Libri dalla categoria Mass-Media
Indagine su San Gennaro
Miracoli, fede, scienza
Autore/i: Straniero Michele L.
Editore: Bompiani
pp. 224, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Venerato nei secoli con passione ininterrotta, il vescovo Gennaro, decapitato a Pozzuoli nel quarto secolo, continua a intrigare ricercatori e studiosi con la puntuale ripetizione del “miracolo” del suo sangue, che si scioglie sotto gli occhi dei curiosi e dei fedeli – ora anche delle telecamere – almeno due volte l’anno, a maggio nel monastero di S. Chiara, e il 19 settembre nel duomo di Napoli, dove normalmente è custodito. Il fascino e il mistero di questa vicenda – che ha suscitato polemiche, irrisioni, “spiegazioni” fantasiose ma mai definitive né anche lontanamente convincenti – aumentano quando si considera il fatto che quello attribuito a San Gennaro non è l’unico sangue inquietante che venga venerato e si sciolga nella stessa zona di Napoli o negli immediati dintorni. Muovendo da testimonianze storiche e dalle più recenti risultanze degli studi specialistici, l’indagine serrata e spregiudicata di Straniero non pretende di giungere a conclusioni sensazionali, ma si propone di cogliere – di questa “storia” esemplare che dura da quindici secoli – i più o meno “occulti” significati possibili.
Michele L. Straniero (Milano 1936), studioso di folklore musicale e di religione popolare, ha pubblicato fra l’altro una vivace biografia critica di Don Bosco, con la quale ha vinto nel 1989 il Premio Latina per il tascabile, e un saggio sui Mormoni. Collabora al quotidiano torinese “La Stampa” e al mensile specializzato “Il Giornale della Musica”.
Occidente Misterioso
Baccanti, gnostici, streghe: i vinti della storia e la loro eredità
Autore/i: Galli Giorgio
Editore: Rizzoli
prima edizione, introduzione dell’autore.
pp. 304, Milano
Mai come oggi, alle soglie del terzo millennio, la Scienza sembra avere imposto il suo dominio sul mondo occidentale; eppure, accanto alla tecnologia più raffinata e sofisticata, coesiste tutta una serie di atteggiamenti definiti convenzionalmente come non razionali (credenza, ad esempio, negli oroscopi, nei demoni, nella divinazione, nelle pratiche magiche) che hanno un sapore antico e che ci‘riconducono a un passato che risale alle radici della nostra civiltà. Scacciato dal progresso scientifico, esorcizzato dalla logica, l’esoterico torna a far capolino e ad accompagnarci nel corso della vita quotidiana come già fece nell’antica Grecia, con le baccanti e il culto dionisiaco; nei primi secoli dell’era cristiana, con l’eresia degli gnostici; negli anni in cui al tramonto del Rinascimento si affermò in Inghilterra la democrazia parlamentare, con la stregoneria. Le baccanti, gli gnostici, le streghe: prendendo spunto da questi tre significativi momenti storici, Giorgio Galli ci guida in questo suo libro alla scoperta di un Occidente misterioso, diverso, alternativo, contrassegnato dall’affermarsi di ciò che è stato frettolosamente – e deliberatamente – liquidato dalla storia ufficiale come irrazionale, ma che oggi è ben lontano dall’avere esaurito, in forme più o meno scoperte, il suo influsso. Un libro stimolante, di gradevolissima lettura e di profonda dottrina, che illumina vaste zone d’ombra del nostro passato e che ci fa conoscere le voci, le ragioni e l’eredità di alcuni di coloro che sono stati definiti i vinti della storia e che ci offre una nuova chiave di lettura per decifrare e interpretare il mondo e la società in cui viviamo.
Giorgio Galli, laureato in giurisprudenza, docente universitario di storia delle dottrine politiche, è uno dei maggiori politologi italiani. Tra i suoi numerosi scritti ricordiamo: La sinistra democristiana, Il bipartitismo imperfetto, Storia dei partiti politici italiani, I partiti politici europei, Manuale di storia delle dottrine politiche, Storia del partito armato (Rizzoli 1986, due edizioni). E titolare di una rubrica su «Panorama».
Canti Aztechi
Il lamento di un popolo che agonizza nel pieno fulgore della sua storia
Autore/i: Autori vari
Editore: Ugo Guanda Editore
prima edizione, prefazione e cura di Ugo Liberatore e Jorge Hernandez-Campos.
pp. XXXV-120, 20 tavv. a colori e b/n f.t., 1 cartina del Messico Azteco in tavola doppia, Parma
Gli aztechi, i superbi guerrieri delle Aquile e delle Tigri, i luminosi figli del Sole, vivono con l’ossessivo presentimento del naufragio finale, della inevitabile vittoria delle forze delle tenebre su quelle della luce. L’intero universo sprofonderà negli abissi di un nulla non rischiarato dalla confortante speranza di altri soli e di altri cieli.
L’ineluttabilità di questa catastrofe cosmica precipita gli aztechi in un vortice di angoscia e di pessimistica solitudine. I giorni si colorano di nostalgia infinita per la presa di coscienza esistenziale della irrepetibilità della vita, di un drammatico «nur und einmal» della esperienza cosmica e individuale.
Sulla desolazione di questo mondo senza destino, i poeti del «cuicacalli», la casa dei canti, versano invano il balsamo di una vera filosofia epicurea: cantano i piaceri della vita, esaltano lo splendore dei fiori, delle giade, delle pietre preziose, si inebriano di gloria e di sangue. Ma sono proprio essi, i poeti aztechi, che ci offrono la testimonianza più viva ed immediata dell’intimo dramma dei leggendari abitanti di Aztlan. I loro canti, in questa antologia presentati per la prima volta in una traduzione italiana, non sono altro che il disperato anelito verso una realtà metafisica che allontani il terrore di una morte assoluta, non sono altro che il lamento di un popolo che agonizza assieme alle sue divinità, nel pieno fulgore della sua storia.
La Storia del Mago Merlino
Autore/i: Schlegel Dorothea; Schlegel Friedrich
Editore: Edizioni Studio Tesi
presentazione e traduzione di Silvia Alfonsi, introduzione di Michael Müller, prefazione degli autori, traduzione dell’introduzione di Francesca Brunetta.
pp. XXXVI-288, Pordenone
Ritrovata nell’archivio di Stato di Berlino, dove era rimasta celata, quasi per effetto di un incantesimo, sin dagli inizi dell’800, La storia del Mago Merlino appare in una nuova edizione italiana. Ma chi era “Merlino”? Incantatore o profeta, figlio del diavolo o principe del Bene, saggio o folle, taumaturgo o anticristo? Unica nel suo genere quest’opera ha il pregio di introdurci segretamente nel mondo magico di Merlino dove le profezie si intrecciano con le avventure, gli incantesimi con gli amori, sino a rivelarci, in un tono a volte desueto ma proprio del testo medievale, gli aspetti più oscuri e meno conosciuti di questa singolare creatura, in bilico tra il mito e la letteratura, tra il sogno e la memoria. Pubblicata nel 1804 sotto la dicitura “Edita da Friedrich Schlegel”, La storia del Mago Merlino fu tradotta e rielaborata sulla base di un antico manoscritto dalla moglie Dorothea che partecipò attivamente agli studi filologici del cenacolo romantico di Jena. “Messer Friedrich dalla tasche vuote” (come era ironicamente soprannominato da Clemens Brentano per la sua proverbiale mancanza di denaro) e Dorothea condivisero l’entusiasmo del tempo per i primi capolavori letterari e, rivalutando il fantastico e il favoloso, portarono alla luce, durante il loro soggiorno a Parigi, innumerevoli tesori del passato. Nella Bibliothèque Nationale riscoprirono tra i manoscritti un antico testo, la versione in prosa del poema epico Merlin di Robert de Boron composto nel XIII secolo, su cui Dorothea Schlegel concentrò i propri interessi filologici per rendere nuovamente accessibile un’opera che per le sue risonanze mitiche permette al lettore di oggi, come a quello di ieri, di abbandonarsi alla voce magica dell’irrazionale, come Merlino si lasciò incantare dalla giovane Viviana.
Cenerentola nel Paese delle Nevi
Fiaba Tibetana
Autore/i: Anonimo
Editore: Utet
a cura di Carla Gianotti.
pp. 112, riccamente illustrato a colori e b/n, Torino
“È difficile trovare una storia che sia altrettanto popolare come quella di Cenerentola. Dall’Occidente all’Oriente all’Africa le centinaia e centinaia di versioni della fiaba fioriscono e si moltiplicano in una incredibile varietà di temi e motivi che, quasi giocando a rimpiattino, si rincorrono e si accostano, si intersecano in segmenti comuni o si allontanano verso esiti propri, nel rifrangersi di forme simili e diverse.
Il nucleo fondamentale della storia non sembra a prima analisi così straordinario: una ragazza di misera condizione viene aiutata con mezzi soprannaturali e conclude un buon matrimonio. Perché allora tanta fortuna? Forse perché l’immagine della ragazza che, maltrattata e disprezzata, porta in sé il segreto di un destino regale è venuta a riassumere un motivo che tutti incontrano una volta o l’altra nella vita, quello di non essere apprezzati dagli altri quanto si vorrebbe. Nelle versioni occidentali Cenerentola è una povera serva, insignificante e sudicia della polvere del focolare che potrà, nonostante tutte le apparenze esteriori, realizzare il suo sogno più alto, il matrimonio con il principe. Il carattere fondamentale di una Cenerentola è quello di credere, a dispetto di tutta la schiacciante forza del mondo esterno – e forse anche del buon senso – di essere destinata a qualche cosa di assolutamente prodigioso. Non fa dunque meraviglia che un tema del genere abbia conosciuto così grande favore.[…]”
Il Primo Sesso
Autore/i: Duché Jean
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Maria Grazia Alterchi.
pp. 440, Milano
Le donne sono creature inferiori, talmente sottosviluppate da non sospettare lo stato di abiezione in cui gli uomini le tengono. Lo si è pensato e detto per millenni, poi, scoperto l’inganno, nessuno ha più messo in dubbio, almeno a viso aperto, la proclamata uguaglianza dei sessi. Eppure le donne non sono sempre state asservite quanto si crede, né gli uomini hanno costantemente avuto la sicurezza della loro superiorità. La realtà della condizione femminile attraverso i tempi è molto più complessa, e nel ricostruirne la storia sul filo della millenaria evoluzione dell’umanità Jean Duché parte, per evitare fraintendimenti e dissipare equivoci, da un rapido esame dei ruoli maschile e femminile nel mondo animale. Dal loro comportamento provengono insegnamenti che, con la forza della diversità, chiariscono ciò che è sopravvissuto, dissimulato dalle abitudini, nei rapporti fra gli uomini e le donne. Anche i rapporti fra i sessi nella preistoria offrono elementi di comprensione tuttora utili; e i popoli primitivi possono essere d’aiuto, pur essendo necessario tenere presente che i loro costumi, nella misura in cui si sono conservati, hanno tuttavia subito un lungo e lento processo di «culturalizzazione». Nonostante ciò, dai primitivi viene una lezione inequivocabile: non esistono modelli universalmente validi della convivenza dei due sessi. Dalla coppia primitiva alle società della Cina e dell’India antiche e a quelle precristiane (babilonese, egiziana, ebrea), dalla cristianità al mondo arabo, fino ai modelli contemporanei, Il primo sesso insegue le tappe dell’evoluzione umana attraverso il ruolo sociale e la funzione privata delle donne, con grande ricchezza di aneddoti e di particolari, di sapide e vivaci contrapposizioni che, smontano luoghi comuni e idee ricevute di ieri e di oggi. Ne esce confermata la convinzione che il grande movimento di ’ liberazione’ della donna oggi in atto nelle società industriali recupera, più o meno consapevolmente, valori di giustizia e di creatività che appartengono al patrimonio millenario della storia umana.
Santi d’Italia – 2 Volumi
Vite, leggende, iconografia, feste, patronati, culto
Autore/i: Cattabiani Alfredo
Editore: Rizzoli
nuova edizione riveduta e aggiornata, introduzione dell’autore.
vol. 1 pp. 592, vol. 2 pp. 593-1132, nn. tavv. b/n f.t., Milano
Il culto dei santi ha ispirato in Italia feste, patronati ma anche basiliche, cattedrali, pitture, sculture, opere letterarie e musicali.
Anche chi credente non è, avverte infatti l’esigenza di una maggiore informazione in campo agiografico per poter interpretare affreschi, quadri e sculture di soggetto religioso o desidera capire meglio le numerose feste patronali che suscitano interesse per la loro spettacolarità. Scrivendo questo libro l’autore ha voluto rispondere alle curiosità del lettore che non si accontenta di conoscere la vita reale del personaggio, ma vuole anche conoscere tutta la cornice leggendaria e di tradizioni popolari che si è formata intorno al suo nome. Alfredo Cattabiani, storico delle religioni e studioso di simbolismo, ha ripercorso in questo libro le vicende riguardanti i santi e i beati più venerati in Italia, compresi quelli vissuti fuori del nostro Paese, studiandone il culto nella regione in cui si è manifestato per la prima volta e poi allargando l’indagine su tutta la penisola. Un aspetto non marginale del libro è lo studio delle stratificazioni precristiane nel culto dei santi dei primi secoli i cui attributi o le cui funzioni ricordano talvolta quelli di divinità ed eroi pagani.
Santi d’Italia non è un’enciclopedia agiografica ma l’opera di uno scrittore che, pur lasciando trasparire qua e là i suoi umori, spazia con rigore scientifico dalle tradizioni popolari alla storia dell’arte, dall’agiografia alla storia della religione.
Alfredo Cattabiani, già direttore editoriale di alcune case editrici, ha ideato e condotto molti programmi su Radio Rai. Collabora a varie testate giornalistiche. Studioso di storia delle religioni, di simbolismo e di tradizioni popolari, ha pubblicato varie opere fra cui: Calendario (1988), Lunario (1994), Bestiario segreto (1995), Florario (1996), Planetario (1998), Breve storia dei giubilei (1999).
La Guerra nel Medioevo
Autore/i: Contamine Philippe
Editore: Società Editrice Il Mulino
introduzione dell’autore, traduzione di Tukery Capra.
pp. 440, Bologna
«… un panorama generoso, commosso e vivissimo di un’età nella quale la guerra era una tragedia forse meno grave di altre – sia perché in un certo senso endemica, sia perché spesso non particolarmente rovinosa – mentre poteva essere uno sport elitario e uno spettacolo affascinante»
Franco Cardini
Per dieci lunghi secoli la guerra ha condizionato quasi ininterrottamente la vita politica, sociale ed economica dell’Europa occidentale. Il libro, ormai un classico negli studi sull’argomento, racconta la guerra medievale dai più diversi punti di vista: l’arte militare, l’armamento, il reclutamento, gli eserciti, le implicazioni morali e religiose, le connessioni con la vita sociale, politica ed economica; e traccia un’evoluzione storica che va dalle scorrerie dei barbari alle crociate, alle grandi guerre di fine Quattrocento.
Introduzione all’edizione italiana
PARTE PRIMA: CARATTERI GENERALI
I. I barbari (V-IX secolo)
1. Il crollo dell’Impero romano d’Occidente e il problema militare
2. Guerra e società nei regni barbari (VI-VII secolo)
3. Forza e debolezza delle armate carolinge (VIII-IX secolo)
II. L’età feudale (X-XII secolo)
1. Caratteri generali
2. Il Sacro Romano Impero
3. Il regno di Francia
4. L’Inghilterra
5. L’Italia normanna
6. Il mondo iberico e la «Reconquista»
7. La Crociata e gli stati latini d’Oriente
III. L’apogeo del Medioevo (XII-XIV secolo)
1. Combattenti e armamento
2. Gli ordini cavallereschi
3. Obblighi e servizi militari
4. Il denaro, i servizi pagati, il mercenariato
5. Le fortificazioni
Conclusione
IV. Le compagnie di ventura, le armi da fuoco e gli eserciti permanenti (XIV-XV secolo)
1. Presenza della guerra
2. L’epoca della cavalleria
3. Metamorfosi della fanteria
4. Le armi da fuoco
5. Contratto, salariato, volontariato
6. I primi eserciti permanenti
PARTE SECONDA
V. L’armamento
1. L’armamento dei barbari
2. Il problema della staffa
3. La lorica, la corazza e l’usbergo
4. L’equipaggiamento collettivo e l’uniforme
VI. Le artiglierie
1. La fine dell’artiglieria a trabucco
2. Le polveri e i proiettili
3. Il ruolo dell’artiglieria a polvere nelle battaglie campali
4. La guerra d’assedio: attacco e difesa
VII. L’arte della guerra
1. Didattica dell’arte militare
2. La strategia: il dominio dello spazio e del tempo
3. La tattica: la battaglia campale
VIII. Guerra, politica e società
1. In margine alle strutture sociali
2. In margine alle strutture politiche
IX. Per una storia del coraggio
1. Il coraggio tra i vizi e le virtù
2. Motivazioni, comportamenti, speranze
3. La valutazione dei rischi
X. La guerra: aspetti giuridici, etici e religiosi
1. L’alto Medioevo: le usanze germaniche, i Padri della Chiesa, la cristianità carolingia
2. Pace e tregua di Dio, etica cavalleresca, Crociata
3. La guerra e la dottrina scolastica
4. Diritto d’armi e giustizia d’armi: i rapporti tra etica e pratica nelle guerre del tardo Medioevo
5. Il pacifismo medievale e i suoi limiti
6. La guerra integrata
Conclusione
Bibliografia
La Compassione e la Purezza
Conversazioni con Jean-Claude Carrière
Autore/i: Dalai Lama
Editore: Fabbri Editori
premessa di Jean-Claude Carrière, traduzione di Laura Deleidi.
pp. 240, Milano
“Queste conversazioni si sono svolte nel febbraio 1994 a McLeod Ganj, vicino a Dharamsala, nel nord dell’India, e più precisamente nel monastero di Thekchen Choeling, dove risiede il Dalai Lama. Essendovi arrivato il 10 febbraio, ho potuto assistere alle feste dell’anno nuovo tibetano, che inizia l’11 febbraio verso le cinque del mattino. Sono rimasto due settimane a McLeod Ganj.
L’idea del libro, cosi come l’organizzazione del viaggio, è di Laurent Laffont. Avevo incontrato il Dalai Lama in due riprese, brevemente, nel corso dei suoi due ultimi viaggi in Francia. Mi misi da principio in contatto con i responsabili dell’Ufficio del Tibet a Parigi, e grazie a loro tutto si svolse facilmente. Quando ripenso a questo viaggio, a parte il lavoro di preparazione che mi fu evidentemente necessario, e che durò mesi, conservo il ricordo di giornate molto piacevoli. In particolare l’atmosfera del monastero mi parve al tempo stesso seria e sorridente, senza affanno né tensione.
Prima del viaggio, su richiesta del Dalai Lama, gli scrissi diverse lettere in cui precisavo i temi che desideravo affrontare, tutti concernenti, come si può immaginare, il possibile ruolo del buddhismo nel mondo d’oggi e l’attrazione sempre più forte che esercita. Volevamo parlare del buddhismo nei suoi rapporti con la vita di ogni giorno, con la politica[…]”
Breve Storia degli Ebrei e dell’Antisemitismo
Autore/i: Saracini Eugenio
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
prefazione di Elio Toaff, prefazione alla prima edizione Umberto Terracini, introduzione dell’autore.
pp. 180, Milano
Gli storici hanno diviso la storia ebraica in tre grandi periodi: il primo che dalle origini giunge sino all’esilio babilonese, il secondo che va dal ritorno dall’esilio fino alla catastrofe nazionale e all’inizio della diaspora, e infine l’ultimo che copre tutto il restante periodo fino ai giorni nostri. Appare quindi un’impresa certo non facile scrivere una storia del popolo ebraico, ma in particolare difficilissima quella di scrivere una breve storia degli ebrei e dell’antisemitismo. Eugenio Saracini ha avuto il coraggio di cimentarsi in questa impresa…
Da Atlantide alla Sfinge
Autore/i: Wilson Colin
Editore: Edizione Mondolibri
introduzione dell’autore, traduzione dall’inglese a cura di Stefania Marietti.
pp. 336, tavv. b/n f.t., Milano
Nel 1991 un professore di geologia di Boston sconvolse il mondo scientifico dimostrando che la Sfinge era stata erosa dall’acqua e che quindi doveva essere più antica di migliaia di anni rispetto a quanto comunemente pensato. Le ricerche di Hancock, poi, inducono a pensare che questo leggendario monumento potrebbe essere stato edificato nel 10500 a.C. circa dai superstiti di una tremenda catastrofe cosmica che sconvolse la Terra all’epoca in cui, secondo Platone, venne distrutta anche la civiltà di Atlantide.
Colin Wilson sostiene che nella notte dei tempi, quando ancora i ghiacci non ricoprivano l’Antartide, si sviluppò sulla Terra una straordinaria civiltà in possesso di avanzatissime conoscenze scientifiche, matematiche e astronomiche e che i discendenti di questa civiltà si misero in salvo in Egitto e in Sud America. L’aspetto più sorprendente di queste ricerche riguarda proprio il sistema cognitivo di questa antica civiltà: confrontate con l’uomo moderno queste antiche popolazioni erano simili a marziani.
Colin Wilson segue le tracce di questa antica conoscenza andata perduta. In un’affascinante esplorazione delle remote profondità della storia, assistiamo a un tentativo senza precedenti di capire come questi popoli, a lungo dimenticati, pensassero, sentissero e comunicassero con l’Universo.
Colin Wilson divenne famoso nel 1956, all’età di 25 anni, con un bestseller intitolato The Outsider. Sempre interessato all’esplorazione della psiche umana, nel corso della sua eccezionale carriera Wilson ha affrontato una vasta serie di tematiche: archeologia, astronomia, cosmologia e fenomeni paranormali. Attualmente vive in Cornovaglia con la moglie, ma è spesso in giro per il mondo a tenere conferenze e lezioni. Partecipa a programmi radiofonici e televisivi e i suoi libri sono stati tradotti in molte lingue.
L’Oro di Tutankhamen
Autore/i: El Mallakh Kamal; Brackman Arnold C.
Editore: Istituto Geografico De Agostini
prefazione di William Kelly Simpson, introduzione di Kamal El Mallakh, traduzione di Antonio Loprieno.
pp. 332, illustrato con un ricco apparato fotografico a colori e b/n, stampato e rilegato in giappone, Novara
La tomba di Tutankhamen, la cui scoperta ha rappresentato uno degli eventi più importanti della storia dell’archeologia, è anche l’unica sepoltura di un faraone egizio rinvenuta praticamente intatta: gli oggetti di incredibile bellezza e di inestimabile valore contenuti nella camera funeraria sono rimasti esattamente nelle stesse condizioni in cui si trovavano più di tremila anni fa. Per questo motivo i reperti della tomba (più di duemila) ci hanno potuto illuminare in modo concreto sulla vita dell’Egitto antico nel momento dell’apice della sua potenza, rivelandoci altresì quale alto grado abbia raggiunto l’arte di questa singolare civiltà.
Questo volume costituisce da un lato un affascinante racconto della grande scoperta, e dall’altro una eccezionale documentazione degli splendidi reperti. Nella prima parte infatti la narrazione si snoda, fluida e vivace, attraverso le fasi alterne e spesso burrascose che condussero i due protagonisti, Lord Carnarvon e Howard Carter, fino allo straordinario evento del 1922, seguendoli anche negli anni successivi, densi di difficoltà e di problemi.
La seconda parte del volume è costituita da 155 tavole a colori illustranti, Con grande fedeltà, il materiale rinvenuto nella tomba. Le fotografie, realizzate al Museo del Cairo grazie a particolari accorgi— menti tecnici, sono corredate di ampie didascalie che descrivono ogni oggetto nei particolari, inserendolo nel contesto della vita e del— rituale funerario del ‘faraone adolescente’. Il lettore può in tal modo vedere, quasi come dal vivo, anche quegli straordinari reperti che, non trasportabili a causa della loro fragilità, possono essere ammirati soltanto al Museo del Cairo: potrà così comprendere l’essenza dell’arte incantevole e quasi sovrumana di questo ipogeo roccioso, volta non già alla soddisfazione della curiosità degli uomini, ma tutta tesa al culto degli dèi dell’Egitto antico.
I Maya
Catalogo della mostra presso Palazzo Grassi a Venezia
Autore/i: Autori vari
Editore: Bompiani
a cura di Peter Schmidt, Mercedes de la Garza, Enrique Nalda, prefazione di Feliciano Benvenuti.
pp. 696, interamente illustrato con un ricchissimo apparato fotografico a colori e b/n con alcune tavole ripiegate, Milano
Dalla prefazione di Feliciano Benvenuti:
“Questa civiltà del popolo Maya che presentiamo a Palazzo Grassi torna alla luce dopo secoli di oblio per trasmetterci un rinnovato messaggio. Per gli specialisti è l’occasione per riprendere analisi e confronti, per il grande pubblico sarà una scoperta affascinante perché i Maya ci parlano ancora dalle lontananze del tempo, con i loro significati, con quelle idee e quegli idoli che hanno retto la loro cultura.[…]”
M.De La Garza, La riscoperta di una civiltà
I.Graham, Breve storia delle ricerche archeologiche
A.Gomez-Pompa, La vegetazione dell’area Maya
J.A.Sabloff, L’antica civiltà maya nello spazio e nel tempo
T.Perez Suarez, I Maya e i loro vicini Olmechi
G.Orefici, Le frontiere maya
E.Nalda, La città maya
A.Benavides C., L’architettura maya
M.H.Ruz, La vita dei Maya. Una storia quotidiana
M.Ayala Falcon, La scrittura maya
V.R.Bricker H.M.Bricker, Cicli calendarici e astronomia
T.A.Lee Whiting, I codici maya
E.Florescano, La cosgomonia maya
M.De La Garza, Le divinità maya
C.Chase Coggins, L’artigianato
D.Reents-Budet, Le ceramiche maya del periodo Classico e le storie che raccontano
M.Green Robertson, Scultura e pittura murale della regione dell’Usumacinta
Z.Rodriguez Giron J.H. Paredes G., Gli altopiani del Guatemala e del Chiapas
D.Stuart, La politica e le dinastie maya del periodo Classico
R.Agurcia Fasquelle, Copan, arte, scienza e dinastia
H.L.Escobedo J.A.Valdes, Studi archeologici sui Maya dei bassorilievi centrali: Tikal
R.Carrasco V., La metropoli di Calakmul nel Campeche
R.Pina Chan, L’arte funeraria di Jaina
J.K.Kowalski, Uxmal e il Puuc: architettura monumentale, facciate scultoree e potere politico nel Classico Finale
P.J.Schmidt, I contatti con il Messico centrale e la transizione al periodo Postclassico: Chichen Itza
R.Gonzalez de la Mata A.P.Andrews, Navigazione e commercio nell’area costiera dello Yucatan
S.Quezada, L’organizzazione politica dei Maya e yucatechi dall’XI al XVI secolo
G.D.Jones, La conquista dei Maya e la resistenza nel periodo coloniale spagnolo
J.De Vos, I Maya moderni
Opere in mostra
Cronologia
Glossario
Divinità maya
Bibliografia
Indici
Ur dei Caldei
Autore/i: Woolley Leonard
Editore: Giulio Einaudi Editore
prima edizione italiana, introduzione dell’autore, traduzione di Carlo Fruttero.
pp. 288, nn. tavv. b/n f.t., ill. b/n, Torino
Il celebre archeologo Sir Leonard Woolley racconta le attività di scavo che portarono alla luce le rovine dell’antica città della Mesopotamia, Ur dei Caldei, dalle sabbie del deserto. Iniziato nel 1922, il suo lavoro segnò il ritrovamento di numerosi reperti di valore, tra cui lo Stendardo di Ur, la tomba intatta della regina Puabi e centinaia di documenti scritti. Dodici anni di scavi che fecero riaffiorare, oltre a tombe e templi, uno strato di argilla alluvionale, che Woolley interpretò come prova all’origine del mito del diluvio sumerico, ripreso dalla Torah e dalla Bibbia. Ed è proprio attraverso il confronto con la Bibbia che gli episodi dell’Antico Testamento sembrano trovare, attraverso gli scavi di Ur, un preciso fondamento storico. Una pagina appassionante di archeologia scritta da uno dei suoi principali pionieri.
Leonard Woolley (1880-1960), è stato un archeologo inglese, noto per i suoi scavi a Ur e a Karkemish. Considerato uno dei primi archeologi moderni, nel 1935 è stato insignito del titolo di cavaliere per i suoi contributi all’archeologia.
Geobiologia
Il vostro letto è al posto giusto? Come difenderci dalle influenze nocive (magnetismo, radiazioni telluriche e cosmiche) che avvolgono ogni luogo e abitazione
Autore/i: Alexandre Rémi
Editore: Red Edizioni
introduzione di Jean Picard, traduzione dal francese di Gianfranco Carignano.
pp. 144, nn. ill. b/n, Como
Radiazioni, magnetismo, energie negative attraversano le nostre case che danneggiano la nostra salute: come individuarle e cosa fare per combatterle.
Una vasta documentazione scientifica prova l’esistenza di un complesso campo di forze, d’origine soprattutto tellurica, che avvolge come una rete potente ma invisibile tutta la superficie terrestre. In casa, in ufficio, persino nel proprio letto (dove passa un terzo della sua vita) l’uomo è spesso vittima inconsapevole di queste forze che possono provocare disturbi come insonnia, cefalee, malattie cardiache ma la soluzione è a portata di mano.
Questo libro insegna infatti a individuare le fonti di energia negativa che circolano nelle nostre case, e suggerisce rimedi per neutralizzarle.
Rémi Alexandre ha esordito come architetto e si è definitivamente orientato alla pratica della geobiologia dopo la discussione nel 1978 di una tesi dal titolo Per una medicina dell’habitat, che ha posto le basi per una nuova concezione dei rapporti tra ambiente, abitazione, salute.
Tesori della Lirica Classica Indiana
Autore/i: Autori vari
Editore: Utet
a cura di Siegfried Lienhard e Giuliano Boccali.
pp. 112, nn. tavv. a colori f.t., Torino
Anche quest’anno, nel porgere ai loro amici – autori, collaboratori, lettori – questa consueta strenna augurale, la UTET e la sua organizzazione commerciale rinnovano una testimonianza affettuosa, un voto fervido di serenità e di pace.
Proponiamo quest’anno una scelta delle più belle poesie di periodi diversi e nelle più significative lingue letterarie dell’India fino alle soglie dell’età moderna.
Vi sono rappresentate tutte le forme poetiche della tradizione indiana a eccezione di quella didascalica poco rilevante dal lato estetico. È questo infatti il punto di vista dal quale hanno volto lo sguardo alla lirica indiana i notissimi specialisti Siegfried Lienhard e Giuliano Boccali curatori del volume: un punto di vista particolarmente felice per guardare a un vertice alto dell’espressione poetica dell’umanità.
L’antologia offre così al godimento estetico del lettore, tesori di bellezza non ancora penetrati quanto meritano nel comune patrimonio culturale dell’Occidente. A essi abbiamo affiancato frammenti incantati di realtà custoditi in miniature di varie scuole ed epoche di qualità pittorica altissima e in gran parte inedite: stupefacenti gioielli messi cortesemente a nostra disposizione da un’importante collezione privata che desidera mantenere l’anonimato.
Il Buon Soldato Sc’vèik
Il capolavoro dell’umorismo moderno. L’epopea di un personaggio umile e gigantesco la cui forza comica travolge e annienta l’universo istituito
Autore/i: Hašek Jaroslav
Editore: Giangiacomo Feltrinelli Editore
traduzione dal cèco di Renato Poggioli (prima parte) e Bruno Meriggi (seconda parte) illustrato da Josef Lada.
vol. 1 pp. 494, vol. 2 pp. 495-848, nn. ill. b/n, Milano
Una grande epoca esige grandi uomini. Vi sono degli eroi ignorati e oscuri… l’esame della cui indole darebbe ombra perfino alla gloria d’Alessandro Magno. Oggigiorno si può incontrare per le vie di Praga un uomo trasandato, che non sa quanta importanza abbia avuto la propria opera nella storia di un’epoca grande e nuova come questa. Egli percorre tranquillamente la sua strada, senza che nessuno gli dia noia e senza dar noia a nessuno, e senza essere assediato da giornalisti che gli chiedano un’intervista. Se gli domandaste come si chiama, vi risponderebbe con l’aria più semplice e più naturale del mondo: ’Io son quello Sc’vèik…’” Con queste parole Jaroslav Hasek (1883-1923) presentava l’umile e grottesco eroe del suo romanzo, il bonario allevatore e mercante di cani, strappato alle sue pacifiche occupazioni e mandato a combattere in difesa dell’impero austro-ungarico nella Prima guerra mondiale. Preso nel vortice di avvenimenti che vanno molto oltre le sue capacità di comprensione, Sc’vèik si destreggia con un misto d’ingenuità e di furbizia, forte di quella sua obbedienza assoluta alla lettera degli ordini ricevuti che porta all’assurdo e dissolve nel ridicolo ogni autorità. Nel buon soldato Sc’vèik i lettori di tutto il mondo hanno riconosciuto un eroe sovrannazionale, il campione di un irriducibile pacifismo e antimilitarismo e un simbolo dell’inalienabilità dei diritti dell’individuo contro ogni tutela e usurpazione dittatoriale.
Jaroslav Hašek, nato a Praga nel 1883 e morto a Lipnice nel 1923, ha fatto i più diversi mestieri per vivere. Chiamato alle armi nel 1916, disertò e passò con i russi contro l’Austria. Nel 1918 entrò nell’Armata Rossa e nel 1920 iniziò la composizione del Buon soldato Sc’vèik (pubblicato da Feltrinelli tra il 1961 e il 1966; “Classici”, 2013), opera rimasta incompiuta oltre la quarta parte, che ha avuto un grandissimo successo e numerose riduzioni teatrali e cinematografiche, tra cui quella celebre di Brecht.
Parte prima e seconda
- Nelle retrovie
- Al fronte
Parte terza e quarta
- Botte da orbi
- Ancora botte da orbi
Leggende e Fiabe
2 Volumi
Autore/i: Hesse Hermann
Editore: Arnoldo Mondadori Editore
introduzione di Italo Alighiero Chiusano. traduzione di Francesco Saba Sardi.
vol. 1 pp. XXIV-166, vol. 2 pp. 288, Milano
Novità assoluta per l’Italia, quest’opera comprende le leggende e le fiabe scritte da Hermann Hesse nel periodo 1903-1932, gli anni più importanti della sua creatività. Ritrovate tra carte ingiallite, alcune di esse appaiono in volume per la prima volta, altre – pubblicate, Hesse vivo, su riviste tedesche o svizzere – furono via via accolte nel Fabulierbuch (1935). Nel complesso si tratta di una raccolta ampia, ben rappresentativa della tematica hessiana, della quale illumina aspetti meno noti e inusuali. Le leggende fiorite intorno ai Padri del deserto e agli eremiti della Tebaide, il medioevo francescano o quello cortese e cavalleresco, l’Italia rinascimentale e degli umanisti rivivono in queste pagine in un clima mitico-simbolico soffuso di poesia. Dall’ampiezza dell’orizzonte tematico e geografico hessiano non potevano mancare i riferimenti alla vita moderna, trasposti in una sorta di parabola satirica. Ai temi consueti della favolistica tradizionale (vita-morte, amore-odio) si aggiungono qui quelli della tentazione, della povertà, del miracolo, sempre trattati con garbo ispirato. «Il minimo che si possa dire – così conclude I. A. Chiusano la sua illuminante introduzione – è che si tratta di una lettura avvincente e piacevole, senza mai l’ombra dell’uggia o della pura gratuità letteraria. Ma più di una volta si supera di molto questo livello basilare e la lettura gradevole si fa lettura importante, incontro con un momento di pienezza poetica che accende in noi una luce durevole».
Hermann Hesse. Calw, Württemberg, 1877 – Montagnola, Canton Ticino, 1962. Premio Nobel nel 1946, raggiunse il successo nel 1904 con Peter Camenzind, seguito da numerose opere tra cui Demian (1919), Siddharta (1922), Il lupo della steppa (1927), Narciso e Boccadoro (1930) e Il giuoco delle perle di vetro (1943).
Invito al Benessere
Ipnosi, autoipnosi e meditazione per la gestione del dolore
Autore/i: Faliva Annalisa
Editore: Urra
introduzione dell’autrice.
pp. XXI-394, Milano
Spendiamo gran parte della nostra esistenza alle prese con sofferenza interiore e dolore fisico. L’ipnosi, l’autoipnosi e la meditazione hanno mostrato di poter fare moltissimo per le persone che soffrono e per favorire un maggior benessere. Numerose testimonianze dimostrano come l’uso regolare dell’autoipnosi possa diminuire o risolvere il dolore fisico ed emozionale, permettendo di ritrovare l’energia per vivere pienamente.Questo libro si rivolge a chiunque desideri imparare a coinvolgere l’inconscio per migliorare la propria capacità di stare bene, per espandere rilassamento e consapevolezza. L’opera è allo stesso tempo manuale di autoipnosi e di meditazione e compendio di tutti gli approcci ipnotici che hanno mostrato di essere più efficaci per una migliore gestione del malessere. Il libro si articola in nove capitoli che inquadrano il fenomeno ipnotico e insegnano concretamente a utilizzarlo. La terminologia e il linguaggio sono stati semplificati per essere comprensibili anche a chi si accosta per la prima volta a questi temi; molto materiale è predisposto per un utilizzo creativo da parte del lettore.
Annalisa Faliva è diplomata in numerose tecniche di riequilibrio corpo/mente: Ipnosi Ericksoniana e Programmazione NeuroLinguistica, Pulsation, Counseling, Rebalancing, Tecnica Bowen, EFT, Age Gate e Catene Lineari. E’ Master Practitioner di Ipnosi e PNL .
Laureata in lingue, si appassiona in seguito al riequilibrio psico-corporeo; dal 1986 lavora con le persone per favorire il superamento dei condizionamenti e la realizzazione del proprio potenziale. Oltre al lavoro individuale tiene seminari di Ipnosi e Autoipnosi per acquisire libertà dall’identificazione con i
meccanismi mentali ed espandere il benessere.
Discepola del Maestro Osho da quasi trent’anni, ama utilizzare la sua esperienza di Meditazione per promuovere, se possibile, una comprensione della natura spirituale di quell’avventura che è l’esistenza, e favorire una migliore capacità di vivere il presente.
Si occupa anche di Channeling, Lavoro con le energie sottili, Arte e Fotografia.
Le Profezie di Malachia
Autore/i: Tyrel Alfred
Editore: Casa Editrice Meb
pp. 200, tavv. b/n f.t., Padova
Malachia, ultimo dei profeti moderni, spesso indicato, nei testi più antichi, come Maelmaedhog (o come Maoldhog), aveva per cognome Ua Morgair; tu arcivescovo di Armagh, in Irlanda, Legato del Papa in quella regione lontana da Roma e da sempre irrequieta. Malachia era nato ad Armagh nel 1094 e la sua esistenza, secondo la maggior parte degli storici, si concluse nel 1148. Mancano documenti attendibili sui primi anni della sua vita; è descritto comunque come un giovinetto precoce, tiglio di un uomo di chiesa, devoto a Roma. Vicario della diocesi di Celsus (o di Ceallach) in Armagh, Malachia si adoperò per avvicinare la comunità al papato e ciò lo pose in buona luce presso la Santa Sede. Dedicò quattro anni a un accentuato proselitismo religioso insieme a Malchus, vescovo di Lismore; poi fu eletto vescovo di Connor.
Ebbe parte determinante nella costruzione del monastero di Ibrach, nel Kerry, mentre la sua lama si andava rapidamente diffondendo. Ricevuto a Roma da Papa Innocenzo II, fu poi nominato vescovo di Connor nel 1124, poi Primate d’Irlanda nel 1132. Pochi anni e in una grave crisi mistica, pervaso‘ dal desiderio di essere umile a qualunque costo, Malachia chiese e ottenne di tornare ciò che era stato, un semplice» monaco. Morì fra le braccia di San Bernardo di Clairvaux e Papa Clemente III lo iscrisse nel libro dei santi nel 1190 fissandone il culto il 2 novembre. Le sue famose profezie, che suscitarono sin dal loro apparire aspre polemiche e che qualcuno definisce “sante e impeccabili”, altri giudicano “spurie”, ossia non vere e attribuite erroneamente a Malachia, come bene è specificato nel presente volume, cominciarono a circolare dalla fine del 1500.
Fissando con motti latini la successione dei vari Pontefici, Malachia giunge fino a Pietro Il, dopo il quale vi sarà l’estrema persecuzione della chiesa, la distruzione di Roma e la fine dei tempi. Malachia, fra tutti i profeti, è il più chiaro, il più facile da interpretare, anche se la sua ascetica figura costituisce da sempre un enigma storico tra i più affascinanti nell’ambito stesso della chiesa.
Malachia: il profeta del terrore. Il monaco irlandese chela Chiesa proclamò Santo, sin dalla fine del 1500 vide con nitida chiarezza la successione dei Romani Pontefici fino a oggi. Un motto per ogni Papa, una frase latina, incisiva, scultorea, che ne delinea i compiti e le caratteristiche di ciascuno.
E il solo profeta moderno, Santo della Chiesa di Roma, che non abbia mai sbagliato specificando, a partire da Celestino II, nel 1143, le inconfondibili insegne dei vicario di Cristo.
Malachia non ha bisogno di interpreti: e il profeta che ognuno può leggere da solo senza bisogno di “chiavi” o di commenti. Secondo il Santo monaco irlandese, si va approssimando la fine dei tempi. Dopo Giovanni Paolo I, che reca nell’elencazione di Malachia il motto “De medietate Lunae”, non vi saranno che tre Pontefici, l’ultimo dei quali prenderà il nome di Pietro Il ricollegandosi al primo Apostolo di Cristo.
Questo appellativo sarà l’avvertimento dell’incombente fine.
Malachia prevede, con tale Papa, l’ultima persecuzione perla Chiesa, il caos e la distruzione di Roma. Parole chiare, tragiche, da parte di un Santo che non ha mai sbagliato, su avvenimenti che forse vivremo domani, che sono già nel nostro imminente terribile futuro.