Libri dalla categoria Arte Italiana
Antichi Tarocchi Lombardi

La storia, il gioco, la divinazione
Autore/i: Berti Giordano; Chiesa Marisa
Editore: Lo Scarabeo
pp. 88, nn. ill. b/n, Torino
Per le corti dei Visconti-Sforza e degli Estensi furono realizzati, nel Quattrocento, splendidi mazzi di Tarocchi, dipinti da famosi artisti con oro e colori sgargianti. Ma questo gioco era diffuso ovunque. Il popolo si dilettava con le U carte trionfali” ricche di curiose allegorie, sebbene di qualità più povera.
I francesi, quando invasero l’Italia all’inizio del Cinquecento, restarono affascinati dai Tarocchi e, avendone copiate immagini e regole, li diffusero in Francia. In questa terra, circa due secoli dopo, nacque il Tarocco di Marsiglia che divenne poi il modello al quale si ispirarono vari fabbricanti di carte italiani. E provenì dalla Francia anche la moda della cartomanzia, i cui adepti consideravano i Tarocchi un’ autentica “Bibbia dell’indovino”.
La Lombardia, però, si è distinta per una produzione originale. Qui hanno visto la luce bellissimi Tarocchi destinati agli amanti di questo appassionante gioco di società. Qui la cartomanzia con i Tarocchi è stata accolta sin dall’inizio e si è diffusa presso ogni ceto sociale.
Il presente manuale ha lo scopo di descrivere tutte queste tradizioni. La sezione storica illustra la diffusione dei Tarocchi in Lombardia dalle origini ai nostri giorni. La sezione cartomantica svela i significati degli Arcani e i metodi divinatori più diffusi. La sezione ludica spiega le regole di un passatempo intelligente e avvincente.
Tarocchi di Vetro

Manuale sulla divinazione
Autore/i: Gadini Roberto; Trevisan Elisabetta
Editore: Lo Scarabeo
presentazione di Giordano Berti.
pp. 88, nn. ill. b/n, Torino
Quello che state per leggere non è l’ennesimo manuale di Cartomanzia. È molto di più.
È un indispensabile strumento di consultazione costruito sia per chi è completamente a digiuno delle regole di questa meravigliosa Arte, sia per coloro che sono già addentro il mondo magico dei Tarocchi. Nelle pagine di quest’opera sono stati raccolti i commenti e le regole tracciate da Maestri come Elifas Levi, Paul Christian, Pierre Piobb, Papus, Oswald Wirth, Arthur E. Waite, esoteristi che hanno lasciato un patrimonio di insegnamenti sparsi in opere di difficile consultazione.
Perciò questo è un libro estremamente prezioso. La sua lettura apre più di una finestra verso altre dimensioni della mente e dello spirito, verso quel luogo dove passato e futuro si fondono al presente. L’interpretazione degli Arcani Maggiori e Minori. le tecniche di meditazione, i metodi cartomantici più efficaci, tramandati all’interno di ristrette scuole occultistiche, sono finalmente spiegati nella loro interezza, con la semplicità e la saggezza che solo i Grandi Maestri sanno offrire.
Anche il mazzo allegato al libro appartiene alla vera tradizione dei Tarocchi: lettere, numeri, simboli, riferimenti astrologici. sono stati perfettamente intesi e descritti dalla sublime ispirazione dell’Artista che ha realizzato i meravigliosi Tarocchi di Vetro.
Le Canzoni di Narayama

Autore/i: Fukazawa Shichiro
Editore: Giulio Einaudi Editore
traduzione di Bianca Garufi.
pp. 96, Torino
Salutato al suo primo apparire in Giappone, nel 1956, da un vero e proprio entusiasmo di critica, ritorna anche in Italia questo felice romanzo che ha rivelato nell’allora quarantaduenne autore uno dei più dotati scrittori della nuova letteratura nipponica.
Pur intriso di misticismo antico (o forse proprio per questo), sottilmente legato ai simboli e alla moralità spirituale del buddismo, il libro si presenta estremamente suggestivo e di toccante umanità anche per il lettore occidentale.
La struttura stessa del racconto è singolare: fingendo di comporre un saggio su certe canzoni popolari del Giappone centrale, l’autore ci offre l’immagine d’un mondo tanto feroce e terribile, quale solo può essere concepito da un uomo del nostro tempo. Lo schermo di distanza mitica che Fukazawa si è creato gli permette, senza il minimo abbandono sentimentale, di toccare il fondo più crudele della vita e insieme il senso profondo della pietà e della fratellanza umana. Nessun lettore, del resto, potrà restare indifferente di fronte al personaggio della vecchia O Rin e al suo stoico pellegrinaggio verso il «dio di Narayama», la montagna su cui funebri volano i corvi.
I Celti

Autore/i: Autori vari
Editore: Bompiani
pp. 800, riccamente illustrato a colori e b/n, Milano
Nel IV secolo a.C. i Celti fanno il loro ingresso nella storia e diventano il principale interlocutore non mediterraneo del mondo greco, etrusco-italico e cartaginese, fornendo contingenti di mercenari per tutti i conflitti. Guerrieri temibili, conquistatori e all’occasione predoni, agli occhi del mondo mediterraneo diventano l’ultima incarnazione della barbarie che minaccia la civiltà. Eppure la cultura celtica raggiunge una qualità e una ricchezza che ne fanno una delle basi della cultura europea. Sotto la direzione scientifica di Sabatino Moscati, Otto Hermann Frey, Venceslas Kruta, Barry Raftery e Miklòs Szabò sono raccolti i saggi dei maggiori studiosi in materia.
Il volume è un testo di riferimento per un’introduzione esaustiva di quei popoli, di provenienza varia, riuniti sotto il nome di Celti.
Le Vite del Conte di Cagliostro

Le vite del conte di Cagliostro; quella parallela del suo alter ego, Giuseppe Balsamo da Palermo; e quelle che sotto l’una o l’altra identità il grande avventuriero visse nelle sue città. Una biografia classica e singolare.
Autore/i: Photiadès Constantin
Editore: Sellerio Editore
traduzione dal francese di Anna Zanetello.
pp. 564, Palermo
«A Rovereto come a Londra, s’accettavano scommesse. Desideravano con impazienza far luce su quel mistero: che cosa avevano in comune il conte di Cagliostro e Giuseppe Balsamo». Le vite di Cagliostro, in questa singolare e classica biografia, non sono soltanto le due vite identiche o enigmaticamente, magicamente, parallele: quella di Alessandro Cagliostro, il conte, il gran medico, il mago, il filantropo, l’alchimista, l’ipnotista, il massone; e quella di Giuseppe Balsamo il disegnatore palermitano, l’avventuriero, l’imbroglione, l’illusionista, il ciarlatano. Sono anche tutte le vite che il trasformistico conte-avventuriero, il quale affascinò Dumas e coinvolse Goethe, riusciva a costruirsi in ogni città europea dove andava o in cui era costretto a rifugiarsi; e tutte le vite che gli ammiratori attratti dal suo magnetismo vedevano, e quelle che i detrattori da lui traditi denunziavano. Questo libro, esatto come una biografia scientifica, scritto come un romanzo, le ricostruisce. Il suo interesse singolare è che esso abbandona l’onnoscienza dello storico narratore, ma cerca di affidarsi agli occhi e alla testimonianza dei contemporanei che convissero con Cagliostro-Balsamo le avventure: dai vicoli tortuosi di Palermo, alla Roma papalina dell’incontro con Lorenza, agli splendori di Parigi e Londra, alle carceri inquisitoriali. Il risultato è l’articolarsi di una specie di inchiesta o di caccia dietro tutte le tappe di un gran mistero, sul quale alla fine il giudizio fluttua sospeso.
Constantin Photiadès, critico letterario e musicologo della prima metà del Novecento, frequentatore del bel mondo, amico intimo della poetessa Anna de Noailles e di un personaggio caro a Proust, la principessa Hélène de Chimay, oltre a questo Le vite del conte di Cagliostro, ha scritto George Meredith e La Reine des Lanturelus: Marie-Thérèse Geoffrin, marquise de la Ferté-Imbault.
Itinerari Etruschi

Autore/i: Ciattini A.; Melani V.; Nicosia F.
Editore: Libreria Editrice Tellini
introduzione di A. Ciattini.
pp. 530, nn. ill. b/n, Pistoia
«Si parla tanto degli etruschi, le notizie sulle scoperte che li riguardano traboccano, i loro buccheri più o meno clandestini e a volte ” fasulli” son così diffusi nelle case doviziose, i luoghi dove essi ebbero stanza, da vivi o da morti, son tanto gremiti di visitatori, non mancano, per meglio adescarci, nemmeno i pittori che ne rivendicano a proprio favore l’ipotetico retaggio, che questo popolo, la gente rasenia, quasi sarebbe d’ingombro se non avessimo fatto di lei il simbolo, il paradigma di uno dei più suggestivi problemi della cultura italiana d’oggi.
Dal punto di vista dell’inconscio collettivo il ” revival ” degli etruschi non può essere interpretato che come una forma; compensativa di quanto altri ci costrinse in passato a dimenticare, ripudiare.
Si direbbe cioè che per mettere in cottura i cibi non sempre abboccati del nostro tempo la gente senta il bisogno di ricorrere alle erbe aromatiche (menta, ascaIonico, ruta, elicrisio, finocchio etc.) che crescono sulle tombe di Cerveteri e di Veio, di Tarquinia, Roselle, Populonia e di altri luoghi, perché queste diano sapore, rechino qualcosa di:· salutifero al corpo e all’anima, nei nostri giorni ancora appesantiti da oscure indigestioni passate.
Ma da che può nascere questo bisogno di evasione, questa speranza del resto confusa nei miti scomparsi, questo ritorno che ci fa preferire – una istintiva antitossina – una gente perduta della quale in fondo anche oggi ben poco sappiamo, poiché non ne conosciamo nemmeno la lingua, giunta fino a noi mutilata, impoverita, dispersa?
Denuncia indiretta di un vuoto da colmare o di un pieno eccessiva da ripudiare?[…]»
Storia della Camera da Letto

Il riposo e l’amore nei secoli
Autore/i: Dibie Pascal
Editore: Rusconi Libri
traduzione dal francese di Anna Silva.
pp. 312, Milano
Come dormivano gli uomini preistorici? Com’era il letto di Ulisse? E cos’era il «letto collettivo» di età merovingia? Non si tratta di domande banali, poiché dormire è un’arte a cui tutti dedichiamo un terzo della vita, e quello in cui dormiamo è in realtà un luogo sacro, al riposo come all’amore. Un «luogo di cultura», come afferma l’autore di questo libro straordinario che racconta la storia della camera da letto dall’antichità a oggi, esplorando con curiosità e insieme con discrezione le grotte dell’uomo di Neanderthal, i ginecei assiro-babilonesi, i cubicula dei Romani, le eleganti alcove rinascimentali e i lussi borghesi dell’Ottocento.
Nella camera da letto gli esseri umani possono esprimersi integralmente, spogli di abiti e nudi di infingimenti, isolandosi in un limbo personale da cui risorgeranno dopo il transfert del sogno e delle immagini irreali. Il sonno va quindi inteso e vissuto non solo come necessità fisiologica, ma anche come intimità, tenerezza, armonia, piacere, amore, gioia suprema. Non a caso gli antichi Greci dedicarono alla camera da letto due divinità: il dolce Hipnos, il Sonno che fa dimenticare ai mortali ogni dolore, e il malizioso Eros, figlio di Afrodite.
Pascal Dibie è docente di Etnologia all’Università Paris VII e direttore e consulente di collane editoriali. Ha compiuto viaggi di studio in numerosi paesi, con lunghe permanenze fra gli Indios amazzonici e gli Escuimesi.
Ha pubblicato un romanzo e il saggio Villaggio ritrovato (1979).
I Gerghi della Malavita dal Cinquecento ad Oggi

Aggressività espressiva e ironia mordace in un dizionario che è anche la biografia della mala
Autore/i: Ferrero Ernesto
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione dell’autore.
pp. 384, ill. b/n, Milano
Inafferrabile, misterioso, carico di umori e di provocazioni, il gergo della malavita ha sempre affascinato le sue ’vittime’, cioè coloro che, come vuole la regola del gioco, non ne possiedono il codice. Di questo linguaggio di strada e di taverna, aggressivo, ironico, tutto immagini e cose, questo libro per la prima volta tenta una sistemazione. I materiali ’scavati’ coprono un arco di cinque secoli, e tutte le regioni italiane; lo schema è quello del dizionario, ma è piuttosto un’autobiografia della mala quella che si viene componendo voce dopo voce: un ’romanzo’ in cui finalmente parlano gli esclusi, gli spostati di sempre: una storia dell’Italia ’bassa’ e dell’Italia vista dal ’basso’, che trova gli strumenti per dire le astuzie, gli affanni, le rabbie del conflitto che vive, per dare sfogo all’invettiva e alla pietà.
Cristianesimo e l’Islamismo

Tavola rotonda sul tema (Roma, 17-18 aprile 1972)
Autore/i: Autori vari
Editore: Accademia Nazionale dei Lincei
pp. 216, Roma
DIARIO DEI LAVORI
F. GABRIELI – Parole di apertura della seduta inaugurale
A. BAUSANI – Islam e Cristianesimo: divergenze e convergenze di fondo
V. POGGI S. J. – Lo studio del fenomeno religioso condizione di scambio reciproco fra Cristianesimo e Islamismo
Discussione
A. ABEL – Masques et visages dans la polémique islamo-chrétienne
Discussione
L. VECCIA VAGLIERI – al-Ghazālī e il Cristianesimo
Discussione
U. RIZZITANO – Cristiani e Musulmani in Sicilia
R. PARET – Intervento sulla relazione del prof. U. Rizzitano
G. C. ANAWATI – Foi chrétienne et foi musulmane d’aujourd’hui
Discussione
PAROLE DI CHIUSURA
L’Uovo Trasparente

Autore/i: Testart Jacques
Editore: Bompiani
prima edizione, postfazione di Michel Serres, traduzione dal francese di Doretta Chioatto.
pp. 192, ill. b/n, Milano
Dalla postfazione di Michel Serres:
«Jacques Testart, dottor Faust del nostro secolo… è incontestabilmente un antesignano nell’uso delle tecniche di punta della fecondazione artificiale, padre di Amandine, la prima figlia della nuova era, illustre e riconosciuto fra i grandi del nostro tempo. Felice dunque ma, colpito da un improvviso senso d’inquietudine, egli solleva lo sguardo al di là di ogni realtà sperimentabile e la sua passione di ricercatore al di sopra della vertigine dell’emulazione. Prudente, posato, riflessivo, profondo, si chiede: che cosa stiamo facendo, spinti dallo spirito di competizione, dove stiamo andando? Domani, l’uomo che procreiamo quasi artificialmente differirà da noi molto più profondamente di quanto noi differiamo dall’Homo sapiens. Stiamo quindi costruendo, quasi inconsapevolmente, l’oblio dell’uomo che siamo: lo ricordiamo già con difficoltà… È necessario rammentare che per gli antichi greci la verità si definiva, a ragione, come l’opposto di un simile oblio? Questa facilità a cancellare, ad annullare provoca un senso di sgomento.
L’inquietudine, il timore, lo smarrimento, l’esigenza di una pausa e di una riflessione definiscono uno scienziato di seconda generazione, altrettanto profondamente diverso da Faust di quanto quest’ultimo differisse dagli imbalsamatori dell’antichità. Anche il lettore chiede, da qualche tempo, la pausa che questo libro e il suo autore chiedono. Il nostro tempo cerca un potere sui nostri poteri, un controllo più consapevole e duttile delle nostre capacità ed esige una nuova meditazione sulla concorrenza ferina trasferita in termini selvaggi su una scienza che si pretende ancora umana. Jacques Testart, scienziato di seconda generazione, inquieto, sereno, prudente, profondo, cerca di salvarci dalle molteplici dominanti parassite che la prima generazione ha istituito. La scienza ha potere in quanto sa. Certamente. Ora deve, anche, pensare. La nuova scienza diviene, più e meglio che felice, grave.
Siamo di fronte a un libro e a un autore doppiamente seri e gravi.[…]»
I Canti dell’Esilio

Autore/i: Bortone Fernando
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione di Mons. Yu Pin, premessa dell’autore.
pp. 94, 20 ill. a colori, Milano
Con le recenti conquiste della velocità e dello spazio il mondo è diventato piccolo: le estreme regioni della terra tendono a ravvicinarsi, e le culture dei vari popoli a compenetrarsi.
Avendo avuto la sorte, dopo la formazione scientifica e filosofica ricevuta in Occidente, di trascorrere diciotto anni in Cina, ho potuto anche, in quella terra di contrasti, conoscere intimamente la profonda saggezza e la colorita poesia, più che millenarie, dei suoi abitanti.
I cinesi mi chiamavano Po Cerén, o “Colui che si propone di essere umano e benigno”. Essi mi amavano molto, ascoltavano la mia parola, leggevano i miei scritti e, paragonandomi ai loro letterati, mi consideravano uno dei loro.
Purtroppo un giorno Po Cerén li ha dovuti lasciare, per essere stato risospinto, dai ma rosi della rivoluzione comunista, sui patrii lidi, Ma il suo cuore è sempre rivolto alla Cina lontana, e gli sembra di essere come in esilio.
Mediante lo studio della storia e della letteratura cinese, Po Cerén continua a mantenersi legato alla sua seconda patria,
I cinesi vantano una letteratura antichissima, nella quale la poesia ha un posto di grande onore. I poeti cinesi si sono sempre distinti nel descrivere te bellezze della natura, come fece il loro massimo lirico Li Pè (VIII secolo d. C.), e nell’esprimere delicati sentimenti di fedeltà verso la patria, di amore e compassione per i deboli e gli oppressi, come Ciü Iüan (III secolo a. C.) e Tu Fu (VIII secolo d, C.).
Po Cerén, nel suo nuovo soggiorno in Patria, ritrovandovi la natura tanto bella, si è sentito ispirato a imitare questi grandi poeti cinesi, e ha composto una serie di liriche, che vogliono essere inni di lode al Creatore, e manifestazione di amore verso i sofferenti.
Se i cinesi, rimasti separati dal resto del mondo da una cortina di odio e di violenza, rimpiangono i loro missionari che, superando ogni barriera di razza, di distanza e di clima, ebbero cura del loro progresso spirituale, Po Cerén, a sua volta, rimpiange i suoi cari fedeli di un tempo. Perciò la sua poesia è pervasa, qua e là, da una vena di nostalgia, mista a una potente brama di rivedere la Cina tornare libera sotto il dolce giogo di Cristo.
A S. Em. Rev. ma il Cardinale Tommaso Tien Chensìn, Arcivescovo di Pechino e Amministratore Apostolico di Taipei (Formosa), a S. Ecc. Sié Chéoukang, Ambasciatore della Repubblica Cinese presso la S. Sede, a S. Ecc. Rev.ma Mons, Paolo Yu Pin, Arcivescovo di Nanchino e Rettore Magnifico dell’Università Cattolica di Taipei, alle pittrici Suor Ignazia-Monica Liu Hopéi, Figlia del Calvario, Suor Giuliana Cenh, Francescana Missionaria di Maria, signorina lo Ciomìn, allieva del Liceo Artistico presso l’Accademia delle Belle Arti in Roma, e a quanti hanno cooperato alla buona riuscita di questa pubblicazione, Po Cerén rivolge i suoi più vivi ringraziamenti.
Ora, congedando questi suoi umili versi, Po Cerén si augura che essi riescano una manifestazione di sincera umanità e di fede viva, capace di stringere sempre meglio le fila dei buoni intorno all’altare di Dio, e di ricondurre alla vera religione tutti gli erranti, perché si faccia “un solo Ovile sotto un solo Pastore”. (Fernando Bortone S. I.)
I Grandi Iniziati

Storia segreta delle religioni. Rama – Krishna – Ermete – Mosé – Orfeo – Pitagora – Platone – Gesù
Autore/i: Schuré Édouard
Editore: Editori Laterza
prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Arnaldo Cervesato.
pp. 482, nn. tavv. b/n f.t, Bari
I grandi iniziati di Edoardo Schuré (Strasburgo 1841 – Parigi 1929) è ormai un classico, tradotto in quasi tutte le principali lingue europee. La formazione culturale dello Schuré è quanto mai complessa, nel senso che in lui hanno confluito istanze della tradizione ermetica francese (Pernety, Fabre d’Olivet), del Romanticismo tedesco e dell’antroposofia steineriana. Grande fu sullo Schuré il fascino esercitato, oltre che dai grandi temi religiosi, dalla poesia e dalla musica, delle quali sentì fervidamente l’origine comune e l’eterna unità. La sua Storia del Lied o la canzone popolare in Germania (1878), i suoi studi sulla musica di Wagner, che conobbe personalmente e che lasciò su di lui traccia profonda, sono opere che, ai suoi tempi, suscitarono un notevole eco e che ancora si leggono con interesse. Lo Schuré fu anche autore di numerosi romanzi e di saggi, di cui ricordo qui le Grandi leggende di Francia, Donne inspiratrici e poeti annunciatori e I profeti del Rinascimento. La nota dominante della sua opera è tuttavia la religione e la mistica. Lo Schuré sentì intensamente e liricamente, attraverso l’infinita varietà dei miti e dei dogmi, l’unità del fenomeno religioso: I grandi iniziati sono, di questo suo sentimento, il documento di gran lunga più noto ed importante. Tale suo fervore spirituale ed idealistico, alimentato da certe tradizioni magiche ed ermetiche, e, più tardi, dalle teorie dello Steiner, e, insieme, le sue non comuni doti di scrittore e stilista, fanno di lui un espositore tuttora affascinante delle grandi figure e movimenti religiosi del mondo antico ed orientali. Lo Schuré, ovviamente, non è uno storico (e spesso, anzi, trascurò deliberatamente il dato storico e scientifico) ma un credente ed anche un poeta, e, come tale, va letto e meditato. Il lettore moderno che gli s’avvicini deve dunque deporre le sue esigenze (giuste, ben inteso, anche se talvolta un poco presuntuose) di acribia storica e scientifica, e rivolgersi a lui con uno spirito diverso, come cioè ad un interprete e portavoce brillante di un non trascurabile momento ed aspetto della religiosità ed idealismo occidentale. (Raniero Gnoli)
Tantra

Lo Śivaismo del Kaśmīr
Autore/i: Mishra Kamalakar
Editore: Lakṣmī edizioni
tradotto e curato da Purnananda Zanoni.
pp. 488, nn. ill. b/n, Savona
Tantra è la parola che tutti conoscono e di cui molto si parla, e si scrive, ma il cui vero significato non sempre appare chiaro.
Questa dottrina plurimillenaria, così radicata nella tradizione indiana, sembra inafferrabile quasi avvolta nel mistero e questo testo ci offre la possibilità di svelarne i segreti.
In una esposizione semplice e avvincente l’autore, uno studioso indiano, affronta tutti gli aspetti più profondi dello Yoga della conoscenza, della devozione e dell’azione, secondo lo Śivaismo del Kaśmīr che è la filosofia centrale del Tantrismo.
Magia, Religioni e Miti dell’India

Dall’ascesi delle selve alle esperienze estatiche: tutte le vie filosofiche e religiose dell’antica saggezza indiana
Autore/i: Filippani-Ronconi Pio
Editore: Fratelli Melita Editori
pp. 240, La Spezia
Questa ricerca, intessuta pazientemente su fonti originali, nel gusto di un’antica consuetudine con i mondi orientali, si pone come un tentativo di rigorosa sintesi delle esperienze religiose e filosofiche – fra loro non scindibili – dell’India. E, nella sua fedeltà ai testi, si qualifica subito, anche per il lettore non specializzato, come una sanatoria dei travisamenti e degli inganni delle attuali mode orientalistiche: un modo di richiamare alla serietà e all’impegno quanti tentano, all’interno della disgregazione tecnologica dell’Occidente, la scoperta delle vie di antica saggezza e di reintegrazione e ricostituzione della originaria, autentica condizione dell’uomo.
L’itinerario spirituale tracciato dall’autore si rivolge dunque, nel quadro di una gnosi intesa come conoscere salvifico, a tutti coloro i quali, avvertendo l’esigenza di un sapere che coinvolge la totalità dell’essere, che frommianamente si sostituisce all’avere o all’essere posseduto, intendono dedicarsi allo studio e alla comparazione delle religioni e delle tecniche estatiche, ma anche a quanti desiderano semplicemente approfondire, in una ricerca personale, i fondamenti della vita spirituale.
Pio Filippani-Ronconi, ordinario di religioni e filosofie dell’India e incaricato di sanscrito presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, è un eccezionale conoscitore delle lingue, delle letterature e dei vari sistemi filosofico-religiosi dell’Oriente ed ha lavorato nel campo dell’Indologia, della Sinologia, del misticismo e della poesia iranica, pubblicando numerosi studi su questi argomenti.
Grammatica Astrologica

L’attualità di un classico del ’600
Autore/i: Lilly William
Editore: Casa Editrice Meb
introduzione di Grazia Mirti, prefazione del 1927 di Zadkiel, traduzione di Franca Cargnello Ventura.
pp. 384, nn. ill. b/n, Padova
L’autore dei Commenti astrologici, Morin de Villefranche, fu il più celebre astrologo francese degli ultimi secoli: il personaggio inglese che più gli si avvicina, per genio e fama, fu William Lilly, rimasto famoso nei secoli per aver previsto l’incendio di Londra nel quale andò distrutto il Globe Theatre, il celebre teatro che fu sede dal 1599 al 1644 della compagnia di cui Shakespeare fu socio e principale drammaturgo.
I fondamenti astrologici di Lilly sono stati riordinati e rivisti, agli inizi di questo secolo, da Antonio Borelli, brillante studioso di Astrologia di origine italiana, il quale raccolse e pubblicò l’opera di Lilly, conosciuta con il titolo Christian Astrology, che riveste agli occhi del lettore attuale grande importanza, innanzitutto per la notevole chiarezza espositiva; in secondo luogo perché privilegia la ramificazione “oraria” dell’Astrologia, che non si basa sul tema natale della persona esaminata, ma su giorno e ora in cui il quesito viene proposto all’astrologo, offrendo una serie di esempi, curiosi e accattivanti. Ci si chiede l’esito del viaggio per mare, o il sesso del figlio futuro, affrontando molte altre questioni di vita quotidiana che ci offrono, al di là dei contenuti astrologici, l’opportunità di introdurci nel tessuto della realtà di qualche secolo fa. Una lettura da raccomandare a ogni serio studioso, anche come documento di un tempo in cui l’Astrologia veniva praticata in modo assai differente rispetto a quello di oggi.
Atlantide

Il continente ritrovato – L’affascinante avventura della spedizione scientifica che ha individuato i resti archeologici del mitico continente scomparso
Autore/i: Mavor James W. Jr.
Editore: Armenia Editore
prefazione e prologo dell’autore, traduzione di Adria Tissoni.
pp. 368, 16 tavv. b/n f.t., ill. b/n nel testo, Milano
Fin dall’epoca di Platone la favolosa terra di Atlantide ha acceso la fantasia degli uomini, che hanno cercato di stabilire se appartenesse alla leggenda piuttosto che alla storia, tentando di localizzarla in luoghi diversi.
In Atlantide, il continente ritrovato, l’autore, sulle tracce dei miti e dei racconti dei popoli antichi, propone l’avvincente resoconto della spedizione da lui stesso guidata alla ricerca del leggendario “continente scomparso” .
James W. Mavor, partendo da un’ accurata analisi degli scritti di Platone e delle ipotesi più recenti, che tendono a identificare la mitica Atlantide con l’isola egea di Tera, ci offre la soluzione dell’ enigma che per secoli ha affascinato l’umanità.
Finalmente Atlantide viene restituita alla realtà storica concreta: l’autore ce ne mostra i resti archeologici e ci illumina sulle cause probabili della sua fine, legata a una serie di eventi catastrofici.
James W. Mavor, studioso della cultura degli indiani d’America, è un ex ingegnere che ha contribuito alla progettazione di Alvin, un batiscafo destinato agli studi oceanografici ad elevata profondità.
La Saggezza dell’Occidente – 2 Volumi

Volume 1: dai presocratici al Medioevo – Volume 2: dal Rinascimento a Wittgenstein
Autore/i: Russell Bertrand
Editore: Longanesi & C.
prefazione e prologo dell’autore, traduzione dall’inglese di Luca Pavolini.
vol. 1 pp. 236, vol. 2 pp. 204, 20 ill. b/n, Milano
Appare finalmente in edizione economica, suddivisa in due volumi, una delle più famose opere divulgative di Bertrand Russell, Premio Nobel 1950. È lo stesso Russell a presentarla: «In questo libro si tenta un panorama della filosofia occidentale da Talete a Wittgenstein.
Il racconto è accompagnato da una serie di illustrazioni: soprattutto si è tentato, quando sembrava fattibile, di tradurre le idee filosofiche, che di solito sono espresse soltanto a parole, in diagrammi che riassumono gli stessi concetti per mezzo di metafore geometriche. Due cose possono essere dette per giustificare l’apparizione di un’ennesima storia della filosofia. In primo luogo, vi sono poche narrazioni che siano organiche e al tempo stesso di ampiezza ragionevole; in secondo luogo, la tendenza corrente verso una specializzazione sempre maggiore sta facendo dimenticare agli uomini i debiti intellettuali che essi hanno verso i loro predecessori. Questo studio intende sopperire a tale dimenticanza.
Il nostro fine è stato quello di fornire un panorama di alcune delle principali questioni che i filosofi hanno discusso.
Se, scorrendo queste pagine, il lettone si sentirà spinto a studiare l’argomento più di quanto avrebbe fatto altrimenti, lo scopo principale del libro sarà stato raggiunto».
Letteratura Cinese

Autore/i: Idema Wilt; Haft Lloyd
Editore: Libreria Editrice Cafoscarina
edizione italiana a cura e prefazione di Marco Ceresa, prefazione degli autori, traduzione di Monica Morzenti.
pp. xix-436, Venezia
Le storie generali della letteratura cinese sono a tutt’oggi piuttosto rare, è un genere la cui nascita è recente sia in Cina che in Occidente. In Italia per ritrovare una trattazione di carattere generale bisogna tornare indietro di più di trent’anni risalendo a quelle di Giuliano Bertuccioli (1959) e di Lionello Lanciotti (1969). L’edizione italiana della “Chinese Letterkunde” di Idema e Haft viene a colmare un vuoto trentennale e rappresenta un evento significativo non soltanto per l’ampiezza dell’arco cronologico considerato che include gli sviluppi e gli autori più recenti fino agli anni ’90, ma anche, e soprattutto, per la novità del taglio e l’originalità della prospettiva metodologica.
Storie di Santi e di Diavoli

Voume I
Autore/i: Gregorio Magno
Editore: Fondazione Lorenzo Valla / Arnoldo Mondadori Editore
a cura di Salvatore Pricoco e Manlio Simonetti.
pp. XCIX-410, Milano
I Dialogi di Gregorio Magno, composti in latino e in quattro libri, furono uno tra i più amabili, drammatici e insieme divertenti testi del Medioevo. In un’Italia invasa da goti e longobardi, visitata dalle pestilenze e dalla carestia, tutto era caos e tenebra. Solo i monaci restavano, «come lucerne sul candelabro che diffondono la loro luce», e in questo mondo sprofondato nella barbarie e nella superstizione compivano prodigi: risuscitando i morti e liberando gli ossessi, ma anche moltiplicando olio e vino negli orci e riparando vasi rotti. Fra tutti spicca san Benedetto, erode del secondo libro: il quale ha doni profetici e dei profeti biblici eredita la vocazione.
Il testo, composto per un pubblico vastissimo e popolare, viene presentato in una nuova edizione critica curata da Manlio Simonetti, che ne restituisce l’inconsueta patina linguistica. Negli ultimi anni esso è stato oggetto di discussioni: uno studioso inglese l’ha attribuito a un falsario del VII secolo. Con competenza e ironia Salvatore Pricolo, che firma l’introduzione e il commento, lo restituisce nelle mani del suo vero autore: Gregorio Magno, il papa che avrebbe voluto tornare a vivere nella quiete del monastero.
Angeli e Demoni

Autore/i: Giorgi Rosa
Editore: Electa Editrice
introduzione dell’autrice.
pp. 384, interamente e riccamente illustrato a colori, Milano
Serafini e cherubini, limbo e paradiso, giusti e dannati, cavalieri dell’Apocalisse, danze macabre, possessione diabolica ed esorcismo: lunga è la lista dei soggetti iconografici che ruotano intorno alla problematica del Giudizio, della salvezza, della dannazione e dell’aldilà, temi chiave e fonte d’ispirazione per gli artisti fin dagli albori del cristianesimo. Il volume è dotato di un vario apparato iconografico: 350 opere d’arte, tra dipinti, affreschi, sculture, codici miniati e incisioni, popolate di creature angeliche e infernali.