 1891, fu allievo dell’École Normale e in particolare discepolo di M. Mauss. La sua carriera scientifica si svolse al di fuori delle facoltà universitarie francesi: docente nelle università di Istanbul e di Uppsala e nell’École Pratique des Hautes Études, fu chiamato nel 1948 alla cattedra di civiltà indoeuropea al Collège de France. La profonda conoscenza delle lingue e delle tradizioni indoeuropee più diverse e la vastissima produzione, testimonianza di una riflessione che dura da cinquant’anni sulle strutture fondamentali di queste civiltà, hanno fatto di lui uno dei più autorevoli specialisti in questo settore e uno dei maestri più originali della cosiddetta scienza della mitologia nel nostro secolo. Tra le sue opere ricordiamo: Mythes et dieux des Germains (1939,19582; trad. it., Gli dèi dei Germani, Milano, Adelphi,19741; i quattro volumi della serie Juppiter Mars Quirinus, (1941-48; trad. it. parziale, Juppiter Mars Ouirinus, Torino, Einaudi, 19551; Naissance d’archanges (sull’origine degli “arcangeli” avestici, Paris, 1945); i tre volumi della serie Mythe et épopée (Paris, 1968-73); Le livre des héros, légendes sur les Nartes (1965; trad. it., Il libro degli eroi, leggende sui Narti, Milano, Adelphi, 1969); Heur et malheur du guerrier (1969; trad. it., Ventura e sventura del guerriero, Torino, Rosenberg & Sellier, 19741; Mito e storia. Appunti di un comparatista (breve saggio, inedito ancora in francese, premesso a: F. Jesi, La vera terra, Torino, Paravia, 19741; La religion romaine archaïque (1966, 19732; trad. it., La religione romana arcaica, Milano, Rizzoli, 1977).

 

Enciclopedia del Soprannaturale

Enciclopedia del Soprannaturale

Autore/i: Cavendish Richard

Editore: Rizzoli

traduzione di Claudia Converso.

pp. 160, nn. ill. a colori e b/n, Milano

E’ una calda giornata d’agosto del 1901.
Due donne inglesi, la preside di un collegio femminile di Oxford e la vicepreside del medesimo istituto, passeggiano nel Petit Trianon di Versailles quando si imbattono in due uomini bizzarramente vestiti con abiti verdi e cappello a tre punte. Avvertono allora una strana sensazione di disagio. Si ritrovano circondate da personaggi abbigliati con costumi d’altri tempi e hanno l’impressione di trovarsi nel bel mezzo di una scena settecentesca. Sono tornate indietro nel tempo, oppure scorre davanti ai loro occhi una visione del passato?
In Cile, un caporale si allontana dal suo drappello in servizio notturno per avvicinarsi al misterioso oggetto atterrato nelle vicinanze. Quando, un quarto d’ora più tardi, torna, appare stravolto; e in stato di trance e mormora: “Tu non sai chi siamo, ne da dove venivano, ma ti dico che torneranno”. Dopodiché perde i sensi. Giunta l’alba, i soldati sono sorpresi nel constatare sul volto del caporale una barba lunga e sul suo orologio la data avanti di 5 giorni. Chi ha incontrato? Esseri provenienti dallo spazio?
Esperienze del genere, fuori dall’ordinario e inspiegabili, continuano a verificarsi in tutti i luoghi della Terra. E in ogni cultura generano superstizioni diverse e si aggiungono al bagaglio di miti e leggende appartenente a ciascuna società. L’Enciclopedia del soprannaturale raccoglie, continente per continente, i più misteriosi e straordinari episodi accaduti in tutto il Mondo.

Richard Cavendish è nato nel 1930 a Henley-on-Thames, Oxfordshire e ha vissuto negli Stati Uniti per otto anni, a New York e Los Angeles. Ha studiato presso il Christ’s Hospital e il Brasenose College e si è specializzato in studi medievali. Ha scritto di storia politica e sociale della Gran Bretagna e storia della magia popolare e occultismo nelle isole britanniche e in Europa. Tra le sue opere più conosciute I Tarocchi, Storia della Magia, e i 24 volumi del Man, Myth & Magic. Il suo lavoro è molto apprezzato per la sua profondità di ricerca e il suo atteggiamento agnostico.

 

Segni Simboli e Miti

Segni Simboli e Miti

L’alfabeto dei simboli e dei miti è ciò che definisce una civiltà – Il valore del «pensiero artigianale» contro l’egemonia della cultura scritta

Autore/i: Benoist Luc

Editore: Garzanti Editore

introduzione dell’autore, traduzione di Ada Beltramelli.

pp. 128, Milano

Attività oggi decadute a semplici passatempi, come i giochi degli scacchi, dei tarocchi, della pelota, obbedivano in origine a rituali precisi. Gesti come fumare la pipa, bere una tazza di tè, prima di diventare gli stanchi rituali del nostro vivere quotidiano, tragico confort di una società in preda a stereotipate liturgie consumistiche, connotavano purezza, semplicità, spiritualità per gli indiani Sioux del Dakota e per i monaci zen del Giappone. Nella linea del Cassirer, studioso di forme simboliche, l’autore di quest’opera – che sì inscrive nelle correnti della linguistica e dell’antropologia culturale contemporanee – analizza i legami di  filogenesi, metamorfosi, complementarità esistenti tra gesti, riti, miti. Mette in questione l’egemonia di una cultura dello stile scritto, che tende a imporsi come modello unico, rende manifeste le origini concrete della conoscenza, recupera il valore di un pensiero artigianale: esercizio d’intelligenza non disgiunto dalla sua origine operativa.

Luc Benoist, sovrintendente onorario alle Belle Arti di Francia, è autore di numerosi saggi di teoria dell’espressione. Fra le sue Opere: Musées et muséelogie (1960) e L’Esoterisme (1962).

Nato nel Tibet

Nato nel Tibet

Autore/i: Trungpa Chögyam

Editore: Rusconi

testo raccolto da Esmé Cramer Roberts, introduzione all’edizione italiana di Cristina Campo, presentazione di Marcos Pallis, traduzione dall’inglese di Donatella Tippett Andalò.

pp. 292, Milano

Questo libro è un documento autentico della saggezza e della civiltà che per tanti secoli sono fiorite nel Tibet, e degli eventi degli ultimi decenni durante i quali i comunisti cinesi hanno distrutto tutto ciò cui teneva quel popolo amante della pace.
L’autore, nato nel 1939, è un tulku o lama incarnato, con una dignità simile a quella di un abate benedettino. Nella prima parte del libro egli racconta la storia della sua educazione religiosa in un monastero, iniziata all’età di due anni, quando fu «riconosciuto» dai delegati del suo ordine, offrendoci nello stesso tempo un affresco straordinario del lamaismo e della società tibetana.
Nella seconda parte, la più drammatica, il venerabile Trungpa rievoca la progressiva invasione dei cinesi con il suo corteo di distruzioni, persecuzioni, stragi, che costrinse a un certo punto molti tibetani a fuggire in India attraverso la catena dell’Himalaya. Una di queste marce fu guidata dall’autore e durò otto mesi durante i quali uomini, vecchi, donne, fanciulli sopravvissero per pura disciplina spirituale alle otto, dieci ore di cammino al giorno, spesso in alta montagna, alle notti sotto la neve, alla febbre, alla fame.

Kamikaze

Kamikaze

L’epopea dei guerrieri suicidi

Autore/i: Arena Leonardo Vittorio

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

premessa e introduzione dell’autore.

pp. 330, Milano

Chi sono stati veramente i kamikaze giapponesi? Che nesso c’è tra gli aviatori suicidi della Seconda guerra mondiale e i terroristi odierni? Quali gli ideali che li hanno mossi e la cultura che li ha ispirati? Leonardo Vittorio Arena ricostruisce la figura di questi combattenti misteriosi, ripercorrendone la filosofia e presentando alcune delle figure più significative. Sullo sfondo delle grandi battaglie della Seconda guerra mondiale, da Pearl Harbour a Okinawa, descrive le varie forme di offensiva kamikaze, riporta brani di lettere e diari dei piloti destinati alla morte i versi struggenti degli haiku, le brevi poesie dedicate ai giovani martiri. Ma soprattutto spiega il significato dei loro “suicidi”: negazione di se stessi in nome della fedeltà all’imperatore, sacrificio supremo per la sopravvivenza di un paese e di una cultura irripetibili.

Leonardo Vittorio Arena insegna Religioni e filosofie dell’Asia orientale presso l’Università di Urbino. Impartisce una tecnica di meditazione su spunti buddhisti e sufi. Collabora ai programmi religiosi della Radio Svizzera. Per Mondadori ha pubblicato, tra l’altro: Il canto del derviscio (1993), Samurai (2002), Kamikaze (2003), Il libro della tranquillità (2004), Shòbògenzò (2005) e I guerrieri dello spirito (2006).

 

Arte della Sardegna Nuragica

Arte della Sardegna Nuragica

Autore/i: Autori vari

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

a cura di Giorgio Stacul.

pp. 190, 126 tavv. b/n, Milano

Indice:

  • Origini del megalitismo e colonizzazione iberica della Sardegna
  • 19 Evoluzione del megalitismo iberico e architettura nuragica in Sardegna
  • Le suppellettili funebri nel mondo protosardo
  • I bronzetti nuragici
  • L’arte e la civiltà nuragica rispetto al mondo classico
  • Note bibliografiche
  • Bibliografia essenziale
  • Fonti delle fotografie
  • Indice delle illustrazioni

 

I Segreti degli Obelischi

I Segreti degli Obelischi

Autore/i: Habachi Labib

Editore: Fratelli Melita Editori

prefazione dell’autore, traduzione di Sergio Bosticco.

pp. 160, nn. tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Roma

Fra i resti monumentali di maggior interesse della civiltà faraonica, gli obelischi contendono il primato alle piramidi. Innalzati a centinaia dai faraoni, molti di essi sono stati successivamente trasportati lontano dall’Egitto per essere eretti come trofei nelle grandi capitali: Roma, Parigi, Londra e persino New York.
L’intento originale nella costruzione degli obelischi, che venivano ricavati da rocce granitiche, consisteva nel simboleggiare il potere dei faraoni o nel rendere omaggio alle divinità solari. Essi erano opera di un artigianato che si serviva di tecniche capaci di conciliare una mole massiccia con una forma affusolata, abbellendo poi il risultato con eleganti decorazioni.
Questo libro descrive le fasi di lavorazione degli obelischi e ne illustra i complessi significati; ma insieme e di riflesso fa anche rivivere la vicenda affascinante dei faraoni che li eressero, come quella avventurosa degli archeologi che li scoprirono e dei «conquistatori» che li trasferirono fuori dalla terra ove erano stati costruiti.
La storia degli obelischi dalle origini alle vicissitudini in terre lontane dal Nilo; luci ed ombre dell’antica civiltà egiziana in questi autentici «grattacieli del passato».

Gli Angeli ci Vogliono Bene

Gli Angeli ci Vogliono Bene

Storie vere di aiuti celesti

Autore/i: Anderson Wester Joan

Editore: Sonzogno

introduzione dell’autore, traduzione di Valentina Boscarino.

pp. 144, ill. b/n, Milano

Joan Wester Anderson, una delle autrici di maggior successo in America nel campo dei libri dedicati ai fenomeni paranormali, ci offre una raccolta natalizia di storie vere e ispirate, testimonianze di persone in difficoltà che hanno ricevuto aiuti inaspettati e imprevedibili da qualcuno, lassù o quaggiù… un promemoria per tutti dell’infinito potere dei miracoli, ma anche della solidarietà umana.
Le preghiere di persone lontane riportano a casa un figlio da tempo perduto.
Un sacco pieno di giocattoli arriva a una famiglia troppo povera per fare regali ai bambini. Una canzone di Natale fa svanire il malumore della gente in coda in un grande magazzino. Una croce che si illumina nella notte trasmette un messaggio di speranza. Un angelo riscalda una bimba triste e infreddolita.
Queste e altre storie di interventi “miracolosi” per ricordarci che, se abbiamo fede, possiamo essere sfiorati dalla benedizione divina o da una grazia quando meno ce l’aspettiamo, ogni giorno dell’anno.

Gli angeli ci vogliono bene è un piccolo libro per tornare a credere, per ritrovare la speranza e la fiducia, in se stessi e negli altri.

Joan Wester Anderson, affermata giornalista free-lance e autrice di numerosi libri su argomenti diversi, dopo essere stata testimone di prodigi “celesti” si è dedicata interamente ai fenomeni soprannaturali. Fra i suoi bestseller di maggior successo ricordiamo: Là, dove camminano gli angeli (giunto in Italia alla 7° edizione), Là, dove avvengono i miracoli e Un angelo veglia su di me, tutti pubblicati da Sonzogno.

Gli Dei dalle Lacrime d’Oro

Gli Dei dalle Lacrime d’Oro

I giganteschi templi del centro e sud America esistevano già prima degli Inca e dei Maya. Chi li costruì?

Autore/i: Sitchin Zecharia

Editore: Edizioni Piemme

prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Maria Massarotti.

pp. 312, nn. ill. b/n, Casale Monferrato (AL)

Aztechi, Toltechi, Olmechi, Inca, Maya: centro e sud America sono un mosaico ininterrotto di reami perduti, di città abbandonate e civiltà scomparse, di rovine che lasciarono senza fiato anche i conquistadores spagnoli. Grandi piramidi a gradoni, intricati bassorilievi, sofisticati calendari astronomici, complessi riti di mummificazione caratterizzano queste antiche culture e sembrano riportarci quasi magicamente nella Mesopotamia e nell’Egitto di migliaia di anni fa. Dietro queste apparenti coincidenze, si cela forse una nuova verità che illumina misteri rimasti fino a oggi irrisolti: una stirpe di esseri straordinari, venuti da un altro mondo e depositari di grandi conoscenze, ha guidato l’evoluzione della civiltà umana.

Zecharia Sitchin è nato a Baku, in Azerbaigian, il 1º luglio 1920, si è laureato a Londra e ha vissuto a lungo negli Stati Uniti. È morto a New York il 9 ottobre 2010.
Noto esperto di lingue semitiche, considerato l’esponente più autorevole della cosiddetta «archeologia misterica», è stato tra i pochi studiosi in grado di decifrare le iscrizioni cuneiformi.
I sette libri del ciclo Le Cronache Terrestri – tutti pubblicati in Italia da Piemme, hanno venduto milioni di copie e sono stati tradotti in più lingue.

 

Il Pianeta degli Dei

Il Pianeta degli Dei

Prima degli Egizi furono i Sumeri. Prima dei Sumeri…

Autore/i: Sitchin Zecharia

Editore: Edizioni Piemme

prefazione dell’autore, traduzione dall’inglese di Maria Massarotti.

pp. 422, nn. ill. b/n, Casale Monferrato (AL)

Se gli antichi Egizi ereditarono il loro sapere dai Sumeri, questi ultimi da chi avevano appreso quelle scienze? La tesi del professor Sitchin è semplice e sconvolgente. Come confermano recentissime scoperte, c’è un altro pianeta nel sistema solare. I suoi abitanti, che i Sumeri chiamavano Anunnaki e la Bibbia Nefilim, iniziarono a visitare la Terra mezzo milione di anni or sono e il ricordo delle loro gesta è giunto sino a noi per varie strade: nei racconti mitologici, nell’Antico Testamento, nel libro di Gilgamesh. Alla luce di questa ipotesi, suffragata da anni di studi e ricerche, tradizioni, c e ritrovamenti da sempre circondati da un alone di mistero divengono improvvisamente comprensibili. La storia del mondo trova una nuova, affascinante chiave di lettura.

Zecharia Sitchin è nato a Baku, in Azerbaigian, il 1º luglio 1920, si è laureato a Londra e ha vissuto a lungo negli Stati Uniti. È morto a New York il 9 ottobre 2010.
Noto esperto di lingue semitiche, considerato l’esponente più autorevole della cosiddetta «archeologia misterica», è stato tra i pochi studiosi in grado di decifrare le iscrizioni cuneiformi.
I sette libri del ciclo Le Cronache Terrestri – tutti pubblicati in Italia da Piemme, hanno venduto milioni di copie e sono stati tradotti in più lingue.

 

Le Letterature Antiche del Vicino Oriente

Le Letterature Antiche del Vicino Oriente

Sumerica, assira, babilonese, ugaritica, ittita, fenicia, aramaica, nord e sud-arabica

Autore/i: Rinaldi Giovanni

Editore: Sansoni Editore

nuova edizione aggiornata, prefazione dell’autore.

pp. 344, Firenze

Nella presente opera Giovanni Rinaldi ha raccolto la storia delle varie letterature che, per circa quattro millenni, fiorirono nelle valli del Tigri e dell’Eufrate, dando vita ad una delle più antiche civiltà: quella del Vicino Oriente.
L’autore delinea lo sviluppo delle varie forme in cui quelle letterature si espressero e la parte espositiva, sempre interessante e suggestiva, è illustrata da numerose citazioni di testi. Dapprima la civiltà dei Sumeri, il popolo che, fra l’altro, inventò la scrittura cuneiforme e lasciò testimonianze indelebili nella poesia religiosa; quindi le civiltà dei Babilonesi e degli Assiri.
Gli ultimi capitoli del volume rivestono particolare importanza e avranno, per molti lettori, il sapore di una scoperta: essi sono dedicati alle letterature ugaritica e ittita, i cui testi, dopo un silenzio di tre millenni, sono stati portati alla luce solo nel nostro secolo. Il Capitolo sulla letteratura ittita è opera del prof. Ferdinando Luciani.

Giovanni Rinaldi è specialista di lingue e letterature antiche del Medio Oriente. Nato in provincia di Cuneo, appartiene all’Ordine dei Padri Somaschi, è docente di storia delle religioni e preside della facoltà di Magistero triestina, nonché membro dell’Accademia teologica romana. Dirige la rivista «Bibbia e Oriente», è autore di una introduzione allo studio delle lingue semitiche e di commenti ai libri biblici di «Daniele» e «Profeti Minori». Collabora a riviste orientalistiche italiane e straniere, con contributi di critica testuale e studi di letterature comparate dell’antichità Orientale ( sumerica, ugaritica, armaica, ebraica, ecc.).

La Letteratura Etiopica

La Letteratura Etiopica

L’oriente cristiano nell’unità delle sue tradizioni

Autore/i: Cerulli Enrico

Editore: Sansoni Editore

terza edizione ampliata, con un saggio sull’Oriente Cristiano, premesse dell’autore.

pp. 256, Milano

Fin dal Rinascimento la letteratura etiopica ha avuto il singolare destino di stimolare gli studiosi europei per quello che conserva in traduzione, di altre più antiche letterature. Ciò fino allo sviluppo degli studi etiopici nel secolo scorso, quando furono prevalentemente indagati i rapporti culturali e letterari dell’Europa con l’Oriente Cristiano, per una migliore conoscenza del fenomeno della formazione e della vita delle Chiese Cristiane di Oriente. Questo ha avuto come conseguenza che anche nei lavori – non molti ne molto numerosi – dedicati alla storia della letteratura etiopica, la letteratura di traduzione ha prevalso sulla letteratura originale: Il Cerulli, pur non contestandone gli influssi arabo cristiani e greco cristiani,, ha ritenuto utile considerare soprattutto le opere originali di questa letteratura, giudicate nel loro merito letterario. È un aspetto nuovo del problema, che offre una nuova visione di una letteratura che si rivela ricca di pregi.

Enrico Cerulli esploratore, eminente studioso orientalista, fu ambasciatore d’Italia ed è vice presidente dell’Accademia dei Lincei. Compì giovanissimo un viaggio di esplorazione in Etiopia Occidentale e nel 1928-29 partecipò alla spedizione del Duca degli Abruzzi alle sorgenti dell’Uebi Scebeli. Il materiale scientifico raccolto in questi viaggi diede materia per i suoi Studi etiopici: quattro volumi fondamentali. Successivamente illustrò in varie opere aspetti dei rapporti culturali tra Oriente e Occidente nel Medioevo-. Ricordiamo tra l’altro: Il libro etiopico dei Miracoli di Maria e le sue fonti nella letteratura del Medioevo latino, Etiopi in Palestina, Il patranuelo di Juan Timone-da e l’elemento arabo nella novella italiana e spagnola del Rinascimento. Ha dato anche un contributo essenziale alla conoscenza del teatro persiano.

La Letteratura Romena

La Letteratura Romena

Autore/i: Lupi Gino

Editore: Sansoni Editore

nuova edizione aggiornata, premessa dell’autore.

pp. 448, Firenze

È qui messo in particolare evidenza il processo che, tra il XVIII e il XIX secolo, ha portato la Romania ad inserirsi politicamente e letterariamente tra le nazioni dell’Europa centro-occidentale. La vitalità di questa nazione, che le ha impedito nei secoli di essere sommersa dalla marea delle dilaganti e continue invasioni settentrionali ed asiatiche, ha infatti valorizzato le tradizioni, i costumi, la letteratura, l’arte, il folklore ii questo popolo forte di una particolare spiritualità, formatasi attraverso vicende tanto fortunose. L’autore ha saputo rendersi interprete di questo clima storico e letterario, non soltanto attraverso lunghi e vasti studi, ma anche e più con la esperienza ripetuta e diretta della vita sociale e individuale, con numerosi viaggi nelle regioni anche meno note, con conoscenza profonda di genti e costumi.

Gino Lupi è nato a Bondeno di Ferrara nel 1892 e fin dagli anni giovanili si è occupato di etnologia e filologia, svolgendo i suoi studi in Italia e all’estero.
Ha viaggiato in Europa, nell’Africa di lingua araba e nei paesi dell’Asia turca e araba.
Ha soggiornato varie volte in Romania e ha poi insegnato alle Università di Venezia, Padova e Milano svolgendo‘corsi su argomenti romeni storici, geografici e letterari.
Fra le sue opere si segnalano: «Grammatica romena», «Novecento letterario romeno» e importanti studi di letteratura orientale.

Le Letterature del Belgio

Le Letterature del Belgio

Autore/i: Mor Antonio; Weisgerber Jean

Editore: Sansoni Editore

nuova edizione aggiornata.

pp. 400, Firenze

Il Belgio ha due letterature: la francese e la neerlandese, che, sviluppandosi sullo stesso suolo e attraverso le medesime vicende d’ambiente, presentano caratteri comuni. E le somiglianze sono tanto meno sorprendenti se si considera che in alcune regioni le due letterature coesistono e si intersecano.
Anche la loro evoluzione ha seguito una linea analoga: dopo la fioritura del Medioevo comincia un lungo periodo di decadenza finché il romanticismo segna un risveglio, del quale tuttavia è sopravvissuto assai poco. Bisogna attendere gli anni 1880-90 perché il Belgio cessi di restare ai margini delle grandi correnti europee. Tale emancipazione segna un periodo di prosperità e anche di grandezza: Maeterlinck, Verhaeren, Hellens, Plisnier, Michaux fanno parte del patrimonio letterario europeo. Anzichè fondere le due letterature in una sola esposizione, gli autori del presente volume hanno preferito tenerle separate, pur indicando i punti di contatto. Le due parti, anche se redatte da uomini formatisi a scuole diverse, sono state elaborate nelle grandi linee di comune accordo e se l’uno non sottoscrive sempre all’opinione dell’altro, essi riescono a raggiungere una singolare unità di gusto.

Antonio Mor dell’Università di Genova è specialista di letteratura belga di lingua francese. La sua attività si è svolta lungamente all’estero. Tra le sue pubblicazioni citiamo: Lettere inedite di Paul Claudel, Tre lettere inedite di Gide, Christian Beck, San Francesco di Sales scrittore, Immagini di tre continenti, Le Prince de Ligne prosateur, Julien Green e la cultura anglosassone, Fogazzaro nella critica.

Jean Weisgerber assunse giovanissimo la cattedra di letteratura neerlandese e di letteratura comparata all’Università di Bruxelles. È membro del comitato di redazione della Nieuw Vlaamse Tijdschrift. Della sua produzione indichiamo: De Vlaamse Literatur op Onbegane Wegen, Het Experiment van «De Bòomgaard», Faulkner et Dostoevskij, Confluences et influences, Formes et domaines du roman, flamand.

L’Inter Mirifica

L’Inter Mirifica

Introduzione – Storia – Discussione – Commento – Documentazione

Autore/i: Baragli Enrico

Editore: Studio Romano della Comunicazione Sociale

unica edizione, prefazione dell’autore.

pp. 688, XXXI tavv. b/n f.t., Roma

«Il decreto conciliare meno letto e peggio interpretato»: così, a proposito dell’Inter mirifica, nell’Osservatore Romano del 5 maggio 1969.
Avendo avuto modo, come perito conciliare, di assistere giorno per giorno alla genesi del Decreto, alla sua discussione ed approvazione in Aula, e poi anche al formarsi dell’opinione che ancora l’accompagna, l’Autore ha pensato che non convenisse tardare oltre a far luce su di esso: rispondendo alle critiche, ma soprattutto fornendo l’informazione più completa ed oggettiva circa i fatti e le persone che sono entrate nel merito.
Questa la ragione della presente Introduzione – Storia – Discussione Commento e Documentazione dell’Inter mirifica. (Baragli Enrico S. I.)