Libreria Editrice OssidianeLibreria Editrice Ossidiane

Dizionario Erotico dei Sogni

Dizionario Erotico dei Sogni

I 300 simboli onirici che affollano le inquiete notti delle donne

Autore/i: Schiavolena Clara

Editore: Casa Editrice Bietti

introduzione dell’autrice.

pp. 288, ill. b/n, Roma

Dall’introduzione dell’autrice:
«Caro lettore, più che una presentazione del libro intendo dare una risposta alle domande che di sicuro stai per rivolgermi.
Quando nacque il mio interesse ai sogni?
Come mi venne in mente di scrivere un dizionario che trattasse di questi?
Credo che avessi si e no cinque anni quando di notte nel sonno mi trovai coinvolta in una situazione da cui non riuscivo a districarmi. Avvolta nella spirale di un serpente boa, stretta tra i tentacoli di un polipo gigante.
Ricordo che mi svegliai sgomenta invocando disperatamente la presenza dei miei genitori. Entrambi accorsero.
Al mio confuso racconto di quanto mi era capitato nel sonno mia madre sentenziò crudele: hai mangiato troppi cioccolatini e il diavolo ti ha punita facendoti sognare pericolosi animali. Se non la smetti di essere tanto golosa sognerai di essere divorata da un coccodrillo.[…]»

Una Vita per l’Arte

Una Vita per l’Arte

Confessioni di una donna che ha amato l’arte e gli artisti

Autore/i: Guggenheim Peggy

Editore: Rizzoli

prima edizione, prefazione di Gore Vidal, introduzione di Alfred h. Barr Jr., traduzione di Giovanni Piccioni.

pp. 416, nn. tavv. b/n f.t., Milano

«Il coraggio e l’intuizione, la generosità e l’umiltà, il denaro e il tempo, una forte consapevolezza del significato storico: sono questi i fattori dovuti sia alle circostanze esterne sia alle doti naturali che hanno fatto di Peggy Guggenheim un‘eccezionale mecenate dell’arte del ventesimo’secolo» scrive Alfred H. Barr Jr. nell’Introduzione a Una vita per l’arte. «Ho usato con un certo timore la parola mecenate, divenuta ormai trita e in un certo senso pomposa: eppure è il termine esatto. Perché un mecenate non è semplicemente un collezionista che raccoglie opere d’arte per il proprio piacere, o un filantropo che aiuta gli artisti o fonda un museo pubblico, ma una persona che sente di avere una responsabilità verso l’arte e gli artisti e ha i mezzi e la volontà per agire in conformità a questo sentimento.» Peggy Guggenheim.nacque nel 1898 da una ricca famiglia ebrea di industriali americani, di origine svizzera. In giovane età, in seguito a varie vicende familiari, entrò in possesso di un considerevole patrimonio. Di carattere inquieto, afflitta dallo spleen, decise di abbandonare gli studi e partì alla scoperta dell’Europa, sulla scia di tanti « nomadi » intellettuali americani del tempo: vi rimase circa vent’anni, frequentando il mondo letterario e artistico, che aveva a Londra e a Parigi i suoi centri principali.
Fu attratta soprattutto dagli artisti, nella cui vita bohémienne si sentì perfettamente integrata. Di tale ambiente divenne una mecenate nel senso più ampio del termine: vi investì le sue cospicue fortune dedicandosi alla collezione di opere d’arte. « Collezionò» anche, con una passione divorante, anche gli autori: amica e amante di molti, moglie, per periodi più o meno lunghi, di alcuni, fu per tutti una «musa inquieta».
Nel 1941 tornò negli Stati Uniti con la sua collezione, che organizzò nell’Art of This Century. una galleria d’arte che rapidamente divenne internazionalmente famosa, in quanto costituiva forse l’unica raccolta esauriente delle correnti d’avanguardia dell’inizio del secolo agli anni Quaranta: comprendeva cubisti, astrattisti, costruttivisti, dadaisti, surrealisti, neoclassici. Nel 1948 la Guggenheim espose la sua collezione alla Biennale di Venezia. Affascinata dalla bellezza della città, non l’abbandonò più. Acquistò Palazzo Venier dei Leoni, affacciato sul Canal Grande, e ne fece una casa-museo, aperta al pubblico tre giorni alla settimana.
Una vita per l’arte è la sua autobiografia, la storia della sua straordinaria vita, una vita da «eroina transatlantica di Henry James», come la definì Gore Vidal, e delle sue tempestose relazioni con Laurence Vail, John Holms, Douglas Garman, Yves Tanguy, Samuel Beckett, Max Ernst e altri famosi scrittori e artisti. Ed è, anche, la storia di un importante periodo artistico, e dell’innegabile influenza che su di esso ebbe Peggy Guggenheim.
Sullo sfondo, tra le vicende private della ricchissima ed eccentrica famiglia Guggenheim, emergono gli avvenimenti dell’Europa tra le due guerre; il ventennio in cui Peggy, provvista di una «lista della spesa» compilata con l’aiuto del suo consigliere Marcel Duchamps, comprava opere d’arte al ritmo di una al giorno, alternando questi acquisti con quelli di abiti e cappellini. Un’esistenza interamente dedicata all’arte, fino all’anno della sua morte (1979), che la colse a Venezia, nei cui salotti aveva regnato come «l’ultima dogaressa».

Beethoven

Beethoven

Autore/i: Riezler Walter

Editore: Rusconi

premessa di Wilhelm Furtwängler, prima edizione italiana a cura di Piero Buscaroli, traduzione dal tedesco di Oddo Piero Bertini.

pp. 440, nn. tavv. a colori e b/n f.t., Milano

Il Beethoven di Walter Riezler è da tempo, per il pubblico dei Paesi di lingua tedesca, un classico della storia musicale. Il ritardo con cui giunge al lettore italiano non l’ha invecchiato, perché da noi il problema Beethoven deve ancora essere impostato dalle fondamenta. Fin dalla sua collocazione storica, in quel difficile passaggio che segna la transizione dallo stile classico alla successiva età romantica; e fin dalla ricostruzione della autentica figura dell’uomo e dell’artista, che una incrostazione di miti e leggende, sovrappostisi per un secolo e mezzo, ha finito per alterare e nascondere sotto un’immagine distorta, falsa, a volte addirittura equivoca.
Walter Riezler non aggiunge mito a mito, leggenda a leggenda. La sua restaurazione dell’autentica figura di Beethoven evita sia le secche della pura filologia, sia il tono irriverente e riduttivo delle “dissacrazioni” alla moda. E un grandioso ritratto morale e artistico condotto da un sapiente appassionato, sullo sfondo di una fede totale nell’autonomia della musica, e nella sua capacità ad esprimere scale di valori completi.
Questo libro, scritto più di quarant’anni fa, si pone alla base dell’odierna critica beethoveniana per la risolutezza con cui, anticipando di decenni le conclusioni di studiosi a noi più vicini, rivendica l’appartenenza di Beethoven nell’integrità della sua opera, e tanto più per quanto riguarda l’ultima parte, allo stile classico, di cui costituisce il momento supremo; e ancora, per la sicurezza con cui disegna i confini tra la vita dell’uomo e l’opera dell’artista, e dimostra come anche nelle circostanze di più acuto disagio, e nella più profonda sfortuna, Beethoven abbia saputo difendere la serenità della sua costruzione e l’equilibrio del suo gesto creativo: mai distorto, mai inquinato, mai compromesso da circostanze esterne.
Il Beethoven di Walter Riezler è dunque il titolo più degno di aprire una collana musicale. Ed è ancora la migliore base, su cui cominciare a costruire una conoscenza della figura e dell’opera di Beethoven, che, nonostante la diffusione della sua musica, è ancora, in Italia, allo stato rudimentale.

Psicologia dell’Eros

Psicologia dell’Eros

Autore/i: Kolosimo Peter

Editore: Rizzoli

prima edizione.

pp. 432, Milano

Quando si parla d’educazione sessuale (e se ne parla molto, oggi), il pensiero corre a quegli elementi d’anatomia, fisiologia e biologia che possono servire a dissipare, nei fanciulli e nei ragazzi, l’alone morboso che circonda ancora le differenze fra i due sessi, i rapporti fisici, la procreazione.
Certo anche tali nozioni sono indispensabili, e l’autore fornisce una guida alla loro esposizione secondo sistemi di provata validità, tenendo conto delle esperienze dei maggiori specialisti europei, indicando strade chiare, pulite, su cui giungere a formulare una risposta anche agli interrogativi in apparenza più scabrosi. A ben poco serve, tuttavia, quest’introduzione alla conoscenza dell’amore e della vita, se la si compie senza tener conto della psicologia dei bambini e degli adolescenti, di quel turbinoso mondo affollato d’ansie, di sensazioni, ognuna delle quali può lasciar tracce suscettibili di rendere difficile l’esistenza, talvolta a distanza d’anni. Senza falsi pudori, sulla scorta d’inconfutabili dati di fatto, l’autore ci conduce attraverso questa giungla affascinante e pericolosa, oltre la soglia della giovinezza, dove urgono gli istinti. Qui l’educazione sessuale diviene cultura sessuale. L’opera di formazione e d’autoformazione deve continuare, perché altrimenti i suoi presupposti servirebbero a ben poco. Qui i pregiudizi si fanno ancor più difficili da scalzare, ammantati come sono dl concetti tanto assurdi quanto radicati e diffusi. Eppure è indispensabile sradicarli, dimostrare ai giovani come la felicità sia alla loro portata. «Noi» ammonisce un religioso << stiamo pagando gli errori di secoli di distorsione della verità, di svalutazione della sessualità. Ora siamo posti di fronte ad una semplicissima alternativa: o lasciare che le cose continuino a peggiorare, o riconoscere finalmente alla sessualità il ruolo che le compete, con le necessarie discriminazioni, ma anche con le doverose rivalutazioni del caso». Proprio a questo tende il nuovo libro di Peter Kolosimo, libro che, contrariamente a tanti altri, offre ai lettori uno strumento capace di fare dell’educazione e della cultura sessuale una sorta di ’scienza della felicità’: la conoscenza psicologica. Come far sì che l’infanzia e l’adolescenza preludano ad una giovinezza sana, feconda di gioie? Come costruire su quest’ultima una solida base ad una maturità sempre ricca di serenità e di soddisfazioni? Come evitare i «dirottamenti» della vita sessuale, come combatterli? L’autore risponde a tutte queste domande con grande competenza ed estrema franchezza, con un’opera davvero esauriente, destinata ai genitori ed agli educatori per comprendere ed indirizzare i giovani, e ai giovani per capire se stessi.

Italo-americano d’origine, Peter Kolosimo è nato nel 1922. Laureato in filologia moderna, si è dedicato giovanissimo al giornalismo, rivelando una straordinaria versatilità nel campo della divulgazione scientifica. Ha pubblicato Il pianeta sconosciuto, Terra senza tempo, Ombre sulle stelle, ottenendo lusinghieri riconoscimenti da parte di scienziati come Wernher von Braun, Hermann Reich e Jacob Eugster.

La Logica della Religione

La Logica della Religione

Autore/i: Bochenski Joseph M.

Editore: Ubaldini Editore

prefazione e introduzione dell’autore, traduzione di Gianni Statera.

pp. 144, Roma

Non è la dimostrazione o l’apologia di una particolare religione, né della religione in generale; è piuttosto l’applicazione delle leggi e delle regole logiche al discorso religioso.

Questo è il primo tentativo di usare la logica matematica moderna per costituire una logica generale della religione applicabile a tutte le grandi religioni.
Tale logica, come mostra Padre Bochenski non è la dimostrazione o l’apologia di una particolare religione in generale. È piuttosto l’applicazione delle leggi e delle regole logiche al discorso religioso.
Il libro è organizzato in quattro lunghi capitoli (Religione e logica, La struttura del discorso religioso, Il significato nel discorso religioso, Giustificazione del discorso religioso) e in due appendici tecniche (“Dell’analogia” e “Dell’autorità”) .
Lavorando in un terreno largamente inesplorato, La logica della religione apre nuovi orizzonti per ulteriori studi. È un libro di eccezionale interesse per ogni serio studioso di religione come per i logici e i filosofi.

Joseph M. Bochenski, rettore dell’Università di Friburgo, è uno dei logici più noti di questo secolo.
È autore di circa trenta libri sulla logica formale e la filosofia contemporanea, compresa la filosofia sovietica.

 

Dai Sumeri ai Sassanidi

Dai Sumeri ai Sassanidi

Le Grandi Civiltà

Autore/i: Laroche Lucienne

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

presentazione di Henry Moore.

pp. 192, interamente illustrato con un ricchissimo apparato fotografico a colori, Milano

«Il titolo di questo volume, Dai Sumeri ai Sassanidi, corrisponde in effetti a una duplice realtà. Realtà cronologica in primo luogo, poiché i Sumeri fanno la loro comparsa sul suolo orientale durante il IV millennio a. C; mentre la fine della dinastia sassanide, nel VII secolo d. C, segna in pari tempo la fine dell’antichità e l’inizio di quello che si può definire il Medioevo del Medio Oriente … Ma il titolo risponde anche a una realtà geografica. Se i Sumeri, infatti, si insediarono nella Bassa Mesopotamia, le civiltà che seguirono estesero il loro dominio a spese delle regioni vicine, e l’impero di Alessandro Magno, nel IV secolo a. C, si spiegherà dal Mediterraneo fino all’Indo … A tutta prima l’arte mesopotamica può spesso apparire difficile. Nei musei, il visitatore può restare sconcertato dinanzi a certi monumenti. Non evidentemente, di fronte alla Dama di Warka, all’Intendente Ebih-il di Mari o alla testa in bronzo di Sargon di Accad, che sono capolavori di tutti i tempi e autonomi, bensì in presenza di altre opere di produzione più corrente che devono essere collocate in un contesto storico e religioso per essere meglio apprezzate … Lo studio delle antiche civiltà orientali è quindi difficile, spesso austero, ma sempre appassionante, se non esaltante. Non l’abbiamo mai compreso così a fondo come scrivendo questo libro, la cui unica ambizione è di comunicare al lettore il desiderio di leggerne altri, più specialistici, consacrati a quel mondo dove tutto ha avuto inizio.»

Lucienne Laroche è nata a Parigi il 24 agosto 1929. Collaboratrice del direttore della missione archeologica di Mari, prof. André Parrot, ha fatto parte delle missioni archeologiche francesi di Larsa (Iraq) e d’ì Mari (Repubblica Araba Siriana). Ha frequentato l’Ecole du Louvre, seguendo corsi di archeologia orientale e di storia generale dell’arte. Si è specializzata in archeologia del, Vicino Oriente mesopotamico; è attualmente segretaria di redazione di «Syria», rivista d’arte orientale e di archeologia. È stata nominata Cavaliere de l’Ordre des Arts et des Lettres nel 1967.

 

Visualizza indice

Presentazione di Henry Moore
Introduzione
Dai villaggi ai reami
I PRIMI ABITANTI
LE CITTÀ-STATO
IL TEMPIO E IL POTERE RELIGIOSO
SARGON DI ACCAD
LAGASH E UR
L’ARCHITETTURA DEI PRIMI MILLENNI
L’ARCHITETTURA DEL III MILLENNIO
LA RELIGIONE
LA SCRITTURA
Gli impeti mesopotamici
BABILONIA
IL CODICE DI HAMMURABI
CASSITI ED ELAMITI
GLI ITTITI
L’ORGANIZZAZIONE SOCIALE DEGLI ITTITI
L’ARCHITETTURA DEL II MILLENNIO
LA RELIGIONE
LA LETTERATURA
L’incontro tra Oriente e Occidente
GLI ASSIRI
LA SOCIETÀ
L’ARCHITETTURA
I NEO-BABILONESI
GLI ACHEMENIDI
L’ARTE ACHEMENIDE
RELIGIONE E ARCHITETTURA
I grandi imperi internazionali
LA DISGREGAZIONE DELL’IMPERO DI ALESSANDRO
PETRA
PALMlRA
GERASA, BAALBECK, TIRO
PARTI E SASSANIDI
HATRA
LA STRUTTURA DELLA SOCIETÀ SASSANIDE
L’ARTE SASSANIDE
I RILIEVI RUPESTRI
Appendice
I monumenti nel tempo. Testimonianze
Schema cronologico
Glossario
Bibliografia
Indice dei nomi

Il Destino dell’Uomo

Il Destino dell’Uomo

Autore/i: Steiner Rudolf

Editore: Manilo Basaia Editore

introduzione di Marino Freschi.

pp. 116, Roma

Processi soprasensibili nel sonno – Graduale purificazione dell’essere animico-spirituale dopo la morte fisica e sua ascesa nel Cosmo – L’essere spirituale dell’uomo elabora il germe della futura corporeità – L’inserirsi dei risultati morali delle vite precedenti nella discesa verso una nuova incarnazione: Karma Rapporto tra veglia e sonno – la prima infanzia dell’uomo – l’imparare a camminare, a parlare e a pensare: riflessi terreni delle tappe percorse nella discesa dai mondi spirituali – Rapporto delle tre facoltà: pensare, sentire e volere, con la coscienza di veglia, di sogno e di sonno – Il Karma passato e futuro – Tre specie di destini si intessono nell’uomo – Il risveglio mattutino – Saper leggere la vita e il Karma – Trasformazioni dell’uomo attraverso le epoche – La dipendenza dell’essere animico-spirituale da quello corporeo nell’era paleoindiana, paleopersiana, egizio-caldaica e greco-latina – La coscienza dell’Io individuale e l’enigma della morte – Legame interiore fra Ascensione e Pentecoste – Le grandi feste dell’anno in rapporto ai ritmi cosmici – Esempi di indagine comune e di indagine animico-spirituale applicati alla pedagogia e alla medicina.

Figlia della Luce

Figlia della Luce

Dal cuora di una bambina, un messaggio spirituale di speranza per il futuro

Autore/i: Rocha Adriana; Jorde Kristi

Editore: Sperling & Kupfer Editori

prefazione di Joan Borysenko, traduzione di Maria Grazia Oddera.

pp. XVI-320, Milano

Un affascinante libro sul mistero dell’amore divino, dei rapporti umani e di una realtà che esiste al di là dei nostri sensi. E la storia di una ragazzina che, nonostante un pesante handicap, annuncia un messaggio proveniente dall’alto dei cieli, parole di speranza che l’umanità ha un disperato bisogno di ascoltare. L’8 dicembre 1981 Kristi Jorde, americana, dà alla luce la sua prima bambina, Adriana. Via via che il tempo passa, la madre inizia a domandarsi se nella figlia ci sia qualcosa che non va, ma i medici la rassicurano sulla sua normalità. Soltanto al compimento dei quattro anni, dopo un’ennesima visita, si arriva al terribile verdetto: autismo. Adri vive in un mondo tutto suo, incapace di parlare e interagire con gli altri. Quando ha otto anni, la madre viene a conoscenza della Comunicazione Facilitata, una tecnica per disabili basata sull’utilizzo di una tastiera di computer. Già al primo tentativo, Adri lascia stupefatta la madre: dimostra infatti di avere da lungo tempo piena consapevolezza di quanto la circonda e una vasta cultura a livello generale. Inoltre, fatto strabiliante, comincia a raccontare delle sue vite precedenti e dei maestri spirituali che l’hanno aiutata nel suo cammino verso l’illuminazione. Dapprima confusa e disorientata, Kristi viene tuttavia sopraffatta non solo dall’autorità e dalla verità che traspaiono dagli «scritti» della bambina, ma anche dalla sua determinazione nel voler trasmettere qualcosa di fortemente sentito. In una narrazione precisa e coinvolgente che segue passo passo l’evolversi della vicenda e il drammatico confronto madre-figlia, l’emozionante racconto che vede protagonista una straordinaria giovane creatura in parte profeta, in parte angelo portatrice di un urgente richiamo a un risveglio dello spirito.

«Kristi: Adri, quali capacità psichiche possiedi?
Adri: LA MAGGIOR PARTE DELLE MIE CAPACITÀ SONO TELEPATICHE RIESCO A IMPADRONIRMI DELLE IDEE DI TUTTA LA GENTE POSSO VEDERE ATTRAVERSO GLI OCCHI DEGLI ESSERI UMANI IN GENERE MI “SINTONIZZO” PER SCOPRIRE INFORMAZIONI SUL MONDO ‘ PARLO CON LE MIE GUIDE PER RIASSUMERE LE PRECOGNIZIONI.
K.: Ti servi in qualche modo di queste informazioni?
A.: si ‘VIAGGIANDO’ GUARISCO IN ALTRI’ MONDI DICO MONDI PERCHÉ TU NON PUOI CAPIRE I POSTI DOVE VADO.
K.: Come funziona la telepatia?
A.: MI SERVO DELLA TELEPATIA E DELL’INTELLETTO TRAMITE LE MIE GUIDE CHE SONO DIVINITÀ IN GRADO DI METTERMI IN COMUNICAZIONE CON ALTRI COME ME.
K.: Adri, come definiresti la telepatia?
A.: SIGNIFICA CHE PARLO CON LA GENTE SERVENDOMI DELLA LORO ENERGIA E DELLA MIA.
K.: Come fai?
A.: EMANO UNA LUCE E GLI ALTRI RICEVONO QUESTA LUCE PER ASCOLTARMI.»

Kristi Jorde vive con il marito Rodrigo Rocha e i tre figli in un ranch del Colorado. Laureata alla Stanford University, ha inoltre conseguito una laurea in scienze sociali presso il Boston College. Ha istituito e diretto due fondazioni: la KIDS (Kids In Disadvantaged Situations) per offrire casa, consulenza legale e sostegno educativo alle madri che usufruiscono dell’assistenza sociale, e la Fondazione Adriana, centro informativo a diffusione nazionale per le persone autistiche e per i loro famigliari. Ha tenuto conferenze in tutti gli Stati Uniti.

Adriana Rocha frequenta una scuola normale. Molto dotata per gli sport, ama anche leggere e ascoltare musica.

 

Il Santo Graal

Il Santo Graal

Un enigma millenario

Autore/i: Markale Jean

Editore: Edizioni L’Età dell’Acquario

prefazione dell’autore, traduzione dal francese di Fiorella Buzzi.

pp. 320, Torino

Il Graal? Tutti lo cercano, ma nessuno sa esattamente che cosa sia. Nel corso dei secoli gli sono state attribuite caratteristiche diverse e addirittura per alcuni non sarebbe neppure un oggetto ma la discendenza di Gesù Cristo e Maria Maddalena (che avrebbe trovato rifugio a Rennes-le-Château, nella regione francese dell’Aude, punto di partenza per una nuova Crociata). Questa idea – che continua a essere, come ovvio, scandalosa– si basa sul fatto che la grafia Sangréal dei manoscritti medievali può essere interpretata sia come «Saint Graal», Santo Graal, che richiama l’immagine di un vaso contenente il sangue di Cristo (l’antico occitano gradal significa «recipiente»), sia come «Sang Royal», Sangue Reale.
In questo appassionante libro, Jean Markale risale alle fonti del Graal, almeno dal punto di vista letterario, dal romanzo incompiuto di Chrétien de Troyes, scritto alla fine del XII secolo, al Parzival di Wolfram von Eschenbach ripreso poi da Richard Wagner. Senza trascurare il suo significato per alcune tra le più misteriose società segrete, dagli Illuminati di Baviera all’enigmatica Thule che tanto influenzò il nazismo e, in particolare, Himmler, per il quale il Graal era l’energia assoluta.

Jean Markale è un autorevole studioso di cultura celtica e storia medievale. Tra i suoi libri più significativi – molti tradotti anche in italiano – ricordiamo Il druidismo. Religione e divinità dei celti (1998) e La grande épopée des Celtes (1997-1999). Nel 2005 L’Età dell’Acquario ha pubblicato Halloween. Storia e tradizioni.

 

Trasformare la Mente

Trasformare la Mente

Seminari di normodinamica

Autore/i: Menghi Paolo

Editore: Ubaldini Editore

prefazione di Federica Cervini, Matilde Mattia, Antonella Nardone, Carla Sacco.

pp. 216, Roma

La normodinamica studia e favorisce l’evoluzione della persona e si basa sulla meditazione quale strumento di contatto e consapevolezza utile a modificare gli automatismi affettivi e comportamentali dell’individuo. Consiste in un sistema di discipline che si avvalgono di tecniche di yoga, arti marziali, espressione e manipolazione corporea, e affrontano nel contempo il tema della storia attuale e passata della persona, individuandone le potenzialità relazionali per poi cercarne una rappresentazione creativa e artistica.

Alla Scoperta della Civiltà Mediterranea

Alla Scoperta della Civiltà Mediterranea

Un mondo sconosciuto risorge dalle sponde di tre continenti

Autore/i: Moscati Sabatino

Editore: Newton Compton Editori

avvertenza e prologo dell’autore.

pp. 128, 80 tavv. b/n f.t., Roma

Trenta anni or sono, per iniziativa dell’Università di Roma, prendeva avvio una serie organica di missioni archeologiche. intese a porre in luce le origini della civiltà nel bacino mediterraneo. La scoperta della cittadella reale di Ramat Rahel, in Palestina, fu il primo successo di una serie che doveva portare ad altri spettacolari ritrovamenti: tali, tra i molti il tempio di Giunone a Malta, le fortezze di Cartagine sulle attuali coste tunisine, il luogo in cui si sacrificavano i fanciulli a Mozia in Sicilia, la città punica di Monte Sirai nel cuore della Sardegna. L’autore, che ha concepito e diretto il piano delle ricerche, rievoca per la prima volta in questo libro le fasi affascinanti dell’impresa, che ha portato la scienza italiana in primo piano facendo riemergere una civiltà omogenea da Oriente e Occidente.

Una straordinaria avventura dell’archeologia Italiana, narrata dal suo protagonista, riscopre in Oriente le origini della civiltà mediterranea e ne illumina l’irradiazione fino alle Sponde d’Italia.

Sabatino Moscati è professore ordinario all’Università di Roma, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, presidente dell’Unione Accademica Nazionale e dell’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Griante. Ha promosso una serie di missioni archeologiche riportando alla luce ricche testimonianze della civiltà mediterranea.

 

La Ruota degli Dèi

La Ruota degli Dèi

Il simbolismo astrologico: dai princìpi metafisici alla discesa nel Tempo

Autore/i: Pacini Francesca

Editore: Simmetria Edizioni

prefazione di Annamaria Partini.

pp. 380, ill. b/n, Roma

Nella ruota dello Zodiaco la danza degli dèi traccia il percorso dell’anima nel mondo della forma. Una grande saga celeste che illumina i processi del divenire e l’essenza immutabile da cui sono continuamente generati e riassorbiti. Entrare nei significati più profondi dell’astrologia significa percepire le grandi Leggi universali che raccontano la cifra nascosta del nostro Cielo interiore.
Un modo diverso di entrare nel simbolismo astrologico. Francesca Pacini conduce il lettore attraverso la danza degli dei e riflette sulla traccia nell’anima degli uomini. È una grande saga celeste che illumina tutti i processi del divenire, dell’apparire e scomparire delle forme. Sotto questo profilo l’”astrologia” presentata in questo testo, lungi dall’essere un manuale per facili oroscopi, presenta i simboli ed i miti arcani che, attraverso i millenni, condizionano il percorso dell’uomo, le sue scelte e la possibilità di conoscenza del Cosmo in cui vive. Sono notevoli i paralleli con letteratura, psicologia e metafisica che rendono l’opera di quasi quattrocento pagine, simpaticamente agile, moderna ma nello stesso tempo aderente ai valori tradizionali che la ispirano.
L’autrice inizia ad entrare nel mondo dei simboli partendo dai quattro elementi filosofici e svolgendo lo studio dei ternari e quaternari zodiacali e approfondendo i significati sia dei “sigilli ormai consueti nella definizione di pianeti e segni, come dei rapporti geometrici fra gli stessi…”
Inizia poi un’analisi mitologica e “psicologica” accurata delle varie zone celesti e dei pianeti che approfondisce la natura archetipale dei medesimi e trova riscontri oggettivi nelle modalità di ricerca interiore e negli aspetti psicosomatici dei singoli individui. Viene infine condotto uno studio assai approfondito sui significati delle “case” cercando di andare all’origine, ai “perché” misterici che hanno tanto influenzato la interpretazione del cosiddetto “cielo natale”.
È il modo più tradizionale e corretto per avvicinarsi alla scena degli astri e per recuperare l’amore per quella volta stellata di cui abbiamo ormai perduto la contemplazione e la vicinanza.

L’Arte di Sognare

L’Arte di Sognare

«Il sognare non è solo fare sogni, e neppure fantasticare o desiderare o immaginare. Con il sognare possiamo percepire nuovi mondi.»

Autore/i: Castaneda Carlos

Editore: Rizzoli

nota dell’autore, traduzione di Francesca Bandel Dragone.

pp. 278, Milano

«Nel corso delle sue lezioni, don Juan mi spiegò in modo esauriente i princìpi, i fondamenti logici e le consuetudini dell’arte del sognare…» Indio messicano, grande sciamano e profondo conoscitore del mondo della magia, don Juan ha stabilito da lungo tempo un intenso, straordinario rapporto maestro-discepolo – che richiama alla memoria quello “classico” tra Socrate e Platone – con Carlos Castaneda, etnologo, antropologo e scrittore, che ne è diventato appassionato apprendista. Le eccezionali rivelazioni esoteriche dello sciamano, mediante le quali e possibile attingere ad arcane energie, a forze recondite dello spirito che la razionalità del mondo occidentale ha soffocato e ormai dimenticato, costituiscono il filo conduttore di una grandiosa saga narrativa, della quale L’arte di sognare è il nuovo, affascinante “capitolo”. Il sogno, se sapientemente indirizzato e coltivato, consente di staccarsi a poco a poco da tutto quanto e terreno e materiale – ossia dal nostro mondo – per inoltrarsi in mondi diversi. Sette sono le porte che il “sognatore” deve varcare per raggiungere la perfezione nell’arte, appunto, di sognare, e quindi uscire dalla nostra dimensione per entrare in un’altra. Allontanarsi dal mondo terreno, entrare da un sogno nell’altro, vivere avventure di ogni genere è un’esaltante esperienza, tuttavia non priva di pericoli: può accadere di non poter più ritornare, di dover restare in un’altra dimensione per sempre… Racconto avvincente, condotto sul filo della magia e dell’etnologia con impareggiabile abilità narrativa, L’arte di sognare ci conduce alla ricerca di una vita interiore apparentemente sconosciuta, ma in realtà soltanto dimenticata e non del tutto perduta.

Carlos Castaneda è nato a Cajamarca (Perù) nel 1925. Dopo studi di pittura e scultura a Lima, ha frequentato l’University of California a Los Angeles, dedicandosi in particolare all’etnologia. Ha compiuto numerosi soggiorni nel Messico centrale, entrando in contatto con indios depositari delle antiche tradizioni esoteriche. Ha pubblicato: A scuola dallo stregone (1968), Una realtà separata (1971), Viaggio a Ixtlan (1972); poi presso Rizzoli: L’isola del Tonal (1975), Il secondo anello del potere (1978), Il dono dell’Aquila (1983), Ilfuoco dal [mjondo (1985), Il potere del silenzio (1988).

Il Libro Egizio degli Inferi

Il Libro Egizio degli Inferi

Testo iniziatico del Sole Notturno tradotto e commentato

Autore/i: de Rachewiltz Boris

Editore: Editrice Atanòr

prefazione dell’autore.

pp. 112, nn. ill. b/n, Roma

Perla seconda volta in Italia viene ripresentata al pubblico la traduzione del «Libro degli Inferi», uno dei più importanti testi magico-religiosi dell’antico Egitto.
Tale testo, la cui traduzione è stata condotta direttamente sulle fonti originali, subisce una interpretazione in profondità che supera il suo aspetto formale letterario, penetrando nella essenza delle concezioni iniziatiche della civiltà nilotica.
L’importanza di una tale interpretazione, che qui appare nella forma di commento alla traduzione, si manifesta appieno considerando che essa è dovuta ad uno degli specialisti più qualificati nel campo scientifico internazionale.
Vengono qui inoltre tracciate le linee maestre del nuovo metodo di indagine dei testi sacri pertinenti alle antiche civiltà, di cui il presente studio costituisce eloquente saggio. Al di là di una pittografia ermetica e di una misteriosa simbologia emergono quegli elementi sostanziali comune anche ad altri cicli di cultura di cui riflettono le identiche forme di pensiero. La profonda competenza dell’Autore nel campo delle religioni comparate, oltre che nell’archeologia ed egittologia, focalizza tali elementi inserendoli in giusta misura a commento del testo. Il quale, di alto interesse per tutti, può divenire un prezioso strumento di lavoro per quanti si occupino di questo specifico argomento.

Boris de Rachewiltz (1926-1997), docente di Egittologia e di Archeo-Etnologia ha insegnato nella Pontificia Università Urbaniana; ha tenuto corsi all’Istituto Ticinese di Alti Studi e, quale “visiting professor”, negli Stati Uniti. È stato assistente del prof. L. Keimer al “Centre de Documentation” dell’UNESCO al Cairo e, dopo la sua morte, ne ha raccolto l’eredità del metodo comparativo tra archeologia ed etnologia. Presidente della Fondazione L. Keimer di Basilea dal 1969, ha diretto missioni in Egitto, Giordania, Sudan e nel Sahara Maghrebino che hanno portato alla scoperta delle antiche città di Nubit (Sudan) e di Sigilmassa (Marocco). I risultati delle sue missioni tra i Beja per conto della Field Foundation (USA) sono pubblicati nella World Book Encyclopedia (Year Book 1967).
È autore di oltre 25 opere in più lingue.

 

India Antica

India Antica

Le Grandi Civiltà

Autore/i: Taddei Maurizio

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

presentazione di Clement Greenberg, introduzione dell’autore.

pp. 192, interamente illustrato con un ricchissimo apparato fotografico a colori, Milano

«Nell’affrontare lo studio dell’India antica, e in genere dell’antichità, non saremo in errore se giudicheremo tale studio come valido strumento per una comprensione più approfondita del presente, sempre che si liberi il campo dall’opinione ingannevole ma ben radicata che la storia come successione di eventi politici e militari del passato possa servire di chiave per la comprensione della storia che stiamo vivendo. È il capire le radici storiche dei fenomeni del presente che ci permette di comprendere anche questi ultimi, non lo stabilire un illusorio parallelismo tra passato e presente… Tuttavia, perché siffatta lettura della storia non cada in uno schematismo sterile, non si perderà di vista quel complesso di fatti che, pur non riguardando in maniera diretta le strutture economiche, incidono sulle trasformazioni sociali. intendo dire tutti quei dati che riguardano la politica come ideologia, la cultura in senso lato, la tradizione… Ma noi qui ci interesseremo di storia in maniera del tutto particolare, attraverso la lettura di “grandi monumenti” saranno essi sovrattutto templi, monasteri, santuari cavati nella roccia, stūpa, sculture di soggetto religioso, quel che d’interesse artistico l’India offre all’archeologo… Come davanti alle ideologie, così il primo atto che dovremo compiere davanti ad ogni opera d’arte sarà un atto di demistificazione, lo spogliarla di quel preteso valore universale di cui così volentieri si ammanta per individuarne la funzione pratica nell’ambito della società che l’ha prodotta. Da ciò dovrebbe apparire chiaro che, come la storia non può essere imparziale, così non può essere imparziale l’archeologia o la storia dell’arte: non imparziale ma critica.»

Maurizio Taddei è nato a Roma il 3 marzo 1936. È Ispettore archeologo nell’Amministrazione Antichità e Belle Arti, in servizio presso il Museo Nazionale di Arte Orientale di Roma. Libero docente in Storia dell’Arte dell’India e dell’Asia centrale ha l’incarico dell’insegnamento di questa disciplina presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli dal 1958. Partecipa alle Missioni Archeologiche dell’Istituto Italiano per il Medio e l’Estremo Oriente in Pakistan e in Afghanistan; dal 1%7 dirige gli scavi della Missione Italiana in Afghanistan. È redattore delle riviste «East and West», «Dialoghi di Archeologia» e «South-Asian Archaeology». È autore di numerose pubblicazioni scientifiche.

 

Civiltà Khmer

Civiltà Khmer

Le Grandi Civiltà

Autore/i: Mazzeo Donatella; Silvi Antonini Chiara

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

presentazione di Han Suyin.

pp. 192, interamente illustrato con un ricchissimo apparato fotografico a colori, Milano

«Il fatto che l’architettura “laica” della Cambogia si servisse quasi esclusivamente di materiali deperibili, ci pone nella condizione di non poter documentare, se non sporadicamente, la vita quotidiana dei Khmer dal VII al XII secolo. Gli oggetti d’uso, il cosiddetto artigianato, la ceramica, gli utensili, tutto ciò che insomma è necessario ad una simile ricostruzione, giace infatti ancora sepolto sotto il suolo delle città di Angkor, di Rolûos e di Angkor Borei … I “monumenti” della civiltà khmer sono invece numerosi e tutti, per ragioni diverse, grandi. Si è dovuto perciò necessariamente sacrificarne alcuni a favore di altri con una scelta che, se in certi casi potrà apparire immotivata, si è sforzata in realtà di seguire due criteri fondamentali. In primo luogo quello di offrire al lettore opere che siano quanto piu possibile rappresentative dell’evoluzione della civiltà khmer dal punto di vista artistico, sociale e politico, e permettano pertanto di scorgere tutte le componenti che le hanno determinate e le caratteristiche salienti dell’epoca che le ha espresse. In secondo luogo quello, più didascalico, di illustrare i diversi tipi di costruzioni o ancora di documentare, attraverso le fondazioni religiose, l’ampiezza dell’espansione khmer nei territori limitrofi.»

Donatella Mazzeo è nata a Roma nel 1937. Laureatasi nel 1959, è direttore archeologo in servizio presso il Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma. Ha collaborato all’ordinamento di varie mostre, fra cui la Mostra di arte dell’India, a Palazzo Venezia a Roma; la Mostra di arte del Pakistan, presso il Museo Nazionale di Napoli; la Mostra di arte della Thailandia, a Palazzo Vecchio a Firenze.

Chiara Silvi Antonini è nata in Piemonte il 6 ottobre 1937. Insegna preistoria e protostoria dell’Asia presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Ha partecipato a diverse campagne di scavo. Collabora a varie riviste specializzate, fra cui «East and West», ed è autrice di parecchie pubblicazioni sulla storia e l’arte del Medio e dell’Estremo Oriente.

 

Visualizza indice

Presentazione di Han Suyin
Introduzione
Il periodo preangkoriano
PREISTORIA E PROTOSTORIA C. Silvi Antonini
L’INDIANIZZAZIONE C. Silvi Antonini
IL FU-NAN C. Silvi Antonini
IL CHÊN-LA C. Silvi Antonini
La piana di Angkor
JAYAVARMAN II C. Silvi Antonini
INDRAVARMAN E LA NASCITA DELLA CITTÀ C. Silvi Antonini
YASODHARAPURA, LA PRIMA ANGKOR C. Silvi Antonini
LE GRANDI OPERE IDRAULICHE E L’AGRICOLTURA D. Mazzeo
L’ORDINAMENTO POLITICO E SOCIALE D. Mazzeo
I TEMPLI-MONTAGNA D. Mazzeo
LE RELIGIONI D. Mazzeo
ANGKORVAT C. Silvi Antonini
I MONUMENTI CONTEMPORANEI AD ANGKORVAT C. Silvi Antonini
Lo stile del Bàyon: continuità e innovazione
LE OPERE DI UTILITÀ PUBBLICA E L’OMAGGIO AGLI ANTENATI D. Mazzeo
L’IMMAGINE DI LOKESVARA E I SIMBOLI DELLA REGALITÀ D. Mazzeo
IL BÀYON D. Mazzeo
Appendice
I Monumenti Khmer e l’Occidente D. Mazzeo
Schema cronologico
Bibliografia
Indice dei nomi

Giappone

Giappone

Le Grandi Civiltà

Autore/i: Tamburello Adolfo

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

presentazione di Yasunari Kawabata.

pp. 192, interamente illustrato con un ricchissimo apparato fotografico a colori, Milano

« … Oggi che l’Oriente e l’Occidente si vogliono incontrare su un terreno, non tanto di “mutua comprensione” quanto di reciproca scoperta di valori, il Giappone rappresenta una voce avanzata di questo dialogo, e non solo perché pare sia in grado di fondere in un tutto omogeneo le due espressioni di civiltà, ma anche perché l’interpretazione giapponese della stessa civiltà orientale ha enucleato elementi che si presentano di obiettiva validità per il mondo moderno. Per restare nel campo delle arti, che è il tema dominante di questo libro, possiamo prendere l’esempio dell’architettura. I valori spaziali e modulari dell’architettura giapponese sono progressivamente recepiti da tutta l’architettura moderna. Movimenti d’avanguardia, come il razionalismo e lo strutturalismo, devono molto al Giappone, così come in altre espressioni d’arte,figurative o letterarie, devono molto al Giappone l’impressionismo ed il simbolismo. Va rimosso l’ormai vieto pregiudizio della cultura giapponese come una somma di espressioni leziose che si manifestano in arte attraverso pazienti e minuscole composizioni, così come nella recente industria sembrano confermare i transistors. La civiltà giapponese non è affatto una città di formiche. È vero invece che l’arte giapponese ha condotto una sfida al monumentale ed è riuscita a formulare valori assoluti con ipotesi di misura.»

Adolfo Tamburello è nato a Palermo nel 1934. Libero docente in storia e civiltà dell’Estremo Oriente presso l’Università di Roma, ha compiuto missioni culturali in Asia per conto dell’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente. Professore di storia dell’arte dell’Estremo Oriente presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, insegna ano che storia e civiltà dell’India e dell’Estremo Oriente presso l’Università di Torino. Direttore della rivista «Il Giappone», edita dal Centro di Cultura Italo-Giapponese in collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura di Roma, è autore di numerosi studi storici e storico-artistici sull’Asia orientale.

 

Incontro con Gesù

Incontro con Gesù

Una lettura buddhista del vangelo

Autore/i: Dalai Lama

Editore: Arnoldo Mondadori Editore

introduzione di Laurence Freeman, a cura di Robert Kiely, traduzione dal tibetano e note a cura di Ghesce Thupten Jinpa, traduzione di Luisa Agnese Dalla Fortuna.

pp. 204, Milano

In questo straordinario Incontro con Gesù il Dalai Lama, guida spirituale dei buddhisti di tutto il mondo, commenta il Vangelo cristiano: otto notissimi brani delle Scritture, tra cui il Discorso della montagna e le Beatitudini (Mt 5), la Trasfigurazione (Lc 9) e la Resurrezione (Gv 20). «È come ascoltare quelle parole per la prima volta» osserva Robert Kiely nella prefazione «quasi un messaggero inaspettato le facesse vibrare di tutta la tenerezza, il mistero e la bellezza che di solito passano inosservati.» Nella serenità e nel raccoglimento il «messaggero inaspettato», il Dalai Lama, delinea affinità e divergenze fra cristianesimo e buddhismo. Da un lato ammonisce coloro che si definiscono «buddhisti cristiani», perché non si deve cercare di «mettere la testa di uno yak sul corpo di una pecora»: sul piano metafisico, infatti, le due dottrine differiscono su principi fondamentali (il buddhismo, per esempio, non ammette l’esistenza di un Dio creatore o di un Salvatore umano). Forti sono invece le affinità che egli riscontra sul piano dell’etica fra l’insegnamento del Buddha e quello di Gesù Cristo: entrambi tracciano la via della salvezza, che si compie nel servizio compassionevole degli altri; entrambi indicano un modo di trascendere i limiti meschini di un’esistenza egocentrica; entrambi affermano che c’è in tutti noi un seme di risveglio spirituale.
Esiste inoltre, per gli spiriti religiosi, una dimensione più profonda che va oltre il linguaggio e il pensiero. Nell’esperienza costituita dal silenzio e dalla meditazione, l’unicità e la differenza coincidono, insieme agli altri dualismi: si incontrano in un’unità che rispetta e completa la differenza, e allo stesso tempo trascende la divisione. E la divina compassione del Buddha, l’amore cristiano. Incontro con Gesù è l’espressione di questo amore privo di egoismo, che riconosce a ogni cultura umana una propria «via» alla Verità: molti dialetti, un solo Verbo. Il dialogo fra il cristianesimo e il buddhismo può porsi a modello di come gli esseri umani siano in grado di amarsi reciprocamente perché sono diversi, e non soltanto malgrado le loro diversità.

Tenzin Gyatso (1935) è il XIV Dalai Lama.
Leader politico del popolo tibetano, nel 1959 è stato costretto a rifugiarsi in India per sottrarsi alle pesanti ingerenze del regime cinese. Nel 1989 gli è stato conferito il premio Nobel per la Pace. Fra i suoi libri tradotti in Italia: Il Buddismo del Tibet. La chiave per la via di mezzo (1976), Libertà dall’esilio (1990), Come folgore nella notte (1992), La scienza della mente (1993), Oceano di saggezza (1993) e La via del buddhismo tibetano (1996).

Cristianesimi nell’Antichità

Cristianesimi nell’Antichità

Sviluppi storici e contesti geografici (Secoli I-VIII)

Autore/i: Rinaldi Giancarlo

Editore: Edizioni GBU

presentazione di Riccardo Maisano, introduzione dell’autore.

pp. 1040, Chieti Scalo

È un avviamento allo studio del cristianesimo antico, che evidenzia in modo innovativo e sensa censure ombre e luci della vicenda della chiesa antica. Dopo un primo capitolo sulle fonti (letterarie e documentarie), vi sono due successivi capitoli che riguardano, rispettivamente, il contesto giudaico e quello ellenistico romano. Le vicende degli antichi cristiani, le loro credenze e istituzioni sono narrate sempre con particolare attenzione al contesto storico. L’orizzonte d’indagine non si limita alle sole regioni dell’impero romano, ma si allarga anche all’Africa (Etiopia, Nubia) e all’Oriente più lontano (Persia, India, Cina). Un intero capitolo è dedicato al confronto con l’Islam. Il testo è composto in due diversi corpi tipografici: il più grande offre una linea di sviluppo generale, il più piccolo contiene bibliografie, note di approfondimento ed analisi di testi. Ciascun capitolo termina con una scheda sintetica e con un elenco di quesiti di autovalutazione utili al lettore per verificare il suo livello di apprendimento. Si è data attenzione non solo alle fonti letterarie, che ci trasmettono un cristianesimo più colto, ma anche a quelle di carattere archeologico ed antiquario che riflettono ambienti più popolari. L’analisi si sforza di far emergere le peculiarità della predicazione di Gesù e dei missionari cristiani nelle varie e diverse aree geografiche del mondo antico, da qui il suo quasi provocatorio titolo al plurale. Il lavoro nasce tra gli allievi di vari anni di corsi universitari ed a costoro è dedicato prevalentemente, ma non esclusivamente. Questa sua caratteristica lo rende chiaro così da essere fruibile anche a chi per la prima volta si avvicina a questo studio specialistico.

Giancarlo Rinaldi è docente di Storia del cristianesimo ed Antropologia delle Religioni presso l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale. Presso lo stesso Ateneo coordina il Master Post Laurea in Studi Storico Religiosi sul cristianesimo antico. È presidente del Centro per l’Alta Formazione Integrata.

 

Cina

Cina

Autore/i: Speiser Werner

Editore: Il Saggiatore

prima edizione, prefazione dell’autore, traduzione di Maria Attardo Magrini.

pp. 312, 61 tavole a colori, 3 carte, Milano

Dalla prefazione dell’autore:
“Il nome «Cina» indica nel campo spirituale una cultura artistica di grande valore e di alto livello, di antica tradizione e ininterrotta vitalità. La Cina ha dato molto al mondo: la porcellana e la seta, la lacca, la carta e il tè, saggezza, poesia, dottrine illuminate. Ognuno l’ammira e la loda, molti l’amano; ma ben pochi hanno un’idea sia pur vaga di quanto sia ancora scarsa e inadeguata la nostra conoscenza di questo affascinante paese, quali immensi patrimoni artistici e letterari restino ancora da esplorare, quanti tesori sepolti aspettino d’essere scoperti. Solo da pochi anni, attraverso i recenti scavi, il quadro si va a poco a poco completando: ma quante zone bianche ancor oggi, sulle carte topografiche dell’antica arte cinese e sulle tavole cronologiche della sua evoluzione storica! La storia artistica dell’Europa e del bacino del Mediterraneo è da secoli oggetto di studio da parte di numerosissimi dotti; ma quella dei paesi extraeuropei è quasi dovunque agli inizi. Ci sono senza dubbio opere introduttive e sommarie anche sull’arte cinese, ed è sempre allettante il compito di abbozzare e completare quel quadro di insieme; ma le pubblicazioni scientifiche sono tuttavia sempre poche in relazione alla vastità del mondo culturale cinese. Per contro, il gran numero di studi particolari su argomenti apparentemente secondari desta spesso la falsa impressione che i fatti e i concetti fondamentali siano già chiariti, che si siano già raccolti i dati più importanti; per lo più ogni questione particolareggiata viene in realtà a disperdersi in un vasto campo vuoto. E questa è la croce e la delizia di tutti coloro che intraprendono l’esplorazione degli immensi regni dell’arte extraeuropea. Tutto appare ogni volta nuovo, in attesa dello sguardo innamorato dello scopritore. Così anche questo nostro lavoro non può e non vuole offrire un quadro conclusivo, e neppure una costruzione dottrinale dell’arte cinese. Cerca piuttosto di estrarre il meglio da ciò che l’attuale stato delle ricerche può offrire, rinunciando a ripetere cose già risapute e sfruttando le possibilità delle riproduzioni a colori per presentare opere d’arte meno note, in cui il colore ha un valore essenziale.[…]”