Libri dalla categoria Essere Umano
L’Esperimento Delpasse
Siamo Immortali? Una straordinaria scoperta scientifica nel campo della vita e della morte
Autore/i: Bedford James; Kensington Walt
Editore: Casa Editrice Meb
traduzione di Susanna Zardi e Franco Torriani.
pp. 336, Padova
Alla ricerca dei limiti della coscienza sorge spontanea una domanda che l’umanità si pone da sempre: Siamo Immortali?
Sono davvero tassative le leggi di Newton, oppure esiste una soglia oltre la quale la legge dei grandi numeri annulla le leggi naturali? Questo libro analizza con rigore scientifico l’aldilà rinnegato. L’Effetto Delpasse rientra nelle stupefacenti scoperte degli studiosi impegnati nelle inverosimili ricerche che si conducono sull’interregno fra la vita e la morte.
Con l’effetto Delpasse diventa dimostrabile che lo spirito umano va oltre la morte fisica. Ma come? Partendo dall’opinione di scienziati come Skinner e Monod, secondo i quali l’uomo e l’evoluzione della vita non sono che il risultato di un caso mostruoso, gli autori di questo libro concludono che lo spirito è materia, che della materia del nostro corpo non rimarrà nulla e che ciò che rimane è la somma delle informazioni che differenziano il nostro spirito e la nostra personalità la cui sostanza di trasporto, forse, è l’antimateria. Si richiama continuamente l’attenzione del lettore ricordandogli che la cosa più incredibile che esista è il mondo quotidiano che lo circonda.
Questo libro è nato in due anni di lavoro comune con William Jongh, Van Amsinck e Jean Jacques Delpasse, che non ne vide il compimento. Una straordinaria scoperta scientifica nel campo della vita e della morte.
Mistica della Carne
La profondità dei sessi
Autore/i: Hadjadj Fabrice
Editore: Edizioni Medusa
traduzione di Riccardo Campi – pp. 198, Milano
Contrariamente a ogni apparenza la nostra epoca ha cancellato i sessi. Mortificati, sottomessi alle dure leggi dell’ipervalorizzazione commerciale e strumentale, la loro dialettica è stata sacrificata e chiusa dentro la camicia di forza di imperativi e obblighi ancor più costrittivi e “’repressivi” della cosiddetta vecchia morale cattolica.
La scommessa teorica di questo libro di Fabrice Hadjadj può suonare un paradosso per la filosofia, o una provocazione per la teologia: salvare quella che la tradizione cristiana designa come “la carne” (con tutte le sue debolezze e i suoi allettanti peccati) riconoscendo nel corpo stesso, nei suoi desideri e pulsioni, perfino nelle sue funzioni considerate meno nobili, il sigillo del divino. Igienizzati e declassati a esercizi per mantenersi in forma, sottratti a qualsiasi riflessione sul loro significato ultimo, l’unica possibilità che abbiamo di riprendere contatto con la “profondità dei sessi”, secondo l’autore, è quella di attingere alla valorizzazione del corpo e della carne intrapresa dalla tradizione giudaica, prima, e portata a piena completezza da quella cristiana.
Contro un secolare dualismo di origine platonica, Hadjadj invita a ritrovare nella materia di cui il corpo è fatto, le tracce della vita spirituale, dei suoi doveri e delle sue aspirazioni più alte. Non si tratta quindi di cedere a forme di libertinismo o di materialismo che neghino l’essenza spirituale dell’uomo nella speranza d’infrangere i tabù che pretendono di occultare il corpo e rimuovere i suoi desideri, bensì di assumere integralmente questo stesso corpo come una parte non meno essenziale dell’essere umano, la quale gioca un ruolo fondamentale non solo nella sfera della vita sessuale e sentimentale, ma anche nella vita sociale, a partire dall’istituzione del matrimonio, dalla paternità e maternità fino alla sfera della vita politica, nel suo senso più proprio e originario.
Si aprono così spazi di straordinaria visibilità e comprensione per tutte le esperienze corporali, quelli previsti dagli stati della vita nel cristianesimo: da quello coniugale al monacale, dal mistico al quotidiano confronto con il corpo dell’altro/a. La fedeltà coniugale, la prostituzione, il piacere, l’educazione dei figli, la consunzione dei corpi nella vecchiaia, la verginità della Madonna e cosa può significare per noi, sono gli aspetti più importanti, non i soli, sui quali la riflessione di Hadjadj si muove con agilità e limpidezza, senza per questo dimenticare il tipico gusto francese per la polemica.
Psicologia di Massa del Fascismo
Come nasce e perchè si diffonde il misticismo organizzato
Autore/i: Reich Wilhelm
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione di Mary Higgins, prefazione dell’autore, traduzione di Furio Belfiore e Anneliese Wolf.
pp. 316, Milano
Il classico studio di Wilhelm Reich sulla psicologia di massa del fascismo è presentato nella sua prima traduzione italiana. Quest’opera, scritta durante gli anni della crisi tedesca, 1930-33, ed in seguito bandita dai nazisti, è un contributo senza eguale alla comprensione di uno dei fenomeni cruciali dei nostri tempi, il fascismo. In essa Reich applica la sua conoscenza clinica della struttura caratteriale umana alla scena sociale e politica. Egli respinge fermamente il concetto che il fascismo sia l’ideologia o l’azione di un singolo individuo o di una singola nazionalità, o di un qualsiasi gruppo etnico o politico. Egli nega pure una spiegazione puramente socio-economica, quale era stata avanzata dagli ideologi marxisti. Reich concepisce il fascismo come espressione della struttura caratteriale irrazionale dell’uomo medio, i cui impulsi e le cui necessità primarie, biologiche, sono state represse per migliaia di anni. La funzione sociale di questa repressione e il ruolo cruciale sostenutovi dalla famiglia assolutista e dalla chiesa sono analizzati con attenzione. Reich dimostra come ogni forma di misticismo organizzato, compreso il fascismo, si basi su desideri orgastici insoddisfatti delle masse.
L’importanza di quest’opera oggi non deve essere sottovalutata.
La struttura caratteriale umana che diede vita a movimenti fascisti organizzati esiste tuttora, e domina i nostri attuali conflitti sociali. Se vogliamo un giorno eliminare l’agonia caotica dei nostri tempi, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione alla struttura caratteriale che la crea; dobbiamo capire la psicologia di massa del fascismo.
Gli Eterni del Sogno
Un’interpretazione psicoanalitica dei miti e rituali australiani
Autore/i: Róheim Géza
Editore: Guaraldi Editore
introduzione di Glauco Carloni, traduzione di Renzo Stellato.
pp. 400, ill. b/n, Rimini
Il primo libro di Ròheim nella nostra lingua, l’ultimo e conclusivo frutto delle sue ricerche sul campo fra gli aborigeni australiani, rappresenta l’incontro della psicoanalisi con la civiltà della pietra e costituisce per la nostra povera cultura antropologica, tanto arida di contributi originali, un vomere capace d’insondate profondità. L’incanto infantile dei miti primitivi e la loro affinità con la mitologia classica e con il mondo della fiaba confermano, come Ròheim pretendeva, la fondamentale unità psichica dell’umanità: il razzismo non trova conforto alcuno dall’esplorazione dell’inconscio. Mai, infatti, abbiamo sentito più prossimi i primitivi anche nei loro riti cruenti e nelle loro costumanze più strane. Riti e costumanze di cui Ròheim fornisce, con l’arroganza delle prove con cui ci sommerge, interpretazioni persuasive e affascinanti. Tutti i prodotti culturali, anche quelli di remotissima origine, hanno un significato attuale e sono altrettanti mezzi escogitati dall’uomo per arginare e attenuare l’angoscia di separazione dalla madre, che riemerge di fronte ad ogni angustia o minaccia dell’ambiente: così i riti d’iniziazione vengono interpretati in maniera nuova e originale come un tentativo di offrire al bambino, quale gratificazione sostitutiva delle amorose cure materne, il privilegio di entrare a far parte della società dei maschi adulti.
Géza Róheim (1891-1953). ebreo ungherese, di cultura tedesca, emigrato negli Stati Uniti, vi restò dal 1938 fino alla morte. Allievo di Ferenczi e primo antropologo psicoanalista condusse ricerche sulle popolazioni di quattro continenti, integrando lo studio delle diverse culture con l’analisi dei sogni e dei giochi dei primitivi mediante le tecniche di Freud e della Klein e secondo le sue personali esperienze terapeutiche. Uomo di temperamento eccezionale e di geniale originalità, lettore insaziabile e scrittore torrenziale, profuse la sua vena in centinaia di articoli e in una ventina di libri, fra i quali vanno almeno ricordati: The Riddle of the Sphynx (1934) e The Gates of the Dream (1953) che compariranno in questa stessa collana, The Origin and Function of Culture (1943), Psychoanalysis and Anthropology (1950) e Magic and Schizophrenia (1955).
Sorgo Rosso
Romanzo
Autore/i: Mo Yan
Editore: Edizione CDE
introduzione e traduzione di Rosa Lombardi, prefazione dell’autore.
pp. 456, Milano
Sorgo rosso è un affresco fiammeggiante degli ultimi decenni di storia cinese, dagli anni ’30 agli anni ’70, raccontati da un giovane della provincia che ripercorre i drammi, gli amori, i lutti della propria famiglia: una storia di lotte fratricide e guerre, di carestie, rapine e scorrerie, di amori e passioni, di riti magici e pratiche stregonesche, di barbarie e di morti, di imprese infime e di gesta eroiche. Dall’epoca d’oro del banditismo negli anni ’20 alla sanguinaria invasione giapponese del decennio successivo, fino agli anni che precedono la Rivoluzione culturale, il romanzo attraversa come un fiume sotterraneo il cuore della Cina e ce la racconta nella sua verità profonda e primitiva, nel suo essere un Paese arcaico e feroce eppure governato da leggi antichissime, sagge e disumane al tempo stesso. Ed è una storia che dà voce e volto, per la prima volta, a quel brulichio di “anime sperdute” che abitano le immense campagne cinesi, tra le sconfinate distese di sorgo “che in autunno scintillano come un mare di sangue”, raccontate da Mo Yan con un realismo e un senso vivissimo dell’epica quotidiana che fanno piazza pulita di decenni di ingenua iconografia. Nessun romanzo moderno ha saputo immergersi con tanto febbrile stupore e così impietosa crudezza visionaria nel mondo immobile e senza tempo dei villaggi cinesi, nell’attimo di una trasformazione epocale, “a pochi passi” dal precipizio verso l’anarchia. Dopo aver vinto praticamente tutti i premi letterari in Cina, e dopo il celebre film di Zhang Yimou, nominato all’Oscar per il migliore film straniero e Orso d’oro al festival di Berlino nel 1988, Sorgo rosso è uscito nel 1993 in America, dove per la sua forza mitica e immaginativa è stato paragonato a Cent’anni di solitudine di Garcia Marquez.
Mo Yan è nato nel 1955 nello Shandong ed è considerato il maggior scrittore cinese contemporaneo e il fondatore del movimento letterario della “ricerca delle radici”. E autore di tre romanzi e di novelle e racconti. Mo Yan, che ha sempre vissuto in Cina, è un soldato. Lavora al Dipartimento affari culturali dell’”Armata di liberazione popolare”, l’esercito cinese.
Gli Inca
Profilo storico-antropologico di una civiltà
Autore/i: Métraux Alfred
Editore: Giulio Einaudi Editore
introduzione di Ruggiero Romano, traduzione di Mariolina Romano.
pp. XXIII-168, ill. b/n, Torino
L’impero del Sole e i suoi miti, le strutture economiche, politiche e sociali, la cultura, l’impatto devastante della Conquista spagnola: della civiltà Inca questo libro, apparso per la prima volta nel 1961, ci offre un quadro vivacissimo e insuperato.
Già sognato come la terra dell’El Dorado e delle Amazzoni, e considerato nell’Europa illuminista come il paese dell’Utopia, quasi uno Stato socialista, il Perú viene qui riportato nelle sue dimensioni storiche. Metraux fa giustizia di queste ingenue raffigurazioni e sottolinea piuttosto le rassomiglianze con le monarchie asiatiche.
La denuncia delle atrocità dei conquistatori si unisce allo studio delle cause che produssero la rapida caduta dell’impero, e delle continue ibridazioni che da allora hanno dato al Perú il volto complesso che oggi conosciamo.
Si può dire che con Metraux l’etnologia è riuscita a conoscere gli altri attraverso noi stessi, e noi stessi attraverso la «diversità» di civiltà favolosamente remote.
Con una nota biografica e una bibliografia aggiornata a cura di Alberto Guaraldo. Traduzione di Mariolina Romano.
Alfred Metraux (1902-63) ha sempre alternato l’insegnamento universitario alle ricerche sul campo, che lo hanno portato in Africa, nelle Americhe centro-meridionali e nel Pacifico. Delle sue opere Einaudi ha pubblicato Il vodu haitiano (1971) e Gli Inca (1969 e 1998).
Nato a Fermo nel 1923, Ruggiero Romano è stato tra i maggiori storici del secolo trascorso. Titolare della cattedra di Problemi e Metodi di Storia Economica presso l’École Pratique des Hautes Etudes (VI Section) fin dal 1951, ha ispirato la sua opera ai nuovi criteri storiografici delle Annales e ha poi tracciato un percorso personale e critico nei confronti di altri storici ugualmente ispirati alle Annales. Al centro del suo interesse di storico è stata l’analisi dei processi economici.
Le sue ricerche – applicate a spazi geografici e temporali assai differenti – si sono concretate nelle pubblicazioni seguenti: Navires et marchandises à l’entrée du port de Livourne (in collaborazione con F. Braudel, Paris 1951); Le commerce du Royaume de Naples avec la France et les pays de l’Adriatique au XVIII siècle (Paris 1952); Commerce et prix du blé à Marseille au XVIII siècle (Paris 1956); Prezzi, salari e servizi a Napoli nel secolo XVIII, (Milano 1965); Una economia colonial: Chile en el siglo XVIII (Buenos Aires 1965); Cuestiones de historia economica latino americana(Caracas 1966); Colombo (Milano 1966); I prezzi in Europa dal XIII secolo a oggi (Torino 1967); Die Grundlegung der modernen Welt: Spätmittelalter, Renaissance, Reformation (in collaborazione con A. Tenenti, Frankfurt a. M., 1967) (trad. it. Milano 1967; trad. spagn. Mexico-Madrid 1971); Amerika Indianska (Warszawa 1971) (trad. it. Torino 1976); Il Rinascimento e la Riforma (in collaborazione con A. Tenenti, Torino 1972); Les prix du froment en France: 1726-1923 (in collaborazione con P. C. Dreyfus et E. Labrousse, Paris 1970); Les mecanismes de la conquete coloniale: les conquistadores, (Paris 1972) (trad. it. Milano 1974; trad. port. Lisboa 1972 e sao Paulo 1973; trad. spagn. Buenos Aires 1978); Napoli: dal Viceregno al Regno (Torino 1976); La storiografia italiana oggi (Milano 1978; Italien, Stuttgart 1978).
Per l’Einaudi ha curato (con Corrado Vivanti) la Storia d’Italia e ha diretto l’Enciclopedia. Presso lo stesso Editore, ha curato la rivista «Nova Americana» (in collaborazione con Marcello Carmagnani ed è stato autore di Tra due crisi: l’Italia del Rinascimento (“Piccola Biblioteca Einaudi”, 1971), Industria: storia e problemi (“Piccola Biblioteca Einaudi”, 1976), Napoli: dal Viceregno al regno. Storia economica (“Biblioteca di cultura storica”, 1976), L’Europa tra due crisi. XIV e XVII secolo (“Piccola Biblioteca Einaudi”, 1980), Tra storici ed economisti (“Saggi”, 1982).
È morto a Parigi nel 2002.
Introduzione di Ruggiero Romano. Nota biografica di Alberto Guaraldo. Il miraggio inca. I precursori. I tredici imperatori. I contadini delle Ande. La casta degli Inca. L’organizzazione dell’impero. La religione. La città inca. Dopo la conquista. Rinascita e declino degli Inca. Gli Inca nel XX secolo. Bibliografia. Cronologia.
La Vita dalle Ceneri
Una testimonianza documentata su casi di reincarnazione delle vittime della tragedia dell’Olocausto
Autore/i: Gershom Yonassan
Editore: Armenia Editore
introduzione di John Rossner, traduzione di Rossana Terrone.
pp. 342, Milano
È davvero possibile che le persone conosciute dal rabbino Yonassan Gershom siano state vittime dell’Olocausto in una loro vita precedente? Gershom ci presenta le prove incontrovertibili di casi di reincarnazione, rendendoci partecipi del frutto della sua decennale attività dedicata all’ascolto… e all’assistenza spirituale di persone in difficoltà.
Attraverso la disamina del racconto di diverse persone d’origine ebraica, perveniamo alla conclusione che siano rinate dalle ceneri dell’Olocausto.
Oltre alla narrazione affascinante e obiettiva dei casi di reincarnazione, il volume contiene informazioni relative alla dottrina ebraica.
Il lettore potrà apprezzare al meglio le parole del rabbino Gershom quale che sia il suo credo religioso, ed essere così condotto alla contemplazione dell’anima umana risollevatasi dalle ceneri della tragedia.
Un volume che sfida la nostra incredulità rispetto al fenomeno apparentemente inverosimile di persone reincarnatesi dopo la morte nell’Olocausto.
I Bambini Parlano dall’Aldilà
Cosa succede alle anime dei bambini e come è possibile recepire i loro messaggi divini
Autore/i: Lorber Jakob
Editore: Armenia Editore
prefazione di Paola Giovetti, traduzione di Anna Carbone.
pp. 192, Milano
Che cosa succede alle anime dei bambini che vengono strappati a questa vita? Una voragine di interrogativi, enigmi, dubbi; si apre quando qualcuno solleva la domanda. L’unica certezza è che la morte di un bambino lascia distrutti i genitori, i parenti, tutti coloro che lo conoscevano. Ci si chiede allora da quale giustizia sia governata la nostra vita terrena e come si possa parlare di un Dio tanto buono se proprio quest’ultimo ha chiamato a sé una creatura innocente.
Ne [bambini parlano dall’aldilà Jakob Lorber ci spiega quale cammino spirituale percorrono le piccole anime che salgono in Paradiso e come diventano messaggere della parola divina, insegna a mettersi in contatto con loro e a recepirne i discorsi, offre conforto aiutando il lettore a comprendere in quale mondo di infinita serenità, pace e bellezza, approdano i piccoli che abbandonano questa terra.
Un’opera illuminante, che ci aiuta ad accettare certi dolorosi misteri della vita, scritta da uno dei più grandi profeti attraverso i quali Dio manifestò la Sua parola.
La Prostituzione nel Medioevo
Autore/i: Rossiaud Jacques
Editore: Edizione CDE
prefazione di Georges Duby traduzione di Ezio Pellizer.
pp. VIII-236, Milano
Centrato su Digione e la zona sud-orientale della Francia, con incursioni a Venezia, Firenze e altre zone geografiche, questo saggio rigoroso ed esauriente getta nuova luce sulla realtà sociale di un’epoca che appare sempre meno aderente al clichè fornito dalla cultura tradizionale. Il fenomeno della prostituzione tra il 1300 e 1500 viene qui definito in rapporto ai dati demografici e ai costumi matrimoniali, alla norma e alla devianza sessuale, ai valori culturali e alla mentalità collettiva, che ne forniva valutazioni morali spesso contrastanti. Le strutture e la diffusione della prostituzione vengono esaminate in tutte le sue componenti: dal reclutamento delle ragazze alla clientela delle “case”, al linguaggio, i riti, le licenze e i tabù che caratterizzavano la vita dei bordelli. Da questo studio originalissimo, che si muove nell’ambito della scuola storica francese delle “Annales”, emerge così il quadro di una società vivida, carnale, spesso violenta, in cui la prostituzione aveva la funzione sociale di mantenere l’ordine cittadino incanalando l’esuberanza sessuale della gioventù. Una funzione che questo saggio d’avanguardia documenta in modo assai minuzioso e convincente.
Jacques Rossiaud allievo del grande medievalista francese Georges Duby, Rossiad insegna all’Università di Lione. È autore di numerosi articoli e saggi sulla storia medievale del Sud-Est della Francia.
Il Respiro dell’Anima
Tecniche di respirazione per vincere l’ansia e trovare la via dell’autorealizzazione
Autore/i: Falzoni Gallerani Filippo
Editore: Armenia Editore
introduzione dell’autore.
pp. 240, Milano
Il nostro modo naturale di respirare viene spesso modificato dai ritmi di una vita affannata che non conosce pause, nonché dalla nostra incapacità di dominare ansie, stress, frustrazioni, angosce: mali talmente radicati in noi da sembrare inestirpabili. Così il nostro respiro perde la sua funzione rigeneratrice, non è più un sollievo, un atto spontaneo e liberatoria, e invece il prigioniero di una sorta di corazza Costituita da muscoli respiratori irrigiditi.
Coniugando perfettamente teoria e pratica Falzoni accompagna il lettore in un cammino che ha come punto d’arrivo la respirazione liberatoria capace di rilassare, donare energia fisica e interiore, purificare.
Il respiro dell’anima è dunque consigliato soprattutto a quelle persone che soffrono di stati depressivi, insicurezza, nervosismo, ansia, ma anche a tutti coloro che ritengono sia giunto il momento di prendere in mano le redini della propria vita per ritrovare pace e serenità. Innovativo e incoraggiante questo saggio raccoglie la testimonianza di molte persone incontrate dall’Autore, e da lui “erudite”, che confermano di aver ritrovato un generale benessere e di guardare alla vita in.modo più positivo e ottimistica da quando hanno rivoluzionato il loro modo di respirare.
Storia di Roma nel Medioevo
6 Volumi
Autore/i: Gregorovius Ferdinand
Editore: Newton Compton Editori
prima edizione, cofanetto illustrato, introduzione di Vittoria Calvani, traduzione e cura di Vittoria Calvani e Pia Micchia
vol. 1 pp. 556, vol. 2 pp. 460, vol. 3 pp. 532, vol. 4 pp. 368, vol. 5 pp. 394, vol. 6 pp. 480, Roma
Volume primo
Libro primo. Dall’inizio del V secolo alla caduta dell’Impero d’Occidente (476 d.C.)
Libro secondo. Dall’inizio della dominazione di Odoacre all’istituzione dell’Esarcato in Ravenna nel 568
Libro terzo. Dagli inizi dell’Esarcato ai primi del secolo VIII
Libro quarto. Dal pontificato di Gregorio II (715) all’incoronazione di Carlo Magno
Volume secondo
Libro quinto. La città di Roma all’epoca dei Carolingi, sino all’anno 900
Libro sesto. Storia della città di Roma nel secolo X
Volume secondo
Libro settimo. Storia della città di Roma nel secolo XI
Volume terzo
Libro ottavo. Storia della città di Roma nel secolo XII
Libro nono. Storia della città di Roma nel secolo XIII, dal pontificato di Innocenzo III al 1260
Libro decimo. Storia della città di Roma dal 1260 a 1305
Volume quarto
Libro undicesimo. Storia della città di Roma dal 1305 al 1354
Volume terzo
Libro dodicesimo. Storia della città di Roma dal 1355 al 1420
Volume quinto
Libro tredicesimo. Storia della città di Roma nel XV secolo
Volume sesto
Libro quattordicesimo. Storia della città di Roma dall’inizio del XVI secolo alla morte di Clemente VII (1534)
Decifrazione delle Scritture e delle Lingue Scomparse
Autore/i: Friedrich Johannes
Editore: Sansoni Editore
introduzione dell’autore, traduzione di Francesco Pugliese Carratelli.
pp. 196, nn. tavv. b/n f.t., nn. ill. b/n, Firenze
Lo spirito umano all’inizio del XIX sec. comincia per la prima volta a gettare lo sguardo oltre la storia greca, sui popoli che prima dei greci dettero la prima storia dell’umanità, sulla loro cultura materiale e spirituale, sui riflessi di questa cultura nei monumenti letterari che si sono conservati fino al presente. La decifrazione delle antiche scritture diviene parte integrante della nuova cultura; con essa si ampliano le conoscenze storiche dinanzi agli occhi dell’uomo moderno.
I cultori di glottologia che hanno interpretato le più antiche scritture ci hanno restituito accanto ai geroglifici egiziani e alla scrittura cuneiforme una serie di altre lingue ed hanno reso possibile l’esame della scrittura dal punto di vista storico. Ma soprattutto essi hanno notevolmente ampliato i confini della storia: mentre prima si abbracciavano due millenni e mezzo di storia dell’umanità, ora questo spazio di tempo si accresce di almeno cinque millenni.
L’interpretazione delle scritture e delle lingue antiche e opera fondamentale per la storia della cultura dell’uomo, un’opera che può stare accanto alle rivoluzionarie conquiste nei campi della scienza naturale e della tecnica; ma essa non ha nella scala degli interessi umani, un posto pari alla sua importanza solo per il fatto che non può avere per la vita pratica lo stesso valore della tecnica. Eppure si tratta di un argomento di grandissimo interesse e destinato ad incontrare nel pubblico grande successo come dimostrano le pagine di quest’opera fondamentale di J. Friedrich, i cui studi sull’argomento segnano un vero e proprio punto di arrivo.
La prima parte dell’opera espone diffusamente la decifrazione delle scritture e delle lingue dell’oriente antico: la scrittura egiziana, la scrittura cuneiforme, la scrittura ittita. A queste seguono, trattate in un capitolo a parte, alcune decifrazioni non prive di interesse.
Infine sono presentate alcune osservazioni di carattere teorico sull’interpretazione delle scritture e delle lingue scomparse. Chiudono il libro l’esposizione di alcune scritture non ancora decifrate e il tentativo di rispondere alla domanda circa il motivo per il quale la decifrazione non è avvenuta. Ne deriva una approfondita linea storica che apre orizzonti vastissimi e addita all’uomo moderno mondi sepolti da scoprire ed indagare, il mezzo di conoscere più profondamente la sua origine e la sua storia.
Strutture e Modelli Culturali nella Società Merovingia
Gregorio di Tours: una testimonianza
Autore/i: Vetere Benedetto
Editore: Congedo Editore
presentazione e introduzione dell’autore.
pp. 318, Galatina (Lecce)
Sullo sfondo dell’appassionata vicenda di un mondo in via di radicale trasformazione narrata da Gregorio di Tours e ripresa con sottile sensibilità dal Pirenne prima e dal Vinay poi, si svolge ed ha termine nello stesso tempo questo lavoro, che ha rappresentato per chi scrive una singolare e suggestiva esperienza profondamente umana, perché vissuta tra uomini ed un’intera società sulla via di nuove scelte e di un necessario cambiamento che si alimenta del sopravvivere di una Romània e dell’affermarsi del furor e della feretas quali elementi ed energie necessariamente dirompenti in un mondo in avanzato stato di senescenza (dalla Presentazione).
Capitolo primo: Gregorio di Tours: l’uomo e il suo tempo; Premesse di una cultura per una storia del «Regnum Francorum»
Capitolo secondo: Fondamenti di una dogmatica della «sovranità»; L’affermarsi di una mentalità
Capitolo terzo: Degrado della vita urbana. Il «Castrum»; Comes e Comitatus. Ristrutturazione del Territorio; Aspetti sociali; Il Commercio; L’Agricoltura; Conclusione
Bibliografia; Indice dei nomi; Indice dei Luoghi
Dialoghi con l’Aldilà
La scoperta delle “voci dell’aldilà” – Prove obbiettive delle comunicazioni dei defunti – Un ponte fra due dimensioni – “Noi morti siamo vivi! Noi viviamo!” – Come ottenere il contatto con il registratore o con la radio
Autore/i: Jürgenson Friedrich
Editore: Armenia Editore
premessa di Hans Geisler, traduzione di Paola Giovetti.
pp. 304, Milano
Diciassette anni fa, Friedrich Jürgenson si è imbattuto per la prima volta nel fenomeno delle ”voci dell’aldilà”. L’avvenimento non è accaduto per caso: i “defunti”, desiderosi di creare un ponte fra la loro dimensione e la nostra, hanno deciso di avvalersi dei mezzi offerti dalla moderna tecnologia. E cosa poteva essere più adatto di un registratore, di un apparecchio radio?
La sconvolgente, innegabile verità di questo libro è che ci troviamo di fronte a prove oggettive: un nastro magnetico non può mentire. Un altoparlante non inventa messaggi. Jürgenson stesso è rimasto a lungo nel dubbio, ha affacciato diverse ipotesi che gli consentissero un’interpretazione razionale dei fatti; e alla fine si è arreso. ”Siamo vivi! Noi viviamo! Noi morti, siamo vivi! Siamo uomini! “: da messaggi come questo è nata nell’autore la certezza di un’altra dimensione, di un diverso modo di esistere.
L’immagine che Jürgenson ci offre dell’aldilà non ha niente di idealizzato, di fittizio. È un aldilà prosaico, se vogliamo, perché i defunti sono rimasti quelli che erano in vita, con l’importantissima differenza che ora godono di una diversa visione delle cose, sono liberi da barriere spaziali e temporali, hanno un diverso criterio di valutazione. Però non fanno mai prediche ai viventi, non danno giudizi di tipo morale: insegnano solo a vedere l’intero universo da una nuova angolatura.
Quali sono i requisiti indispensabili per raggiungere il contatto? In primo luogo occorrono assoluta dedizione e pazienza; poi bisogna essere oggettivi, equilibrati, e soprattutto si deve conoscere la difficile arte di ascoltare, di fare il silenzio interiore. Gli “amici dell’aldilà” disdegnano chi va in cerca di fama o denaro; ma chiunque sia mosso dall’amore, dal desiderio di scoprire la sorte delle persone care improvvisamente scomparse, non sarà mai privato del successo.
Forse siamo sulle soglie di un’incredibile, gigantesca rivoluzione. Forse, con il progressivo migliorare della tecnica, verrà il giorno in cui le immagini dei ”defunti” appariranno sui teleschermi di tutto il mondo. Allora moriranno l’odio, |a superbia, l‘orgoglio; scompariranno le guerre; e sarà, per tutti noi, un giorno diverso.
Friedrich Jürgenson è un singolare personaggio. Profugo russo scampato a due guerre, studioso sin dalla prima giovinezza dei fenomeni occulti e delle tematiche religiose, cantante lirico, pittore (ha ritratto più volte Pio XII e Paolo VI), appassionato d’archeologia (ha compiuto importanti scavi a Pompei), regista di documentari televisivi, ha raggiunto notorietà internazionale proprio grazie agli esperimenti con le ”voci dell’aldilà”.
Oggi si dedica quasi interamente alla divulgazione delle scoperte in campo parapsicologico, convinto com’è di dover compiere una missione d’estrema importanza per l’umanità. Nel tempo che gli rimane a disposizione continua a dipingere e a portare avanti le altre sue attività (un suo documentario sulle “voci” sarà presto trasmesso anche dalla televisione italiana).
Pietre Viventi
I minerali nell’immaginario del mondo antico
Autore/i: Macrì Sonia
Editore: Utet
pp. X-182, ill. b/n, Milano
Che cosa era una pietra per gli antichi? Le testimonianze letterarie ne rendono esplicita una rappresentazione ambivalente. Il líthos o lapis trasmette sollecitazioni concrete, come la sensazione della durezza che si addensa uniforme per la sua massa. Serrato in un esanime rigore, il suo corpo solido si mostra tenacemente fissato al suolo e questa inerzia comunica la certezza di un’esistenza immota, del tutto aliena dalle facoltà che caratterizzano gli esseri viventi. Al di là delle notazioni più tangibili, tuttavia, la pietra suggerisce anche valori traslati. La sua compagine salda è utile a definire la forza invincibile del guerriero omerico, mentre la resistenza all’azione del tempo può veicolare l’idea dell’eternità. Le immagini si susseguono numerose, non sempre però sono immediatamente comprensibili: in molti casi rivestono il minerale di requisiti estranei alla natura litica. Che dire, ad esempio, dei macigni che sprigionano un movimento inarrestabile, delle rocce che sottintendono nozioni umane come l’essere addolorati o dimentichi di se stessi o, ancora, di pietre capaci di esprimere la forza dello sguardo? Questo libro prende le mosse proprio dalla constatazione che la pietra si offre alla percezione culturale degli antichi come un’entità suscettibile di molteplici, spesso paradossali, usi metaforici.
La Dea Bambina
Il culto della Kumārī e la regalità in Nepal
Autore/i: Letizia Chiara
Editore: FrancoAngeli
prefazione di Romano Mastromattei, nota e introduzione dell’autrice.
pp. 256, 20 tavv. b/n, Milano
Seduta immobile su un trono, vestita di rosso, truccata e ingioiellata, con un grande terzo occhio disegnato sulla fronte, una bambina di pochi anni riceve l’omaggio del re e di centinaia di devoti; la Kumari, la dea vivente del Nepal, lascia la casa dei suoi genitori per vivere in un palazzo tra regole e culti quotidiani, feste e visite di devoti, fino a quando l’arrivo della pubertà non la riporterà alla vita di una ragazza ordinaria e un’altra bambina prenderà il suo posto.
Nel giorno della sua festa, la Kumari viene portata in braccio dai suoi attendenti fino ad un imponente carro sul quale percorre le vie di Kathmandu tra folle di devoti. Al termine della processione, la dea bambina segna la fronte del re, e gli pone una ghirlanda di fiori attorno al collo, confermando con questo rito il mandato annuale del re a governare il paese. È proprio in questo giorno, nell’anno 1768, che il re di Gorkha scelse di attaccare Kathmandu e ricevette la benedizione annuale della Kumari al posto del re in fuga. L’azione rituale della Kumari conferì legittimità alla nuova dinastia.
La Kumari è profondamente legata al re e alla legittimità del potere: nel mito si legge come ella sia l’incarnazione della dea Taleju, divinità di lignaggio degli antichi re Malla e simbolo del potere della loro dinastia. La stretta relazione tra il re del Nepal e le dee Kumari e Taleju affonda le radici nelle dinastie medievali dei Malla e si è mantenuta sotto diverse forme fino al giorno d’oggi. Il presente studio indaga la natura della relazione tra il re e queste dee, in un viaggio all’interno della complessa e ricca cultura newar della valle di Kahtmandu.
Chiara Letizia laureata e perfezionata in Storia delle religioni all’Università “La Sapienza”, si occupa di etnologia del Nepal dal 1996. Dopo aver ottenuto in Francia un DEA in Ethnologie et Sociologie Comparative all’Università di Paris X (Nanterre), ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Storia religiosa con una tesi sui pellegrinaggi alle confluenze sacre dei fiumi in Nepal, svolgendo numerose ricerche sul campo in Nepal e in India. Membro del Progetto “Identità/pericolo. Documentare, ricostruire” diretto dal prof. Romano Mastromattei, e membro del Progetto di ricerca Everest-K2-Cnr “Tradizione e innovazione: itinerari dell’identità religiosa in Himalaya” diretto dal dr. Martino Nicoletti, è autrice di diversi articoli scientifici sui culti della valle di Kathmandu.
Romano Mastromattei , Prefazione
Nota dell’autrice
Introduzione
Il fenomeno Kumari
(Selezione della Kumari; Intronizzazione della Kumari; Culto della Kumari; Squalifica di una Kumari; Il simbolismo del sangue; Le molte Kumari; Kumari Jatra; La relazione tra la Kumari e la dea Taleju; Un’ipotesi di ricerca)
I re Licchavi
(Fonti per la storia nepalese; I primi documenti del termine “Nepal”; Una dinastia precedente i Licchavi: i Kirata; Il periodo Licchavi: i Licchavi in India; I Licchavi in Nepal; Il potere dei nobili di corte: gli Abhira Gupta; La dipendenza dal Tibet; Alcuni aspetti del periodo Licchavi; Kumari e Taleju nel periodo Licchavi; Il “periodo di transazione”; Alcuni aspetti del periodo di transazione; Kumari e Taleju nel periodo di transazione)
I re Malla
(Origini dei re Malla; Il primo periodo Malla: il più antico documento della Kumari; Il Nepal prima dell’ascesa di Staiti Malla; Il regno di Staiti Malla: la comparsa della dea tutelare Manesvari; Le origini di Staiti Malla; I tre regni; La fine dei regni Malla; Alcuni aspetti del periodo Malla; Taleju e Kumari nel periodo Malla)
La funzione della Kumari e di Taleju nel periodo Malla
(Distinzione tra divinità vegetariane e divinità che devono sangue; Distinzione tra r astradevata e istadevata ; Il mantra di Taleju; Il tantrismo: la relazione individuale tra dio tantrico e devoto e l’emancipazione dai Bramani; I Karmacarya; Conclusioni)
La divinità tutelare
(Il lignaggio ( phuki ); Il digu dyah e la sua festa: Devali; L’ agã dyah : il dio di linguaggio delle altre caste; Le divinità di lignaggio e le dee Astamatrka; Divisione del lignaggio; L’iniziazione tantrica ( diksa ); Taleju come agã dyah ; Staiti Malla e la dea del lignaggio; L’origine tantrica delle Kumari)
La Kumari e le donne del lignaggio
(Le feste che comportano l’esclusione delle donne; L’esclusione delle donne e la presenza di bambine impuberi; La connessione tra Kumari e Taleju: il lignaggio; La Kumari come donna “sposata”; Il rito ihi ; La Kumari e una qualsiasi bimba nepalese; Una ragazza sempre pronta per un matrimonio che non può avvenire; L’asvamedha e la funzione della Kumari)
La Kumari buddista
(Un’”anomalia” o un “paradosso”; Alcuni cenni sulle categorie; Un “sincretismo”; La preminenza del rito; Il buddismo in Nepal; Gli Sakaya e i Vajracarya; Un buddismo degenerato?; Il rito di iniziazione bare chuyegu ; Divinità nel baha ; La connessione della Kumari con i lignaggi buddisti; L’adozione di un culto buddista in funzione anti-brahmanica; Il buddismo e la realtà)
La Kumari e Taleju: multiformi regali nel corso dei secoli
(Le finalità di Staiti Malla; Le finalità del re Pratap Malla; Jayaprakas Malla e il Kumari Jatra; La dinastia Sah; La funzione attuale della Kumari)
Appendice
(Le caste Newar; Ere e calendario; La festa di Dasai; Indra Jatra).
Psicologia e Patologia dei Cosiddetti Fenomeni Occulti
e altri scritti
Autore/i: Jung Carl Gustav
Editore: Bollati Boringhieri Editore
introduzione di Luigi Aurigemma, traduzione di Guido Bistolfi.
pp. XI-228, Torino
Gli studi compresi in questo volume appartengono tutti alla giovinezza di Jung.
Essi costituiscono notevoli contributi alla vera e propria rivoluzione che si andava compiendo in quegli anni in cui la psichiatria, almeno in una corrente minoritaria di ricercatori geniali, veniva trasformando la conoscenza scientifica di quanto era affidato alle sue cure – la psiche umana, appunto – scoprendone i complessi, le tendenze dissociative e i meccanismi inconsci, cosi come il linguaggio simbolico e i dinamismi utilizzabili ai fini della terapia. In questa prospettiva ha una reale e durevole importanza l’operetta ”Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti”, esplorazione attenta e minuziosa dell’attività psichica inconscia nel caso di un’adolescente dotata di particolari facoltà medianiche. Ugualmente importanti le ricerche sulla forza dissociante dell’emozione particolarmente intensa (del ”trauma psichico”, per usare il termine che si sarebbe poi universalmente imposto), studiata da Jung nel caso di una detenuta nel carcere preventivo e in altri casi in cui la manifestazione patologica prende la forma della simulazione della malattia mentale, simulazione nella quale, con molto acume, Jung suggerisce di riconoscere talvolta, al di là dell’inganno volontario, l’espressione dell’attività di strati psichici del tutto ignoti alla coscienza. Tutti questi studi non restano di pura ricerca scientifica: Jung non evita infatti di affrontare il problema dell’importanza giuridica che possono assumere le nuove scoperte psicologiche, discutendo con molta misura la tormentosa questione della responsabilità, che le scoperte stesse rendevano inevitabilmente ancora più complessa.
La Numerologia
Il potere occulto dei numeri
Autore/i: Llaugé Felix
Editore: De vecchi Editore
premessa dell’autore, traduzione di Dario Piccotti.
pp. 136, ill. b/n, Milano
Oggi, dei numeri si occupano per lo più i matematici e gli statistici. In passato non era così: esistevano fior d’ingegni che indagavano le proprietà magiche dei numeri, la cabala e le relazioni misteriose tra i numeri e la nostra vita, passata e futura.
Persino coloro che scrissero la Bibbia credevano alla cabala.
Persino Dante Alighieri, e matematici come Cardano, e medici come Paracelso. Che c’è di vero nel potere e nel significato dei numeri? Leggete questo libro, al contempo piacevole e istruttivo, utile e rivelatore.
Negli Occhi dello Sciamano
Sul sentiero sacro degli inca
Autore/i: Huarache Mamani Hernàn
Editore: Edizioni Piemme
prima edizione, premessa e nota dell’autore, traduzione di Daniela Cohen.
pp. 334, ill. b/n, Casale Monferrato (AL)
“Chi ha perso la propria strada deve tornare indietro a cercarla, solo così la troverà”. E’ il messaggio di questo racconto autobiografico. L’autore diventato curandero ed erede delle antiche tradizioni sciamaniche della tradizione spirituale inca, guarito da una malattia giudicata inguaribile si è formato secondo i valori occidentali conseguendo ben due lauree all’Università di Arequipa.
Entra in contatto con una conoscenza che si credeva persa, di cui scopre le tracce attraverso il contatto personale con gli indiani e alcuni sogni rivelatori. Ma l’incontro determinante della sua vita è quello con un maestro spirituale andino, che vive in una grotta su una montagna, tra i ghiacci eterni. Avviene così la sua iniziazione che lo porta a diffondere il messaggio ricevuto: la necessità per l’uomo di stringere un nuovo patto con la “Pachamama”, la grande Madre Terra. Quest’incontro gli permetterà di passare da una condizione di oscurità e di pericolo ad una piena di luce.
Hernàn Huarache Mamani è laureato in economia. Dopo una malattia è diventato un curandero, ultimo erede di un’antica generazione di guaritori andini, nato in Perù in un villaggio della Cordigliera delle Ande. Come professore dell’Università di Arequipa si occupa di diffondere la lingua e la cultura inca al mondo occidentale. Grazie all’ampia conoscenza delle lingue indigene, è riuscito a porsi in contatto con sapienti che vivono nell’anonimato, sulle Ande. Il risultato di queste esperienze si è tradotto in libri dall straordinario successo.
Breve Storia del Diavolo
Antagonista e angelo ribelle nelle tradizioni di tutto il mondo
Autore/i: Cousté Alberto
Editore: Castelvecchi Editore
nota dell’autore, traduzione di Francesca Saltarelli.
pp. 288, Roma
Il Diavolo non è un’invenzione del Cristianesimo: esiste in tutte le tradizioni e sotto tutti i cieli – Creatura o Chimera – dal momento in cui il linguaggio schiuse all’uomo le porte del Sacro. Con l’età moderna la sua presenza diviene soprattutto uno stato della coscienza, un’avventura individuale. Alberto Cousté affronta questa vasta materia con l’ampiezza di visione dell’erudito, ma con la leggerezza e l’ironia dello scrittore: il risultato è una straordinaria «biografia» che racconta il Diavolo nella maniera più imparziale (origini, nascita, aspetto fisico, studi, amori, metamorfosi e opere), seguendo le tracce del suo operato nella cultura, nel mito, nella Storia e nella letteratura fantastica. Ovunque nel mondo, e da sempre, il Diavolo ordisce trappole e incantesimi, protagonista assoluto della lunga disputa tra Caos e Ordine, del difficile accordo tra conoscenza e amore. Ma tra le maglie di questa trama di riferimenti si coglie una nota di disperata malinconia: perché lui, proprio lui che fu il più bello degli angeli, rimuginerà nei secoli, sconsolato e impotente, la sua nostalgia del Cielo.